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Letto per voi… “Tyson” di Mauro Valentini

La Rubrica online “Piazza Navona” è felice di presentarvi “Tyson” (Armando Editore), il primo romanzo del giornalista e scrittore Mauro Valentini, già Autore di numerosi libri inchiesta. La storia di un “figlio del popolo” nato e cresciuto nei palazzoni delle case popolari e di una potenziale rivincita sulla vita.  E non perdete l'”Incontro con l’Autore!”

La trama

Mauro Valentini, “Tyson” (Armando Editore, 2021)

Roma. Fausto Colasanti è un uomo di cinquant’anni che ha trascorso la sua vita mantenendosi con lavori saltuari e passando il tempo a cercare un impiego nella speranza di non trovarlo. Tutti, però, lo chiamano Tyson sia per la sua prestanza fisica sia per la sua incapacità a controllare la rabbia, da quando un cretino che abitava nel palazzone B, quello di fronte al suo, gli aveva affibbiato quel nome da pugile, durante una partita di calcio giocata sul campetto dell’Istituto Autonomo Case Popolari. Un giorno, però, bussa alla sua porta Mario Ascolese, un suo amico d’infanzia che di strada ne ha fatta diventando un famosissimo e ricchissimo chef. Mario gli propone un lavoro: fare da guardiano a Villa Azzurra, la residenza romana del Commendator Vitaliano Peroni, il re del mattone per il quale lo stesso Mario lavora come capo chef personale. Peroni deve allontanarsi dall’Italia per affari con tutto il suo entourage e c’è assoluto bisogno che qualcuno resti a sorvegliare la villa. Il lavoro e la paga sembrano ottimi ma Tyson per non perdere questa occasione deve trovare un aiutante.

Mauro Valentini, “Tyson” (Armando Editore, 2021)

L’uomo porta con sé l’amico Alcide Pennello. Tyson e Alcide diventano i custodi di questa splendida villa immersa nel quartiere residenziale dell’EUR dotata di ogni più sofisticato sistema di allarme. Tra questi vi è una vera e propria cella blindata che, con un astuto stratagemma, blocca gli “intrusi” permettendo ai custodi di chiamare la Polizia. Ma la situazione precipita e quello che avrebbe dovuto essere un lavoro semplice e onesto si trasforma in qualcosa di più pericoloso e complesso. L’istintività e la rabbia di Tyson unite alla sbadataggine e alla stoltezza dell’amico innescano una bomba a orologeria che scoppierà lasciando dietro di sé morti e feriti.

Sul libro

Mauro Valentini, “Tyson” (Armando Editore, 2021) – Per gentile concessione di Mauro Valentini

Dallo scorso 1° aprile è disponibile nelle librerie e nelle piattaforme online il primo romanzo del giornalista e scrittore Mauro Valentini dal titolo Tyson edito da Armando Editore nella Collana “Narrare” curata da Salvatore Merra.

A fare da sfondo alla vicenda vi è Roma nella sua duplice veste: popolare e borghese. Infatti, i protagonisti della vicenda, Tyson e i suoi amici Alcide Pennello e Mario Ascolese, provengono dalla periferia, dai palazzoni delle case popolari. Ma tra loro solo Ascolese detto Bruschetta (anticipando, così, il suo futuro da grande chef) ce l’ha fatta costruendosi un avvenire con il suo lavoro e la sua passione. Tyson e Pennello, invece seppur ormai cinquantenni, continuano a far parte di quella schiera di persone che vive alla giornata, si arrangia, che cerca un lavoro per poi, come recita un noto proverbio popolare, prega Dio di non trovare.

Ed è il personaggio di Ascolese alias Bruschetta che ci fa vedere l’altro lato della medaglia: la “Roma bene”, il quartiere dell’EUR noto per essere anche luogo di abitazioni “importanti”, residenziali proprio dove vive il magnate dell’edilizia, il Commendator Peroni.

Mauro Valentini, “Tyson” (Armando Editore, 2021) e la Basilica dei Santi Pietro e Paolo situata all’EUR – Per gentile concessione di Mauro Valentini

Così facendo, due mondi così lontani, eppure così vicini e, in qualche modo, raggiungibili tra loro, vengono a incontrarsi e a scontrarsi. L’uno sembra annusare l’altro. Si fiutano. Si studiano. Per poi scoprire anche di avere elementi in comune: come la lettura e la musica che sembrano avvicinare moltissimo Tyson al Commendator Peroni. Tanto da far nascere nel nostro protagonista persino una silenziosa ammirazione, una simpatia per quest’uomo che, per dirla alla Karl Marx, rispecchia il Capitale e il Potere.

