La Rubrica online “Piazza Navona” vi racconta di “Il segreto di Vivaldi. Tra esoterismo e passione” di Luciano Varnadi Ceriello (Armando Curcio Editore). Non perdete l'”Incontro con l’Autore”!
La trama
Anni Cinquanta. La vicenda si snoda tra la bellezza misteriosa ed esoterica di Torino, l’enigmatica Mantova, la Venezia del colorato e scatenato Carnevale dove imperano le meravigliose maschere e i costumi settecenteschi e la fascinosa Varsavia, nella Chiesa di Santa Croce dove tutto ha avuto inizio.
Nel romanzo Reinhard Friedmann è un ex ufficiale nazista che, nel 1939, decide di abbondonare l’esercito tedesco per dedicarsi alla vita religiosa assumendo il nome di Padre Lazzaro. Ed è così che lo chiama anche Federico, il ragazzo di cui si prende cura come un figlio. Un giorno entrato nella stanza di quest’ultimo il prete/ex ufficiale alquanto preoccupato trova una copia del Mein Kampf di Hitler e nel cestino vicino la scrivania una lettera che era in attesa di ricevere. Proprio in quel momento viene colpito alle spalle e sviene per poi ritrovarsi bloccato e ammanettato in un letto d’ospedale. Viene interrogato, torturato, umiliato perché chi gli ha fatto del male esige di sapere il contenuto e il significato di un importante messaggio cifrato. L’uomo, quale ex ufficiale tedesco, sa bene come agire sulla psiche dei suoi interlocutori e giocando d’astuzia riesce a fuggire a Torino ritrovandosi nella tana del leone ovvero in un covo di neonazisti e neofascisti che, scoperta la sua vera identità, non tardano a dargli la caccia per ucciderlo. Da qui si articolano le infinite peripezie dell’uomo ed altrettanti incontri intervallati dalla presenza luciferina della bella e dannata Marlene, punto debole dell’uomo e del prete. Padre Lazzaro, così, giunge in Polonia e solo qui scopre il vero compito che deve assolvere decidendo quali scelte adottare per avere salva la vita. E non solo la sua.
Sul libro
Lo scorso settembre Armando Curcio Editore pubblica il romanzo di chiusura della “Trilogia di Reinhard Friedman” creata dallo scrittore, cantautore e musicista Luciano Varnadi Ceriello dal titolo Il segreto di Vivaldi. Tra esoterismo e passione preceduto da Il segreto di Chopin (2017) e Il segreto di Marlene. Viaggio alla ricerca del sé (2019) anch’essi editi da Armando Curcio Editore con grande successo di pubblico. Basti pensare che Il segreto di Chopin ha ottenuto ventidue premi letterari mentre Il segreto di Marlene. Viaggio alla ricerca del sé ha vinto il Premio Etnabook.
Grande riscontro di pubblico e di critica ha ricevuto anche Il segreto di Vivaldi. Tra esoterismo e passione in cui l’Autore crea un’armonia stilistica e una costruzione diegetica e dei personaggi curate nei dettagli. Si può affermare che nella sua scrittura e nella sua impostazione Luciano Varnadi Ceriello sfrutta il senso del ritmo, della melodia, delle sfumature sonore che offre la musica e gli strumenti musicali che la animano.
In questo romanzo gli strumenti musicali sono rappresentati dai personaggi, diretti e organizzati come una orchestra che segue una partitura ben precisa. Nessuno va fuori tempo, non ci sono pause inutili né cori stonati. Ed è proprio per questo che Il segreto di Vivaldi. Tra esoterismo e passione si rivela una lettura avvincente, vivace, modulata e orchestrata con sapienza. La punta dell’iceberg di questo immenso lavoro è rappresentato dal protagonista Reinhard Friedman: un uomo complesso, ex ufficiale tedesco che decide di dedicarsi alla religione in un incontro tra sacro e profano mettendo in discussione la sua essenza, la sua educazione, la sua formazione, la sua struttura mentale e fisica di uomo e di militare programmato essenzialmente per distruggere il “nemico”.
