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Letto per voi… “L’ineffabile sapore della dignità” di Anna Giancontieri Mele

La Rubrica online “Piazza Navona” vi propone la lettura dell’ultimo romanzo di Anna Giancontieri Mele dal titolo “L’ineffabile sapore della dignità” (Pegasus Edition) candidato al Premio Campiello 2021. Una famiglia, l’abitudine e un amore contrastato. E non perdete l'”Incontro con l’Autrice”!

La trama

Anna Giancontieri Mele, “L’ineffabile sapore della dignità” (Pegasus Edition, 2021)

Denise, siciliana di nascita ma genovese di adozione, a seguito del suo pensionamento dedica la sua vita alla famiglia e alla passione per la scrittura. La quiete familiare subisce un duro colpo quando il figlio Carlo,  il primogenito, si innamora di Maria. Denise e suo marito Gerardo, infatti, non accettano che il loro figlio ami una donna più grande di lui di ventitré anni e che prima di essersi sottoposta a una delicatissima operazione si chiamava Mario. Tali sono gli scontri che Carlo decide di andare a vivere dalla sua compagna e di interrompere ogni rapporto con la sua famiglia. Denise e Gerardo sono sconvolti. Anche perché: cosa dirà la gente? Ma a far sobbalzare tutti gli equilibri interni al nucleo familiare è anche il rapporto epistolare tramite e-mail che Denise stessa intrattiene con Leonardo, un suo lettore, amante quanto lei della scrittura nonché suo corteggiatore. Così, la famiglia pian piano si sgretola. Le incomprensioni, la routine coniugale e familiare, un bisogno incessante di evadere di confrontarsi animo le azioni e i pensieri di Denise sempre più confusa sul da farsi fino a quando la vita, in tutta la sua durezza, le metterà davanti la cruda realtà facendo capire a lei a suo marito quanto poco contino le apparenze e quanto il dialogo, il rispetto e il confronto avrebbero potuto essere la soluzione per non perdere il loro Carlo.

Sul libro

Pegasus Edition

Nel febbraio 2021 la Pegasus Edition pubblica, nella Collana “Passion” (diretta da Dianora Tinti), l’ultimo romanzo di Anna (Susanna) Giancontieri Mele, docente ora in pensione di Matematica e Scienze, dal titolo L’ineffabile sapore della dignità.

Al centro di questo romanzo, candidato al Premio Campiello 2021, vi sono due tematiche che si ricollegano entrambe all’infinita e multisfaccettata sfera dell’amore: l’amore per ciò che si considera erroneamente diverso e l’amore che, dopo anni di convivenza e matrimonio, diventa abitudine. È su questi due poli che oscilla l’intera vicenda che sembra dominata da tutte le gradazioni di grigio senza mai uscire dal proprio torpore. I motivi possono essere tanti, diversi e riscontrabili da Lettore a Lettore. Ignoranza (pur trattandosi di una famiglia colta e borghese)? Paura? Timore? Timore del giudizio altrui? Protezione verso chi si ama? Tante sono le domande che il Lettore si pone pagina dopo pagina e non sempre riesce a mettersi nei panni dei protagonisti né a pronunciare le loro stesse parole.

Anna Giancontieri Mele, “L’ineffabile sapore della dignità” (Pegasus Edition, 2021)

Carlo, il primogenito della protagonista, si innamora di Maria. Quest’ultima prima era Mario. La famiglia grida allo scandalo e alla vergogna. Non solo perché la donna ha ventitré anni più Carlo. Ma la famiglia, o meglio, Denise e Gerardo non riconoscono il proprio figlio pensandolo omosessuale. Credono addirittura si sia fatto plagiare. Ma Maria è una donna, ora. È stato Mario ma grazie a un’operazione per la Legge e per la Natura è una Donna. Certo, non potrà avere figli ma è una Donna. Ma la paura e il timore del pregiudizio altrui fanno vedere tutto nero. E il ragazzo procede per la sua strada. I suoi genitori parlano di trans, omosessualità ma non vedono e non capiscono che Carlo è innamorato di Maria. Qui e ora. Certo, una situazione simile potrebbe far venire dei pensieri ma l’Autrice, credo, confonda un poco le diverse situazioni e affronti non nel profondo l’iter e le fasi di un processo così delicato e profondo quale è il cambiamento di sesso e di identità.

