“La Grande guerra: le donne negate”. L’interessante saggio storico di Emanuela Citati Zambelli che ricorda le donne della Grande Guerra spiegando con vigore e forza quanto siano (state) importanti e dimenticate.
Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se Dio esiste potrebbe anche essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza. Poi avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse la mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza. Infine avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c’è un’intelligenza che chiede d’essere ascoltata.
Oriana Fallaci
La trama
La Grande guerra: le donne negate di Emanuela Citati Zambelli ed edito da Umberto Soletti Editore ha celato nel sottotitolo Perché nella scuola la donna è assente dai libri di scuola? tutta la sua ragion d’essere.
Infatti, il testo poggia la sua struttura su un unico ma solido, fermo e stabile punto d’appoggio: l’importanza della figura femminile durante la Prima guerra mondiale ingiustamente negata, trascurata e dimenticata dai testi scolastici. Tutto questo provoca degli scompensi e degli squilibri nella verità e nella realtà storica che molto probabilmente non riguarda solo la “questione” della Grande guerra.
Il volume affronta questo tema abbastanza spinoso, per un certo modo di vedere e di intendere la Storia, avvalendosi di numerose testimonianze, nomi, volti, racconti e documentazioni affrancati e sostenuti da una fitta e nutrita bibliografia. Tante sono le storie e le donne che Emanuela Citati Zambelli riporta alla luce e (forse per la prima volta) alla memoria: medici, donne soldato, infermiere, radiologhe, suore, crocerossine… Tra queste, ad esempio, vi sono: Maria Luisa Perduca (infermiera), le sorelle Florence Ada (radiologa) ed Edith Anne (primo fisico medico) Stoney, Marie Curie (due volte Premio Nobel per la Fisica nel 1903 e per la Chimica nel 1911), Maria Amalia von Hauler (donna soldato e tiratore scelto), Lidia Vissarionovna Zvereva (primo aviatore donna russa) … E tante tante altre.
Molte di loro – se non la grande maggioranza – hanno ricevuto anche se spesso postume medaglie al valore civile. Questo è proprio quanto è accaduto alla portatrice carnica Maria Plozner Mentil uccisa da un cecchino austriaco nel 1916 e insignita del prestigioso riconoscimento nel 1997 dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Non è un caso che sino al 2016 a Paluzza (provincia di Udine e luogo della morte della Plozner Mentil) sorgeva quella che, dal 1955, è stata la prima Caserma dedicata a una donna.
Un libro sulla memoria e per la memoria. Un testo che impreziosisce la Storia (ri)dandole i suoi volti e i suoi racconti. Perché la Storia non può permettersi di dimenticare.
Il libro
L’Autrice Emanuela Citati Zambelli (docente di educazione musicale nella scuola secondaria di primo grado e giornalista pubblicista) nel settembre 2016 pubblica per Umberto Soletti Editore il suo interessante volume La Grande guerra: le donne negate. Perché nella scuola la donna è assente dai libri di scuola? in occasione del centenario della Prima guerra mondiale ottenendo una menzione speciale al Premio Letterario Fortuna di Bari (2017).
Scrive Fausta Luscia (Presidentessa dell’Associazione nazionale donne elettrici – A.N.D.E.) nella prefazione del saggio:
… nasce l’esigenza di una Storia inclusiva. Educare alla parità di genere, che è poi parte integrante dell’educare alla cittadinanza, passa anche da come si scrivono i libri di storia delle scuole di ogni ordine e grado.
Ed è esattamente questo il punto di partenza di questo breve ma corposo e fitto saggio puntando all’interesse del Miur, di docenti, studenti, famiglie… L’intento è quello di ridare alla Storia i suoi giusti volti senza togliere meriti a nessuno semmai condividerli o conferirli a chi di diritto smascherando una certa (involontaria?) “omertà storica”. I tempi son cambiati. La Storia resta e le storie, assieme ad essa, hanno bisogno di verità.
Quello affrontato dall’Autrice è un tema delicato che – spesso – potrebbe persino riportare a una lettura storica seppur senza mai spingersi verso un desiderio di cieco e sterile femminismo. È una ricerca della Verità a favore di quelle Donne che per la propria Patria, per i propri uomini al fronte, per la Società di appartenenza hanno dedicato e sacrificato la vita.
In tutto questo sta il pregio di questo volume arricchito da immagini, da accurate schede bibliografiche, da una scrittura agile, semplice, accorata che non manca mai di sottolineare Perché nella scuola la donna è assente dai libri di scuola?
Non c’è che dire: il saggio storico di Emanuela Citati Zambelli avrebbe tutto il merito di affiancare gli “ufficiali” manuali di Storia adottati dalle scuole. E non solo. Meriterebbe di esser riconosciuto di importanza nazionale (e internazionale) per la diffusione dell’identità femminile (e non prettamente femminista), del suo fare, del suo agire e del suo coraggio che la Storia non ha mai scalfito né indebolito.
Si tratta di un libro di Storia per la Storia assolutamente da non perdere. Per conoscere. Per non dimenticare. Per ricordare il sacrificio, le difficoltà, i successi e le sconfitte di donne che hanno reso grande il nostro Passato. Il nostro Futuro.