La Rubrica online “Piazza Navona” è lieta di ospitare nella sua piazza virtuale Ted Turner che ci racconta della sua vita, della sua passione per la Musica, del suo incontro con i Beatles e del suo ultimo album Better Together realizzato assieme a sua moglie Majella.
Ted Turner è il noto musicista inglese che la rivista musicale Rolling Stone ha posizionato tra i venti migliori chitarristi della Storia musicale. Turner ha fatto parte del noto gruppo rock targato anni Settanta Wishbone Ash da cui si separa nel 1974.
Ha suonato per John Lennon nelle celeberrime canzoni Imagine, Crippled Inside e How Do You Sleep. Negli anni Ottanta fonda il gruppo rock Choice e suona con Rod Stewart e Brian Auger.
Segue anche la reunion con gli Wishbone Ash – dopo 15 anni – e un nuovo tour in giro per il mondo. Nel 1994 il musicista lascia definitivamente il gruppo, soprattutto dopo la grave perdita del figlio Kipp ucciso da un guidatore ubriaco in Arizona.
Oggi il chitarrista torna sulla scena con il nuovo album Better Together realizzato assieme alla moglie Majella. Si tratta di un cd contenente 12 tracce attraverso le quali la coppia artistica desidera porre le solide basi di un nuovo genere musicale: il New Age Soul.
Si tratta di un album e di un lavoro dedicato all’amore raccontando dei tredici anni che Ted Turner e Majella hanno trascorso insieme passando dall’essere amici ad essere marito e moglie.
Ma lasciamo che sia Ted Turner a spiegarci meglio questo progetto e a raccontarci dei suoi incontri musicali, dei suoi progetti e dei suoi ricordi.
…e benvenuto Mr Tuner!
- Mr Turner com’è nata la sua passione per la Musica?
Nell’infanzia. Quando la radio era l’unica mia fonte di intrattenimento. In casa non avevamo la televisione perciò la mia famiglia, alla sera, si radunava vicino la radio per ascoltare i vari programmi. In particolar modo mi ricordo che si ascoltavano commedie teatrali. Poiché dovevo immaginare nella mia testa ciò che veniva narrato la mia immaginazione è cresciuta. Inoltre, si ascoltavano la pop music del momento e Motown. Mia madre cantava sempre; la cucina era il suo palcoscenico mentre preparava la cena.
All’inizio degli anni Sessanta ho iniziato a scoprire la mia passione per la Musica. Mi sento molto fortunato ad aver vissuto quel periodo musicale. Si stavano esplorando nuovi confini. Tutto era un mister. Ho iniziato ascoltando i chitarristi britannici Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page. La prima volta che ho ascoltato un performance dal vivo è stato al concerto dei mitici Cream. Ma la svolta è arrivata ascoltando dal vivo i John Mayall’s Blues Breakers dove suonava Peter Green. Da allora il mio amore per la Musica si è trasformato in passione. Questo chitarrista suonava con una tale emozione… ogni nota riusciva a commuoverti. Questa performance ha fatto nascere in me il desiderio di suonare la chitarra.
Nel 1971 ha incontrato John Lennon: cosa può raccontarci di questo incontro?
Era il 1971 e gli Wishbone Ash avevano appena terminato di registrare l’album Pilgrimage presso gli Apple Studios di Londra. Stavamo riponendo le chitarre quando mi arriva una telefonata in cui – più o meno – mi venne detto, “Ciao Ted, abbiamo bisogno di te per una registrazione”.
“Certo, quando?”, risposi.
“Adesso”.
Avevamo lavorato tutto il giorno ed erano ormai le undici di sera. “Per chi devo venire?”
“John Lennon”, fu la risposta. “Arrivo immediatamente!”
Presi un paio di chitarre, pensando che avrei suonato come “prima chitarra”. Il mio mondo si stava muovendo velocemente e dal nulla mi era appena stata offerta la possibilità di mettermi faccia a faccia con uno dei miei tre eroi. Nick Hopkins ed io fummo portati in una Rolls Royce Bianca a Tittenhurst Park, la residenza che John aveva acquistato da Ringo. Mel Evans (il tuttofare dei Beatles) ci accolse alla porta e lasciai le mie chitarre elettriche nell’ingresso. Mi condusse in una stanza dove c’era un enorme tavolo colmo di cibo. C’era molto movimento tutto intorno e solo allora iniziai a comprendere l’enormità di ciò che mi era stato chiesto. Suonavo la chitarra solo da quattro anni e adesso stavo per suonare con uno dei più grandi!