Anna Giancontieri Mele, “L’ineffabile sapore della dignità” (Pegasus Edition, 2021)

A tutto questo si affianca l’altra parte del racconto, ovvero quella che riguarda Denise e Leonardo, il lettore e corteggiatore misterioso. Portando avanti questo aspetto della narrazione l’Autrice sembra dimenticarsi quasi del tutto della precedente vicenda familiare tanto che avrebbe potuto incentrare l’intero romanzo solo tra il rapporto riguardante Denise e Leonardo. In tal senso si crea un profondo squilibrio che sembra venga recuperato solo alla fine con una risoluzione della vicenda un tantino improvvisa e ben lontana da quello che il Lettore si sarebbe aspettato (e questo potrebbe essere anche un elemento a favore della narrazione).

Ciò che risulta strano, almeno agli occhi del Lettore che scrive, è il fatto che un ragazzo che si innamori di una donna, che è stato uomo, faccia gridare allo scandalo mentre una donna innamorata e sposata che intrattiene una conversazione epistolare (rendendone partecipe anche il marito), che poi si trasforma anche in un incontro con uno sconosciuto solo per bisogno di evasione e di rinsaldare, forse, la propria autostima, sia percepito come, perdonate la brutta parola, normale.

Anna Giancontieri Mele, “L’ineffabile sapore della dignità” (Pegasus Edition, 2021)

Ecco, L’ineffabile sapore della dignità, pur senza uno schieramento diretto dell’Autrice, crea continuamente queste dicotomie: giusto/sbagliato, sano/malato, morale/amorale, onesto/disonesto, uomo/donna, eterosessuale/omosessuale… quando non credo ce ne sia bisogno semplicemente perché, riguardo la vicenda narrata, non esistono. Perché condannare un amore e non tradimento seppur epistolare? Chi dice cosa è giusto e cosa è sbagliato?

Ovviamente è la vicenda a parlare, l’Autrice ha giustamente solo lasciato andare i suoi personaggi per la loro strada ma in alcuni momenti, forse, avrebbe potuto dare un indirizzo diverso alle loro parole ma non perché giuste/sbagliate ma perché avrebbero avuto bisogno di un ulteriore approfondimento prima di assumere, proprio attraverso quelle stesse parole, delle posizioni che, alla fine, hanno solo distrutto. E se riparazione c’è stata questa è avvenuta ormai troppo tardi.

Certo è che l’Autrice è stata molto attenta e brava nel mantenere lo stesso tono, lo stesso colore dalla prima all’ultima pagina tanto da far sorgere nel Lettore un forte desiderio di ribellione, di entrare tra quelle righe e quelle parole e tentare di dare persino un aiuto a questa famiglia… borghese, colta ma poi così fredda di comprensione e di sentimenti.

Anna Giancontieri Mele, “L’ineffabile sapore della dignità” (Pegasus Edition, 2021)

L’Autrice ha reso un perfetto ritratto dell’ipocrisia (in questo caso) borghese, un triste fermo immagine di una certa società chiusa o quanto meno non aperta al dialogo perché il (pre)giudizio degli altri è più doloroso e importante di un proprio affetto. E tutto questo Anna Giancontieri Mele riesce a renderlo attraverso una storia – apparentemente – semplice, senza troppi sbalzi, lenta nel suo incedere, così come lenta è la comprensione di un padre e di una madre. Ma certe volte troppo tardi è veramente troppo tardi. E restano solo i rimorsi e i rimpianti.

