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Invito a teatro… “Dritto al cuore” di Sandro Torella

La Rubrica online “Piazza Navona” vi invita a teatro: il 23 febbraio, l’1 e l’8 marzo alle ore 21.00 al romano Teatro Duse (Via Crema 8) va in scena Dritto al cuore di e con Sandro Torella e Massimo Mirani, attore icona del poliziottesco italiano. Non perdete l’Incontro con il regista!

“Dritto al cuore” di Sandro Torella al Teatro Duse di Roma

Un thriller psicologico ispirato al cinema “poliziottesco” degli anni ‘70 di cui Massimo Mirani è stato uno dei volti più rappresentativi. A cinquant’anni da Milano odia: la polizia non può sparare e Il cittadino si ribella lo spettacolo di Torella propone, così, lo stesso impasto di azione, inganni, violenza che ha caratterizzato il genere cinematografico. Ma Dritto al cuore va oltre. Col supporto di immagini dei film dell’epoca e riferimenti al set de Il commissario di ferro (1978) di cui Mirani era il protagonista, la pièce è anche il racconto di come intimità e politica si intrecciano nell’identità di un uomo che ha attraversato pericolosamente gli anni del terrorismo e della lotta armata ma che non ha ancora fatto i conti con la propria storia. Una paternità irrisolta, sospesa tra rimozione e dubbio, diviene porta d’accesso a una riflessione sul passato che è insieme collettivo e personale, un lungo esercizio di memoria che incrocia i fantasmi di una generazione. In questa dinamica Sandro Torella, in scena, rappresenta l’alter ego del protagonista, una figura ingombrante onirica in bilico tra realtà e sogno. Un viaggio nella mente dei personaggi in scena o forse un sogno di Pirandelliana memoria.

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Sandro Torella e Massimo Mirani in “Dritto al cuore” (Per gentile concessione di Ginevra Amadio)

Incontro con il regista

Come ha scoperto il suo talento e la sua passione per il cinema e il teatro?

Ognuno ha la sua strada e spesso la si ritrova anche se si cerca di evitarla. Nel mio caso sin da piccolo amavo vedere i film e gli spettacoli a teatro; vidi il mio primo spettacolo di Luigi Pirandello “Liolà” a sette anni e ne rimasi affascinato, lo stesso dicasi per i film nonostante i miei non siano né artisti né particolarmente appassionati di arte o recitazione. Certe cose sono molto personali e sicuramente questa mia propensione artistica non ha radici culturali o familiari specifiche. A maggior ragione il suo sviluppo ha richiesto un lavoro costante e di grande impegno perché non solo non avevo contatti diretti nel cosiddetto mondo dello spettacolo, ma in più il mio carattere poco si confà a quel sistema di relazioni. Diciamo che talento e passione sono gli unici strumenti a disposizione per viaggiare controcorrente e oggi più che mai.

“Dritto al cuore” di Sandro Torella al Teatro Duse

Come è nata l’idea dello spettacolo Dritto al cuore?

Mi piacciono molto i film anni ’70, la musica di quel periodo e il senso rivoluzionario che si respirava, sebbene l’abbia vissuta solo di riflesso nei primissimi anni di vita. Con Massimo Mirani spesso si parlava di quel periodo che lui ha vissuto come un moneto importante della sua carriera e questo spettacolo vuole raccontare questo, oltre al “tempo che passa” sul volto del personaggio principale (che vediamo in video in un film di 45 anni prima) quasi irriconoscibile. In più questo schema narrativo impone una prova attoriale di una certa complessità, il che non guasta.

Cosa l’ha ispirata del genere poliziottesco anni ’70 che oggi viene considerato un cult?

Di quei film apprezzo moltissimo il linguaggio diretto, la fantasia e la ricerca nel produrre con pochi mezzi cose di effetto e il profondo desiderio di raccontare la realtà. Questo ultimo aspetto di sicuro è il più affascinante e credo sia l’elemento che più manca oggi nel cinema e in genere nell’arte e nello spettacolo dal vivo. Ho avuto la fortuna di conoscere gli ultimi grandi Maestri del teatro e del cinema da Ronconi a Garinei a Monicelli e nonostante l’età avanzata si percepiva ancora quella qualità data dal desiderio prima che dall’esperienza. Oggi ho la sensazione che si lavori per motivazioni pratiche più che per impellenza artistica. Quando manca la fiamma inevitabilmente si spegne il senso dell’arte e diventa mera attitudine pratica.

Massimo Mirani in “Dritto al cuore” di Sandro Torella (Per gentile concessione di Ginevra Amadio)

In che modo è riuscito a tradurre in spettacolo un periodo tanto caldo come quello degli anni Settanta e, quindi, degli “anni di piombo”?

Lo spettacolo tocca quel periodo, lo sfiora, in qualche modo lo racconta ma senza immergersi in quella realtà. Il racconto è incentrato sulla figura del protagonista o, meglio ancora, nella sua mente, nelle sue dinamiche più profonde. È uno spettacolo onirico, psicologico con una narrazione non lineare. Credo si senta “l’odore del piombo”, ma senza immergersi troppo in quegli anni. Per lo meno questo è ciò che percepisco io in prova. Spetterà al pubblico rimandare le sensazioni e riflessioni a fine esecuzione.

Come è avvenuto il suo incontro con l’attore Massimo Mirani?

Ho conosciuto Massimo più di dieci anni fa, forse dodici, quando gestivo il Teatro allo scalo a San Lorenzo. Da quel momento siamo rimasti in contatto e abbiamo lavorato insieme in un paio di occasioni. Siamo colleghi e in più amici. È una persona di valore sul piano umano e artistico, è sempre un piacere collaborare con lui.

Massimo Mirani e Sandro Torella in “Dritto al cuore” (Per gentile concessione di Ginevra Amadio)

In Dritto al cuore lei è l’alter ego di Massimo Mirani. In che modo avete lavorato per la costruzione del vostro personaggio? Quali suggerimenti e consigli preziosi ha ricevuto?

Il lavoro sul personaggio è stato piuttosto articolato proprio perché lo spettacolo lascia più possibilità di lettura allo spettatore e di conseguenza anche chi interpreta deve valutare più alternative e provare a sintetizzarle nell’esecuzione sul palco. Ci troviamo bene nel confrontarci perché c’è grande fiducia reciproca. Lui si fida della mia visone della scena e quando Massimo mi suggerisce che qualcosa non gli torna è il momento di fermarsi ad analizzare subito la questione. In questo casi più che mai l’istinto e il confronto continuo ci hanno portato sulla retta via. Il suggerimento che mi ha dato è quello di utilizzare diversi ritmi in scena tra di noi e anche nella scelta degli abiti di scena proprio per marcare il contrasto tra i due personaggi.

Quale invito vuole rivolgere ai nostri lettori?

Se vi piace un teatro diverso, sperimentale, essenziale e con attori di esperienza questa è una buona occasione di immergersi per un’ora in una realtà teatrale fatta ad arte. Questo è stato il nostro intento e confidiamo che possiate apprezzare. Vi aspettiamo a teatro!

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