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Letto per voi… “La metà del doppio” di Fernando Bermúdez tradotto da Giovanni Barone

La Rubrica online “Piazza Navona” inizia questa settimana presentandovi la prima pubblicazione italiana della raccolta di racconti di Fernando Bermúdez dal titolo “La metà del doppio” (Edizioni Spartaco) curata e tradotta da Giovanni Barone. Non perdete l’intervista con il traduttore/curatore!

La trama

Fernando Bermúdez, “La metà del doppio” (Edizioni Spartaco, 2020) – Cura, traduzione e postfazione di Giovanni Barone

La metà del doppio è una raccolta di racconti inediti in Italia dello scrittore argentino Fernando Bermúdez tradotta e curata dal Gianni Barone. Sette sono i racconti di questa breve ma intensa antologia i cui protagonisti toccano le corde più delicate e sensibili della psicologia umana per vivere e affrontare la propria vita e i sentimenti. Uomini e donne dialogano confrontando – anche tacitamente – sé stessi, le proprie sventure e le proprie avventure in una giostra che gira lente ma senza mai saltare il ritmo. Donne e uomini che alternano ricordi e presente, immaginazione e realtà alla ricerca della propria dimensione nel Tempo e nello Spazio. Storie che scavano altre storie che si affacciano sulla vita… donne e uomini che vorrebbero morderla, afferrarla e inchiodarla tra surrealismo, cinismo e una nascosta, labile speranza mantenuta nella potenza del “non detto”…

Sul libro

Nell’ottobre 2020 le Edizioni Spartaco di Caserta pubblicano nella Collana “Dissensi” l’antologia di racconti inediti in Italia dello scrittore argentino Fernando Bermúdez dal titolo La metà del doppio curata e tradotta da Giovanni Barone, autore anche della interessante Postfazione dal titolo La scrittura che scrive se stessa mentre si guarda scrivere che arricchisce e impreziosisce il volume.

Edizioni Spartaco

Si tratta di un’antologia che, nel 1994, ha ottenuto il Premio Cortázar mentre nel 1997 ha vinto il Premio Juan Rulfo. A Giovanni Barone, invece, va un plauso tutto speciale per aver permesso al pubblico italiano di conoscere e scoprire questi racconti e il loro Autore.

Sette sono i racconti che compongono questa antologia: Mezzanotte passata, La condizione genuina, Blomma, Mappa Mundi, Esatta come due più due fa tre, Hugo Talmann, morto a New York e Circostanziale di tempo. Ognuno di essi è unico nel suo genere, completo nella sua interezza, cesellato dal lavoro artigianale dell’Autore e anche dal lavoro del traduttore che ne ha mantenuto lo spirito, l’essenza, l’originalità e la forza narrativa.

I protagonisti di queste storie, infatti, sono uomini e donne che sembrano, loro malgrado, essere stati fagocitati dal vortice della vita: a volte cercano di tenere il passo, altre decidono di fermarsi per “riflettere” e “prendere fiato”, altre volte ancora sembrano nemmeno rendersi conto della frenesia che li coinvolge… eppure non smettono mai di vivere né si arrendono. Nonostante qualsiasi difficoltà siano esse fisica, emotiva, materiale, psicologica… o solo per la presenza di un brutto acquazzone.

Fernando Bermúdez, “La metà del doppio” (Edizioni Spartaco, 2020) – Cura, traduzione e postfazione di Giovanni Barone

Tutti i racconti di La metà del doppio sono tremendamente autentici anche nei tratti a volte cinici a volte surrealisti che li caratterizzano. In particolar modo desideriamo ricordare Blomma e Circostanziale di tempo. Nel primo caso l’Autore intessendo un doppio piano narrativo: quello della vicenda propria del racconto e il dialogo che intesse rivolgendosi direttamente a una ideale lettrice:

Non ti conosco. Sei alta, comunque, e non parli con precisione la mia lingua, perciò devo sforzarmi perché tu mi capisca, per questo tante descrizioni, tante spiegazioni per qualcosa che potrebbe semplicemente avvenire, un uomo appena arrivato in una città dell’interno e una storia da accadere, senza che nessuno di noi due sia coinvolto nell’intrigo. Ci ritroveremo qualche volta, al di fuori di questa trama? A me piacerebbe. Forse però sono troppo vecchio per te, o magari sarà già il 2150. Incontriamoci almeno in un’altra storia, fissiamo un appuntamento, alla fine del libro, in qualche bar. In un bar di San Telmo, a Buenos Aires, una di queste sere.

