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Letto per voi… “Rosso rosso come un rubino” di Giuseppe Scarpato Senior

La Rubrica online “Piazza Navona” vi presenta il libro di Giuseppe Scarpato Senior “Rosso rosso come un rubino”. Il diario di un padre, dato alle stampe dai suoi eredi, che narra la triste vicenda del piccolo Sosò, il suo primogenito. Un racconto di vita, di Storia e d’amore perché la memoria è senza tempo.

La trama

Giuseppe Scarpato Senior, “Rosso rosso come un rubino. La storia di Sosò Scarpato” (2020)

Rosso rosso come un rubino è un libro di memoria e storia scritto da Giuseppe Scarpato SeniorPippo per i nipoti e gli affetti più cari – nel 1983 decide di scrivere e raccontare la triste vicenda di suo figlio Sosò (all’anagrafe Salvatore) nato il 13 settembre 1943 e scomparso prematuramente il 26 novembre 1947 a causa delle conseguenze dovute a un parto difficile e a una manovra errata del ginecologo che, per portarlo alla luce, ha posto le mani sul suo cervelletto distruggendolo. Il libro, così, diviene il racconto del profondo dolore di un padre per il proprio figlio ma anche del profondo amore dell’uomo per la sua compagna e sposa Clara D’Arienzo, sua collega maestra elementare supplente, che sposa a Tufino (paese in provincia di Napoli) il 4 ottobre 1942. Altra protagonista della vicenda è la Storia: la visita in Italia di Hitler del 1938, la Seconda Guerra Mondiale, i bombardamenti, i rifugi, lo sbarco a Salerno, la fame, la lotta per la sopravvivenza, le fughe degli uomini per non essere catturati dai tedeschi e portati nei freddi e lontani campi di prigionia e di sterminio. L’amore – di marito e di padre – e la guerra. La parola sincera di Giuseppe Scarpato Senior rivela ai lettori di oggi un grande senso di tenerezza e speranza e la sovrumana potenza della memoria che supera ogni Tempo e accompagna languida il dolore che non si cancella…

Sul libro

Giuseppe Scarpato Senior, “Rosso rosso come un rubino. La storia di Sosò Scarpato” (2020)

Nel dicembre 2020 viene pubblicato il libro Rosso rosso come un rubino. La storia di Sosò Scarpato scritto da Giuseppe Scarpato Senior e curato da Renato e Giuseppe Scarpato Jr. Come si buon intuire è la storia di una famiglia italiana, napoletana per essere precisi.

Giuseppe Scarpato Senior, infatti, nasce nel centro della città partenopea il 16 febbraio 1917 dove muore il 26 marzo 1992. Secondo di sette fratelli e deve crescere molto in fretta anche a causa di un marito-padrone più sollecito ed attento ad inseguir gonnelle che ad allevar figli. Così, nel 1983, forse per la necessità di dare una forma tangibile ai propri ricordi o per far sì che la sua vita non venisse dimenticata neanche da lui stesso, dopo che la sua stabilità psichica aveva iniziato a indebolirsi, scrive della triste scomparsa del suo piccolo Sosò. Rosso ross come un rubino, infatti, come fosse una sorta di diario riporta date, nomi, eventi che riguardano, nei primi due capitoli, l’infanzia dell’Autore e il suo amore totale per la donna che diventerà sua moglie, Clara D’Arienzo mentre il resto del libro è totalmente incentrato sulla storia anche clinica del dolce Sosò.

Giuseppe Scarpato Senior, “Rosso rosso come un rubino. La storia di Sosò Scarpato” (2020)

L’Autore attraverso la sua scrittura semplice, accorata, sincera, fluida, poetica tanto da toccare alcune punte di lirismo fa della sua memoria e della sua vita la Storia e, anche se a distanza di anni, lascia a noi Lettori e spettatori di oggi grandi insegnamenti di vita e di rettitudine. È un uomo semplice Giuseppe Scarpato Senior – e tanto è il nostro affetto per lui che ci permettiamo di chiamarlo Pippo – di sentimenti forti, autentici, profondi, sinceri, umili ovvero forti di una potenza senza eguali. E tutto questo traspare dal suo racconto che rivive attraverso la sua memoria senza risparmiarsi al dolore, alla sofferenza, senza sottrarsi a quel senso di impotenza e di sconfitta che prova un genitore di fronte alla sofferenza e alla perdita di un figlio. Un dolore che il tempo non lenisce e che richiede estremo coraggio per essere affrontato e assorbito. Giorno dopo giorno.

