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Letto per voi… “Il male d’amore” di Susanna Trossero

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi Il male d’amore di Susanna Trossero (Graphe.it Edizioni). Testimonianze e approfondimenti come cura al mal d’amore senza rinunciare al bisogno di amare ed essere amati. E non perdete l’Incontro con l’Autrice!

La trama

Susanna Trossero, “Il male d’amore” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Francesco, Antonio, Alma, Luna, Damiano… Queste sono solo alcune delle ventidue voci che raccontano Il male d’amore di Susanna Trossero. A queste, però, si aggiungono quelle di altri sedici approfondimenti che narrano e spiegano da diversi punti di vista come vivere, affrontare, superare il male d’amore? In fondo, chi non ha mai vissuto una delusione amorosa? Chi non ha mai sofferto per amore? Chi, ancora, non è rimasto incastrato in situazioni scomode, inaspettate e talvolta pericolose? Susanna Trossero con il suo libro dà voce ad alcune di queste persone intervallando le loro storie con brani tratti dalla letteratura classica. Perché se è vero, come ha affermato Sigmund Freud, che Non siamo mai così indifesi verso la sofferenza, come nel momento in cui amiamo è altrettanto vero che i libri e la lettura sanno essere una potente medicina per l’anima.

 

Sul libro

A gennaio 2024 Graphe.it Edizioni pubblica nella Collana “Panta” l’ultima fatica della scrittrice cagliaritana (ma romana di adozione) Susanna Trossero dal titolo Il male d’amore e sottotitolato Perché non succede mai che si sia pronti insieme a ricominciare da soli.

Come la stessa Autrice scrive nella sua particolare introduzione rivolgendosi direttamente e confidenzialmente al Lettore, chi non ha mai sofferto per amore? Chi non ha mai provato sulla propria pelle e dritto al cuore questa sofferenza, questo dolore che, in alcuni casi, può aver modificato intere esistenze? Così, partendo da un caposaldo della letteratura come I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang von Goethe pubblicato nel 1774, Susanna Trossero sottolinea ancor di più quanto i tempi cambino ma la storia (in questo caso d’amore) resti sempre la stessa. Non è un caso che proprio in questo celeberrimo romanzo epistolare il protagonista scriva:

Susanna Trossero, “Il male d’amore” (Graphe.it Edizioni, 2024)

(…) la nostra anima che cosa diverrebbe senza l’amore? Simile ad una lanterna magica senza luce. Appena si mette la piccola lampada, ecco le immagini più varie appaiono sulla parete bianca. E nonostante siano fantasmi fuggenti, essi ci rendono ugualmente felici, quando sostiamo davanti ad esse, simili ad innocenti fanciulli, estasiati dalle meravigliose apparizioni

L’amore. La forza motrice del mondo che – per il sommo Dante – move il sole e l’altre stelle. Un sentimento tanto celestiale e armonico per quanto infido e crudele. Angelo e diavolo, un Lucifero che dal Paradiso può cadere all’Inferno. Tutto questo con le sue infinite sfaccettature è raccontato dalle voci di ventidue persone di diverso sesso, estrazione sociale, età, professione, paese d’origine… perché l’amore è universale e solo questo conta. Susanna Trossero ha raccolto queste voci, questi racconti e ha realizzato questo delizioso libro che sa rivelarsi anche una sana medicina, dolce e amara quanto basta. Forse, quanto è giusto. Tanti volti, tante testimonianze che narrano una parte importante della propria vita e i diversi modi di aver vissuto l’amore e il suo epilogo: chi è stato abbandonato, chi ha tradito, chi è stato tradito, le prime delusioni, le fughe, un rapporto violento e la necessità di mettersi in salvo, chi l’ha riscoperto, chi l’ha scoperto… tante storie per il sentimento che dall’inizio dei Tempi ha mosso la Storia e la vita di miliardi di persone. E ancora lo cantiamo, ancora ne scriviamo. Sempre nuovo, sempre improvviso eppure così antico.