Circostanziale di tempo, invece, è un racconto surreale che ricorda non poco il teatro dell’assurdo di Beckett in cui un bambino sta tentando di uscire con la nonna e il nonno… ma il racconto di questa breve uscita diviene una sorta di filastrocca stile Alla fiera dell’Est, di Gioco dell’oca dove si fa un passo avanti e uno indietro, dove ogni elemento che si aggiunge alla narrazione deve richiamare tutti i precedenti. In questo, il surrealismo e il nonsense la fanno da padroni mettendo in risalto il grande talento dell’Autore e, allo stesso tempo, l’ottimo lavoro svolto dal traduttore nel non snaturare né il ritmo né l’effetto.

Fernando Bermúdez, “La metà del doppio” (Edizioni Spartaco, 2020) – Cura, traduzione e postfazione di Giovanni Barone

Fernando Bermúdez è un creatore di personaggi, di trame e di profili psicologici di alto spessore narrativo e simbolico. I suoi protagonisti, infatti, sono tutti dei moderni Don Chisciotte che lottano – instancabili e senza sosta – contro i mulini a vento della vita, sempre pronti a ricominciare e senza mai abbattersi né darsi per vinti. Sono antieroi positivi che, nonostante le brutture, i dispetti e i colpi bassi della vita, resistono imbastendo con essa un intimo, personale e rischioso “gioco delle tre carte” dove vince (quasi) sempre chi tiene banco ma la tentazione di portar via la vincita è sempre alta.

Sono uomini e donne che sembrano muoversi sulle note allegre e dolenti dei tango argentini più celebri firmati da Juan D’Arienzo, Carlos Di Sarli, Osvaldo Pugliese, Francisco Canaro, Aníbal Troilo… in un gioco di schermaglie anche amorose, di lotte, di conquista, di ricerca e bisogno di libertà… che anima ogni pagina di La metà del doppio.

E tutto questo lo dobbiamo all’ottimo lavoro svolto da Giovanni Barone che non solo si occupato della traduzione di questi racconti ma attraverso la sua Postfazione dal titolo La scrittura che scrive se stessa mentre si guarda scrivere ha anche realizzato all’interno del volume un ottimo profilo dell’Autore argentino e una breve ma esaustiva, dettagliata e precisa panoramica della storia della letteratura latinoamericana.

Fernando Bermúdez, “La metà del doppio” (Edizioni Spartaco, 2020) – Cura, traduzione e postfazione di Giovanni Barone

…Tu hai dei vantaggi, senza dubbio. Conosci il mio nome, è sulla copertina del libro. Forse conosci anche dei particolari della mia vita. Il mio compleanno, le mie ossessione, spero non la data della mia morte. È inevitabile, per quanto io possa sforzarmi, ne saprei sempre più di me. Camminiamo uno accanto all’altra e ci scambiamo quasi tutti gli sguardi possibili. Ci fidiamo ma in fondo ci sfuggiamo, così è il gioco.

Incontro con il curatore e traduttore Giovanni Barone

Lei ha già tradotto opere dell’argentino Guillermo Saccomanno e del cubano Pedro Juan Gutiérrez. Da dove nasce questo suo particolare interesse per la Letteratura sudamericana?

Il curatore e traduttore Giovanni Barone – Per gentile concessione di Gianni Barone

Ho iniziato ad appassionarmi alla letteratura sudamericana intorno agli anni ’70 e devo dire che è stata una passione che è andata sempre più rafforzandosi, grazie ai grandi autori che via via scoprivo: Borges, Cortázar, Rulfo, Bolaño e molti altri ancora. Inoltre quell’interesse è diventato qualcosa di più organizzato e definito a seguito del lavoro culturale che ho svolto per circa nove anni presso il Consolato d’Italia a Rosario (Argentina).

