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Letto per voi… “Fermate la produzione!” di Giovanni Peli

La Rubrica online “Piazza Navona” è lieta di ospitare ancora una volta Giovanni Peli e di raccontare del suo ultimo romanzo “Fermate la produzione!” (Calibano Editore). E non perdete l'”Incontro con l’Autore!”

La trama

“Fermate la produzione!”, di Giovanni Peli (Calibano Editore, 2021)

Il protagonista del breve romanzo Fermate la produzione! è un uomo senza nome, messo in carcere per aver sabotato le fabbriche, per aver combattuto e creduto – in tempi non sospetti – in un mondo diverso, libero, più umano. Forse. Certo è che quando l’uomo esce di prigione, almeno in parte, trova il suo desiderio esaudito: il mondo è veramente cambiato. Ma non come avrebbe desiderato. Tutto e tutti sono controllati, iperconnessi. La gente trascorre la propria vita davanti ai dispositivi elettronici cui è attaccata con delle cannule. Ad avere il pieno controllo della situazione sono gli ufficiali sanitari che, andando di casa in casa, si accertano che le connessioni e la rete siano funzionali e funzionanti e che a nessuno sorga il solo pensiero di disconnettersi e tornare a vivere nella realtà. Tutto avviene attraverso la rete: questa è la produzione e la realizzazione del benessere. E intanto la Natura si riprende i suoi spazi, evolve, gli uomini e gli animali mutano, si sviluppano nuove malattie, nuovi ecosistemi… Ma l’uomo vuole lottare ancora, vuole spegnere tutto. Intanto, dal mare giunge una nuova razza umana: tecnologica, imponente, forte, violenta, minacciosa… cosa ne sarà dell’Uomo? Cosa ne sarà del suo amore per Anna, anch’essa vittima di questa realtà iperconnessa tanto da renderla immobile, nel corpo e nello spirito? Quale futuro è riservato all’umanità ormai privata di ogni colore, di vita, di pensiero… di libertà?

Sul libro

Calibano Editore

La Rubrica online “Piazza Navona” è davvero molto felice di ospitare ancora una volta Giovanni Peli, scrittore, poeta, cantautore, bibliotecario e fondatore della Lamantica Edizioni. Abbiamo già avuto il piacere di incontrare nella nostra piazza virtuale Giovanni Peli per parlare dei suoi libri Sulla soglia (Calibano Editore, 2020) scritto a quattro mani con Stefano Tevini e La vita immaginata (Lamantica Edizioni, 2020).

Oggi, invece, ringraziando l’Autore bresciano della sua rinnovata fiducia nella Rubrica online “Piazza Navona”, siamo orgogliosi di raccontare in anteprima ai nostri lettori dell’ultima sua fatica letteraria: Fermate la produzione! – Diario di un arboricolo (Calibano Editore) disponibile in tutte le librerie e negli store digitali dallo scorso 24 gennaio.

“Fermate la produzione!”, di Giovanni Peli (Calibano Editore, 2021)

Ancora una volta Giovanni Peli non delude! Il suo racconto in bilico tra il distopico, il fantasy, la fantascienza e l’attualità è un vero piccolo grande gioiello. Fermate la produzione! infatti, è un breve romanzo (90 pagine) confezionato in un volume agilissimo e dal contenuto assai potente e impregnato di attualità.

L’opera di Giovanni Peli, a tal proposito, potrebbe essere ben riassunta da questa frase di Erasmo da Rotterdam: Non vi è nulla di così assurdo che l’abitudine non renda accettabile. È proprio questo ciò che accade nel libro (e a quanto pare negli ultimi tempi, non solo). In Fermate la produzione! il protagonista è un uomo (già la scelta di non voler dare un’identità al protagonista è un dato assai significativo che si apre a un discorso molto più ampio e profondo) messo in prigione per i suoi ideali di libertà e scarcerato una volta che tale diritto fondamentale di ogni Uomo è ormai piegato e assoggettato al volere del Sistema: la rete. L’uomo, però, a differenza degli altri suoi simili sa ancora scindere la realtà dall’iperrealtà (o surrealtà) e pur notando attorno a sé i profondi cambiamenti nella Natura, nell’essere umano, nelle malattie, nell’evoluzione che avanza a gran passo… non si arrende. È disposto persino a lottare contro una nuova specie umana tecnologicamente e fisicamente più evoluta. Non solo per se stesso ma anche per far tornare in sé (un po’ come nel mito di Orfeo ed Euridice) la sua donna, la sua amata Anna ormai vittima di questa continua connessione che succhia ogni linfa vitale, mentale e spirituale.