Seguendo un poco questa dicotomia periferia/città, precarietà/solidità economica, popolo/borghesia l’Autore ci porta in automatico a pensare alla scrittura e ai racconti di Pier Paolo Pasolini, ai suoi Ragazzi di vita e al suo cinema. Basta pensare a Mamma Roma che pur di far sistemare il figlio sedicenne si raccomanda al parroco che, severo ma giusto, la ammonisce dicendole che sul niente non si costruisce niente.

Armando Editore

In Tyson non ci sono madri a raccomandare i propri figli (tra l’altro non più adolescenti ma uomini fatti e cresciuti) ma un amico che, più o meno volontariamente, vuole aiutare il compagno di gioco di una vita e tentare di fargli cambiare vita, di far sì che da questo primo lavoro possa conquistarsi la fiducia del Commendatore e ridimensionare completamente il suo essere al mondo.

Mauro Valentini racconta tutto questo con una penna e uno stile sinceri, accorato, persino ironico ma sottolineando il desiderio e la ricerca di un cambiamento, della volontà di smettere di subire il mondo ma di entrare a farne parte come si deve.

Mauro Valentini, “Tyson” (Armando Editore, 2021) – Per gentile concessione di Mauro Valentini

Ma non tutto va come si spera. A guastare tutto contribuiscono tanti elementi: primo tra tutti l’aver scelto un “compagno di lavoro” non adatto né alla fatica né tantomeno a capire quando è il momento di parlare e quando di tacere. A questo seguono l’istintività, l’aggressività e la rabbia mai sopite di Tyson che, indirizzate nella direzione sbagliata, gli esplodono contro portando alla rovina tutto ciò che gli capita attorno.

È un riscatto mancato. E, ancor di più, vengono commessi atti di violenza, di sequestro di persona, omicidi… quello che era un sogno da raggiungere diventa un incubo e la stessa villa si trasforma per i nostri protagonisti, e non solo, una vera e propria gabbia, una prigione dorata.

E il Lettore viene coinvolto da tutto questo, vuole sapere cosa accadrà nella pagina successiva restando piacevolmente impigliato nella trama di questa vicenda che diviene sempre più fitta, misteriosa, inestricabile. Tanti e diversi i colpi di scena. Tantissimi e interessanti i riferimenti musicali (dai Police ai Genesis passando per Sade) che fanno da colonna sonora alla storia come fosse un film per immagini.

E, infine, non mancano anche i riferimenti letterari tra i quali spicca il romanzo La camera azzurra che Georges Simenon scrive nel 1964 in netta contrapposizione a Villa Azzurra. In entrambi i casi si tratta di luoghi di efferati omicidi e dove, alla cieca passione amorosa del primo, si sostituisce quella del furore, altrettanto cieco, della rabbia.

A questo contribuisce anche l’andamento ciclico che l’Autore ha conferito alla sua storia: dove tutto inizia, tutto finisce. Infatti, la vicenda comincia in una data precisa: il 18 agosto e poi si va a ritroso: si torna a sei giorni prima, poi a settantotto giorno prima per dare respiro e spiegare il terreno in cui si vanno a “seminare” i caratteri dei protagonisti e della vicenda stessa. Poi, il racconto si fa più serrato e si trasforma in un countdown: otto, sette, sei cinque, quattro, tre, due, uno… e si torna lì dove tutto è cominciato, anzi finito. Al 18 agosto.

Mauro Valentini, “Tyson” (Armando Editore, 2021)

Tutto è stato fatto. Tutto si è completato. Il cerchio si è chiuso. E il Lettore è stato conquistato e portato dentro questo vortice di eventi, fatti, canzoni musica, battute, ricordi… si è lasciato – con convinzione e coscienza –  trascinare dal racconto sapiente dell’Autore che pur non intromettendosi mai in prima persona accompagna e guida il Lettore in questa vicenda… una storia che avrebbe potuto trasformarsi in un raggio di sole e che invece altro non è stato se non un barlume di luce che ha illuminato solo per un istante la tempesta di una Vita.

Incontro con l’Autore

Lo scrittore Mauro Valentini (Per gentile concessione di Mauro Valentini)

Come è avvenuto il suo incontro con la scrittura?

Sono diventato scrittore per caso. Scrivevo da anni su diversi giornali come free lance di cronaca e di approfondimenti quando la casa editrice Armando, leggendomi in uno di questi reportage sul caso di Serena Mollicone, mi chiese di far parte della loro squadra di autori di libri inchiesta.

Come è nato il progetto editoriale di Tyson?

Un romanzo come questo, così corale negli accadimenti e nei personaggi viene da molto lontano, dalle mie esperienze a contatto con certi personaggi di certe periferie metropolitane. Ma non è solo un romanzo pieno di suspense e di sangue, questi tanti personaggi che insieme al protagonista si rincorrono nella storia, hanno dentro tutti qualcosa di impetuoso, di non realizzato e di vivo. 