Come è nato il progetto editoriale di La metà del doppio?

Proprio negli anni trascorsi nell’ufficio culturale del Consolato di Rosario (al contrario di Buenos Aires e Córdoba quel Consolato Generale non ha il supporto di un Istituto di Cultura) avevamo attivato un progetto di traduzione di autori italiani contemporanei, i cui testi furono poi pubblicati da un editore rosarino (Laborde Editor) in una collana apposita. Essendo ormai prossima la fine del mio contratto, pensavo di replicare il progetto al contrario: proporre autori argentini contemporanei da me tradotti a editori italiani. Grazie al mio lavoro a Rosario e ai contatti con Buenos Aires, avevo conosciuto scrittori come Guillermo Saccomanno e avevo letto libri di molti altri autori, tra cui i racconti de La metà del doppio era il lavoro che mi aveva colpito di più, per la dimensione letteraria e la potenza dell’immaginazione di Fernando Bermúdez. Credevo molto in quel libro e lo immaginavo di potenziale interesse per i lettori italiani.

Come è avvenuto il suo “incontro” con Fernando Bermúdez?

Lo scrittore Fernando Bermúdez – Per gentile concessione di Giovanni Barone

Ho già detto che il libro di Bermúdez mi aveva colpito molto. In Argentina non avevo potuto conoscere l’autore perché nel frattempo si era trasferito in Svezia. Attualmente vive a Stoccolma e insegna linguistica presso l’Università di Uppsala. Appena sono rientrato in Italia (primi anni del 2000) ho preso contatto con Bermúdez prima via mail e poi attraverso lunghe conversazioni telefoniche. Devo dire che ancora non ci siamo conosciuti personalmente per tutta una serie di motivi, non ultima la pandemia. Comunque durante e dopo la fase di pubblicazione del libro per le edizioni Spartaco, abbiamo avuto numerosi incontri in videoconferenza. Al contrario di Saccomanno e Gutiérrez, gli scrittori che ho tradotto per le edizioni e/o e che ho conosciuto personalmente, Fernando Bermúdez è ancora per me una conoscenza virtuale, e mi fa un certo effetto perché, avendolo tradotto, lo sento in qualche modo una sorta di mio doppio e davvero mi dispiace non esserci ancora incontrati.

Fernando Bermúdez, “La metà del doppio” (Edizioni Spartaco, 2020) – Cura, traduzione e postfazione di Giovanni Barone

Dall’idea al progetto: in che modo nasce e si realizza un’opera di traduzione, come nel suo caso, di testi inediti in Italia?

Premesso che leggo molto e, come detto, soprattutto letteratura sudamericana, il mio modus operandi è il seguente: mi dispongo a tradurre soltanto se veramente il libro che sto leggendo mi entra dentro, se “sento” la voce dell’autore. A quel punto valuto se il testo possa entrare o meno nell’immaginario del lettore italiano, se può essere recepito nella giusta misura e suscitare interesse. Se sì – e questa è una fase in cui in qualche modo mi arrogo la capacità di saper valutare i gusti dei lettori italiani e magari sbaglio – passo alla traduzione dopo aver chiesto il consenso dell’autore o del suo agente. Devo aggiungere che non sono un traduttore legato a una casa editrice, che traduce su richiesta dell’editore; sono piuttosto un battitore libero che ama scoprire autori inediti e proporli agli editori con la mia traduzione.

Qual è stata la parte più complessa nella fase di traduzione e di impostazione del progetto?

