Oggi esce nelle nostre sale il film “The Deep” diretto nel 2015 da Baltasar Kormákur. La vera storia del naufragio del peschereccio islandese Breki e della salvezza miracolosa di Gulli, il giovane pescatore divenuto eroe nazionale. La rubrica online “Piazza Navona” ve ne parla in anteprima in questo articolo.
La trama
Isole Vestmann, Islanda. A fine febbraio il peschereccio Breki con a bordo sei anime si rovescia in acqua a causa dell’argano bloccato e delle reti incagliate nelle rocce. Il disastro è imminente. Le gelide acque dell’Oceano Atlantico accolgono lo sfortunato equipaggio la cui morte tarda ad arrivare. Ad eccezione di Gulli il quale riesce a resistere sei ore in queste acque ghiacciate e ad attraversare a piedi nudi un lungo tratto di terreno vulcanico ricoperto di neve. Il giovane, ferito e provato, riesce a mettersi in salvo. C’è chi grida al miracolo e chi vuole studiare scientificamente quanto accaduto: come può un uomo resistere per tante ore alle acque gelide dell’Atlantico e, come se non bastasse, compiere due ore di cammino?
Gulli, così, oltre a divenire un autentico eroe nazionale (di quella stessa nazione e di quella stessa città che ancora ricorda con dolore l’eruzione vulcanica del 1973) diviene anche oggetto di studi di professori e medici militare. Nessuno sembra spiegarsi razionalmente come questo ragazzo sia riuscito a superare senza nemmeno riportare alcun scompenso fisico una simile prova. I medici spiegano tutto questo servendosi di una particolare tipologia di enzima che ha reso la pelle del giovane simile a quella della foca, ovvero in grado di preservare il calore corporeo. Ma anche questa motivazione sembra essere troppo semplice e non abbastanza esauriente. Gulli, però, è un uomo e vuole tornare ad essere il ragazzo e il pescatore di sempre: timido, riservato e dal cuore d’oro.
Il trailer
Sul film
Oggi 18 luglio 2019 esce nelle nostre sale, distribuito da Movies Inspired, il film The Deep, realizzato nel 2012 dal regista islandese Baltasar Kormákur il quale a venticinque anni da questo naufragio che ha sconvolto la sua nazione decide di raccontarla al mondo intero traendo anche spunto da una pièce teatrale di Jón Atli Jónasson. Ma non solo: come già accaduto con altri film (basti pensare a La tempesta perfetta di Wolfgang Petersen del 2000) desidera raccontare la vita e lo stile di vita dei pescatori di una piccola comunità.
La tragedia del Breki gli offre questa opportunità portando sul grande schermo la storia sfortunata dell’equipaggio di questo peschereccio e della salvezza quasi miracolosa di Gulli, il giovane che da allora venne definito “l’uomo foca”.
Bisogna ammettere che The Deep è un film che merita attenzione e considerazione. È un film ben costruito forte di un montaggio ben cesellato e di una fotografia davvero spettacolare: su tutti dominano i colori contrastanti del bianco della neve e quelli ferruginosi della lava che, nelle scene di mare, sembrano mescolarsi creando delle sfumature e nuovi colori di vero impatto che non poco ricordano i dipinti del pittore inglese Montague Dawson.
Al contrario, i punti deboli di The Deep si registrano nel bilanciamento della narrazione e nella sceneggiatura. Nel primo caso, infatti, tutto l’antefatto e il rovesciamento della Breki vengono raccontati e mostrati nei primi venti minuti scarsi del film mentre nell’ora più che abbondante che avanza si vede Gulli in mare che parla con i gabbiani cercando di fare il possibile per mettersi in salvo. Forse questo aspetto avrebbe potuto essere risolto in un altro modo. Tale scelta fa sì che faccia naufragare (è proprio il caso di dirlo) anche l’impianto della sceneggiatura che, se all’inizio è più agile e viva, in questa seconda parte del film perde molto anche quando alcuni dialoghi vengono ristabiliti (Gulli e il medico, Gulli e i suoi genitori, Gulli e la moglie dell’amico Palli…) ormai sono stanchi e si trascinano.
Nonostante questo The Deep merita di esser visto con molta attenzione per due buoni motivi: per la storia realmente accaduta che racconta e sconosciuta ai più e per vedere Baltasar Kormákur all’opera ancor prima del suo film Everest realizzato nel 2015 e già uscito in Italia. In entrambi i casi il regista racconta due storie limite di uomini che incontrano e si scontrano con la Natura nei suoi diversi elementi (terra e acqua). Sono storie di sopravvivenza umana. Storie di uomini che hanno difeso cara la pelle. Eroi sulla Natura. Pur sempre uomini che di questa stessa Natura Matrigna restano figli.
Voto 3/5
Scheda tecnica
Titolo originale: Djúpið
Regia: Baltasar Kormákur
Cast: Ólafur Darri Ólafsson, Jóhann G. Jóhannsson, Þorbjörg Helga Þorgilsdóttir, Björn Thors, Theodór Júlíusson, María Sigurðardóttir
Soggetto: da un fatto realmente accaduto e da una pièce teatrale di Jón Atlijónasson
Sceneggiatura: Jón Atli Jónasson e Baltasar Kormákur
Montaggio: Sverrir Kristjánsson ed Elísabet Ronaldsdóttir
Musica: Daníel Bjarnason e Ben Frost
Fotografia: Bergsteinn Björgúlfsson
Produzione: Blueeys Production e FilmHuset Produksjoner
Distribuzione: Movies Inspired
Paese: Islanda, Norvegia
Anno: 2015
Durata: 95 minuti
Uscita in sala: 18 luglio 2019