…Ed eccoci al nostro secondo appuntamento cinematografico! La Rubrica online “Piazza Navona” vi racconta de “La ragazza d’autunno” del talentuoso regista russo Kantemir Bagalov. Due donne, due animi in subbuglio a caccia di speranza nella Leningrado del 1945.
La trama
Leningrado, 1945. La Seconda guerra mondiale è terminata ma la città porta su di sé le ferite ancora vive e sanguinanti degli attacchi e dei massacri che l’hanno rasa quasi al suolo. Nella città tutti tentano di trovare un poco di quel senso “normalità” e “tranquillità” ormai lontano e perduto. L’imperativo è continuare a vivere, resistere e riconquistare la propria vita (e, spesso, la propria identità). Questo è ciò che fanno anche le giovani Iya (detta la
“Spilungona” per la sua non indifferente altezza) che lavora come infermiera e Masha, appena tornata dal fronte. Ma ci sarà una brutta sorpresa ad attendere quest’ultima: suo figlio Pashka, di cui Iya si prendeva cura, non c’è più.
Il dolore e la rabbia sono tali che Masha, pur non potendo avere altri figli, non vuole rinunciare ad essere madre. Sarà la silenziosa e timida Iya a doverle dare un figlio nuovo. Cosa ne sarà di queste due giovani donne lacerate e distrutte dalla violenza (fisica, umana, psicologica) della guerra? Riusciranno a trovare la propria pace in un mondo che sta ricominciando ad assaporare un sapore così dolce e soave di cui è stato digiuno per tanto tempo?
Il trailer
Sul film
La ragazza d’autunno – dal 9 gennaio nelle sale italiane – è il secondo lungometraggio del regista russo Kantemir Bagalov (lo stesso del già fortunato film Tesnota) presentato allo scorso Festival di Cannes vincendo per la Miglior Regia nella sezione Un Certain Regard e il premio FIPRESCI nella medesima sezione. A questi riconoscimenti si aggiungono quelli ottenuto dalle protagoniste allo scorsa edizione del Torino Film Festival. Ma questo non è tutto. La ragazza d’autunno, infatti, è anche tra le possibili nomination per la sezione Miglior Film straniero agli Oscar (le nomination ufficiali di tutte le categorie verranno rese note il prossimo 13 gennaio 2020).
Come già accaduto per Tesnota, anche ne La ragazza d’autunno il regista Bagalov – che ha scritto anche il soggetto e la sceneggiatura – crea dei ritratti femminili silenziosi, intesi, completi, austeri, umani che potrebbero essere paragonati a quei bei camei che le donne nei secoli passati sfoggiavano con tanto orgoglio e una certa vanità. Come quei camei, le protagoniste di La ragazza d’autunno sono cesellate artigianalmente, curate nel minimo dettaglio con una maestria eccezionale e tanto rara.
Iya e Masha, così, divengono il volto di una città, o meglio, dei resti di una città che altro non brama se non continuare a vivere guardando al domani lasciando alle proprie spalle una pagina così dolorosa di storia, lutti, dolori, scomparse, lotte, perdite, fame… Forse non è un caso che Masha desideri così tanto un figlio. È lei stessa a dire di aver bisogno di lui per potersi aggrappare a qualcuno ma è anche una sorta di “simbolo” di continuità, di vita, di ripresa, di rinascita. E non è ancora un caso che le due donne siano, ognuna a proprio modo, preda di malesseri psicosomatici: Iya che a volte è come se si bloccasse a causa dello stress; Masha che nei momenti più delicati o stressanti perde sangue dal naso.
In fondo, mettendo insieme i due sintomi si ritrovano quelli vissuti da un’intera popolazione: il bloccarsi dalla paura e dagli orrori della guerra e perdere sangue per le ferite subite (morali e fisiche) e per i propri lutti. Probabilmente Bagalov usa questa metafora narrativa e psicosomatica per rendere gli orrori di una pagina della nostra Storia più umana, più vicina, più reale. Anche il dolore è fatto di “piccole cose”.
È in questa atmosfera che tra le due donne si crea un perverso rapporto di dipendenza e di ricatto, si cercano e si respingono fin quando tutto viene gettato all’aria: dignità, sentimenti, pudore… Masha è disposta è calpestare tutto e tutti pur di riavere il suo mondo, la sua personale continuità.
Bagalov racconta tutto questo anche con la forza delle sue immagini (soprattutto in quei momenti in cui la sceneggiatura viene un po’ meno) grazie a una fotografia e a un massiccio uso del color verde che, come tradizione vuole, pare voler indicare e sottolineare una “speranza” per il domani.
Non c’è che dire: l’intelaiatura tecnica de La ragazza d’autunno è stata costruita a regola d’arte e la sceneggiatura creata con lunghi e profondi silenzi, dialoghi spicci e veloci, battute scarne… invece di divenire un difetto si trasformano in un valore aggiunto al film pur realizzando una visione niente affatto semplice e, a tratti, lenta. Certamente un impiego diverso della sceneggiatura avrebbe fatto sì che La ragazza d’autunno perdesse d’intensità e compromettesse il suo equilibrio estetico/diegetico/registico.
Per tutto questo non posso che suggerirvi di vedere questo piccolo grande gioiello firmato da Kantemir Bagalov che, distribuito da Movies Inspired, è da oggi 9 gennaio nelle sale italiane e di scoprire anche l’opera prima del giovane regista russo dal titolo Tesnota. Non ve ne pentirete! Buon cinema a tutti!
Voto 3/5
Scheda tecnica
Titolo originale: Дылда (Dylda)
Genere: Drammatico
Regia: Kantemir Balagov
Sceneggiatura: Kantemir Balagov, Aleksandr Terekhov
Cast: Vasilisa Perelygina, Konstantin Balakirev, Viktoria Miroshnichenko, Andrey Bykov, Igor Shirokov, Kseniya Kutepova, Alyona Kuchkova, Olga Dragunova, Veniamin Kac
Montaggio: Igor Litoninskiy
Musica: Evgueni Galperine
Fotografia: Ksenija Sereda
Costumi: Ol’ga Smirnova
Produzione: AR Content, AR Content, Non-Stop Productions
Distribuzione: Movies Inspired
Paese: Russia
Anno: 2019
Durata: 120 minuti
Uscita in sala: 9 gennaio 2020