Susanna Trossero, “Il male d’amore” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Amori fatti di canzoni, ricordi, profumi che poi possono diventare condanne, fonti di ulteriore sconforto, disagio… eppure non si smette di cantare, di ricordare né tantomeno di amare. Come si può, come si sa. Anche per questo all’interno di Il male d’amore stimolanti e interessanti sono non solo i brani estratti dai classici della letteratura per sottolineare e intervallare le diverse storie e le delicate illustrazioni di Eugenia Paffile, Martina Pellecchia ed Emiliano Billai. Funzionali e utilissime sono anche le “schede di approfondimento” dove si forniscono al Lettore elementi utili, spunti di riflessione, consigli, un approccio anche psicologico e, se vogliamo, sociologico al male d’amore. In tal senso, stimolanti sono gli interventi della psicologa Emma Chioccia, della giallista Eleonora Carta, del maestro di danza sportiva Omar Suddu e di Suor Anastasia di Gerusalemme.

Susanna Trossero, “Il male d’amore” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Susanna Trossero è stata assai brava nella costruzione attenta e curata del suo Il male d’amore facendone un vero proprio canto, un coro vivo di tanti voci, di diversi timbri, di differenti emozioni. Un canto emozionante e arricchente. Un vero e proprio canto d’amore non solo verso l’altro… soprattutto verso sé stessi. Il primo vero e autentico passo d’amore è tutto lì.

Che sia l’amore tutto ciò che esiste,
È ciò che noi sappiamo dell’amore;
E può bastare che il suo peso sia
Uguale al solco che lascia nel cuore.
Emily Dickinson

Incontro con l’Autrice

Quando e come è avvenuto il suo incontro con la scrittura?

La scrittrice Susanna Trossero con il suo libro “Il male d’amore” (Graphe.it Edizioni, 2024) – Per gentile concessione di Susanna Trossero

Non ho un ricordo di me senza una penna o una matita in mano. Ho imparato a scrivere a cinque anni grazie a mio padre che ha compreso quanto lo desiderassi, e ho sentito subito una grande attrazione per ciò che le parole sulla carta potevano creare. Ricordo che sostituivo intere frasi sui libri di fiabe: cose innocenti e senza alcun valore letterario, certo, ma mi insegnarono fin da subito che la solitudine tanto lamentata dai figli unici come me, non esiste se hai un libro da leggere o delle pagine da riempire. Poi ci furono i diari segreti, le lettere – tantissime lettere – e infine i racconti. Un allenamento costante e inconsapevole di tutta una vita, che mi ha insegnato quanto sia importante seguire le proprie inclinazioni. E quanto lo sia avere una famiglia e degli insegnanti che individuano, rispettano e accompagnano con naturalezza ogni vocazione dei giovanissimi.

Come è nata l’idea di Il male d’amore?

“I dolori del giovane Werther” di Johann Wolfgang von Goethe, 1774 (Tascabili Bompiani per L’Espresso, 1987)

Grazie a una edizione tascabile del 1987 per L’Espresso de I dolori del giovane Werther, Goethe. La mia casa è invasa dai libri e mi ero messa in testa di catalogarli proprio mentre cercavo qualcosa da leggere per quella sera, credo fossimo sul finire del 2020. Inutile dire che i miei libri non li ho ancora catalogati: quel centinaio di pagine di Goethe che neppure ricordavo di aver mai letto, sono state una folgorazione… “È dunque proprio scritto che ciò che fa la felicità dell’uomo debba diventare la fonte dei suoi dolori?”, si domanda Werher, e siamo nella seconda metà del 1700, vi rendete conto? Secoli dopo continuiamo a porci la stessa domanda – ho pensato – e a raccontare di smarrimenti, mutilazioni del cuore, di passioni e tradimenti. Il protagonista di un’opera tra le più vibranti della letteratura, quella sera mi parlava e la sua voce era quella di tutti coloro che mi hanno confidato pene e delusioni e, perché no, delle mie. Ho accolto Werther nel mio presente, scoprendo nella sua vulnerabilità e nelle sue parole ciò che volevo fare: raccontare della nostra umanità ancora intatta.

In che modo ha effettuato e organizzato la scelta dei brani estratti da alcuni classici della letteratura mondiale?

