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Letto per voi… “Albert, l’ultima estate” di Patrizia Floris

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi il romanzo “Albert, l’ultima estate” (AmicoLibro, 2022). La storia di un amore travolgente durante la Seconda guerra mondiale, tra passato e presente. E non perdete l'”Incontro con l’Autrice”!

La trama

Patrizia Floris, “Albert, l’ultima estate” (AmicoLibro, 2022)

Albert, l’ultima estate è il racconto di una vita d’amore. Di una storia d’amore. Quella tra il protagonista, Albert Costantini e Lena Finzi, sullo sfondo di Trieste, della Seconda guerra mondiale, del Nazismo e delle leggi razziali. Lena e la sua famiglia sono ebrei. La follia dell’uomo fa il resto. Albert ormai anziano e in una casa di riposo ricorda, alternando passato e presente, quel periodo d’amore, quei giorni in cui sognava di diventare uno scrittore, quei momenti vissuti accanto alla sua Lena che nemmeno la crudeltà dell’essere umano e l’incontro con un’altra donna, poi divenuta sua moglie, hanno allontanato dal suo cuore. Albert, l’ultima estate, così, si scopre essere non solo il racconto di un amore ma di una vita fatta d’amore. Una vita intensa che diviene una giornata particolare vissuta e fatta d’amore.

Sul libro

Nel gennaio 2022 AmicoLibro pubblica nella Collane “Le Lune” il romanzo Albert, l’ultima estate della scrittrice e biologa cagliaritana Patrizia Floris.

AmicoLibro

Un romanzo d’amore. Anzi, un racconto di vita e d’amore il cui protagonista, ormai anziano, rinnova e rigenera ogni giorno. Attraverso i suoi ricordi e il suo presente. Albert è l’esatto esempio di quello che oggi viene definito “un uomo d’altri tempi”: cortese, galante, rispettoso, cavalleresco, garbato… Nella casa di riposo è il confidente dei suoi compagni e dei giovani infermieri in quanto depositario di saggezza e saldo punto di riferimento. È in questo modo che Patrizia Floris disegna e costruisce il suo uomo: fiducioso nell’avvenire nonostante le tante brutture vissute e conosciute nella vita e sicuro dell’amore in ogni sua forma. L’uomo, così, non solo si aggrappa e si ciba dei suoi ricordi ma anche dei suoi momenti e dei suoi affetti presenti: i suoi amici, i suoi figli, i suoi nipoti, gli infermieri. Non manca mai di elargire consigli (se richiesti ovviamente) e di regalare il suo conforto e la sua presenza. E il Tempo con il suo severo incedere e trascorrere non può fare nulla in proposito. Albert non si piega traendo sempre più forza dalla sua ferrea memoria e dal suo amore per Lena che sente come una presenza viva e sicura accanto a lui. Molto di più di quanto non sia sua moglie, la donna di cui successivamente si è sposato e con cui ha creato la famiglia. Forse, un amore diverso. Non si tratta di quantità ma di qualità. In fondo, non si smette mai di amare. E nessuno ama due volte allo stesso modo. Ciò non significa che non si possa amare ancora. Ma i ricordi sono altri. Il cuore non dimentica. Nemmeno la polvere del tempo può far sopire certi slanci e certi sentimenti.

Patrizia Floris, “Albert, l’ultima estate” (AmicoLibro, 2022)

A Patrizia Floris va indubbiamente il merito di aver creato il racconto di una vita d’amore non scontata e che, per la sua delicatezza e il suo essere tanto garbata, non poco ricorda la fortunata scrittura di Nicholas Sparks di cui subito salta alla mente, seppur le storie sono tra loro differenti, il romanzo Le pagine della nostra vita poi portato sul grande schermo (diretto da Nick Cassavetes nel 2004) dalla bellissima Gena Rowlands e da James Garner. Non solo. All’Autrice va riconosciuto anche il merito di aver scritto una storia poetica, delicata, dolce, fine, tenera che non (s)cade nell’ovvio, nell’essere smielata e scontata ben sapendo che il rischio in questo senso è sempre ferocemente in agguato.