La fase più complessa – a livello di traduzione – è quella di dover sacrificare (nell’ottica di testi che devono essere letti da lettori di altra lingua e altra formazione e riferimenti culturali) certe espressioni tipiche e certi riferimenti “chiusi”. Nel caso de La metà del doppio per esempio, trattandosi di racconti, ho dovuto eliminarne alcuni che contenevano riferimenti a pre-conoscenze che potevano disorientare il lettore che le ignora: l’edizione originale conteneva dieci racconti, quella italiana che ho curato di quei dieci ne contiene cinque, più due inediti inviati da Bermúdez. Anche qui, forse, mi arrogo una capacità di valutazione che forse dovrebbe essere collegiale più che personale, ma a volte è meglio ragionare con una testa sola. Nel caso di traduzione di un romanzo (e questo sto facendo ora), mi risulta – più che complesso – non piacevole dover sostituire modi di dire tipici o restituire certi registri linguistici o ideoletti che forse non corrispondono del tutto al testo originale.

Fernando Bermúdez, “La metà del doppio” (Edizioni Spartaco, 2020) – Cura, traduzione e postfazione di Giovanni Barone

Ma il passaggio a una seconda lingua questi “tradimenti” prevede: a volte si deve ricorrere a brevi pezzi di riscrittura. Quanto alle complessità nell’impostazione del progetto, certamente bisogna mettere in conto che si va incontro spesso a incomprensioni e difficoltà di vario genere. Come ho già detto, sono io che propongo l’opera all’editore. Il progetto deve perciò trovare un interlocutore interessato e coinvolto in pieno. Qui iniziano i problemi, perché non è facile trovare editori illuminati che antepongano il valore culturale di un libro a quello commerciale. Nel mio caso posso dire di essere stato fortunato.

Quali sono i principi base per rendere al Lettore una buona traduzione dall’Autore originale tenendo fede a quest’ultimo e al suo stile?

Credo che prima di tutto bisogna saper cogliere la “voce” dell’autore, sentirla e farla propria. La traduzione letteraria non è come quando traduciamo da una lingua all’altra un’informazione commerciale o istruzioni per l’uso di un prodotto. La scrittura di un autore ha una sua “grammatica” profonda, fatta di tempi, ritmo, repertori particolari, immagini, organizzazione dei periodi. Chi traduce deve cercare di entrare in sintonia con quella particolare grammatica, con quel particolare stile e passarla dalla lingua uno alla lingua due. Non sempre è facile ma aiuta saper leggere in profondo non solo l’opera che si sta traducendo, ma anche tutto ciò che quell’autore ha scritto in precedenza. Appropriarsi del suo stile.

Fernando Bermúdez, “La metà del doppio” (Edizioni Spartaco, 2020) – Cura, traduzione e postfazione di Giovanni Barone

Nel suo lavoro di traduttore e, in un certo senso, anche di interprete: come riesce a mantenere la giusta distanza dal testo mantenendone e salvaguardandone la propria natura?

Questo è proprio il punto: siamo a cavallo tra traduzione e interpretazione. Ribadisco che ciò che non si deve mai tradire è quella “voce” particolare propria dell’autore, come dicevo prima. Anche le descrizioni e le psicologie dei personaggi devono essere trascritte fedelmente. Poi gli adattamenti da lingua uno a lingua due vengono per forza di cose. A volte una traduzione strettamente letterale può stridere in maniera incredibile, si rischia di ottenere esiti che possono far sorridere. Per questo sì, tradurre e interpretare, e rimanere fedeli alla voce e alla “grammatica” profonda dell’autore, che poi è il suo stile.

L’Italia come ha accolto la traduzione di questi racconti di Fernando Bermúdez?

Devo dire che i racconti de La metà del doppio sono stati accolti positivamente. C’è stato grande interesse e soprattutto nei social se n’è scritto molto. Molti bloggers e anche semplici lettori hanno espresso i loro giudizi e qualche articolo è comparso anche su carta stampata. Forse è mancata l’attenzione dei grandi quotidiani nazionali e dei loro supplementi letterari, però i riscontri critici che mi sono pervenuti sono stati tutti largamente positivi. Non era scontato perché l’autore era assolutamente sconosciuto in Italia e la sua scrittura non certo facile.

Fernando Bermúdez, “La metà del doppio” (Edizioni Spartaco, 2020) – Cura, traduzione e postfazione di Giovanni Barone

So che le sto per fare una domanda difficile: tra i racconti che compongono La metà del doppio qual è il suo preferito? E perché?

