La Rubrica online “Piazza Navona” è felice di presentarvi “Luce Bianca” (Catartica Edizioni), il romanzo dello scrittore, regista e attore cagliaritano Simone Olla. E non perdete l'”Incontro con l’Autore”!
La trama
È tra il 1991 e il 2006, tra Cagliari e Torino che si svolge la trama di Luce Bianca. Ed è in questo periodo che viene messo in atto un esperimento sociale: il Progetto Manuelli. Tale operazione prevede la sterilizzazione forzata su bambini di età compresa tra gli otto e i dodici anni considerati pericolosi per sé stessi e soprattutto per la società. Questo è il trattamento che viene riservato anche al protagonista che solo all’età di diciannove anni lascia l’Istituto Manuelli nella speranza di dare finalmente il via alla sua vita. Le difficoltà e gli incubi di questo ragazzo sembrano indomabili e inarrestabili. I ricordi, il passato vissuto assieme al suo amico Nitti sono sempre presenti. Silenziosi e profondi. Solo il suo amore per Laura e la comprensione, l’affetto di quest’ultima paiono trasformarsi in un’oasi di quiete in un animo e in un corpo così stravolti, provati e consumati. E lo sguardo si posa su un atteso futuro tutto da creare… Sì, va tutto bene. Mi passa la mano fra i capelli bagnati. Friziona dolcemente. Mi abbandono. Chiudo gli occhi.
Sul libro
Nel maggio 2022 Catartica Edizioni pubblica nella Collana In Quiete Luce Bianca, il romanzo di Simone Olla, scrittore cagliaritano e presidente dell’Associazione Culturale Casa lettrice Malicuvata di Bologna.
Si tratta di un romanzo breve (novantacinque pagine appena) in cui l’Autore organizza e struttura una storia e una trama che sin dalle prime parole catapultano il Lettore in una (sur)realtà ben definita, articolata e problematica. Una (sur)realtà rappresentata dal diabolico Progetto Manuelli ovvero di un esperimento medico-sociale che prevede la sterilizzazione di ragazzini tra gli otto e i dodici ritenuti pericolosi per il tessuto sociale. Quando il nostro protagonista (senza nome, un ragazzo e un uomo tra tanti, (con)fuso nella società di cui è terrorizzato pur essendone parte integrante a tutti gli effetti) lascia l’Istituto Manuelli ha appena diciannove anni e una vita da prendere in mano e fare veramente sua. Ma come? Da dove iniziare? E, soprattutto, come convivere con quei pensieri e quegli incubi notturni che non danno requie rendendo complesso e complicato anche il più delicato e naturale avvicinamento alla vita?
Improvvisa Luce Bianca. A 8 anni si abusa di lui, gli si sta addosso? Luce Bianca. Questa è la domanda che (per ben cinque volte nel testo) il nostro protagonista rivolge a se stesso (e non solo) in attesa di una risposta. Una risposta che trova il suo senso solo in quella luce bianca che tutto raccoglie e tutto travolge. Quella luce tipica delle corsie degli ospedali ma anche degli alti lampioni di una città che illuminano e al contempo fagocitano tutto ciò che “toccano” facendolo proprio. Il giovane tenta di trovare una spiegazione se non un senso a quanto gli è accaduto senza dimenticare di pensare al suo presente e, così, al suo futuro. Quest’ultimo è rappresentato da Laura, giovane donna dal carattere schietto e spiccio pronta a sostenere ma anche a scuotere l’animo così compromesso di questo giovane uomo assediato da se stesso e dai suoi frequenti e ricorrenti incubi.
La mia sedia ha le ruote, mi sveglio sudato e sento addosso la Luce Bianca. Applaudono tutti, e mentre lo fanno sorridono. Buonasera. Una mano sulla mia gamba destra, va tutto bene. Sono al sicuro qua dentro. Grazie. Buonasera. Tutto è luce, mi fanno male gli occhi come se guardassi il sole. Ancora quella mano che mi rassicura, dice che sono pronto. Mi infilano un ago nel braccio, la mano batte sulla mia gamba sinistra due pacche di conforto. Consigli per gli acquisti e ancora applausi e la Luce Bianca sempre più intensa sparata negli occhi. Non vedo più. A 8 anni si abusa di lui perché lo prevede il Progetto. Luce Bianca. Male agli occhi, movimenti lenti, pupille annacquate. Luce Bianca. Mi toccano, ma io non sento nulla. Mi coprono gli occhi con un telo verde… due maniche bianche sopra di me, due sotto, una dentro. Sono sudato, il rumore di una forbice, la carne si apre, caldo e freddo, scuro nell’aria… La mia specie finisce qui.
Simone Olla costruisce questo tessuto narrativo con estrema semplicità servendosi di frequenti dialoghi, di periodo brevi, di ripetizioni, di riferimenti musicali che creano una colonna sonora valida e funzionale al testo stesso (Miles Davis, Jimi Hendrix, Luther Allison…).
