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Letto per voi… “L’occhio magico” di Aldo Dalla Vecchia

La Rubrica online “Piazza Navona” inizia il nuovo anno facendo tanti auguri alla nostra televisione presentandovi il saggio L’occhio magico di Aldo Dalla Vecchia (Graphe.it Edizioni). Una breve guida alla storia del piccolo schermo. E non perdete l’Incontro con l’Autore!

La trama

Aldo Dalla Vecchia, “L’occhio magico” (Graphe.it Edizioni, 2023)

A settant’anni dalla nascita del piccolo schermo Aldo Dalla Vecchia, giornalista e autore televisivo, scrive L’occhio magico. Breve storia della televisione italiana. Otto capitoli per raccontare la storia della tivù dagli anni Cinquanta (“l’età dell’innocenza”) agli anni Venti del Duemila (“l’età delle piattaforme”). Un rapido viaggio nel tempo, tra passato e presente, per ripercorrere e ricordare programmi, canali, volti, sigle, protagonisti e i connessi (nonché inevitabili) cambiamenti sociali e politici che li hanno affiancati. Un giro di valzer a tempo di zapping impreziosito dal racconto dei decenni “in pillole” e dalle interessanti appendici “La tivù prima della nascita” e “Brevissima storia della critica televisiva in Italia”.

Sul libro

Graphe.it Edizioni

È il 3 gennaio 1954 quando in Italia nasce ufficialmente la televisione anche se già a partire del 1933 alla Vˆ Mostra nazionale della radio di Milano il pubblico rapito nel vedere immagini in movimento all’interno di strane “scatole”. È vero che l’età di una signora non si discute e non si dovrebbe dire, è con grande entusiasmo che Aldo Dalla Vecchia con L’occhio magico (Graphe.it Edizioni) celebra e festeggia i settant’anni di questa grande protagonista del Novecento e del Nuovo Millennio.

Il giornalista vicentino, infatti, realizza una breve ma funzionale guida alla storia del piccolo schermo assai attenta, ragionata e utilissima per le nuove generazioni che hanno perso (se non altro per motivi prettamente anagrafici) una buona parte dei suoi programmi, dei suoi protagonisti e dei suoi volti più noti e significativi. Dalla Vecchia, infatti, organizza il tutto come fosse un vero e proprio programma televisivo con tanto di Sigla e Titoli di coda. Nel mezzo settant’anni di storia suddivisi in otto capitoli e due appendici. Ogni capitolo – a partire dagli anni Quaranta fino agli anni Venti del Duemila – è dedicato a un decennio e alla sua “età” corrispondente, ovvero: l’età dell’innocenza, l’età della consapevolezza, l’età dell’audacia, l’età del duopolio, l’età dell’abbondanza, l’età del nuovo inizio, l’età della frammentazione e l’età delle piattaforme.

Aldo Dalla Vecchia, “L’occhio magico” (Graphe.it Edizioni, 2023)

Inoltre, a rendere ancora più preciso e dettagliato ciascun capitolo vi sono, al termine di ognuno di essi, le schede “il decennio in pillole” in cui l’Autore elenca per data e in ordine cronologico eventi e fatti televisivi del periodo di riferimento. Per quanto riguarda le appendici, invece, vi sono La tivù prima della nascita e Brevissima storia della critica televisiva in Italia utili ad approfondire ancor di più la storia di questo occhio magico (onni)presente nelle nostre case e nelle nostre vite.

Aldo Dalla Vecchia, “L’occhio magico” (Graphe.it Edizioni, 2023)

Aldo Della Vecchia con spirito critico, analitico servendosi di una scrittura puntuale, pulita regala al Lettore la possibilità di conoscere al meglio gli “elementi base” della nostra televisione, dal Primo Canale alla nascita della Seconda e Terza Rete per giungere alla concorrenza dei canali privati (a partire dagli anni Ottanta) e alla recente possibilità di fruizione di canali streaming e di piattaforme online attraverso tablet, pc e telefoni cellulari.

Un’evoluzione continua con una sola costante: l’occhio magico dello schermo (non importa di quale natura e genere esso sia) sempre ben fisso e puntato sullo spettatore. Il nostro Autore in poco più di cento pagine del suo breve saggio è riuscito con puntigliosa attenzione e grande capacità di raccontare a includere tutto questo.

