Una passione nata da bambino. Un incendio che non ha intenzione di affievolirsi e che divampa sempre più (pre)potente e forte. Tutto questo e molto altro rappresenta Massimo Ranieri per Jacopo Cirillo che nel suo libro di questa sua sincera ammirazione per il cantante.
La trama
12 aprile 2017. Milano, Stazione Centrale.
È in questo giorno primaverile e in questo (non)luogo che ha inizio la storia. Anzi, una parte della storia di cui questo racconto in divenire è una tappa che ci porterà a compiere un duplice viaggio. Jacopo Cirillo, infatti, da buon Virgilio ci conduce in continui salti tra passato e presente per raccontarci e spiegarci perché è in partenza dalla Stazione Centrale di Milano alla volta di Roma. Ci sono solo un nome e un cognome a spiegare tutto questo: Massimo Ranieri. Ebbene sì, perché Jacopo è quello che in molti definirebbero un fan, un ammiratore, un sostenitore, un follower del noto Artista partenopeo. In realtà, Jacopo è molto di più. È un cultore e un fervido studioso del soggetto “Massimo Ranieri” analizzandolo e osservandolo da ogni punto di vista senza mai tralasciare un dettaglio, un’immagine, un’intervista, un film, una canzone…
Così, compiamo questo viaggio in treno assieme all’Autore il quale ci illustra, ci spiega e ci racconta come e perché è nata questa sua sconfinata e incondizionata ammirazione per Massimo Ranieri. E, soprattutto, chi ha acceso la miccia di questo incendio che non si smorza mai. Tra racconti d’infanzia, pranzi dalla nonna, gli inevitabili scontri con i coetanei adolescenti, il tentativo di convertire al “ranierismo” la comitiva e gli amici di gioventù, i concerti gremiti di persone mature… Ed è tra un racconto e un altro che si arriva nella Capitale. Jacopo sta per incontrare il suo idolo. Entra nel suo ufficio e…
Il libro
Jacopo Cirillo nel 2017 pubblica per la Casa Editrice torinese Add il libro Massimo Ranieri. Le rose non si usano più inserito nella collana (ironia della sorte!?) Incendi – narrazioni combustibili. Si tratta di un libro godibilissimo, intelligentissimo, scritto con una leggerezza (assolutamente contraria alla superficialità) e una freschezza davvero interessanti e intriganti. Di certo mai nessuno aveva raccontato di Massimo Ranieri in questo modo.
L’Autore, infatti, ha avuto il colpo di genio di non realizzare un’agiografia dell’Artista (anzi, di “massimoranieri tutto attaccato”) ma di raccontarlo attraverso se stesso. Infatti, Cirillo racconta del suo rapporto con Ranieri da quando lo ha “incontrato” a cinque anni a casa della nonna sino a quando ormai ragazzo e giovane uomo si divide tra amici, impegni, ecc. Si tratta di un doppio racconto creato su due rette parallele vicinissime tra loro ma che non si sovrappongono mai né si abbandonano mai. L’una sembra avere un incessante bisogno dell’altra per esistere.
Tutto questo naturalmente Cirillo lo racconta con un’ironia, un’allegria e una velocità di narrazione che rapiscono dando alla lettura un ritmo sostenuto ma mai confusamente o disordinatamente scatenato. Molto probabilmente questo stile di scrittura deriva dall’esperienza dell’Autore nel campo del fumetto. Jacopo Cirillo, infatti, è autore di Topolino e ghost writer di Paperinik sul blog ufficiale. Quindi potremmo anche affermare che i protagonisti del volume, in realtà, siano due: Massimo Ranieri e Jacopo Cirillo che sembrano indissolubili e aver creato una sorta di proprio linguaggio a distanza.
Jacopo Cirillo oltre a raccontare la sua storia fa molto di più. Si addentra nella filosofia, nella psicologia e – soprattutto – pagina dopo pagina ci dimostra come le passioni, quelle vere, possono condurci ovunque. Queste passioni possono essere per Artisti, automobili, scrittori, attori… ma se ben radicati possono farci compiere – anche sono con la fantasia – le più straordinarie delle azioni. Possono farci credere che tutto è possibile, che tutto si può fare. E questo credo sia un latro dei punti di forza di Massimo Ranieri. Le rose non si usano più. Perciò, grazie Jacopo Cirillo di averci fatto compiere così tanti viaggi sempre in bilico tra realtà e fantasia (nella tua vita, alla scoperta di Massimo Ranieri e del suo incessante impegno artistico e intellettuale, nei nostri veri desideri, da Milano a Roma in treno assieme a te…) semplicemente leggendo e sfogliando il tuo libro. E chissà che… dietro quella porta…
Incontro con l’Autore
Come è nato questo tuo progetto e questo tuo desiderio di raccontare attraverso il tuo libro la tua sconfinata ammirazione per Massimo Ranieri?