Susanna Trossero, “Il male d’amore” (Graphe.it Edizioni, 2024)

A quel punto, ho spalancato la porta a tanti altri autori classici presenti nella mia libreria, e la casa si è affollata di altrettante parole dense di pathos, di nomi come Proust, Jane Austen, Maupassant, Zola, Mann e potrei continuare a lungo. Li aprivo a caso, cercavo frasi, brani, ne restavo incantata, ogni testo si riempiva di segnalibri di fortuna, postit, orecchiette, in un meraviglioso diisordine che si faceva però ordine in me. L’idea è nata in questo caos: il progresso non ha cambiato la nostra vera natura, l’essere umano non ha perduto la capacità d’amare e dunque di soffrire per amore, di esternarlo, di scriverne ancora dopo secoli! Successivamente, tutte le mail ricevute negli anni grazie alla mia pagina facebook “Una lettera per dirti che:..” o la volontà di persone incontrate nel tempo di esternare la loro esperienza sul male d’amore, hanno fatto il resto, ed è cominciata la ricerca/selezione di storie attuali e dei giusti brani classici a cui affiancarle. È stato un gran lavoro  e non mi vergogno di dire che mi sono più volte commossa, emozionata, e di averlo vissuto con tutta l’anima.

All’interno del suo volume quanto sono importanti e funzionali le deliziose immagini realizzate da Eugenia Paffile, Emiliano Billai e Marti Menta?

Susanna Trossero, “Il male d’amore” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Sono molto grata ai tre illustratori: il loro poetico apporto ha regalato grazia, completamento. Con quei tratti così efficaci, sono divenute visibili molte delle emozioni raccontate, e nel ricevere le prime bozze dall’editore ho sentito subito che tutto prendeva davvero la giusta forma: non si trattava solo di abbellimenti al testo, bensì di importante e fondamentale completamento.

Ne Il male d’amore quali sono stati il testo e la storia che più l’hanno colpita?

Questa è una domanda molto difficile… Nel mio libro sono presenti testimoni di ogni età (dai 18 anni ai 71), uomini e donne, persone di ogni orientamento sessuale, e le storie scelte sono totalmente differenti l’una dall’altra così come desideravo fosse. Mi hanno colpito tutte in modo unico, ho scoperto in me un grande struggimento per la prima storia, quella di Patrizia, o tanta solidarietà per Alma, una donna sotto protezione della polizia. E ancora tenerezza per Giulio, stima per Franco, e potrei continuare a lungo finendo per citare tutti. Però, ammetto di aver provato una grande ammirazione per la Monaca Carmelitana Suor Maria Anastasia di Gerusalemme, la quale ci insegna il valore e il coraggio della verità quando dice che la chiamata a esser Monaca non ha mai spento il desiderio di Amore, poiché la forza dell’amore non prova vergogna. Sono onorata di averla nel mio libro.

Susanna Trossero, “Il male d’amore” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Secondo lei, Il male d’amore può essere inteso come una sorta di “libro terapeutico”, utile a far luce e a comprendere meglio quel Giovane Werther che vive dentro di noi?

Spero non mi si consideri presuntuosa se rispondo sì. Perché quando ci si immerge in letture come queste, ci si sente meno soli, si impara ad accettare la propria vulnerabilità, a non giudicarsi per quelli che con il senno di poi si definiscono errori commessi, a non sentirsi ridicoli. Più che a comprendere meglio Werther, direi a conoscerlo e accettarlo come parte integrante di chiunque a qualunque età, in ogni tempo e paese. Il dolore isola, e qualunque strumento per rompere questo isolamento può essere terapeutico.

Quale vuole essere il messaggio del suo libro?

La scrittrice Susanna Trossero (Per gentile concessione di Susanna Trossero)

In parte, ciò che ho detto poc’anzi, ovvero che non dobbiamo sentirci soli né ridicoli. Perché soffrire per amore non rende ridicoli ma umani e questa umanità va difesa. Al contempo però, vi è anche un altro messaggio tra le pagine: molti dei protagonisti del libro insegnano a credere nel futuro, a volersi bene per trovare la forza di ricominciare, a provare indulgenza verso le proprie vulnerabilità: il cambiamento ci attende e fa parte del futuro, e allora forse tutto passa o forse continua ad esistere, ma in altra maniera, insegnando l’accettazione.

È previsto un secondo volume simile per struttura e tematica a Il male d’amore?

Quando il viaggio di un libro comincia, non si può mai sapere quanto il cammino sarà lungo e felice, né quanti consensi riceverà. Posso dire che Il male d’amore è stato accolto con calore fin dal primo giorno di vita, ma saranno i lettori a decidere se resterà figlio unico oppure no: il destino di un libro è sempre e solo nelle mani di chi lo leggerà. Nondimeno, ho già qualche idea in mente, ne ho parlato con la Graphe.it e al momento tutto è ancora in cantiere, ma confido nelle mie improvvise illuminazioni e nel mio editore Roberto Russo che spero continuerà a siupportarmi e… sopportarmi!