Aldo Dalla Vecchia, “L’occhio magico” (Graphe.it Edizioni, 2023)

È così che L’occhio magico si trasforma facilmente in una simpatica e indispensabile guida per i curiosi del mezzo e delle sue funzioni (inevitabilmente mutate con il cambiare del tempo), per i giovani, per i nostalgici e per chi ama incondizionatamente una scatola che nel tempo si è sempre più assottigliata divenendo una lastra di vetro piena di colore e dalle immagini sempre più vivide e tridimensionali, vive.

Il riflesso di una società che, malgrado tutto e tutti, non ha mai smesso di cambiare. In meglio o in peggio? Questo non sta a noi dirlo… certo è che Aldo Dalla Vecchia ha reso un grande omaggio alla nostra televisione. E tutti noi non possiamo che unirci e intonare il nostro più caro, affettuoso e, forse, un tantino nostalgico “Buon compleanno” a Mamma Rai e alla televisione tutta che è stata ed è (niente affatto tacita) testimone delle nostre esistenze.

Incontro con l’Autore

Com’è nato il progetto editoriale di L’occhio magico. Breve storia della televisione italiana?

Lo scrittore e giornalista Aldo Dalla Vecchia

È nato perché mi appassionava e mi divertiva l’idea di celebrare le prime 70 primavere del piccolo schermo nazionale, nato domenica 3 gennaio 1954. Ne ho parlato con il mio editore, Roberto Russo di Graphe.it, che ha accolto l’idea con l’entusiasmo che lo contraddistingue e che me lo fa amare, e da quel momento mi sono messo a studiare, leggere, rileggere, sottolineare con la matita e riempire di Post-it una settantina di libri che ho sulla tivù, uno su tutti la fondamentale Storia critica della televisione italiana di Aldo Grasso in 3 volumi, che oramai conosco a memoria.

Lei è giornalista e autore televisivo. Da dove viene il suo amore incondizionato per il piccolo schermo?

Aldo Dalla Vecchia, “L’occhio magico” (Graphe.it Edizioni, 2023)

È un amore totale nato con me. Sono un bambino degli anni Settanta, e, come milioni di coetanei oggi cinquanta-sessantenni, ho vissuto il passaggio dalla televisione in bianco e nero a quella a colori, e dalla tivù pubblica alle reti private. Quand’ero molto piccolo, c’erano due soli canali, “il primo” e “il secondo” (le attuali Rai 1 e Rai 2). Qualche anno dopo sono spuntate le prime emittenti libere (l’antesignana fu Telebiella) e le reti straniere, come Tv Koper-Capodistria, la Televisione della Svizzera Italiana, Telemontecarlo. Ricordo perfettamente la sensazione che provavo all’epoca: quando accendevo la televisione (che allora non aveva il telecomando), era come entrare all’improvviso in un luna park, pieno di giochi, musica, allegria, risate.

In che modo è riuscito a condensare e a sintetizzare settant’anni di televisione in un volume così agile, completo ed esaustivo?

Aldo Dalla Vecchia, “L’occhio magico” (Graphe.it Edizioni, 2023)

Mi sono studiato con grandissima attenzione tutte le pubblicazioni al riguardo, pensando a quello che ancora non c’era: un compendio veloce ma dettagliato sui primi sette decenni del piccolo schermo, con tanto di “pillole” che accompagnano la fine di ogni capitolo, e che sintetizzano i grandi eventi di quella decade dal punto di vista televisivo.

Qual è stata la difficoltà maggiore che ha riscontrato nel raccontare la storia della televisione?

In realtà è stato un gran divertimento, anche se ogni tanto le fonti consultate erano discordanti su date e dettagli dei singoli programmi, soprattutto per quanto riguarda i titoli dei primi anni di messa in onda.

Tra le “otto età” della televisione che illustra nel suo libro, quale ama di più? E perché?

Aldo Dalla Vecchia, “L’occhio magico” (Graphe.it Edizioni, 2023)

La mia decade preferita non può che essere quella dei Settanta, che io ho ribattezzato “l’età dell’audacia”, per i motivi a cui accennavo prima: all’improvviso, si passava da una televisione grigia, ingessata e con due soli canali, a una fioritura inattesa e straordinaria di nuove reti che avevano il sapore della libertà, del divertimento, dell’intraprendenza. Una su tutte: TeleMilano 58, l’antenata di Canale 5.