È tutto e il contrario di tutto: forte e debole, religioso e militare, calcolatore e ingenuo, ammaliatore e ammaliato. Il protagonista compie un continuo gioco di sguardi con ciò che si trova all’esterno di sé (il mondo, gli altri protagonisti della vicenda, la Storia stessa del periodo in cui si muove) divenendo egli stesso cangiante sia a se stesso sia quale oggetto degli sguardi altrui. L’uomo compie con la vita e con gli altri personaggi quasi il gioco delle tre carte dove, muovendosi astutamente, diviene quasi impossibile afferrarlo, fermarlo e persino comprenderlo. È su questa base solida che l’Autore ha dato vita a questo romanzo conclusivo della trilogia dove si è alla continua ricerca della risoluzione di un mistero, quello dell’ultimo violino di Vivaldi. Ancora una volta è la musica “a parlare”, a indirizzare, a gestire la vicenda in un crescendo sempre più enfatico e risolutivo. Con la sua opera, infatti, Luciano Varnadi Ceriello dona al Lettore che lo segue, come fosse il suo pifferaio magico la sua sensibilità, la sua musicalità tradotta in una storia avvincente e nel volto vivo e reale dei suoi personaggi.
Incontro con l’Autore
Il segreto di Vivaldi. Tra esoterismo e passione è il terzo della “Trilogia di Reinhard Friedmann”, preceduto da Il segreto di Chopin e Il segreto di Marlene. Quando e come è nato questo progetto editoriale?
L’intero progetto editoriale ha avuto la sua genesi nel 2012. Il tutto è partito dal mondo musicale. Ero un cantautore di matrice rock proiettato verso audaci sperimentazioni quando una notte sognai Chopin che mi chiese di scrivere un testo seguendo la linea melodica del suo secondo Notturno, l’Opera 9 N. 1 in Mi bemolle maggiore. Non diedi molta importanza a quel sogno, però quando mi capitava di ascoltare quella melodia alla televisione perché contenuta nella colonna sonora di qualche film, quella musica faceva nascere nella mia mente le parole. Fu così che una sera mi cimentai nella scrittura di un testo e in pochissimo tempo mi venne fuori un testo con corrispondenza sillabica che ho intitolato La pianista. Da quel momento mi sono innamorato dei Notturni di Chopin e li ho “parolati” tutti e 21 rendendoli canzoni. Ho poi studiato la vita del compositore polacco e mi è venuta l’ispirazione per scrivere il mio primo romanzo Il segreto di Chopin, uscito nel 2017 per Armando Curcio Editore, che ho poi trasformato nel primo tomo della “Trilogia di Reinhard Friedmann” seguito dai romanzi Il segreto di Marlene del 2019 e Il segreto di Vivaldi uscito nel settembre del 2021.
Per il personaggio di Reinhard Friedmann da chi o cosa ha tratto ispirazione?
Non ho tratto ispirazione da niente in particolare. Volevo narrare una storia che avesse a che fare con la seconda guerra mondiale, con il nazismo e con l’olocausto, ho così inventato il personaggio di Reinhard Friedmann, generale nazista che ha abiurato alla causa bellica per diventare un soldato di Dio. Ne è così venuto fuori un uomo in perenne equilibrio tra gli impulsi nichilisti militari e le teorie solidali che appartengono al cristianesimo, un uomo in continuo conflitto tra il suo “Io” soldato e la sua anima da prete.
Come è nata la sua idea della rivisitazione cantata de Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi? A chi è rivolto questo progetto musicale: agli appassionati, agli addetti ai lavori o ad entrambi?
Dopo i Notturni di Chopin, ho “parolato”, sempre con corrispondenza sillabica, le 48 romanze senza parole di Mendelssohn e infine i dodici movimenti de Le quattro stagioni di Vivaldi. Quest’ultimo progetto, intitolato VivaldInKanto-Le quattro Stagioni-Opera POP vede gli arrangiamenti di mio figlio Giuseppe (Pseudonimo Kristo), quindicenne al tempo in cui ha realizzato gli arrangiamenti, la collaborazione di Tony D’Alessio (Attuale voce del Banco del Mutuo Soccorso) e del trio delle Matrioske (Vera Mignola, Nunzia Duri e Orsola Guerriero di 10 anni – rispettivamente nonna, madre e nipote). Gli arrangiamenti sono di carattere elettronico, moderni nelle sonorità, così come nella scelta dello strumentario. L’album è un concept dedicato alle quattro età della donna, messe in relazione con le quattro stagioni dell’anno solare in cui al periodo della Primavera corrisponde la nascita di una bambina, all’Estate corrisponde l’adolescenza e l’esplosione degli amori, all’Autunno e alla vendemmia corrisponde il periodo della maturità, con la maternità della donna, e all’Inverno, con il rinsecchimento dei tralci delle viti, è paragonato il periodo della vecchiaia. L’album, per via della sua orecchiabilità è rivolto a un vastissimo pubblico, si sta rivelando molto appetibile sia dagli appassionati del Pop, anche da un pubblico più “impegnato”.