Susanna Trossero, “Il male d’amore” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Per i nostri lettori: se qualcuno volesse raccontare il proprio male d’amore e inviare la propria storia come può fare?

Ho fondato su facebook il gruppo pubblico Una lettera per dirti che…” Vanta già 1662 iscritti, si può postare lì la propria testimonianza, ma se si vuole mantenere l’anonimato basta inviarla alla email maldamore@graphe.it e mi occuperò personalmente di pubblicarla sul gruppo, garantendo la segretezza di chi me l’ha inviata. Sto già ricevendo delle storie o delle riflessioni che a breve comincerò a pubblicare, perché si formi una vera e propria comunità con la quale condividere, riflettere, discutere. E, perché no, sentirsi meno soli.

Secondo lei, quanto coraggio e forza ci vuole per raccontare il proprio male d’amore? Quali sono le prime difficoltà che un uomo o una donna riscontrano nel mettere su carta e nel raccontare la propria intima sofferenza?

La scrittrice Susanna Trossero (Per gentile concessione di Susanna Trossero)

Quando si resta delusi da qualcuno, quando la progettualità di una coppia viene interrotta da uno solo dei due, quando il quotidiano viene stravolto e ancora, quando ci si sente dire “non ti amo più”, il primo pensiero è collegato al sentirsi stupidi, deboli, fragili, ingenui, vittime. Da qui a vergognarsene il passo è breve, ed ecco che entra in gioco il minare l’autostima, il timore di essere derisi, di perderci in dignità… Raccontarsi, con questo stato d’animo incombente, è faticoso. La scrittura diviene specchio impietoso o strumento materno, a seconda di come la viviamo, ma è ancor più difficile accettare di esser letti, per i timori di cui sopra. Eppure, “confessare” la nostra storia che tanto ci mutila, può ricollegarci al mondo e farci vedere le cose sotto una nuova ottica. Io non posso che ringraziare dal profondo tutti coloro che hanno partecipato al libro, perché sono stati davvero coraggiosi offrendo pubblicamente la loro intimità, raccontando di dolori passati o recenti, mettendosi in discussione  e privandosi di ogni corazza difensiva.

Quali sono gli Autori e le opere che hanno influenzato il suo essere scrittrice e lettrice?

Susanna Trossero, “Il male d’amore” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Difficile dirlo perché ammetto di spaziare molto, ma amo le vulnerabilità umane e mi sono innamorata della marchesa di Merteuil de Le relazioni pericolose (de Laclos), che si allenava a piantarsi una forchetta sulla mano per imparare a reprimere il dolore anche interiore.  Un romanzo in cui tutti sono corrotti, tutti hanno una maschera. Ho amato La nausea, di Sartre, così capace di stimolare la vena malinconica. E La noia di Moravia, libro che insinua un concetto pericoloso: se conosci l’inferno e lo accetti, allora scopri che il paradiso esiste. Amo l’antipatia che suscita l’ambizioso seduttore Bel Ami di Maupassant, ma anche tanti altri titoli che nella storia della letteratura hanno lasciato segno indelebile. Allo stesso modo, nella mia libreria puoi trovare molti titoli di Stephen King, storie di Serial Killer, numerosissimi autori contemporanei (in questo momento sono innamorata perdutamente di Cinquecento catelle d’oro, di Salvatore Basile). Ma, sul mio comodino è presente da tanti anni un libro prezioso, che considero “di consultazione”: Il libro dell’inquietudine, di Fernando Pessoa. Non potrei mai fare a meno di questo diario esistenziale che mi spinge a scrivere anche quando mi preoccupa la mancanza di idee.

Susanna Trossero, “Il male d’amore” (Graphe.it Edizioni, 2024)

Quali sono i suoi prossimi progetti professionali ed editoriali?

Troppi e ancora abbozzati. Ma so che una mattina mi sveglierò e il prossimo libro prenderà vita preoccupandosi di riordinare da solo i mille foglietti pieni di idee e intenzioni che popolano i miei cassetti.

 

 

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