Luce Bianca, inoltre, fa emergere l’autorialità di Simone Olla e il suo patto d’amore con il cinema e la sua scrittura. Leggendo il testo, infatti, non sarà difficile per il Lettore pagina dopo pagina crearsi delle immagini come fossero un storyboard e il principio di alcune future scene. Lo stesso Lettore, infatti, è lasciato molto libero dall’Autore di crearsi e immaginarsi la sua luce bianca e i suoi protagonisti facendo del testo una bozza di qualcosa che potrebbe svilupparsi ancor più nel profondo e sbocciare in qualcosa di molto interessante. Luce Bianca termina in appena novantacinque pagine ma il Lettore avrebbe certamente gradito – seppur non in termini di battiture – un passo, uno sguardo, una “carezza” in più a una storia potenzialmente valida e assai ben pensata ma, forse, cresciuta e terminata troppo in fretta. Ma questo è “solo” l’inizio e le prospettive per quel “salto” che il Lettore si aspetta ci sono tutte.
Incontro con l’Autore
Come è avvenuto il suo incontro con la scrittura?
Il mio incontro con la scrittura è avvenuto nel 2003 con una raccolta di racconti pubblicata da un piccolo editore sardo.
Come è nato il progetto editoriale di Luce Bianca?
La prima stesura di Luce Bianca risale al 2005, ma con un titolo diverso. È rimasto nel cassetto fino al 2018 quando l’ho riscritto integralmente. Solo nel 2021 ho deciso di sottoporre il romanzo alla casa editrice Catartica che l’ha accolto favorevolmente.
Luce Bianca è il suo primo romanzo: cosa si aspetta dal suo esordio editoriale? E qual è l’emozione che ha accompagnato la stesura del suo testo?
È il mio primo romanzo soltanto in ordine di tempo. Dal 2005 a oggi ho scritto altri romanzi: alcuni di essi sono stati autoprodotti, altri sono ancora inediti.
Per la creazione del suo protagonista da chi o cosa ha tratto ispirazione?
Lessi un articolo che parlava di alcuni casi di sterilizzazione forzata avvenuti negli USA, in California, nel 1994. Ne rimasi molto colpito e iniziai a scrivere questa storia.
Quali sono gli Autori e le opere che hanno formato il suo essere scrittore e lettore?
Sono tanti gli autori e i libri che mi hanno formato. E fra questi tanti, in ordine sparso, scelgo e ringrazio: Ernst Jünger, Carmelo Bene, Nietzsche, Shakespeare, Marcel Proust, Baudelaire, James Joyce, David Foster Wallace, Jean Baudrillard, Carl Schmitt.
In Luce Bianca è molto presente anche la musica. Come ha scelto i brani da inserire nel testo?
Le musiche dovevano essere funzionali alla narrazione: è stato questo il criterio utilizzato per la scelta.
Lei è socio fondatore e presidente dell’associazione culturale Casa lettrice Malicuvata di Bologna. Può raccontarci di più di questo progetto e di questo suo impegno culturale?
Fin dalla fondazione il nostro obiettivo è stato quello di fornire un servizio tanto alle piccole case editrici quanto agli autori – emergenti e non. Tra il 2008 e il 2013 abbiamo organizzato un centinaio di eventi letterari, curato il festival Passaggi per il bosco e pubblicato due volumi di narrativa – Racconti di periferie (2010) e Attraverso passaggi (2011) – e un libro-intervista al filosofo francese Alain de Benoist (Risposte al Gruppo Opìfice, 2013). Durante il mio soggiorno parigino ci siamo aperti al cinema con alterne fortune. Nel futuro prossimo vi è l’idea di rilanciare l’attività culturale e il sito internet.
È co-autore e interprete del lungometraggio Le sedie di Dio. Quali differenze ha riscontrato nella scrittura per il cinema e in quella di un romanzo? Quale stile e genere le appartiene di più?
Nel cinema vi sono diverse fasi di scrittura: trattamento, sceneggiatura, montaggio. Possiamo riscrivere un dialogo – smentendo di fatto la sceneggiatura – anche prima del ciak. Il montaggio, poi, è un’altra forma di narrazione che può radicalmente modificare l’idea iniziale dello sceneggiatore o del regista. Quando scrivi per il cinema devi mettere in conto che la tua idea potrà essere trasfigurata/modificata anche senza il tuo consenso. Con il romanzo questo non accade: si lavora di comune accordo con l’editor fino alla pubblicazione.
In Luce Bianca si ritrova una scrittura rapida e immediata che molto si avvicina a quella cinematografica. Crede che il suo romanzo possa essere trasformato in una sceneggiatura e in un progetto per il grande schermo?
Me lo auguro.
Quali sono i suoi prossimi impegni editoriali?
Nel 2023 uscirà un romanzo per Castelvecchi editore dal titolo provvisorio E invece non sei cambiata come me.