Ma anche un altro aspetto rende ancor più piacevole la lettura di Albert, l’ultima estate. Si tratta di una scelta narrativa ben precisa che altrimenti e diversamente, forse, non avrebbe reso lo stesso effetto. Infatti, risulta assai funzionante e funzionale la scelta di alternare passato e presente e di far raccontare questa storia d’amore da un punto di vista maschile, quello di Albert Costantini appunto. In tal modo l’Autrice non solo crea un ritmo ben preciso all’interno della narrazione rendendola fluida e armoniosa ma, seppur in punta di piedi e con quella delicatezza che le è propria, si avvicina al maschile e fa sì che sia proprio il protagonista ad esporre e ad esporsi con i suoi sentimenti. Così facendo, avviene anche un piacevole incontro e una sorprendente scoperta o certezza poiché, esattamente come ha scritto la poetessa Alda Merini, La sensibilità non è donna, la sensibilità è umana. Quando la trovi in un uomo diventa poesia. Ed è proprio in questa frase che si può racchiudere il senso e il significato più profondi di Albert, l’ultima estate e di un uomo rimasto ragazzo e giovane nel cuore e nell’animo. Nonostante tutto.

Incontro con l’Autrice

La scrittrice Patrizia Floris (Per gentile concessione di Patrizia Floris)

Come è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura? Lei è biologa: qual è stato il passaggio dalla biologia alla scrittura?

La mia prima esperienza è avvenuta durante l’adolescenza, tra piccole raccolte di poesie e brevi racconti. Ora avendo concluso parte della mia vita professionale, ho ritrovato questa bella passione, che avevo accantonato perché impegnata con il lavoro, nonostante sia sempre stata un’amabile lettrice.

Come è nata l’idea e il progetto editoriale di Albert, l’ultima estate?

Durante i due anni di pandemia, e con una situazione piuttosto difficile da accettare. Il mio pensiero andava verso quella generazione che ancora una volta stava vivendo un’altra guerra, e dove nella loro solitudine,  si sono allontanate da noi in silenzio, senza la presenza di un  affetto. Ecco come è nato Albert.

Nel suo libro appaiono riferimenti che riportano alla memoria del Lettore la storia de Il giardino dei Finzi-Contini e il film Una giornata particolare di Ettore Scola. È solo un caso o è un omaggio che ha voluto rendere a queste opere senza tempo del cinema e della Letteratura?

Patrizia Floris, “Albert, l’ultima estate” (AmicoLibro, 2022)

Pur essendo due film straordinari, devo dire che non ho tenuto in considerazione, nessuna di queste due opere. È solo frutto dell’immaginazione e dei riferimenti storici che mi hanno portato a omaggiare la nostra memoria storica. Per non dimenticare chi ci ha insegnato tanto.

Albert, l’ultima estate si sviluppa su due piani narrativi: passato e presente. In che modo è riuscita ad armonizzare l’alternarsi del tempo, dei personaggi e dei ricordi del protagonista?

Sono riuscita ad armonizzarlo con l’abilità di chi, raccontando il passato con i suoi personaggi, riesce a non perdere il filo della narrazione del presente. Si tratta di uno stile narrativo, che ho perfezionato anche nei miei precedenti romanzi. È una domanda che mi pongono in tanti, proprio perché è difficile mantenere la narrazione di questo tipo. Più è complicato scrivere in questo modo, più amo ciò che si fa difficile e arduo. Questo tipo di scrittura puoi leggerla prima al passato e poi a scorrere il presente, ma entrambi sono collegate da un unico filo conduttore.

Patrizia Floris, “Albert, l’ultima estate” (AmicoLibro, 2022)

Albert è il protagonista perfetto di un romanzo romantico. Un uomo d’altri tempi. Estremamente coraggioso perché non ha paura dei suoi ricordi né dell’amore. Per la costruzione di questo personaggio da chi o cosa ha tratto ispirazione?