Qual è stata (e qual è) la difficoltà maggiore che ha riscontrato in fase di creazione e di realizzazione di questa sua idea?
La principale difficoltà l’ho avuta all’inizio quando ho scritto i testi, perché mi ero ormai abituato a scrivere testi ascoltando le melodie suonate dal pianoforte (Chopin e Mendelssohn erano pianisti). Nel caso di Vivaldi sono stato obbligato ad ascoltare le linee melodiche eseguite dal violino e la comunicazione nota-sillaba è stata notevolmente più complessa, diciamo che il violino non mi “parla” come mi “parla” il pianoforte. Poi è andato tutto liscio. Ho avuto la soddisfazione di realizzare un progetto discografico in simbiosi con mio figlio e ho avuto il piacere di incidere con voci eccelse come quella di Toni D’Alessio e quelle del trio de Le Matrioske.
Lei è scrittore, compositore, musicista e cantautore. Qual è il suo rapporto con la “parola” anche in funzione della musica?
La parola per me è sempre stata fondamentale, sia per quanto riguarda la mia produzione artistica, sia per gli ascolti cantautoriali che mi hanno formato (De André, Guccini, Battiato, Camisasca, Faust’ò, ecc.). Ho sempre scritto, sin da quando avevo 10 anni e continuo a farlo adesso, con lo stesso entusiasmo e la stessa gioia di quando ero bambino.
I romanzi della “Trilogia di Reinhard Friedmann” sono collegati rispettivamente a Chopin, Mendelssohn e Vivaldi. Perché ha scelto proprio questi Maestri? E quali legami hanno con la sua letteratura?
Chopin è il compositore che ha fatto nascere in me il romanziere, se non ci fosse stata la sua musica non mi sarei mai innamorato della musica classica e non mi sarei lanciato nella stesura di un romanzo. Poi, proseguendo con gli ascolti, ho scoperto Mendelssohn e le sue Romanze senza parole, brani che, come mi era capitato per Chopin, mi hanno parlato e mi hanno dettato le parole. Riguardo Vivaldi, l’ispirazione me l’ha data il quadro di mia moglie Amelia dedicato alle quattro stagioni. È guardando quel dipinto (che è l’immagine di copertina dell’album VivaldInKanto – Le quattro stagioni – Opera POP) che mi è venuta l’ispirazione per l’intero lavoro.
Quali sono gli Autori e le opere che hanno formato e influenzato il suo essere scrittore e lettore?
Di sicuro tutte le Opere di Dostoevskij, autore che sotto alcuni punti di vista potrebbe essere considerato una sorta di Bibbia per uno scrittore, cosa che direi anche per le Opere di Victor Hugo.
Quali sono le differenze che nota nell’approccio alla stesura di un romanzo e di un testo per musica (in particolar modo di Maestri come Chopin e Vivaldi)?
Prima di scrivere un romanzo studio tantissimo poi, quando ho raccolto materiale a sufficienza per avere chiaro il contesto storico e culturale nel quale vado a calare i miei personaggi, scrivo un canovaccio con alcuni punti fissi che mi impongo di rispettare e altri “plasmabili”, che decido di prendere in considerazione o meno durante la stesura. Riguardo i testi che scrivo sui Maestri della musica classica, mi lascio guidare dalle immagini che mi dettano le musiche e spesso mi inoltro in mondi che senza quelle melodie non avrei mai esplorato, cito su tutti, il brano Farinelli, che parla della vita del più grande cantante castrato che sia esistito.
In che modo definirebbe il suo stile letterario?
Non saprei definire il mio stile, di certo il mio proposito vuole essere educativo poiché buona parte dei romanzi sono basati su fatti storici e documentati. Il mio intento è quello di divulgare conoscenze su avvenimenti sconosciuti alla maggioranza dei lettori. Riguardo al genere letterario, posso dire che muovo i miei passi all’interno del romanzo storico che, in base ai viaggi che faccio compiere ai miei personaggi, definirei “itinerante”.
Nel 2021 è uscito il suo album Radio Varnadi 2.0 Family Edition. Può raccontarci qualcosa di più in merito?