Dopo diverse presentazioni, Rod Lynton (un membro dei Rupert’s People e ufficio stampa dei Wishbone Ash) mi condusse allo studio. Si scesero alcuni gradini e rimasi sorpreso. A destra George Harrison era chinato sulla chitarra. Ci scambiammo solo un cenno. Dall’altra parte della stanza, Ringo stava pizzicando le corde di un contrabbasso. Lo sgabello posto nel mezzo della sala credevo fosse per John, sebbene non fosse presente. Erano tutti molto impegnati a imparare le loro parti. Guardandomi attorno, vidi tre chitarre acustiche e capii immediatamente che Rod stava per insegnarci una parte ritmica. Mi sembrava di vivere un sogno.
Poi arrivò John, si sedette sullo sgabello al centro, si guardò intorno e chiese, con quel suo inimitabile accento di Liverpool, “Tutti pronti?”
1,2,3… e via. Una prova! Se nella sala ci fosse stato uno specchio mi sarei visto sorridere compiaciuto come lo Stregatto. Il tempo sembrava non esistere… mentre io suonavo con tre dei componenti dei Beatles. Pura magia!
A mia insaputa questa era l’ultima registrazione per completare l’album per questo fummo portati nella sala comandi. Che forza! Assieme a Phil Spector che era seduto alla scrivania, sorseggiando del tè, ascoltammo per la prima volta Imagine. In quel momento iniziai a sentirmi davvero piccolo. John mi si avvicinò e mi offrì un biscotto, ed è stato fantastico perché sembrò quasi volesse rassicurarmi. Allora mi resi conto che questo timido ragazzino di provincia non solo era nel posto giusto ma meritava anche di esser lì.
Mentre eravamo lì ad ascoltare le canzone, ricordo che Phil aumentò il riverbero (che poi era il famoso sound Motown) e che immediatamente John riabbassò. Ho interpretato questo gesto come un esempio del potere di quell’uomo: le cose andavano fatte come voleva lui.
Non mi ricordo come tornai a casa. Un segno del tempo che passa, senza dubbio! Il giorno dopo, ero seduto nel sedile posteriore del van giallo in viaggio verso un concerto come se niente fosse accaduto. Una giornata memorabile!
Nella sua carriera ha suonato per tre generazioni di fan sparsi in tutto il mondo. Cosa ricorda del suo passato e della sua Musica con gli Wishbone Ash?
Agli inizi, i membri della band erano inseparabili. Eravamo i quattro moschettieri: si mangiava, si respirava e si sognava musica. Lavoravamo duro ed eravamo felici di vivere praticamente nel nostro van giallo della Ford sempre in viaggio per i nostri concerti. Abbiamo raggiunto il successo piano piano. Ed era un vero mistero. Il rapporto tra i musicisti era basato sulla connessione tra i loro strumenti e l’interazione che ne derivava. Anche lo scrivere canzoni era davvero difficile in quegli anni, come se la musica e il suo contenuto rappresentassero la realtà nel profondo. Oggi, la tecnologia ha cambiato tutto.
Qual è stato l’incontro più importante della sua carriera?
Dopo un lungo tour di concerti, nel 1974 ho deciso di lasciare gli Wishbone per intraprendere il mio percorso personale. Durante tutti questi viaggi, venni attratto dal lavoro di Buckminster Fuller e coinvolto – assieme a Michael Mitchell – nel ‘World Man Band’: un’iniziativa che mirava a far elevare le coscienze attraverso la musica rock. Il mio viaggio sino ad allora mi aveva insegnato che noi non siamo divisi; ognuno di noi è collegato ad altri da un rapporto o una relazione. Siamo Natura. I sistemi esistono solo attraverso la collaborazione altrimenti non c’è vita. Il potere che abbiamo è di amare ed essere gentili – l’uno l’altro, verso la natura, i nostri amici animali, il pianeta. Raggiungere il successo non è difficile riuscire quando aiutiamo gli altri. L’incontro con Bucky ha cambiato la mia vita ed è basandomi su di esso che oggi creo la mia musica.
Cosa può dirci della sua unione con Majella?
La mia unione con Majella è iniziata con un’amicizia che, circa dieci anni dopo, si è trasformata in un matrimonio. Sebbene fossimo entrambi consapevoli di voler creare musica, nessuno dei due si è mai reso conto della sinergia che avrebbe potuto crearsi dalla nostra collaborazione. Per capire qual è il nucleo della nostra Musica, ascoltate If You Believe: noi viviamo e impariamo dall’amore. La nostra Musica proviene dal cuore e dal profondo della nostra anima. Per noi, Better Together non è solo la bellissima testimonianza del nostro amore ma ci ricorda che la connessione del nostro cuore è lì dove superiamo i nostri più grandi ostacoli, e viviamo l’espressione più completa di ciò che realmente siamo.
