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Palazzo Braschi ospita la grazia e l’eterna bellezza dell’Arte di Antonio Canova

"Canova. Eterna bellezza" (Ph. Chiara Ricci)
“Canova. Eterna bellezza” (Ph. Chiara Ricci)

La Rubrica online “Piazza Navona” questa mattina ha preso parte alla conferenza stampa della mostra “Canova. Eterna bellezza” – alla presenza della Sindaca capitolina Virginia Raggi – che sarà aperta al pubblico dal 9 ottobre sino al 15 marzo 2020. Non mancate a questo appuntamento con l’Arte!

Canova. Eterna bellezza

Questa mattina nel cortile di Palazzo Braschi, lo storico edificio romano costruito su commissione di Luigi Braschi Onesti dall’architetto Cosimo Romelli tra il 1791 e il 1804 che si affaccia direttamente sulla splendida Piazza Navona, si è tenuta la conferenza stampa della mostra Canova. Eterna bellezza.

"Canova. Eterna bellezza" (Ph. Chiara Ricci)
“Canova. Eterna bellezza” (Ph. Chiara Ricci)

Tale mostra, che sarà aperta al pubblico dal 9 ottobre 2019 al 15 marzo 2020, è promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale, prodotta dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia, organizzata da Zètema progetto Cultura ed è realizzata in collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca e con Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno.

Alla conferenza stampa gremita di giornalisti hanno preso parte la Sindaca di Roma Virginia Raggi, la Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali Maria Vittoria Marini Clarelli, il curatore della mostra Professor Giuseppe Pavanello, Iole Siena di Zètema e Francesco Moschini, Segretario Generale dell’Accademia Nazionale di San Luca.

La prima a prendere la parola è stata proprio la Sindaca capitolina:

Ad essa sono seguite le parole appassionate del Professor Pavanello che ha illustrato magistralmente il contenuto della mostra stessa e il contesto storico che rappresenta attraverso le opere del Canova:

Canova. Eterna bellezza racconta il rapporto dello scultore neoclassico veneto con Roma e il suo impegno artistico in questa città. Antonio Canova, infatti, arriva a Roma nel novembre 1779 quando è considerata – allora come oggi – culla dell’Arte classica e terreno fertile per un incontro con il moderno.

L’artista resta in città sino al 1798 quando disordini e moti insurrezionali dei giacobini iniziano a creare forti disagi al potere costituito. È in questo momento storico che molte delle opere artistiche conservate a Roma vengono trasferite a Parigi. Canova tornerà a Roma nel 1799. Nell’anno successivo avviene l’elezione di Papa Pio VII (al secolo Barnaba Niccolò Maria Luigi Chiaramonti) il quale – anche su suggerimento del Cardinale Ercole Consalvi, suo segretario di Stato – commissiona ad Antonio Canova il riscatto di tutti i “furti artistici” avvenuti in città.

Vengono acquistati tre marmi dai quali Canova crea Perseo trionfante (collocato sul piedistallo dell’Apollo del Belvedere) e i due pugilatori Creugante e Damosseno anch’essi posti nel cortile del Belvedere del Museo Pio- Clementino.

Tanta è l’ammirazione di Papa Pio VII per lo scultore veneto da nominarlo Ispettore delle Belle Arti consentendogli anche il controllo sui beni e le opere da esportare. Nel 1814 all’artista viene persino affidato il compito di recuperare le opere d’arte che i francesi alla fine del secolo precedente hanno portato a Parigi

Antonio Canova, "Amore e Psiche" - in gesso (Ph. Chiara Ricci)
Antonio Canova, “Amore e Psiche” – in gesso (Ph. Chiara Ricci)

 Ad ogni modo Canova. Eterna bellezza grazie ad una illuminazione “a lume di candela” (la stessa utilizzata dal Canova per mostrare le sue opere agli ospiti invitati nel suo atelier di Via delle Colonnette) racconta la “fase romana dell’artista veneto.

A rendere ancora più fluida, affascinante e particolare l’esposizione vi sono degli specchi posizionati in modo tale da ammirare l’opera d’arte nella sua totalità e da ogni punto di vista creando una sorta di illusione nella riproducibilità dell’opera stessa e la rotazione di alcune di queste opere di 360 gradi posizionate su basamenti girevoli.

Antonio Canova, "Danzatrice mani sui fianchi", 1806-1812 (Ph. Chiar Ricci)
Antonio Canova, “Danzatrice mani sui fianchi”, 1806-1812 (Ph. Chiar Ricci)

In tal senso, Canova. Eterna bellezza diviene un terreno d’incontro tra classico e moderno dove l’uno arriva a fondersi nell’altro e viceversa.

Ma tanti e diversi sono i prestiti che vanno ad impreziosire questa esposizione che si articola in ben 13 sale in cui sono raccolte circa 170 opere (tra di esse vi sono opere anche di scultori e pittori contemporanei al Canova). Tra questi vi sono, ad esempio, l’Ermitage di San Pietroburgo, i Musei Capitolini, il Museo Correr di Venezia e l’Accademia Nazionale di San Luca). Ma non è tutto. La mostra è arricchita anche dell’esposizione fotografica di Mimmo Jodice il suo soggetto è il ritratto – in un rigoroso e lucente – bianco e nero che conferiscono vivacità, morbidezza e movimento alle opere scultoree dell’artista.

Infine, come si è accennato all’inizio Roma era considerata ed è considerata terreno fertile per la modernità. La Storia si ripete. E non è un caso che ad accogliere gli ospiti e i visitatori della mostra vi è una riproduzione dell’Amore e Psiche ad opera di Magister con Robotor. Tale opera, infatti, è stata utilizzata da un robot che, partendo dalla scultura originale conservata presso il Louvre di Parigi, ha scolpito per oltre 270 ore un blocco di marmo di Carrara di circa 10 tonnellate.

Non perdete questa mostra evento dal titolo Canova. Eterna bellezza. Non perdete un viaggio nella Roma tra fine Settecento e prima metà dell’Ottocento. Non perdete l’occasione di ammirare l’Arte e di cibarvi di essa.

Antonio Canova, "La Religione", 1814-1815 (Ph. Chiara Ricci)
Antonio Canova, “La Religione”, 1814-1815 (Ph. Chiara Ricci)

Non perdete la possibilità di immergervi in uno spazio senza tempo e forte della sua unicità.

Ciò che mi rende più impaziente è vedere l’effetto che l’opera produrrà sulle anime del pubblico.

Questo è quanto ha affermato Canova. Sono certa che il pubblico romano (e non solo) darà certamente soddisfazione allo scultore veneto.

Canova. Eterna bellezza allestita nelle splendide sale di Palazzo Braschi resterà aperta al pubblico sino al 15 marzo 2020.

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