Incontro con l’Autrice

La scrittrice Anna (Susanna) Giancontieri Mele -Ph. Giovanni Caito

Come è nato il progetto editoriale del suo libro L’ineffabile sapore della dignità?

Tale progetto è nato casualmente seguendo una trasmissione televisiva: un ragazzo dichiarava il proprio malessere nel sentirsi oltraggiato nell’ambiente in cui si trovava a vivere. Indossava abiti femminili perché, a suo dire, si trovava più a suo agio vestito da donna. Il racconto mi colpì e cominciai a pensare di farne il tema principale di un mio romanzo.

L’ineffabile sapore della dignità è candidato al Campiello 2021. Come può descrivere la sua emozione e quali sono le sue aspettative?

Apprendere che il mio Editore abbia ritenuto il romanzo meritevole di concorrere ad un premio prestigioso, qual è il Premio Campiello, mi ha fatto enorme piacere anche perché nutrivo in me tale aspettativa. Riuscire ad entrare nella “cinquina” sarebbe  come raggiungere un grande traguardo. Io  ci spero, anche se so che non  sarà cosa facile.

Anna Giancontieri Mele, “L’ineffabile sapore della dignità” (Pegasus Edition, 2021)

Nel suo romanzo si toccano e affrontano molti temi delicati e assai attuali: l’omosessualità, la difficoltà della comunicazione familiare, l’abitudinarietà di un rapporto coniugale, l’evasione attraverso la rete e la tecnologia…Tra questi quale è stato il più difficile da affrontare e da descrivere? E perché?

Nessuno dei temi elencati mi è risultato difficile per un motivo essenziale: quando scrivo mi immedesimo nei personaggi al punto da vivere dal di dentro le situazioni dagli stessi vissute. Se si considera propria la vita dei vari personaggi, femminili o maschili che siano, non possono risultare estranei gli accadimenti che li riguardano e, conseguentemente, non difficili da trasferire sulla carta. Sapevo bene che alcune tematiche, di quelle trattate, avrebbero potuto offrire riflessioni di varia tipologia, ma ho cercato di non lasciarmi condizionare da tale timore.

Proprio per l’attualità delle tematiche e delle vicende affrontate in questo suo romanzo, secondo lei la scrittura e la lettura quanto sono d’aiuto, se non addirittura terapeutiche, in tal senso?

La scrittrice Anna Susanna Giancontieri con il suo libro “L’ineffabile sapore della dignità” (Pegasus Edition, 2021)

Non è facile dare una risposta che possa valere per tutti. C’è chi ama la lettura e si estranea dai fatti negativi della vita leggendo, chi adora la scrittura, come la Denise del romanzo, e si estranea scrivendo. Ci sono coloro che non hanno propensione né per l’una né per l’altra e affogano i loro dolori nel lavoro o in qualcosa di peggio. Io, amando la scrittura, ho dato in prestito a Denise la mia passione.

Dall’ideazione alla stesura: in quale fase ha riscontrato maggiori difficoltà? E come è riuscita a superarle?

In nessuna delle due. Posso dire di aver trovato qualche difficoltà solo nel momento della pubblicazione. Il romanzo è rimasto a lungo in un cassetto perché i tempi non mi sembravano maturi per la delicatezza delle tematiche trattate. Ora, considerata l’attualità dei temi (come emerge giornalmente dalla stampa e dalla televisione), ho ritenuto di potere osare.

Ne L’ineffabile sapore della dignità cosa c’è di autobiografico o quali aspetti che la riguardano ha donato ai suoi protagonisti?

Nulla di autobiografico. Ho solo dato in prestito ai miei personaggi alcune sfaccettature del mio carattere, i luoghi da me maggiormente conosciuti, alcune mie passioni, come in genere fa qualsiasi amante della scrittura.

Anna Giancontieri Mele, “L’ineffabile sapore della dignità” (Pegasus Edition, 2021)

Quali sono gli Autori e le opere che hanno contribuito a formare il suo essere scrittrice e lettrice?

