La Rubrica online “Piazza Navona” è ben felice di presentarvi le opere e gli Autori vincitori del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019: Michela Castello e il suo libro “Stella Polare” (dreamBOOK Edizioni, 2016). E non perdete l’interessante “Incontro con l’Autrice”!
La trama
Stella Polare è una raccolta di undici racconti tra loro collegati dalla figura della protagonista, Melissa, la quale, ispirata dalla voce di Paolo, si lascia guidare nel profondo delle sue emozioni più autentiche, forti e vere. La giovane donna, così, immersa nella sua fantasia, nella sua immaginazione ma anche nella realtà e nella bellezza della Natura circostante si abbandona a pensieri e a incontri immaginari con Paolo il quale, pian piano, diviene per lei una sorta di guida spirituale e umana. Anzi, molto di più. Paolo nel cuore e nell’immaginazione di Melissa si trasforma nella sua Stella Polare: un luminoso punto riferimento, un porto sicuro, un’ancora di salvezza pronto a illuminare ogni suo dubbio e ad allontanare ogni sua paura e insicurezza.
Sul libro
Nel 2016 la Casa Editrice pisana dreamBOOK diretta da Stefano Mecenate pubblica nella Collana “Contemporanea” la raccolta di racconti dal titolo Stella Polare di Michela Castello.
Si tratta di un testo esile composto da undici brevi racconti attraverso i quali, pagina dopo pagina, si scopre e si conosce l’animo dolce e autentico della sua Autrice. Quest’ultima, infatti, attingendo alla semplicità e alla genuinità che la contraddistinguono narra l’evoluzione e la trasformazione di profonde emozioni suscitate da una voce maschile. La scrittrice, così, attraverso la vita, le sensazioni, le vicende, il carattere della sua Melissa racconta molto di più rispetto a quanto riesce a racchiudere – con tenerezza e garbo – tra le sue pagine. Melissa e Michela sembrano stringersi la mano e accompagnarsi l’un l’altra in questo viaggio narrativo ed emotivo coinvolgendo con entusiasmo il Lettore.
Il personaggio di Melissa è quello di una donna forte nella sua fragilità, intraprendente, coraggiosa e pronta ad affrontare qualsiasi prova la vita decida di farle affrontare. È non vedente ma ciò non le impedisce di guardare nel fondo dell’animo umano: per questo sguardo serve ben altro che la vista intesa come uno dei nostri cinque sensi… serve l’abilità del cuore e la disposizione d’animo. Ed è con questa carica emotiva potente e possente che Melissa si lascia ammaliare dalla voce Paolo facendole scoprire mondi, emozioni e sensazioni.
Melissa è conquistata anima e corpo da questa voce che la rassicura, la protegge, la sprona, la incoraggia e la sostiene senza mai abbandonarla. La voce di Paolo è immersa nella Natura, lì dove avvengono gli incontri con Melissa in bilico tra fantasia e (ir)realtà eppure così vivi e carichi di energia. La donna fa tesoro di tutto quanto Paolo le concede e le regala attraverso la sua voce. Quest’ultima, così, diviene una vera e propria guida per Melissa sentendosi meno sola e ancor più in sintonia con se stessa e il mondo circostante.
Michela Castello racconta questa molteplice varietà di emozioni e sensazioni con grande semplicità e leggerezza lasciandosi trasportare essa stessa nei viaggi emotivi e sensoriali che la voce di Paolo creano e guidano. L’Autrice senza scendere nei dettagli della profondità psicologica dei suoi personaggi – che si sviluppano in piena autonomia pagina dopo pagina – crea una buona armonia tra i racconti. Allo stesso tempo, però, questo aspetto permette al Lettore di liberare la propria fantasia e di immaginare il “proprio” Paolo. Tutti – chi più chi meno – abbiamo bisogno di una voce di cui fidarci e cui affidarci, cui raccontare noi stessi, i nostri dilemmi e da cui ricevere indicazioni e sostegno. Insomma, di una voce da ascoltare con il cuore. Solo per noi. E per nessun altro. Tutto questo ha raccontato con la sua genuinità la penna di Michela Castello. La luce della sua Stella Polare non ha eguali…
Incontro con l’Autrice
Quando ha scoperto il mondo della scrittura?
