“Dekameron”: il libro d’esordio del giovane Autore Giorgio Franceschelli. Dieci racconti dieci per una comitiva di altrettanti ragazzi bloccati in casa dalla neve scoprendone caratteri, tic… in un incessante gioco di parole e di fantasia.
La trama
Una comitiva di dieci amici (sette ragazzi e tre ragazze) decide di trascorrere un fine settimana in montagna, lontano dalla caotica città. Ma un piccolo inconveniente quale una forte nevicata obbliga i ragazzi a restare chiusi in casa senza viveri, elettricità, internet e abbastanza al freddo. Oltre all’abbondante nevicata e allo scarseggiare del cibo il problema è ancora un altro: come far passare il tempo senza abbandonarsi alla noia? La soluzione è semplice: raccogliersi e iniziare a raccontarsi storie. Così, i dieci ragazzi (di decameroniana memoria, proprio come ricorda il titolo del libro) iniziano a narrare altrettante storie dai generi più svariati: splatter, romantico, distopico, giallo, horror, thriller, di fantasia… In tal modo ognuno dei ragazzi ha anche l’opportunità di raccontare un po’ di sé, di divertirsi, pensare, riflettere, prendersi in giro, sorridere… Quali momenti d’oro sa creare una nevicata abbondante!
Sul libro
Dekameron è il romanzo d’esordio di Giorgio Franceschelli edito dalla Aras Edizioni inserito nella collana Stile Rana young. Si tratta di un Autore giovanissimo e dagli interessi più disparati: dalla matematica al cinema passando per il cinema e il disegno. Da questa sua mente così originale ed eclettica nasce questa raccolta di racconti assolutamente da non perdere per la sua originalità e per i suoi molteplici colori di cui è “dipinta”. Franceshelli, infatti, entra nel corpo di ognuno dei dieci ragazzi della comitiva accennandone carattere, tic, interessi, psicologia… si impossessa di ognuno di loro creando dei personaggi che non possono non suscitare la nostra simpatia. Si passa dallo sbadato, alla coppia di amiche inseparabili in qualsiasi situazione passando per la tuttofare sempre pronta a trovare una soluzione, al comico del gruppo che sa trovare il grottesco in ogni situazione.
L’operazione dell’Autore è assolutamente riuscita grazie anche a uno stile già abbastanza identificativo e formato. Franceschelli, infatti, si distingue per la sua capacità di saper giocare con le parole, di trasformarle senza trasfigurarle, di divertirsi con i loro significati arrivando persino a sovvertirli ma senza mai creare disturbo alla lingua italiana. In fondo, quasi naturalmente – proprio come suggerisce il titolo – viene spontaneo ripensare al gruppo di ragazzi riuniti dal Boccaccio ma, come scrive l scrittrice Anna D’Alberto nella sue Prefazione al volume, Giorgio Franceschelli fa – con tutto il doveroso rispetto – “le boccacce al Boccaccio” senza irriverenza, senza emulazione… solo per sorridere in una generazione ormai 2.0 e che (forse!) dello scrittore non ha mai sentito parlare dello scrittore certaldese. Insomma: non lasciatevi sfuggire questo libro… non sia mai che vi sia di suggerimento per i freddi giorni di neve?!
Incontro con l’Autore
Con grande piacere ho la possibilità di intervistare l’eclettico Giorgio Franceschelli, vulcanico autore di Dekameron. È un vero piacere ospitarlo in questa sezione “Libri” e conoscere un talento tanto vispo, incontrare un’energia tanto contagiosa.
È un Autore giovanissimo impegnato su più fronti: studente d’ingegneria Informatica, amante dello sport, del cinema, illustratore, barman, vincitore di quattro premi letterari… ma come è avvenuto il suo incontro con la Scrittura?
Premesso che, con due genitori laureati in lettere e lingue straniere sono cresciuto in una casa piena di libri e dunque, forse, qualcosa covava in me già da tempo, l’incontro vero e proprio con la scrittura è stato molto casuale. Quando ero in quarta, il mio liceo ha indetto un concorso di narrativa, con un sostanzioso premio in denaro. Mi sembrava giusto quantomeno provare… e poi, dopo averlo vinto, non ho più smesso.
Come e quando è nata l’idea di scrivere il suo Dekameron?