Allo stesso tempo Rosso rosso come un rubino, sempre con un linguaggio uno stile d’altri tempi, racconta di un grande amore… d’altri tempi. Bellissimo e totale. Pippo ama sua moglie fin dal primo sguardo, un autentico colpo di fulmine, e l’amore è totale:

La sua prima apparizione fu per me l’avverarsi di un sogno lungamente vagheggiato: la figura slanciata, tutta inguainata in una sobria toletta nera che le si addiceva molto sulla bruna carnagione, ed il viso calmo e sereno, dai lineamenti perfetti, quell’aspetto timido e apparentemente debole, quella simpatica, indefinibile aria di nonchalance fecero gran colpo su di me: per la prima volta sentii fremere il mio sangue e caddi in uno stato di profondo turbamento. Conoscerla ed amarla fu tutt’uno.

Giuseppe Scarpato Senior, “Rosso rosso come un rubino. La storia di Sosò Scarpato” (2020)

Ed è commovente, emozionante la tenerezza, la delicatezza, il senso di protezione con cui Pippo racconta il rapporto con la sua sposa dove complicità e devozione vanno al di là di qualsiasi barriera spazio-temporale.

Ma non è ancora tutto. Rosso rosso come un rubino oltre ad essere un diario di memorie personali è anche un diario della memoria storica del nostro Paese. L’Autore, infatti, colloca e descrive alla perfezione l’ambiente e l’atmosfera in cui vive soprattutto durante la Seconda Guerra Mondiale. Siamo a Tufino. Vicino Napoli. Pippo non manca di annotare e raccontare cosa accade attorno a sé (ri)portando alla nostra memoria anche eventi molti importanti quali, ad esempio, l’eccidio di Nola avvenuto nel 1943, le razzie dei tedeschi nella campagne campane, le incursioni aeree, i cannoneggiamenti della piana di Capua, i bombardamenti e il crollo di quattro palazzi a vico della Tófa, nei Quartieri Spagnoli. In tal modo il volume diviene anche una sorta di manuale storico, di racconto in soggettiva della Storia.

Certamente Rosso rosso come un rubino è un libro da leggere e da scoprire poiché – attraverso le sue pagine  – si avrà  modo di imparare e di conoscere più noi stessi e la nostra Storia. Alla base di questo libro vi sono tre solide basi: l’Amore, la Famiglia e la Memoria. Sono passati tanti anni dalla scomparsa di Sosò e dalla fine della Seconda guerra mondiale ma queste basi restano per noi fondamentali. E dovranno continuare ad esserlo. Oltre ogni Tempo. E di tutto l’amore che trabocca da queste pagine è doveroso ringraziare Pippo ovvero Giuseppe Scarpato Senior ma anche la sua famiglia, in particolar modo Renato e Giuseppe Scarpato Jr che hanno voluto condividere questa storia di pura tenerezza e sincera realtà e deciso di devolvere il ricavato delle vendite del libro alla Caritas di Tufino.

Incontro con l’Autore

Giuseppe Scarpato Jr, curatore del libro “Rosso rosso come un rubino. La storia di Sosò Scarpato” di Giuseppe Scarpato Senior, (2020) – Per gentile concessione di Giuseppe Scarpato Jr

Come è nato il progetto editoriale di Rosso rosso come un rubino. La storia di Sosò Scarpato?

L’idea è nata subito dopo la morte di mio nonno, quando abbiamo ri-scoperto tantissimi suoi scritti. Tante poesie e ricerche, ma soprattutto degli appunti che ricostruivano la storia della nascita e la morte prematura del primogenito Salvatore. Prima mio padre e poi io abbiamo realizzato, leggendoli, che sarebbe stato bello pubblicarli.

