I vincitori del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2019: “Le congiunzioni della distanza” di Mimma Leone

La Rubrica online “Piazza Navona” vi presenta i finalisti del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019. Oggi sono con noi Mimma Leone e il suo romanzo “Le congiunzioni della distanza” (Alter Ego Edizioni). E non perdete l'”Incontro con l’Autrice”!

La trama

Mimma Leone, “Le congiunzioni della distanza” (Alter Ego Edizioni, 2018)

Ginevra Carrara dopo tanti anni di studio e sacrifici lascia la sua terra salentina: si trasferisce a Venezia per insegnare antropologia all’Università. Tra i suoi colleghi c’è anche David, suo ex compagno e convivente, che lavora come obbediente operaio al servizio del professor Genzano. Ginevra è riservata, schiva, discreta. Nella sua ristretta cerchia di amici vi è Loredana che una domenica la invita a pranzo per presentarle la sua famiglia. Ed è in questa occasione che Ginevra, dal telegiornale, apprende che la sua adorata amica d’infanzia Anna Palumbo è scomparsa. La giovane donna, così, decide di partire e tornare nella sua terra. Vuole fare il possibile per ritrovare la sua amica. Cosa è accaduto ad Anna? Dove è fuggita? E Ginevra nel tentativo di ritrovare la sua cara amica cos’altro ha scoperto? Quanto la distanza ci rende realmente lontani da ciò che siamo e siamo stati?

E chissà che fine fanno, poi, le cose che dimentichiamo. Il nostro passato, l’amore svanito, i luoghi abitati. Forse anche loro seguono il vento e cambiano forma, come le nuvole. Ma ci sono anche le cose che non cambiano mai, e che non puoi confondere con nient’altro. Come la felicità, per esempio, o come gli occhi di Anna, quando le dissi che andavo via.

Sul libro

Alter Ego Edizioni,

Nel 2018 la viterbese Alter Ego Edizioni pubblica nella Collana “Spettri” il romanzo Le congiunzioni della distanza la cui protagonista, Ginevra, è una giovane donna di appena quarant’anni non solo alla ricerca dell’amica scomparsa ma anche alla ricerca di sé stessa, della sua essenza, della sua calma interiore, del suo equilibrio, di un pacifico patto con il suo passato e con il suo vissuto. Ginevra, infatti, è una donna affermata e realizzata nel suo lavoro, è una docente universitaria di antropologia eppure questa sicurezza “esteriore”, di forma non è – giustamente – sufficiente a renderla serena, risolta, in pace con sé stessa e con il mondo da cui cerca di restare sempre un passo indietro, distante, quasi nascosta.

Mimma Leone, “Le congiunzioni della distanza” (Alter Ego Edizioni, 2018)

Da qui la scoperta e l’affermazione di un mondo “interno” e uno “esterno” alla protagonista con tutte le dicotomie e le contraddizioni che questo comporta. Nord e sud (Venezia e Salento), famiglia/amici e solitudine, lavoro e casa, studio e introspezione, emozioni e reazioni psicosomatiche, scomparsa di un’amica e, allo stesso, autodeterminazione, autoaffermazione e scoperta di sé.

Per riuscire in tutto questo l’Autrice all’interno del suo romanzo mescola con consapevolezza e talento diversi generi e stili letterari: l’epistolario, il memoriale, elementi propri del thriller e del racconto giallo. Mimma Leone, infatti, è riuscita a organizzare e a strutturare lo scheletro della vicenda e, quindi, dell’impianto narrativo su una base solida, coerente, armoniosa e perfettamente equilibrata. Ne Le congiunzioni della distanza non vi sono punti oscuri, nulla è lasciato al caso o narrativamente improvvisato. L’Autrice, così, attraverso il suo stile poliedrico, sfaccettato e ritmato conquista il Lettore il quale è perfettamente a proprio agio nella (ri)scoperta di una vita e di un’esistenza, nelle indagini per la scomparsa di una donna che potrebbe essere intesa come un riflesso della propria immagine al mondo. Ma non solo.

Mimma Leone, “Le congiunzioni della distanza” (Alter Ego Edizioni, 2018)

Il romanzo diviene il racconto e la prova di quanto le distanze – fisiche e temporali – non sono altro che un concetto astratto. Niente e nessuno può separarci dagli affetti più cari. E ancora, niente e nessuno può dividerci e farci dimenticare chi, in realtà, siamo e siamo stati. E da ciò che potremmo essere.