Anche qui, è stato tutto piuttosto fortuito: avevo scritto una decina di racconti, tutti di genere diverso (ma accomunati da giochi di parole e finali a sorpresa), e avevo voglia di racchiuderli in una raccolta. I racconti erano così diversi che necessitavano di narratori diversi; e dieci narratori diversi con storie a loro modo divertenti mi ha fatto subito pensare al Decameron.
Certamente il punto di forza del suo stile di scrittura è quella comicità data dalla sua capacità di giocare con le parole e con i loro diversi significati a seconda della situazione. Chi ha influenzato questo suo stile o a chi si ispira?
In realtà, è uno stile che mi è venuto molto naturale. Fatico a trovare un riferimento letterario che possa avermi davvero influenzato in tal senso. Più facile, invece, che abbia assimilato qualcosa da altri campi: da telefilm (come Scrubs o How I met your mother, ad esempio), o anche solo dalla Settimana Enigmistica, di cui sono un fanatico solutore.
Nella sua premessa scrive che il suo libro come il Decameron (citato col dovuto rispetto e ammirazione) vuole raccontare diversi aspetti delle nostre piccole vite. Quale vuole essere il messaggio e lo scopo di questa sua prima pubblicazione?
Il messaggio, se è possibile ridurre il tutto a un messaggio unico, è che i giovani hanno ancora tanto da raccontare; non solo, che hanno bisogno di raccontare, per capire meglio il mondo in cui si trovano e stare meglio con se stessi. Che è un po’ quello che succede a me.
Il libro è composto da dieci racconti ognuno di uno stile diverso: commedia, horror, giallo, fantasy, distopia… Qual è stata – se c’è stata – la difficoltà di creare i suoi dieci personaggi e attraverso di essi di creare per ognuno un carattere e una storia diversi?
Avendo scritto prima i racconti e solo successivamente la cornice e i personaggi, il lavoro è stato l’opposto: ho avuto bisogno di creare personaggi che ben si accordassero con le storie che raccontavano. È un po’ un controsenso, visto che quasi sempre si dice che è il protagonista a fare il libro e non viceversa, ma è stato un lavoro stimolante.
- Cos’è che più l’ha divertita nello scrivere questo libro?
Il continuo gioco: non solo di parole, ma anche con il lettore. Il pensare sempre a come sorprenderlo, spiazzarlo e farlo meditare è stato molto divertente.
Nella Prefazione di Anna D’Alberto è scritto che il suo libro fa le boccacce al Boccaccio ma sempre dimostrando un grande amore e rispetto per la Letteratura che può diventare anche un gioco. Ecco: cos’è per lei la Letteratura e come è stato portare nel XXI secolo una versione “aggiornata” del classico Decameron?
Sarà banale, ma per me la letteratura è una porta verso mondi diversi dal mio. E non intendo per forza immaginari; spesso, leggendo un libro, si riesce a entrare nel mondo dello scrittore, e si riesce a cogliere qualcosa di lui che altrimenti non si sarebbe potuto cogliere. Invece, portare una versione aggiornata di un grande classico è stato interessante ma anche complicato: trasportare concetti avanti di secoli mi ha obbligato a chiedermi il perché di quel libro, e a come risponderei io, qui, ora, a quello stesso perché.
Quali sono i suoi prossimi impegni e progetti letterari?
I prossimi impegni sono le future presentazioni del libro, a cominciare da quella del 15 luglio a Pesaro! Poi continuerò a scrivere, cercando magari di spostarmi verso il romanzo…
- Un’ultima domanda…doverosa: quali sono gli Autori o i libri che hanno influenzato il suo essere Lettore e Scrittore?
Il mio essere lettore ha vissuto molti alti e bassi nella mia vita, soprattutto prima di iniziare a scrivere. Ho passato anni a leggere solo i libri di Poirot, e poi a leggere solo quando richiesto a scuola… Da scrittore, poi, ho ovviamente iniziato a leggere molto di più, e non c’è dubbio che la letteratura americana e Hemingway in particolare siano la mia stella polare.
Ancora tantissime grazie a Giorgio Franceschelli! A me non resta che augurarvi una buona (e divertente!) lettura ricordandovi ancora una volta la prossima presentazione di Dekameron che si terrà presso gli Orti Giulii di Pesaro il prossimo 15 luglio. Non mancate!