Quali sono state le sue emozioni quando ha scoperto e letto per la prima volta le pagine di questo diario scritto da suo nonno?

Difficili da descrivere. Mi trovato all’improvviso calato in una storia drammatica e complessa che riguardava non solo il passato della mia famiglia, ma la mia vita e, in fondo, la mia stessa esistenza. Conoscere in dettaglio i vari momenti in cui la vita di mio nonno avrebbe potuto prendere (per scelta o per “destino”) una piega diversa da quella che poi è stata, come una sorta di sliding doors, mi ha dato una scarica di adrenalina…

Quale tipo di lavoro è stato fatto sul testo originale dell’opera? 

Il piccolo Sosò con suo padre Giuseppe Scarpato Senior (Per gentile concessione di Giuseppe Scarpato Jr)

Il lavoro è stato duro, soprattutto da parte di mio padre, che ha dovuto leggere, interpretare e trascrivere in digitale il manoscritto originario (arricchito con l’occasione con note su alcuni aspetti linguistici e storici). Quando, poi, è arrivato il momento della pubblicazione, ho deciso di non intervenire in alcun modo sul testo originale. Ho solo deciso i titoli, sia del libro sia dei capitoli. Volevo che fosse un testo autentico, senza contaminazioni. Anche a costo che non sembrasse un lavoro perfetto. Ho solo modificato qualche nome di persone nei cui confronti mio nonno si era espresso in termini poco lusinghieri….

Oltre ad essere dirigente di un’importante impresa è anche giornalista. Osservando e leggendo lo scritto di suo nonno da un punto di vista giornalistico e, quindi, critico e storico quale impatto ha nella società di oggi e nella storia contemporaneità?

Ho deciso di pubblicarlo ora (dopo molti anni in cui è stato in un cassetto) proprio perché, dopo la Seconda Guerra Mondiale, questo è con ogni probabilità il momento più cupo da oltre 100 anni; e sono convinto che dalle vicende di allora possiamo trarre la forza per superare le difficoltà di oggi. La generazione di mio nonno è stata capace di continuare a vivere e di progettare il futuro anche sotto le bombe. Noi, invece, siamo come sospesi….   Per questo ho scelto il titolo. Ho voluto cogliere uno dei pochi momenti di serenità che si raccontano nel libro, affinché ci fosse – nonostante tutto – un messaggio di speranza.

Giuseppe Scarpato nelle pagine del suo diario racconta non “solo” la sua storia ma la Storia. Due racconti che scorrono paralleli ma sono l’uno parte dell’altro. Da lettore e da redattore dell’opera in che modo ha percepito e letto questi due piani narrativi così autentici e armonici?

Giuseppe Scarpato Jr, curatore del libro “Rosso rosso come un rubino. La storia di Sosò Scarpato” di Giuseppe Scarpato Senior, (2020) – Per gentile concessione di Giuseppe Scarpato Jr

È un intreccio inestricabile ed è a, mio avviso, l’aspetto più interessante del libro.  Allo stesso tempo, però, quella storia potrebbe essersi verificata in qualsiasi epoca. Certamente avrebbe avuto (e avrebbe) sfumature diverse, ma la sostanza non cambierebbe, neppure oggi. Come ho accennato nella piccola postfazione, non vedo molte differenze tra l’amore di mio nonno per il figlio malato, che nel ‘43 lo ha spinto a percorrere 30 km in bicicletta facendo lo slalom tra le truppe naziste in ritirata, e quello di un papà siriano che oggi percorre a piedi la rotta balcanica con il proprio figlio tra le braccia (o quello di una madre africana che “spedisce” sua figlia in Europa su un barcone, nella speranza che abbia un futuro migliore).

Rosso rosso come un rubino, per la sua importanza storica e umana, meriterebbe di essere presentato nelle scuole e condiviso con le nuove generazioni. Al di là dell’attuale situazione dovuta all’emergenza sanitaria, ha mai preso in considerazione un simile progetto?

