
Il 1° agosto esce nelle sale italiane “Tesnota” l’opera prima del giovane e talentuoso regista russo Kantemir Balagov premiato al Festival di Cannes 2019. La rubrica online “Piazza Navona” ha visto il film in anteprima e ve ne parla in questo articolo.
La trama
Nalchik, Caucaso del Nord. Russia, 1998.
Ila lavora come meccanico assieme a suo padre mentre suo fratello David ha deciso di convolare a nozze con la sua fidanzata Lea. Tutto sembra trascorrere tranquillo nella vita di questa onesta e dignitosa famiglia appartenente alla comunità ebraica. Ma la serenità pare avere vita breve. Infatti, subito dopo la cena per annunciare il prossimo matrimonio tra David e Lea, la giovane coppia viene rapita.

Immediatamente le famiglie dei promessi sposi si impegnano per recuperare il denaro per il riscatto chiedendo aiuto alla propria comunità. Il risultato, però, non è quello sperato. Si devono trovare altre soluzioni. La famiglia di David è in grave difficoltà e si troverà a dover affrontare ostacoli, situazioni – affettive e morali – molto importanti e gravi arrivando a toccare i propri limiti e a vedere i propri errori. Come riuscirà questa famiglia a portare in salvo David? E quanto, cosa costerà questa salvezza a ogni componente di questa stessa famiglia?
Il trailer
Sul film
Il 1° agosto nelle sale italiane, dopo essere stato presentato e premiato a Cannes 2019, esce il film Tesnota, l’opera prima del giovane regista russo Kantemir Balagov (allievo di Aleksandr Nikolaevič Sokurov presso l’Università di Nalchik, in Russia) distribuito da Movies Inspired.
Tesnota è stato realizzato grazie al Fondo per il supporto del cinema Example of Intonation (Fondo Aleksandr Sokurov) con il supporto del Comitato per la Cultura di San Pietroburgo e della Fondazione Vladimir Smirnov.

Balagov porta sul grande schermo non solo la storia di un rapimento ma di una famiglia, della comunità e dell’ambiente in cui vive. Si potrebbe quasi trattare della descrizione e della rivelazione familiare intesa come “gruppo di famiglia in un interno”. Non è un caso, a mio parere, che il maggior numero delle scene del film si svolgono in un ambiente chiuso, a volte persino claustrofobico, quasi sempre vissuto e riempito da molte più persone di quanto potrebbe contenere.

Questo fa pensare proprio alla chiusura e al senso di appartenenza alla propria comunità intesa anche come unica ancora di salvezza dalle brutture del mondo esterno. A sottolineare ancor di più tale aspetto ci sono i legami affettivi e amorosi che sembrano quasi dei patti silenziosi e irreversibili dai quali è impossibile (quasi) tirarsi indietro. Ogni scelta, ogni azione, ogni legame sembra essere quella decisiva, quella da cui dipenderà ogni singolo giorno a venire fornendo altra sensazione di chiusura e di claustrofobia.

A rincarare la dose è anche lo sfondo, l’ambiente in cui va a muoversi l’azione: nella Russia della fine degli anni Novanta quando i casi di rapimento non erano tanto sporadici e dove mangiare uno snack americano era considerato ancora una ribellione al sistema. Da qui il titolo del film Tesnota parola russa che significa legame, vicinanza tra le persone che il regista intende sia nello spazio circostante sia in quello affettivo (pensiamo a tutti quegli abbracci che vengono dati, scambiati, rubati, imposti tra i personaggi).

Ad ogni modo il rapimento di David diviene una prova per tutta la sua famiglia. Sua madre, suo padre, sua sorella. Tutti, ciascuno a suo modo e con i propri mezzi, le proprie idee, faranno tutto il possibile per riportarlo sano e salvo a casa. Ma a quale prezzo? Recuperare e salvare una vita sacra quale può essere quella di un figlio richiede sacrifici e la famiglia di David arriverà a spingersi sino al limite del baratro per farcela. Ma quali fantasmi, quali silenzi, quale parole non dette pesano su questa famiglia tanto da portarla al suo limite?

E il ruolo della madre, forse quello può silenzioso che, però, parla attraverso i suoi gesti e i suoi sguardi cosa ha fatto di questi ragazzi che anche solo per un momento si ritrovano rivali tra loro ma uniti nella volontà di compiere autonomamente le proprie scelte di vita (come chi sposare e dove vivere). Si tratta di una madre silenziosa che quasi pare trasformarsi in una Medea in alcuni momenti, pronta a sacrificare la serenità dei suoi figli pur di perdere la propria, pronta ad amare chi, forse, non ha mai amato perché non ha più nessuno cui riversare il suo essere madre.

Ed è incredibile che a raccontare sul grande schermo questa fitta rete psicologica più che d’azione sia un giovane regista di ventisei anni dimostrando di possedere grande sensibilità artistica, intellettuale e umana. Anche il mondo della Settima Arte sembra essersi accorto di un simile talento tributandogli per questo suo primo lungometraggio (preceduto da un mediometraggio, un documentario e uno short film realizzati durante il suo corso di studi) Tesnota diversi premi e riconoscimenti quali, ad esempio, il riconoscimento Fipresci nella sezione Un certain regard di Cannes, miglior film al Lisbona & Estoril Film Festival, miglior attrice al Montreal festival of new cinema, miglior film e regia al Sochi Open Russian Film Festival.

Tesnota è un piccolo gioiello che arriva dall’Europa dell’Est realizzato da un promettente regista russo che osserva l’interno del suo Paese e della sua terra attraverso uno sguardo che sa di universale.
Voto 3/5
Scheda tecnica
Titolo originale: Closeness
Regia: Kantemir Balagov
Cast: Darya Zhovner, Olga Dragunova, Artem Tsypin, Nazir Zhukov, Veniamin Kats
Sceneggiatura: Kantemir Balagov, Anton Yarush
Montaggio: Kantemir Balagov
Fotografia: Artem Yemelyanov
Produzione: Lenfilm,Example of Intonation (Fondo Aleksandr Sokurov) con il supporto del Comitato per la Cultura di San Pietroburgo e della Fondazione Vladimir Smirnov.
Distribuzione: Movies Inspired
Paese: Russia
Anno: 2017
Durata: 118 minuti
Uscita in sala: 1° agosto 2019