L’elenco sarebbe molto lungo, anche perché, se un autore mi piace, tendo a comprare più lavori dello stesso scrittore. In genere mi piace vedere come evolve il suo pensiero e la forma stilistica adottata. Per rispondere più da vicino alla domanda dico che miei preferiti erano e sono gli autori del passato, tranne qualche scrittore dei tempi attuali. In particolare ho amato gli scrittori Francesi ed in special modo Zola che mi ha letteralmente conquistata con il suo Germinal. Dopo aver letto quel romanzo, l’ho tenuto in mente a lungo. Da quel giorno ho cominciato a comprare e a leggere tutto ciò che di lui è stato pubblicato in Italia. Leggere molto mi ha resa più facile l’arte della scrittura, ma ciò che ha contribuito maggiormente è stato l’esercizio costante della scrittura nell’ultima fase della mia attività professionale.  

Nel 2004 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica l’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana. Vuole raccontarci di questo importantissimo riconoscimento?

Anna Giancontieri Mele, “L’ineffabile sapore della dignità” (Pegasus Edition, 2021)

Era maggio e mi trovavo in vacanza in Sicilia, finalmente libera da impegni lavorativi, quando mi è arrivata la telefonata concitata di un mio familiare. Lì per lì ho temuto che fosse successo qualcosa di grave, ma subito dopo ho capito che era arrivato un telegramma che mi comunicava il conferimento dell’onorificenza da parte del Presidente della Repubblica su segnalazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Proprio perché inaspettato è stato per me motivo di grande gioia.

Lei è molto attiva anche nel sociale e nel volontariato. Ci racconti anche di questo suo impegno verso il prossimo e di come è possibile unirsi a queste pregevoli iniziative.

Quando ci si dimostra disponibili è facile trovare coinvolgimento. Ultimamente, motivi di salute mi hanno costretta a declinare qualche impegno. Mi piace, tuttavia, precisare che qualsiasi attività di volontariato è da me intesa e affrontata come un vero e proprio “lavoro”, motivo per cui, non trovando facile conciliare passioni ed interessi, sono costretta, a volte, ad alternarli. 

La scrittrice Anna Susanna Giancontieri

Tra i suoi numerosi impegni c’è anche quello di essere Docente di Scrittura creativa. Quali consigli sente di potere dare a chi volesse avvicinarsi alla scrittura dedicandosi soprattutto a questa forma narrativa?

Sono stata docente di scrittura creativa presso il Centro Universitario del Ponente (associazione senza scopo di lucro) in Genova per un quadriennio. Si trattava di attività di volontariato che espletavo con passione e che ho dovuto, qualche anno fa, lasciare per motivi di salute. Non è facile dire qui, in poche parole, cosa bisogna fare se ci si vuole avvicinare alla scrittura creativa. Le lezioni, da me tenute, avevano una durata di due ore con cadenza quindicinale e per l’intero anno accademico (sette mesi), nonché la valutazione dei lavori dei corsisti fra una lezione e l’altra. Ritengo, tuttavia, che il desiderio di esercitare tale arte sia già un grande pregio, che non bisogna né sottovalutare né trascurare in quanto dà, a chi avverte tale spinta, la voglia di prendere in mano la penna o di avvicinarsi alla tastiera del computer.

Anna Giancontieri Mele, “L’ineffabile sapore della dignità” (Pegasus Edition, 2021)

In questa sede posso solo dare a tali persone qualche suggerimento superficiale: leggere molto ed esercitarsi tanto.  Si può cominciare con racconti, più o meno brevi, per passare successivamente a qualcosa di più impegnativo. In ogni caso, dopo aver scritto, consiglio di chiudere il proprio lavoro in un cassetto per tornare a rivederlo più avanti con mente serena e distaccata. La prima stesura, infatti, non può né deve essere mai quella definitiva. Bisogna tornare a correggere ed a limare più volte fino a quando non  si è stanchi di farlo.  

 

 

 

 

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