Appena ho saputo della collana Incendi di Add Editore, una serie di libri in cui vari autori raccontavano e argomentavano le loro grandi passioni, mi è subito venuto in mente Massimo Ranieri, che seguo fin da piccolo.
È stata una bellissima occasione perché era da molto tempo che volevo dire un po’ di cose su di lui, sulla sua arte e la sua carriera, e gli Incendi mi hanno permesso finalmente di farlo. Ci ho messo molto tempo a scriverlo perché ogni volta che iniziavo un discorso me ne venivano in mente mille altri, e ho dovuto cercare di ammaestrarli e metterli in fila, per dare coerenza e logica al libro; è stato un lavoro di scrittura molto divertente e anche importante per me, visto che sono riuscito a inserire e amalgamare tutti i riferimenti culturali che mi hanno sempre accompagnato nei miei percorsi di studio e di lettura.
Nel tuo libro diversi sono i tuoi riferimenti al tuo lavoro legato al mondo dei fumetti. Molti dei tuoi racconti sembrano quasi delle strisce fumettistiche. Quanto ti è stato di aiuto il tuo lavoro di autore per Topolino e per il blog ufficiale di Paperinik?
Scrivere sceneggiature di fumetti aiuta moltissimo a mettere su pagina la narratività delle argomentazioni, ti dà la capacità di dare ordine ai pensieri e renderli coerenti, senza “buchi di sceneggiatura” o salti logici. Inoltre, per raccontare storie è molto importante a mio parere la memoria visiva, dunque immaginarsi le scene come se fosse appunto un fumetto, o un film, anche per rendere le descrizioni credibili e il contesto intellegibile.
Per quanto riguarda il blog di Paperinik, scrivere testi per bambini e ragazzi aiuta molto a gestire i registri e il lessico da utilizzare, di modo da produrre qualcosa di comprensibile su vari livelli di lettura e per più lettori possibili.
Il tuo libro Massimo Ranieri. Le rose rosse non si usano più non è una biografia. Né un’autobiografia. Anzi, si pone perfettamente in equilibrio tra i due generi. In che modo sei riuscito a bilanciare questo “incontro” tra te e Massimo Ranieri senza mai eccedere?
Il fatto che io non abbia mai incontrato Ranieri di persona mi ha aiutato molto. Non avevo esperienze dirette con lui, e questo mi ha permesso di essere il più imparziale e lucido possibile. Io non volevo scrivere un libro su Ranieri, volevo scrivere un libro che spiegasse perché mi piace Ranieri, usando esempi, concetti, teorie e riferimenti che esulano da Ranieri ma che, allo stesso tempo, riescono a spiegarlo perfettamente. Il mio non è un libro su Ranieri ma sulla cultura, e su come la cultura sia elastica e onnicomprensiva.
Quali sono state – se ce ne sono state – le difficoltà per realizzare questo volume?
La difficoltà maggiore è stata trovare lo stratagemma narrativo che mi permettesse di spaziare tra Ranieri e i mille riferimenti culturali che lo contengono. Inventare cioè un modo per aprire tante finestre e tanti argomenti diversi senza che la tenuta della narrazione venisse meno. Il viaggio immaginario in treno da Milano a Roma per incontrarlo mi ha aiutato a gestire al meglio tutte le cose che volevo dire, senza intaccare il piacere della lettura e la sua coerenza interna.
- Questa domanda è doveroso farla: ma alla fine… come è stato il tuo incontro con Massimo Ranieri? Ha letto il tuo libro?
Purtroppo non ho ancora incontrato Ranieri. Non so se ha letto il libro, non ho avuto nessuna notizia da lui o dal suo staff, e non nascondo che ne sono stato molto dispiaciuto.
Una domanda che rivolgo spesso agli Autori: quali sono lo Scrittore e il Libro che hanno segnato la tua formazione e i tuoi gusti letterari?
Difficile dirlo. Sicuramente Jorge Luis Borges – e il suo “Finzioni” – è stato il singolo Autore più importante della mia vita e mi ha avvicinato alla meravigliosa letteratura sudamericana. Poi Stephen King, a mio parere il più grande narratore contemporaneo.
Non possiamo non ringraziare Jacopo Cirillo di questa sua fatica letteraria…sperando che Massimo Ranieri smentisca che le rose non si usano più. Buona lettura a tutti!