“La trappola” di Delfino Cinelli: un racconto ormai dimenticato (ri)prende vita grazie alla neonata Casa Editrice Divergenze. Una trappola d’amore e di vendetta che mostra le debolezze dell’animo umano.
La trama
Toscana, Ciciano. Campagna senese.
Il marchese Paolo Martorelli con la complicità del fidato guardiacaccia Stefano è deciso a tirare un brutto colpo al bottegaio Pulce: un uomo del popolo, semplice ma dai modi e dal carattere assai brusco e diffidente. Sia il marchese che il guardiacaccia hanno un motivo per realizzare questo “colpo gobbo”: il primo si è infatuato della moglie di Pulce, la bella tabaccaia Armida mentre l’altro non vede l’ora di vendicarsi di un torto e di un disonore subito qualche tempo prima. Entrambi, insomma, attendono il momento giusto per menare per il naso l’uomo che proprio non ce la fa a suscitare simpatia con la sua impulsività, ignoranza, rozzezza.
Come scrive l’Autore Delfino Cinelli, spesso nella vita vale la legge del taglione: occhio per occhio dente per dente cui si aggiunge – per amore di saggezza popolare – che la vendetta è un piatto che va servito freddo. Così, il marchese e Stefano studiano ed elaborano con estrema lucidità il piano da attuare, sia pure per la sola soddisfazione personale. Ben presto, però, quello che per Paolo Martorelli sembrava essere solo un capriccio si trasforma in qualcosa di più. Nasce un sentimento per Armida e soffre assieme a lei nel saperla maltrattata, picchiata, vessata dal rude marito che non ama.
La trappola viene preparata: Pulce – forse per la prima volta nella sua vita – si sentirà piegato, disfatto, non pronto a pagare per tutto il male inflitto. La ragione, la passione, la mente, il cuore… la trappola è compiuta. Che ne sarà di Pulce ormai nudo e disarmato di fronte alla vita?
Sul libro
La trappola è un racconto dello scrittore toscano Delfino Cinelli nato a Signa (in provincia di Firenze) nel 1889. Si tratta di un Autore molto apprezzato nella sua epoca (primi del Novecento) ma non molto conosciuto ai più. Eppure il Cinelli è stato una buona penna del Corriere della Sera e di riviste letterarie quali, ad esempio, Pegaso e La Nuova Antologia. A tutto questo non si può non ricordare il suo lavoro di traduzione – assieme ad Elio Vittorini – dei racconti di Edgar Allan Poe.
Oggi, a quasi centotrenta anni dalla nascita di Delfino Cinelli (e a quasi settantasette dalla sua morte avvenuta nel 1942) è arrivato il momento di ricordare e di far conoscere l’opera dello scrittore toscano. A questo ha pensato la neonata Casa Editrice Divergenze che, nata nel marzo di quest’anno, ha debuttato con la collana Le scie pubblicando e riportando alla memoria questo racconto/gioiello della Letteratura italiana.
La trappola viene pubblicato per la prima volta nel 1928 (ben novant’anni fa!) dalla Casa Editrice milanese L’Eroica la cui ultima ristampa risale al 1934. Degno di nota è l’incursione di questo racconto nel cinema grazie al regista Mario Soldati che, nel 1942, trae spunto da quest’opera per realizzare il suo film Tragica notte.
L’operazione compiuta dalla Casa Editrice Divergenze è assolutamente meritevole di plauso e di lodi. (Ri)portare alla memoria e a seconda vita Autori come Delfino Cinelli è qualcosa di davvero importante per il nostro panorama letterario contemporaneo e passato.
È come se un importante tassello di questo “mosaico” fosse tornato a riprendere i suoi colori luminosi e splendenti. Ma tanto è anche merito dello stesso Cinelli che nella sua Trappola è riuscito a ricreare fedelmente e realmente un ambiente di campagna, di contadini, di gente semplice del popolo il cui unico svago è quello di ritrovarsi in bottega a bere un bicchiere di buon vino, ad acquistare delle buone sigarette (s)parlando della vita e degli abitanti del paese.
Ed è proprio tra questi racconti che si intesse la vicenda di Pulce-Stefano-Paolo-Armida. Da questo quadrilatero si possono ben creare due triangoli incrociati che al proprio vertice hanno sempre Pulce, allo stesso tempo vittima e carnefice. In tal modo avremmo una prima triade composta da Pulce-Stefano-Paolo e una seconda composta da Pulce-Armida-Paolo. Cinelli è estremamente lucido e attento nell’equilibrare i rapporti, i dialoghi, gli scambi tra questi personaggi.
Ne viene fuori un ritratto, un dipinto d’insieme estremamente pulito, realizzato con colori terrosi, con veloci pennellate dense di colore e dal tratto deciso. È un racconto che merita di essere attentamente analizzato per la sua costruzione, per il suo stile ben definito, per la costruzione dei caratteri e dei profili psicologici di ciascun personaggio.
Ognuno ha la sua parte ed ognuno di essi è in perfetto equilibrio con l’ambiente circostante e con i suoi comprimari. Un piccolo grande gioiello della nostra Letteratura tutto da riscoprire. Uno sguardo sull’Italia, sui suoi caratteri (spesso ripresi nel Teatro, nel Cinema come, ad esempio, nei topoi della Commedia all’italiana), sulle sue virtù, i suoi pregi e le sue debolezze. Una trappola. Ieri come oggi.