Radio Varnadi 2.0 Family Edition è un album Pop-Rock che ho tributato al mondo della radio; riproduce infatti una giornata radiofonica ideale, con tanto di Radiogiornale, jingles pubblicitari, pubblicità progresso, Info Traffico, saluti, previsioni del tempo e Oroscopo, quest’ultimo non per gli umani, bensì per i cani. Le canzoni però, a differenza di una normale radio, sono tutte mie. La giornata radiofonica va dalle 8:10 del mattino alle 23:00, ogni brano è lanciato da uno speaker, che cita di volta in volta anche le featuring presenti nelle varie canzoni. Miei compagni di viaggio sono stati i miei tre figli, Samuele (9 anni), Francesca (16 anni) e Giuseppe (14 anni) che in tre canzoni hanno condiviso a livello canoro il mio percorso artistico; Giuseppe, oltre a cantare, ha suonato la batteria in tutte le tracce del disco, la tromba e la marimba. Ho poi avuto come featuring gli amici Tony D’Alessio (voce attuale del Banco del Mutuo Soccorso), Zorama, Cristina De Vita, i cantanti neopatetici Eddy Arrea, Nanninella Patatina e Concettina Putipùche hanno dato vita a un momento esilarante presente all’interno del disco e Vera Mignola che ha interpretato in modo magistrale la canzone Pianista, arrangiato per l’occasione in modo elettro-pop da Gianni Colonna. Il disco contiene 31 tracce (15 canzoni e 16 tracce di presentazione). Credevo di aver chiuso la porta artistica “canora” e aver seppellito per sempre il “cantautore con due cappelli”, per dedicarmi esclusivamente alla letteratura, quando un giorno mio figlio, allora dodicenne, mi ha detto: “Papà, perché non fai un altro disco come quelli che facevi prima?” Non gli ho dato subito una risposta, anche se quella domanda aveva acceso una strana scintilla in me.
Poi mio figlio ha continuato dicendo: “Dai papà, se fai il disco, suono io la batteria!” Queste ultime parole mi hanno dato il giusto sprone e mi hanno fatto tornare la mente a venti anni prima, quando andai a vedere uno degli ultimi concerti di Fabrizio De André al teatro Augusteo di Napoli. Durante quel concerto guardai con grande ammirazione quanto succedeva su quel palco e pensai a quanto orgoglio dovesse provare quell’uomo per suo figlio Cristiano (eccellente polistrumentista che si alternò al violino, alle chitarre e agli strumenti etnici) e per sua figlia Luvi, che gli faceva da corista e da voce solista nel brano Giordie. Avevo ventisette anni all’epoca e mi augurai un giorno di poter vivere quella sua stessa emozione. Ecco, la domanda di mio figlio ha fatto scattare una molla nel mio cervello e ho pensato: “La vita mi permette di esaudire il desiderio che ho espresso tanti anni fa, non posso non cogliere questa occasione!”. È così partito il percorso del nuovo album e, tra lockdown, intuizioni e intime suggestioni, è nato Radio Varnadi 2.0 Family Edition. Adesso, al termine del lavoro, posso dire di aver realizzato il desiderio di quando ero ragazzo. All’interno del disco mio figlio Giuseppe ha suonato la batteria, la marimba, la tromba e ha cantato nel brano Stokazzo, mio figlio Samuele ha cantato in Detti Non Detti, Francesca è la featuring della canzone Imperativo, brano scritto da suo fratello, mentre mia moglie Amelia ha letto il Radio Giornale e ha fatto diversi insert all’interno del disco. “Cosa potrei desiderare di più dalla vita?” Ma, nonostante ciò, restava un altro componente della famiglia da inserire nel disco, mio figlio Giovanni, che non ha voluto cantare. Anche stavolta ho pensato a De André e al suo disco Anime Salve, che in copertina aveva l’immagine di una bambina. Ho così deciso di mettere anch’io un bambino in copertina e ho inserito Giovanni col mio simbolo sulla testa: i due cappelli.
Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali e professionali?
Nel mese di aprile 2022 è uscito il romanzo per ragazzi Oltre la nuvola non piove edito dal marchio Risfoglia.
A livello cantautorale sto realizzando un nuovo album che condividerò interamente con mio figlio Giuseppe. Sono sue le musiche delle canzoni, sulle quali sto scrivendo i testi. Devo, infine, registrare altri due ProsiMeloMetri, che vedranno la luce uno nel 2022 e uno nel 2023.