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“Fabrizio Clerici. L’atlante del meraviglioso”, la pittura fantastica in mostra

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea ospita la mostra “Fabrizio Clerici. L’atlante del meraviglioso” che resterà aperta al pubblico fino al 2 ottobre 2022. L’Arte vi aspetta!

Fabrizio Clerici nel 1948 foto di Serge Lido

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea inaugura la mostra Fabrizio Clerici. L’atlante del meraviglioso, a cura di Giulia Tulino, un viaggio nell’immaginario di un grande protagonista dell’arte italiana del Novecento, raffinato pittore, scenografo e illustratore incomparabile nella sua capacità di inventiva visionaria e senza limiti. Artista estremamente colto e dalla curiosità enciclopedica, Clerici ha dato vita ad universi onirici ed enigmatici ricchi di fascino, scaturiti da una fantasia sconfinata e nutrita dalla cultura classica e dal mito, ma anche dai movimenti del suo inconscio. La formazione da architetto e l’incontro giovanile con Alberto Savinio sono elementi fondamentali del suo percorso artistico, che lo vede orientato al surrealismo ma con un’ispirazione metafisica, mentre architetture, misteriose rovine e famosi reperti partecipano ad un gioco simbolico. Proprio il simbolo, affidato spesso all’elemento architettonico, è centrale nell’opera di Clerici, come veicolo del suo personale atlante di memorie e meraviglie. Lo spettatore è invitato a perdersi nel tentativo di decifrare i numerosissimi riferimenti letterari e artistici, mentre partecipa dell’inquietudine che appartiene all’animo dell’artista e al tempo stesso all’umanità del Novecento.

Fabrizio Clerici e Jean Cocteau

La mostra nasce dalla recente acquisizione, avvenuta nel 2021, del fondo proveniente dall’Archivio Fabrizio Clerici, di grande valore per il prezioso di materiale conservato e per la sua testimonianza del ricco arcipelago di relazioni intessute da Clerici con importanti intellettuali e artisti del suo tempo. Intento principale è quello di restituire non solo la storia di Fabrizio Clerici, ma anche quella dell’arte “fantastica italiana” troppo spesso confusa con il Surrealismo tout-court. Artisti che non si unirono mai in gruppi o movimenti organizzati ma furono piuttosto accomunati da un clima, da uno stato d’animo, un gusto citazionista, colto e disinteressato. Oltre un centinaio di opere, tra dipinti, incisioni e opere su carta, sono affiancate nel percorso espositivo da diversi focus tematici costituiti da materiali d’archivio quali documenti, fotografie, lettere, articoli, oggetti di design, bozzetti teatrali, libri d’artista e prime edizioni, che ampliano lo sguardo sulla produzione di Clerici in qualità di scenografo, illustratore, designer e architetto.

Fabrizio Clerici Sonno romano, 1955 olio su tela, 90 x 150 cm Accademia Nazionale di San Luca, Roma, inv. n. 107

In mostra, un importante nucleo di opere di Fabrizio Clerici, con capolavori quali Il Minotauro accusa pubblicamente sua madre del 1952, il Sonno romano, 1955, Le Confessioni palermitane del 1954 e la Minerva phlegraea del 1956-1957. All’importante nucleo di opere di Fabrizio Clerici si aggiungono quelle di artisti precursori come Alberto Martini, Giorgio de Chirico e Alberto Savinio; opere di artisti affini oltre che amici attivi tra Francia, Stati Uniti e Italia tra la metà degli anni Venti e la fine dei Cinquanta tra cui Max Ernst, Leonora Carrington e Salvador Dalí; dei compagni di percorso come Leonor Fini (presente in mostra con importanti opere) e Stanislao Lepri o i neo-romantici Eugene Berman e Pavel Tchelitchew.

Fabrizio Clerici e Salvador Dalí

Tra gli artisti più giovani che a lui si sono ispirati troviamo: Domenico Gnoli, Enrico Colombotto Rosso e Enrico D’Assia a cui sono affiancate le opere di tre artisti contemporanei che, in modi diversi, manifestano un’estetica affine a quella di questi precedenti “fantastici”: Eros Renzetti, Beatrice Scaccia e Fausta Squatriti. Fabrizio Clerici è come una spugna che assorbe ciò che vede e ciò che ama e lo mette da parte facendolo suo; la sua memoria è impressionante e attinge ad un repertorio culturale vastissimo che va dall’antichità classica alla mitologia, dalla storia alla religione, dall’antropologia all’architettura e, naturalmente, alla storia dell’arte, così scriveva sull’artista Raffaele Carrieri.

 

 

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