Oggi la televisione non è più la scatola magica posizionata nel salotto ma la ritroviamo nei nostri cellulari, nei computer, in tutti i dispositivi digitali. Ecco: in questo mondo sempre più connesso qual è il ruolo della televisione?

Aldo Dalla Vecchia, “L’occhio magico” (Graphe.it Edizioni, 2023)

La magia della televisione è che anche in questi nostri anni “liquidi” rimane centrale: possiamo vederla da casa, ma possiamo “spiarla” anche dai cellulari e sui social, sempre più frammentata e frenetica, ma sempre presente e totemica.

Secondo lei, è possibile immaginare uno scenario (quasi distopico, direi) in cui si tenderebbe a recuperare un certo modo di fare televisione? È possibile, in qualche modo, tornare ai fasti e al metodo di lavoro di un certo tipo di televisione?

No, lo escludo nella maniera più assoluta, e lo affermo da autore televisivo che ha visto un’infinità di cambiamenti in oltre tre decenni di attività. Un tempo una singola puntata di un programma si realizzava con budget astronomici, e con molti giorni a disposizione tra preparazione e prove. Oggi si girano intere serie di molte puntate in meno di una settimana, con budget ridicoli. Indietro non si torna, ma credo che sia possibile comunque continuare a realizzare programmi dignitosi. La tivù di una volta non esiste più, e mai più ritornerà.

Aldo Dalla Vecchia, “L’occhio magico” (Graphe.it Edizioni, 2023)

Perché secondo lei, si ha così tanta nostalgia della tivù del passato?

Perché era una televisione impeccabile, ben fatta, senza sbavature, con professionalità straordinarie davanti alle telecamere e dietro le quinte. Basti guardare una qualsiasi esibizione di Mina a Sabato sera (1967), Canzonissima ’68, Milleluci (1974), quest’ultimo in coppia con Raffaella Carrà: ogni dettaglio è perfetto, ogni inquadratura è studiata al millimetro, ogni parola è calibrata. Inoltre, non possiamo non considerare l’effetto nostalgia: la tivù accompagna da sempre la vita di tutti noi, e rivedere quei momenti ci fa tornare a quella vita e alla spensieratezza del tempo che fu. 

È una domanda difficile, lo so… Ma qual è il suo programma preferito?

Aldo Dalla Vecchia, “L’occhio magico” (Graphe.it Edizioni, 2023)

C’è un solo programma che ogni volta non mi perdo mai, cascasse il mondo, ed è il Festival di Sanremo. Credo di non aver mai saltato nemmeno un’edizione, e anche quest’anno sono già in fibrillazione e sto organizzando i gruppi di ascolto con gli amici. Sono certo che Amadeus ce ne farà vedere (e sentire) delle belle.

Immaginiamo il futuro: come vede la televisione tra venti o trent’anni? La rete, i canali internet, i social network… potrebbero fagocitarla?

Io vedo una televisione sempre più divisa in due: da una parte la cosiddetta generalista, quella dei canali tradizionali e delle prime serate, che continuerà a esserci, per un pubblico sempre più maturo ma comunque ampio; dall’altra le piattaforme come Netflix e Amazon Prime, con un pubblico sempre più giovane e distratto, e format dalle durate brevi o ultra-brevi.

Aldo Dalla Vecchia, “L’occhio magico” (Graphe.it Edizioni, 2023)

Per i suoi prossimi settant’anni che cosa desidera augurare alla televisione?

Di continuare a rimanere centrale nelle nostre vite, e di riscoprire la pacatezza, la discrezione, il buon gusto, lasciando invece andar via le urla, i litigi, le lacrime, l’esibizione di sé a tutti i costi.

Quali sono i suoi prossimi impegni professionali?

A gennaio avrò due serie televisive in onda: la prima stagione di La nave della bellezza, con Nicola Santini, su Mediaset Infinity; e la quarta stagione di Chi ha dormito in questo letto, con Damiano Gallo e Silvana Giacobini, sul canale HGTV di Discovery. Il 3 gennaio, giorno del settantesimo compleanno della televisione, uscirà il mio ventitreesimo libro, La tele a Torino (Buendia Books), dedicato alle origini sabaude del piccolo schermo. Continuerò inoltre a occuparmi del mensile Mistero Magazine, di cui sono il coordinatore editoriale da otto anni, e a collaborare con il settimanale Oggi. In primavera, poi, sono in arrivo nuove tele-avventure. Viva la tivù!

 

 

 

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