A volte penso che la scrittura sia stata un comodo rifugio da una realtà che non sarei stata in grado non solo di gestire, ma nemmeno di comprendere. Allora mi sono limitata a guardarla da una finestra del quinto piano, dove neanche le chiome degli alberi più alti possono accarezzarne i vetri. Di quella realtà ho imparato a descrivere solo ciò che mi piaceva osservare, e l’ho riportato a modo mio.

Incontro con l’Autrice

Quale ricordo ha del suo primo incontro con la scrittura?

La scrittrice Mimma Leone

Si tratta di un ricordo ‘antico’. Mi rivedo piccola, letteralmente incantata dalle storie che mi raccontavano, non solo fiabe e favole, ma soprattutto miti, leggende. Mentre le ascoltavo, sognavo già di trasformarne i finali, o di re-inventarle da principio. È stato tutto molto spontaneo, avevo una fervida fantasia e il primo racconto in assoluto aveva come protagonista un lupo parlante. In quegli anni, i miei lettori, oltre alla mia famiglia, sono stati i vicini di casa, che nelle sere d’estate si passavano il mio quaderno e lo leggevano ad alta voce. Un ricordo stupendo.

Come è nato il progetto editoriale di Le congiunzione della distanza?

Fino ad allora avevo scritto solo racconti, testi di canzoni, qualche poesia. Volevo cimentarmi in un lavoro finalmente ad ampio respiro, il romanzo mi sembrava una bella sfida, nuova e avvincente. Ho mantenuto il taglio femminile, al quale mi sentivo ancora legata, e alcuni scenari a me cari, forse per un principio di continuità al quale volevo tener fede.

Mimma Leone, “Il Mare per le Conchiglie” (Edit@, 2014).

In che modo ha costruito il personaggio di Ginevra, la protagonista?

Ginevra nasce da un personaggio che aveva già visto la luce in un racconto, “La stanza 21”, incluso nella mia opera prima, Il Mare per le Conchiglie” (Edit@, 2014). Grazie a questo felice esordio ho avuto l’opportunità di entrare nel mondo editoriale con un genere sicuramente poco commerciale che però ha incontrato i favori della critica e di molti addetti ai lavori. Ma la cosa più bella, per me, è che sia entrato nel cuore di tante persone; molti di loro, la maggior parte, hanno amato tantissimo “La stanza 21”, e io con loro… Ho trovato quindi quasi inevitabile riprendere la protagonista di quella storia e ‘dedicarle’ un libro intero.

Nel suo romanzo centrale è il tema della memoria, del ricordo. Per lei – come scrittrice e come donna – che valore e quale importanza hanno?

Sono valori importanti, ma fino a un certo punto. Sono sempre molto concentrata sul presente, la nostra unica dimensione reale. A volte i ricordi, per quanto suggestivi e ammalianti, diventano cavalli imbizzarriti da tenere a bada. C’è sempre qualcosa che ci porta indietro e che in qualche modo ci frena, ci ostacola; fa parte della nostra natura. Ma è altrettanto importante imparare, nel tempo, ad essere custodi del nostro passato, mai sudditi. Nella scrittura uso molto i flashback, e la memoria è spesso la chiave di volta per comprendere la personalità di un personaggio, le sue paure ma anche la sua evoluzione.

Mimma Leone, “Le congiunzioni della distanza” (Alter Ego Edizioni, 2018)

Le congiunzioni della distanza riunisce in sé più generi letterari: dal giallo al memoir. In che modo è riuscita ad armonizzarli? E quali difficoltà ha riscontrato durante la fase di scrittura?

Questo romanzo nasce come un romanzo di formazione, ma nel corso della scrittura mi sono resa conto che poteva essere anche tante altre cose e ho cercato di metterle in risalto tutte, anche se sapevo di poter creare un po’ di confusione nel lettore; per questo ho cercato di lavorare molto sulla struttura e sulla fluidità della narrazione. Mi hanno aiutata molto i suggerimenti di Barbara Baraldi, grande scrittrice e amica, così come ho cercato di rubare qualcosa all’esperienza di Chiara Beretta Mazzotta, editor e blogger da me conosciuta nel periodo in cui iniziavo a cercare una casa editrice. Il maestro più severo è stato Diego Di Dio, scrittore ed editor di Alter Ego, il cui rigore, però, mi è servito a superare alcuni limiti e a limare qualche spigolo.

La scrittrice Mimma Leone

Sullo sfondo de Le congiunzioni della distanza c’è la sua terra: il Salento. Quanto e in che modo le sue origini hanno influenzato e ispirato la creazione della sua storia?