La costruzione del personaggio Albert, è dato da fatto che, la mia personalità è molto centrata sui rapporti sociali, dove l’amore e gli scambi d’affetto di vera amicizia, sono molto importanti. Ho amato tanto le letture di diversi autori del passato, constatando una caratteristica nei personaggi maschili, questi erano fortemente romantici. Molto probabilmente, qualche spunto mi ha ispirata nei loro confronti.

A cosa è dovuta la scelta di raccontare il ricordo di una grande storia d’amore dal punto di vista maschile?

Patrizia Floris, “Albert, l’ultima estate” (AmicoLibro, 2022)

Questa volta per sfatare un mito. Mi permetto di ammettere, che un uomo che si racconta in modo così intenso e profondo, la storia di un amore che l’ha distinto durante l’adolescenza, ma anche più in là con gli anni, sono certa che esista. Un uomo che nonostante un passato doloroso, e un presente sempre più difficile, si ritrova ancora con quella voglia di relazioni umane e di vita, e di volersi donare.

Ha scritto Alda Merini: La sensibilità non è donna, la sensibilità è umana. Quando la trovi in un uomo diventa poesia. Cosa pensa di questa affermazione e riflessione della poetessa milanese?

Pienamente d’accordo in ciò che la Merini ha scritto. Le donne sognano sempre un uomo piuttosto sensibile, che le capisca e che si viaggi in parallelo e in sintonia. Incontrarlo di questi tempi è piuttosto difficile, ma non impossibile. E chissà se in diversi angoli del mondo non ci sia un Albert ad attendere la sua Lena. E quando lo si trova è proprio poesia.

Raccontare d’amore, del sentimento che move il sole e l’altre stelle non è affatto cosa semplice. Si rischia spesso di cadere nelle trappole della banalità e dell’ovvietà. Per lei quanto è stato difficile o facile dare un volto e una storia all’Amore evitando di cadere – seppur involontariamente – in questi “tranelli”?

Patrizia Floris, “Albert, l’ultima estate” (AmicoLibro, 2022)

Infatti non è stato facile, anzi piuttosto difficile. Nel romanzo è importante non solo la storia d’amore, i due protagonisti, ma anche tutto il contesto in cui la trama della storia si svolge. Questa deve essere coinvolgente, in modo tale da trasportare il lettore, lungo la lettura senza potersi allontanare dalle pagine, sino alla fine. E dire poi… lo voglio rileggere.

Quali sono gli Autori e le opere che hanno formato il suo essere scrittrice e lettrice?

Durante tutta la mia vita di lettrice, ho amato tantissimo Grazia Deledda, Jane Austen. Scrittrici di diversa ambientazione storica e luoghi, ma sempre attratta dai loro romanzi senza tempo. Contemporanei come Dacia Maraini, Enzo Bettiza, Margareth Mazzantini e anche scrittori stranieri, che ti portano a fare viaggi in un passato e in un futuro sempre molto simili.

Quale vuole essere il messaggio della sua scrittura?

Patrizia Floris, “Albert, l’ultima estate” (AmicoLibro, 2022)

Entrambi i miei romanzi, hanno un unico linguaggio, il non dimenticare di amare. Dove per amare intendiamo tutto quello che ci circonda, dall’essere umano, al rispetto e amore per l’ambiente. Ciò che purtroppo in questi ultimi anni, ci stiamo allontanando dal nostro senso della vita. Scrivere questo tipo di romanzi, serve per far riflettere, per trasmettere fiducia e solidarietà.

Le sue pagine lo raccontano benissimo ma… se dovesse riassumere o descrivere il senso dell’amore in una frase quale sceglierebbe? E perché?

“Scrivete ciò che più vi appassiona, che vi fa vibrare, esultare e tutto questo avrà un senso davvero in questa vita”. Perché esprimere i propri sentimenti d’affetto, in modo appassionato, ci rende liberi da stereotipi.

Patrizia Floris, “Albert, l’ultima estate” (AmicoLibro, 2022)

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali?

Sono in fase di arrivo, con la mia quarta pubblicazione. Storie di donne, di anime, che tra passato e presente, si ritrovano in un unico filo conduttore. Un romanzo nuovo, ricco di immagini e sfondi, che rievocano una Cagliari con un passato misterioso…

 

 

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