A dire il vero io scrivo fin da quando ero una bambina. Nei primi trent’anni della mia vita mettevo nero su bianco per lo più le mie emozioni, ciò che non riuscivo a esprimere a parole. Tenevo, come si suol dire, il classico diario. Nei primi anni 2000 scrissi un paio di racconti brevi, che furono pubblicati sul sito internet di una mia cara amica, portale che purtroppo ora non esiste più. Poi trascorsero circa una decina di anni, durante i quali accantonai momentaneamente la scrittura e mi dedicai ad altre attività., Nel 2013, incoraggiata da varie colleghe a cui avevo fatto leggere i testi scritti fino a quel momento, iniziai a comporre con maggiore costanza. Da allora, oltre agli undici racconti di cui è costituita la raccolta Stella Polare, ho scritto altri testi, alcuni dei quali sono stati pubblicati su varie antologie.
Come è nato il progetto editoriale del suo primo libro Stella Polare?
Il mio libro Stella Polare, come dico sempre, è nato quasi per caso, anche se il caso non esiste. Come ho scritto sopra, esortata da alcune colleghe a riprendere a scrivere, iniziai a comporre una serie di racconti, dedicati a un uomo, morto alcuni anni fa, che non ho mai potuto incontrare e di cui ho udito solo la voce. Scrivevo quei testi inizialmente per me stessa, per esorcizzare il dolore per la morte di lui e il dispiacere per non averlo mai potuto conoscere. Non ero sfiorata minimamente dal pensiero di pubblicarli. Facevo leggere i miei scritti solo a poche persone e alcuni li pubblicavo ogni tanto su Facebook.
Sempre intorno al 2013 iniziai ad aggiungere ai miei contatti persone che condividevano come me la passione per la scrittura e mi iscrissi a vari gruppi che trattavano questo argomento. Tramite una signora con la quale ho un’amica in comune nei primi mesi del 2015 conobbi Stefano Mecenate, il direttore responsabile della DreamBOOK Edizioni. Lui si dimostrò fin da subito interessato a ciò che scrivevo e mi propose di raccogliere i miei racconti in un libro e di pubblicarli. L’idea mi piacque molto e iniziai l’iter che mi ha portata nel 2016 a pubblicare Stella Polare.
Quanto c’è di autobiografico nel suo libro Stella Polare?
Vari elementi presenti nel mio libro sono di natura autobiografica. La voce dell’uomo, che è il filo conduttore che lega tra loro i vari testi, appartiene a una persona realmente esistita, anche se ovviamente ogni riferimento a fatti o luoghi è puramente casuale. L’esperienza raccontata nella prima parte del racconto “La Luce della Luna” è anch’essa autobiografica, in quanto io vidi realmente quella luce durante una serata con l’ACA (Associazione Cascinese Astrofili). Pure il mio amore per la natura e la descrizione che ho fatto nel racconto “La Vendemmia” sono reali. Tutto il resto, cioè gli incontri che la protagonista ha con Lui e i posti che visita nei vari racconti sono invece frutto della mia immaginazione.
Da lettrice e da scrittrice: quali sono gli Autori e i libri che hanno formato e, se posso dire, influenzato il suo stile e la sua scrittura?
A dire il vero non mi sono mai ispirata a uno stile in particolare. Come autori mi piacciono molto Ernest Hemingway, Paulo Coelho, Hermann Hesse, Kahlil Gibran e Giovanni Verga.
La sua disabilità visiva quanto ha influito nel suo essere scrittrice e narratrice. Se posso chiedere, quali sono state le difficoltà maggiori che ha dovuto superare?
La mia disabilità visiva non ha in realtà influito più di tanto sul mio modo di scrivere. Io ho sempre parlato e mi esprimo abitualmente come le persone che vedono, usando il loro stesso linguaggio, adoperando a mia volta frasi del tipo “Ci vediamo domani”, “Arrivederci a presto”, “Guardo la televisione” ecc. Faccio ciò anche nella scrittura. Il mio modo di esprimermi, che sembra in tutto e per tutto uguale a quello delle persone vedenti, si è ulteriormente sviluppato grazie anche alla pratica dello yoga e della meditazione: durante le varie concentrazioni, dopo il rilassamento iniziale ci ripetevano sempre di concentrarci sulle immagini e sulle sensazioni e di cercare di “guardare con gli occhi della mente”. È quello che faccio sempre o provo a fare anche quando scrivo.
Le mie descrizioni e i luoghi nei quali si reca la protagonista sono il frutto della mia immaginazione. Inizialmente con Stefano, il mio editore, ci siamo chiesti se fosse opportuno o meno esplicitare la condizione fisica di Melissa. Dopo esserci confrontati un po’, abbiamo deciso di comune accordo di non dichiarare apertamente che la protagonista è non vedente, onde dover stravolgere totalmente la struttura e le descrizioni presenti nei vari racconti. Io non ho mai avuto problemi a parlare della mia condizione: volente o nolente, essendo nata priva del senso della vista, la mia “normalità” è questa, per cui nel confrontarmi con gli altri dico loro apertamente come mi rapporto con la quotidianità.