Nei primi scritti, la mia terra e le mie origini sono molto presenti. Mi piaceva l’idea di indagare i luoghi della mia crescita fotografando però gli aspetti meno conosciuti, che sfuggono ai selfie dei turisti e alla noncuranza di noi autoctoni. Il concetto di appartenenza mi ha guidata ad esplorare anche la mia identità, una dimensione che evidentemente ho riconsegnato ai miei personaggi, in quanto può tradursi in maniera naturale in sentimenti e visioni. Il territorio in questo modo diventa quasi un co-protagonista, impossibile staccarlo da tutto il resto senza smembrare la vicenda.

Quali scrittori e quali libri hanno formato il suo “essere Autrice” e il suo “essere Lettrice”?

Davvero molti. Se non leggessi tanto quanto leggo, probabilmente avrei più difficoltà a scrivere, credo che valga per ogni scrittore o scrittrice. Si parte dallo sfogliare pagine altrui, questa è forse una delle maggiori prerogative per sviluppare un proprio stile, ma anche per coltivare l’ispirazione. Molti hanno intravisto Elena Ferrante (o chi per lei, rido) nella storia di Ginevra ed Anna; un paragone eccessivo che però, dopo lo stupore, mi inorgoglisce molto. Mentre scrivo non ho riferimenti, ma credo che molte delle mie letture vadano, quasi inconsciamente, ad insinuarsi fra le mie righe, in modo più o meno evidente. Amo i libri di Erri De Luca, i primi di Andrea De Carlo, credo di aver letto tutto di Amelie Nothomb. Sogno ancora fra i racconti di Bianca Pitzorno e le descrizioni di Emilio Salgari, mi affascinano le trame filosofiche di Jostein Gaarden, il noir di Massimo Carlotto, i thriller esoterici di Dan Brown e Glen Cooper. E poi tanti autori di ricerca spirituale.

La pergamena con la motivazione e la targa consegnate alla scrittrice Marilena Fonti – Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2019

Con Le congiunzioni della distanza ha ottenuto il secondo posto nella sezione “Romanzo” al Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019 con la seguente motivazione:

L’Autrice attraverso la sua opera racconta e ci racconta la storia di una donna, Ginevra, che compie un triplice viaggio ovvero nei luoghi delle sue origini, nei suoi ricordi e nella ricerca di una sua cara amica (e anche di se stessa). Mimma Leone descrive il difficile e tortuoso percorso della sua protagonista carezzando più stili (thriller, noir, epistola, giallo…) senza mai invadere alcun spazio attraverso una scrittura pulita e misurata riuscendo, con grande maestria, ad armonizzarli come in una danza che racconta la storia di una donna. E del suo passato che torna vivo e presente più che mai.

Guido Mastroianni (Presentatore della Cerimonia di premiazione), Chiara Ricci (Presidente dell’Associazione Culturale “Piazza Navona”) e il Signor Guido Apicella che ha ritirato il Premio per l’Autrice – Ph. Francesco Corrado

Cosa ha significato per lei e per la sua scrittura ricevere tale riconoscimento?

Una bella emozione. Non partecipo a molti concorsi, ma quando colgo lo spirito di un premio, la qualità dell’organizzazione e la serietà dei giurati, non ci penso mai due volte. L’intento di ‘Equilibri’ ruota proprio attorno ai tanti significati del termine ‘equilibrio’, concetto che amo molto: equilibrio fra le diverse realtà del mondo dell’editoria, equilibrio fra esseri umani, equilibrio fra scritture e storie, equilibrio come valore morale e intellettuale da promuovere con ogni risorsa. E Chiara Ricci, poi, è una garanzia! Salire sul podio non poteva che essere una grande gratificazione che ripaga dalle fatiche che spesso questo lavoro comporta. L’unico rammarico è non aver potuto presenziare alla cerimonia di premiazione, per questo non finirò mai di ringraziare il mio amico Guido Apicella, delegato che si è prestato a fare le mie veci.

Quali sono i suoi progetti editoriali?

L’anno che volge al termine è stato davvero complicato, anche in termini di scrittura, promozione e sviluppo di progetti editoriali. La mia biografia romanzata sul filosofo Spinoza è in attesa di pubblicazione, mentre ho in stesura un thriller ambientato in un villaggio di montagna, con protagonista un giovanissimo detective, Elias Varga. Dopo vorrei cimentarmi in un saggio… chissà!

Qui di seguito troverete il video della Cerimonia di Premiazione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019 tenutasi lo scorso 25 gennaio nel Salone di Rappresentanza presso il Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Sa) – Riprese e montaggio di Alberto Accarino.

 

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