Cosa significa lavorare insieme per voi?
Siamo entrambi consapevoli che il pianeta sta soffrendo e, insieme, utilizziamo la nostra musica per far aumentare la consapevolezza di questa crisi e, in quanto vegani, di supportare un mondo basato sulla “compassione e non sulla crudeltà”. Inoltre, ciascuna canzone è la celebrazione della nostra unicità, delle nostre credenze, del nostro amore per l’umanità e per la natura e soprattutto la nostra vita ci unisce. Dall’eponimo della prima canzone, Better Together, che racconta il nostro primo incontro, quando entrambi sentimmo la nostra sincronicità, a Karmony ispirata dall’eredità di John Lennon che ha vissuto la sua a suo piacimento cambiando il mondo e risvegliando le coscienze, alla nostra preferita If you Believe, dedicata alla verità e alla propria autenticità, ogni canzone dell’album è da scoprire e ricorda alle persone dell’importanza di ciò che siamo, perché siamo qui e che esiste qualcosa più grande di noi.
Io vivo in Italia, a Roma: pensa di venire a presentare un suo concerto?
Io e Majella vogliamo tanto poter suonare dal vivo e portare la nostra musica in giro per il mondo. Rimaniamo in contatto. L’Italia sarà in cima la lista!
Questa intervista è giunta al termine ma tante sono le emozioni che ci ha regalate. Ted Turner è senza dubbio un pezzo di Storia del Rock e, quindi, della Musica. È stato un onore averlo come ospite nella mia piazza virtuale. Certamente ci terremo in contatto, Mr Turner. Roma l’aspetta. E sempre buona Musica!
Come potrebbe definire il suo stile musicale?
Crediamo che un artista debba essere unico e cercare qualcosa di nuovo. La pop music oggi raramente segue questo criterio. Sia Majella che io sappiamo che si tratta di una grande sfida da affrontare. Vogliamo introdurre un nuovo tipo di sound. Il New Age Sound. Questo nuovo genere chiede a chi lo ascolta di riflettere e di lasciarsi toccare dalla sensibilità della musica e dall’intensità dei messaggi. Siamo nel business della magia. La persona che mi ha ispirato nel suonare la chitarra metteva a nudo la sua anima. Questo è ciò che io vedo in Majella. Suonando insieme la nostra musica mettiamo in contatto le nostre anime con il mondo. Non esiste nient’altro.
Il vostro ultimo album è Better Together. Qual è il suo messaggio?
La nostra unione rappresenta un desiderio personale di evolvere aumentando la nostra consapevolezza infondendo positività in chi ci è intorno. Questo è stato il senso della realizzazione di questo album. Il nostro album, inoltre, ci racconta come fossimo una coppia di novelli sposi; dandoci la possibilità, attraverso la Musica che è stata il nostro collante, di conoscerci l’un l’altro e noi stessi. Il nostro impegno è far sì che l’altro sia sereno in ogni modo che conosciamo. Essere innamorato del tuo partner musicale rende questa esperienza ancora più dolce. Adesso l’album è pronto per farlo conoscere al mondo, l’insegnamento continua, mentre ci prepariamo a partire per un nuovo viaggio verso l’ignoto.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
Siamo una squadra di cantautori e il lavoro continua. Abbiamo appena iniziato il secondo album, a costruire il nostro repertorio e continuiamo a sviluppare il nostro stile musicale. Noi stessi ci lasciamo influenzare dalla nostra musica perciò come evolviamo creiamo nuove opportunità. Siamo interessati a supportare le cause che trattino di verità e compassione, che incoraggino la riflessione sui nostri pensieri e sulle nostre azioni. Il potere della Musica è dimostrato da questo impatto che ha. In cima alla lista c’è il desiderio di proteggere il nostro pianeta, soprattutto attraverso il nostro stile di vita vegano. In cima alla lista c’è la difesa del nostro pianeta soprattutto attraverso il nostro stile di vita vegano.
Io vivo in Italia, a Roma: pensa di venire a presentare un suo concerto?
Io e Majella vogliamo tanto poter suonare dal vivo e portare la nostra musica in giro per il mondo. Rimaniamo in contatto. L’Italia sarà in cima la lista!
Questa intervista è giunta al termine ma tante sono le emozioni che ci ha regalate. Ted Turner è senza dubbio un pezzo di Storia del Rock e, quindi, della Musica. È stato un onore averlo come ospite nella mia piazza virtuale. Certamente ci terremo in contatto, Mr Turner. Roma l’aspetta.
E… sempre buona Musica!