Non sono sicuro di essere all’altezza. Sicuramente non all’altezza di mio nonno, che ha vissuto quei momenti e li avrebbe raccontati come io non sarei in grado di fare. Ovviamente non mi sottrarrei, anche perché ho deciso di devolvere in beneficenza le royalties del libro e, quindi, la promozione nelle scuole sarebbe anche uno strumento per sostenere i bambini più bisognosi. In un primo momento avevo pensato ad un’associazione che si occupa di bambini in zona di guerra. Poi il Parroco del paese in cui si sono svolti i fatti, Tufino, mi ha proposto di devolverli alla Caritas locale, che assiste alcuni bambini del posto. E così ho accettato volentieri. Spero, appena possibile, di accogliere l’invito a presentare il libro nella parrocchia e di portare con me quanto riuscirò a raccogliere con questa iniziativa. Non sarà tanto, purtroppo, ma sono sicuro che nonno Pippo avrebbe fatto lo stesso. Se posso, aggiungo che il mio sogno sarebbe se questa storia diventasse un film, in modo da raggiungere un pubblico più ampio.

Il piccolo Sosò Scarpato (Per gentile concessione di Giuseppe Scarpato Jr)

Quale messaggio, quale pensiero vorrebbe lasciasse Rosso rosso come un rubino nei suoi lettori?

Sicuramente mi piacerebbe che riflettessero sull’importanza di dare una mano a chi ha bisogno. Mio nonno tratteggia la figura di un contadino, Gennaro, che ha dato protezione a lui, alla moglie Clara ed al piccolo Sosò, pronto a respingere con ogni mezzo l’eventuale assalto dei tedeschi in fuga… Mi piacerebbe che tutti diventassero un po’ Gennaro, pronti a tendere una mano a chi ha bisogno.

Rosso come un rubino è un inno alla memoria e all’unione familiare. Secondo lei, quanto sono importanti questi due “concetti” in relazione al nostro passato e al nostro presente?

Lo sono certamente. Oggi più che mai. Per la prima volta dopo anni in cui abbiamo avuto la sensazione che le distanze fisiche fossero annullate dai mezzi di trasporto veloci e “low cost” (e che vivessimo in un unico villaggio globale), oggi abbiamo capito quanto sia duro  stare lontani fisicamente dai propri cari (nonostante la tecnologia ci abbia consentito di continuare a restare in contatto, sia vocale sia visivo).

Giuseppe Scarpato Senior e sua moglie Clara D’Arienzo (Per gentile concessione di Giuseppe Scarpato Jr)

Non è un caso che abbia deciso di rispolverare la memoria proprio nel primo Natale in cui ho dovuto fare a meno di rientrare nella mia casa d’origine e di riabbracciare i miei genitori. Senza la memoria del proprio passato e senza qualcuno su cui contare (senza se e senza ma) è difficile vivere le sfide di ogni giorno a testa alta.

Se posso chiedere, cosa sentirebbe di dire oggi a suo nonno e a suo zio Sosò che, purtroppo, non ha avuto modo di conoscere?

A mio nonno rimprovererei bonariamente di non avermi raccontato in vita questa storia. Solo mia nonna mi aveva raccontato di questo suo grande dolore. Aveva una ciocca di capelli biondi conservata in un cassetto e spesso me la mostrava. A mio zio racconterei che tante persone che hanno visto la sua foto in copertina hanno notato una forte somiglianza con le mie figlie. È come aver un pezzetto di lui.

Come giornalista e come uomo: quanto sono importanti il valore della memoria e la sua condivisione?

Mi piace molto una frase di Hanna Arendt che ho riportato anche nel libro: I vuoti di oblio non esistono. Nessuna cosa umana può essere cancellata completamente e al mondo c’è troppa gente perché certi fatti non si risappiano: qualcuno resterà sempre in vita per raccontare. E perciò nulla può mai essere praticamente inutile, almeno non a lunga scadenza.

“Rosso rosso come un rubino. La storia di Sosò Scarpato” di Giuseppe Scarpato Senior, (2020)

Quali sono i suoi prossimi impegni professionali ed editoriali?

Mi piacerebbe pubblicare una piccola guida sulle gite per famiglie, prendendo lo spunto dalle escursioni fatte in questo periodo di restrizioni. Oppure recuperare qualche altro scritto di mio nonno.  Vedremo.

 

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