Mauro Valentini, “Tyson” (Armando Editore, 2021) e il noto laghetto dell’EUR – Per gentile concessione di Mauro Valentini

Per la creazione dei suoi personaggi e dell’ambiente in cui si svolge la vicenda a cosa si è ispirato?

Tutto accade nel quartiere dell’Eur a Roma. Un quartiere ricchissimo ma che ha anche tanti palazzoni popolari, quartieri ghetto a ridosso delle ville lussuose. Questo contrasto volevo raccontare e questo è anche il punto da cui tutto parte. 

In che modo è riuscito ad entrare così nel profondo nella realtà delle periferie romane?

Perché le conosco. Perché ci sono cresciuto. Tyson non ha un nome ma ho conosciuto tanti come lui. 

Nel suo romanzo vi è un interesse particolare per la musica: come ha scelto i brani e i musicisti che fanno da colonna sonora alla vicenda?

Lo scrittore Mauro Valentini (Per gentile concessione di Mauro Valentini)

In realtà la musica è il fattore che riesce a superare le distanze sociali tra i protagonisti. Tyson è un grande esperto di musica rock e pop anni ’70 e questa sua passione sarà in qualche modo protagonista. Direi che la musica non fa da colonna sonora ma proprio da colonna nell’intreccio narrativo. 

Qual è stata la difficoltà maggiore che ha riscontrato nella fase di ideazione e di stesura del suo romanzo?

Rendere credibili i personaggi di contorno. La ricerca delle vite degli immigrati clandestini indiani, della banda di ladri di orologi, della guardia giurata e degli altri volevo fosse il più aderente possibile ai personaggi che davvero ruotano attorno alla villa dove tutto accade. Tyson no, non mi ha dato nessuna difficoltà: Lui è cristallino nel suo esser violento quasi suo malgrado.

Ha già pensato a una possibile trasposizione cinematografica o televisiva di Tyson?

Mauro Valentini, “40 passi. Omicidio di Antonella Di Veroli” (Armando Editore, 2020)

Diciamo che chi lo ha letto lo vede benissimo in una fiction o in un film. Sarebbe un sogno a cui però proveremo a lavorare.

Lei si occupa e si è occupato molto della cronaca. Ha scritto libri dedicati alla scomparsa di  Mirella Gregori, all’omicidio di Marco Vannini , Marta Russo e di Antonella Di Veroli. In che modo si è approcciato alla stesura e alla realizzazione di questi libri?

Con rispetto per le vittime e il rigore della prova. Oltre che alla ricerca di elementi nuovi per portare magari gli operatori forensi a rileggere le carte con più attenzione che casi insoluti o risolti senza un senso logico come quelli elencati, pare non esserci stata. 

I libri di Mauro Valentini e della Armando Editore

Nella realizzazione di libri inchiesta, quanto è difficile separare l’uomo dal professionista, la ragione dall’istinto, l’emotività dalla razionalità?

Non ci si riesce. E credo che se sei uno scrittore non puoi non cogliere l’emotività narrativa in quello che scrivi e non puoi non restituirla.

Dai libri inchiesta al romanzo. Come è avvenuto questo passaggio?

Mauro Valentini, “Mirella Gregori. Cronaca di una scomparsa” (Armando Editore, 2021) – Per gentile concessione di Mauro Valentini

Era il momento. Sono uno scrittore più che un giornalista, e non riesco a scollarmi di dosso le emozioni che ti lasciano storie come quelle di Marco Vannini o di Mirella Gregori. Era il momento sì. 

Quali differenze ha riscontrato nella lavorazione di un romanzo e nella ricostruzione di un caso di omicidio e di scomparsa?

Beh la libertà di espressione e di fantasia in un romanzo ti lasciano campo libero, e paradossalmente sei nudo davanti alla scrittura. Non devi raccontare il già accaduto ma farlo accadere proprio.

Quali sono gli Autori e le opere che hanno contribuito a formare il suo “essere scrittore” e il suo “essere lettore”?

Citerei Niccolò Ammaniti in primis, perché certe sue dinamiche di scrittura mi rendo conto mi hanno condizionato e insegnato. Poi direi: Georges Simenon e Oriana Fallaci, che sembrano agli antipodi ma che in realtà raccontano con passione l’animo umano e quanto esso cambi la storia e le storie. 

Quali sono i suoi prossimi impegni e progetti professionali ed editoriali?

Sto scrivendo un secondo romanzo, che potrebbe uscire il prossimo anno. Un romanzo dove l’idea della “gabbia” fisica e mentale, così come in Tyson, sarà presente. Mi interessa molto narrare come la coercizione, fisica e metaforica, sappia far da detonatore a reazioni istintive e primitive. Ecco, mi piacerebbe realizzare una “trilogia della gabbia” e con Tyson abbiamo iniziato.

 

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