Rispondo volentieri perché ritengo che – tra i sette racconti che compongono la raccolta – almeno quattro siano assolutamente indimenticabili.  Almeno per me. E sono il primo, Mezzanotte passata, un racconto a più livelli di stratificazione, che si presta a letture freudiane (dimenticanze, sensi di colpa, ritorno del rimosso ecc.) e che contiene scene che rimangono – anche dolorosamente – impresse; il terzo, Blomma, dove l’autore comincia a dialogare con un’ipotetica lettrice, la corteggia, fissa con lei un appuntamento, e questa lettrice alla fine si scoprirà essere lei la protagonista inconsapevole della storia; Mappa mundi, che ha la potenza e la poeticità dello zio cieco che costruisce sulla parete un planisfero con le cartoline inviate dalla nipote da varie parti del mondo; il sesto, Hugo Talmann, forse il racconto più fedele al genere fantastico-esistenziale che è alla base della scrittura di Fernando Bermúdez. Quello più labirintico, un omaggio ai padri putativi di ogni scrittore argentino, Borges e Cortázar. Tra i quattro, personalmente ritengo che il primo e l’ultimo che ho indicato siano quelli più rappresentativi della poetica di Bermúdez.

Da scrittore, traduttore e lettore: quali sono gli Autori e le opere che hanno contribuito alla formazione intellettuale?

Fernando Bermúdez, “La metà del doppio” (Edizioni Spartaco, 2020) – Cura, traduzione e postfazione di Giovanni Barone

Da giovanissimo mi sono formato con i grandi autori delle letterature francese e russa. Alcune delle grandi opere le ho lette più di una volta e, alcune francesi, (Madame Bovary, Il rosso e il Nero) anche in originale. Poi ho cominciato a leggere i tedeschi e i mitteleuropei: Musil, Kafka, Kundera, Bernhard. Di seguito vennero Joyce e Virginia Woolf. Gli italiani ho cominciato a leggerli dopo i vent’anni e continuo tuttora. Ho letto molto della nostra letteratura contemporanea e nutro una stima particolare per Calvino; sento tuttavia particolarmente vicini alcuni scrittori siciliani, da Pirandello a Vincenzo Consolo (che ho conosciuto personalmente), attraverso Bufalino, Sciascia, D’Arrigo, Carmelo Samonà. I sudamericani sono diventati poi la mia passione intorno ai quaranta – cinquant’anni, in parallelo con la sempre più perfezionata conoscenza della lingua spagnola. Che tra i sudamericani io preferisca i grandi autori argentini (accanto al cileno Roberto Bolaño e al messicano Juan Rulfo) è dovuto a due motivi: ho lavorato nove anni come dicevo prima nel Consolato d’Italia a Rosario e ho potuto conoscere a fondo il paese e la sua profonda cultura; il secondo motivo è che mia moglie è argentina. Tra i grandi autori argentini (che leggo in originale) quelli che più hanno contribuito alla mia formazione sono Borges, Cortázar e Juan José Saer.

Quali sono i suoi prossimi impegni e progetti editoriali e professionali?

Fernando Bermúdez, “La metà del doppio” (Edizioni Spartaco, 2020) – Cura, traduzione e postfazione di Giovanni Barone

Al momento sto traducendo un romanzo di un autore argentino di grande spessore di cui per ora non posso fare il nome né citare l’editore. Sto aspettando di iniziare la traduzione dell’atteso romanzo di Fernando Bermúdez, che si è convinto a riprendere dopo un lungo silenzio letterario proprio grazie al successo dei suoi racconti qui in Italia. Ho già letto la prima stesura e posso affermare che si tratta di un lavoro importante. Un progetto ancora sarebbe quello di riprendere quanto avevamo realizzato al Consolato italiano sul finire degli anni ’90, e cioè tradurre giovani autori italiani contemporanei nella variante rioplatense, che differisce in parte dallo spagnolo classico. In questo caso valorizzerei le risorse di mia moglie essendo lei lingua madre. Sono progetti che comunque dipendono da tante variabili, non ultime la situazione creatasi per la pandemia e le conseguenti difficoltà economiche.

 

 

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