Quale messaggio sente di voler inviare a coloro i quali si lasciano frenare da quelle “disabilità intellettuali e morali” che spesso impediscono di vedere al di là del proprio naso?
Il messaggio che mi sento di inviare a queste persone, che è anche un po’ quello del libro, è di non abbattersi. La vita è difficile per tutti, ma dobbiamo tenere duro. Un errore comune che spesso faccio ancora anch’io è quello di cercare sempre l’approvazione degli altri. Noi viviamo purtroppo in un mondo dove la vita frenetica e la competizione la fanno da padrone e la nota più triste di tutto ciò è che oggi non si insegna più alle persone ad avere fiducia in loro stesse. La mancanza di autostima ha prodotto gente sempre più fragile, insicura e in balia delle avversità della vita. A queste persone mi sento di dire di stringere i denti e se hanno un sogno di crederci fino in fondo e di fare tutto il possibile per realizzarlo, anche a costo di sbagliare.
Qualsiasi cosa facciamo e qualsiasi decisione prendiamo, ci sarà sempre chi ci approva e chi ci osteggia, per cui dobbiamo essere noi i primi a credere in noi stessi e ad andare avanti dritti per la nostra strada, senza lasciarci condizionare dai pareri e dai giudizi negativi degli altri.
Con il suo libro “Stella Polare” ha ottenuto il terzo posto al Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2019 nella sezione “Racconti” con la seguente motivazione:
La storia di un “amore” non vissuto e non “visto” attraverso undici episodi in cui l’immaginazione è il motore delle storie, la guida “spirituale” della protagonista Melissa alle prese con contesti e situazioni diverse. Una sorta di agnizione costante in cui predomina uno scenario naturalista e panteista. Le storie e il loro racconto diventano lo specchio davanti al quale Melissa pone la sua anima alla ricerca di una salvifica “Stella Polare”.
Cosa ha significato per lei raggiungere questo risultato?
Per me il fatto che il mio libro Stella Polare abbia ottenuto il terzo posto al Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” nella sezione “Racconti” ha sicuramente un valore immenso. Considerando che il mio libro è nato quasi per caso, apprendere che quelli che per me sembravano semplici racconti anche se ciascuno di essi racchiude in se un messaggio importante, non scontato, sono stati addirittura premiati da una giuria, ha voluto dire che il loro contenuto è arrivato dritto al lettore, cosa non facile e ciò ha conferito un valore al mio lavoro che non mi aspettavo.
Cosa significa per lei scrivere? Quali emozioni le dona il contatto diretto con la “parola”?
Scrivere per me da sempre equivale a mettere nero su bianco le mie emozioni, la parte più vera e profonda di me. Nella scrittura esprimo meglio e con maggiore chiarezza quello che non riesco a fare con le parole.
Qual è la storia che vorrebbe ancora raccontare?
Mi piacerebbe trattare il tema della disabilità, ma non nella maniera convenzionale. Ci sono ancora troppi luoghi comuni duri a morire e vorrei appunto cercare di sfatarli in qualche modo. Da sempre cerco di colmare l’ignoranza delle persone, parlando apertamente con loro di come mi rapporto con la quotidianità perché, chi non conosce o non ha a che fare con un non vedente, non è tenuto a sapere come vive. Noto però con una certa amarezza che ci sono ancora molte barriere, soprattutto mentali. Un errore molto comune che noto ancora spesso è quello di considerare una persona disabile più “fragile” e più vulnerabile rispetto alle altre. Niente di più sbagliato. Credo anzi che sia invece il contrario.
Vorrei parlare della mia condizione in modo diverso, anche se non so ancora se farlo raccontando fatti reali anche se romanzati, oppure sotto forma di metafore. In questo momento la mia idea sarebbe questa, ma non escludo di trattare tutt’altro argomento. Lascio fluire liberamente l’energia e mi affido alla corrente. Quando arriverà il momento di scrivere ancora, l’Universo mi ispirerà nella maniera dovuta.
Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali?
In questo momento non ho nuovi libri in cantiere. Ho ancora poco chiaro come procedere.
Qui di seguito troverete il video della Cerimonia di Premiazione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019 tenutasi lo scorso 25 gennaio nel Salone di Rappresentanza presso il Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Sa) – Riprese e montaggio di Alberto Accarino.