“Fermate la produzione!”, di Giovanni Peli (Calibano Editore, 2021)

E tutto questo Giovanni Peli lo racconta servendosi del suo stile ormai affermato e consolidato dove si sentono gli influssi, le influenze e i ritmi della scrittura propria del cantautorato e quella semplicità che si trasforma in purezza. Poiché in Fermate la produzione! l’Autore parla di ciò che è purezza per eccellenza: la Libertà.

Leggendo il testo, inoltre, ci si accorge dei riferimenti niente affatto velati con la realtà e il particolare momento storico che tutti stiamo vivendo e che tutti ci coinvolge: sia per quanto riguarda l’emergenza sanitaria e tutto ciò che si trascina dietro sia per quanto riguarda la bulimia tecnologica cui siamo soggetti. Per scelta, per svago, per obbligo o per necessità. Non possiamo o non riusciamo a farne a meno. In tal modo, avviene una non poi tanto tacita lotta su due fronti ugualmente importanti e ugualmente forti. Due fortezze da espugnare o due battaglioni da cui difendersi. Certo è che, sia in un caso sia nell’altro, sul campo si mietono vittime. Più o meno consapevoli. Ciascuno a suo modo, direbbe Pirandello.

“Fermate la produzione!”, di Giovanni Peli (Calibano Editore, 2021)

Eppure Giovanni Peli racconta di tutto questo, di questa pressante attualità inserita nel suo racconto, in modo garbato, delicato, persino surreale per quanto è reale facendo mostra (qualora ce ne fosse ancora bisogno) della delicatezza del suo stile e dell’uso del suo linguaggio. Delicato, appunto, ma inesorabile. Inarrestabile proprio come una fulminea e subitanea stilettata di cui ci si accorge della ferita solo alla visione del sangue. E così facendo, l’Autore, continua il suo discorso iniziato con La vita immaginaria mantenendone i cardini, il ritmo, l’atmosfera, la pulizia stilistica e il tema centrale e pulsante della vicenda.

“Fermate la produzione!”, di Giovanni Peli (Calibano Editore, 2021)

Fermate la produzione! quindi, ancor prima di trovarsi ufficialmente sugli scaffali delle nostre librerie, merita davvero di averne un posto in bellavista e di riunire attorno a sé Lettori curiosi, volenterosi e disposti a un confronto con l’Altro (il che equivale anche con sé stessi), a voler viaggiare e osservare molto al di là del proprio naso… a cercare di trovare un equilibrio quanto più agevole tra sé e i suoi simili con cui condividere e gustare, con spirito critico e affamato, quel sapore prelibato e sopraffino che ha la libertà.

Esiste ancora una vita reale e vale la pena di essere vissuta.

Incontro con l’Autore

Lo scrittore Giovanni Peli

Come è nata l’idea di Fermate la produzione! Diario di un arboricolo?

Volevo raccontare qualcosa che fosse simile a una fiaba, una leggenda. Qualcosa che parlasse dell’oggi attraverso una dimensione futuribile. Che fosse la storia di una tensione e di una passione, la storia di un irriducibile e anche una storia d’amore. Inoltre da vario tempo volevo slegarmi dalla poesia pura e dalla canzone, che ormai fanno parte di me e segnano costantemente quello che scrivo, ma sono linguaggi, soprattutto la poesia pura, che trovo troppo autoreferenziali e francamente datati. Dopo il bellissimo esperimento distopico di Sulla soglia, volevo proseguire nel racconto fantascientifico ma portandoci dentro il mio bagaglio di letture, di esperienze e di prove letterarie. Nonostante sia un vorace lettore, se ripenso a quando ho cominciato a scrivere Fermate la produzione! non ricordo letture di poesia e di prosa che mi hanno segnato (forse i narratori Amis e Roth?). Sono stato invece folgorato dalla lettura del capolavoro di Sergio Atzeni Passavamo sulla terra leggeri, l’andamento poetico ed epico, e direi religioso, della sua prosa mi ha davvero aperto nuovi mondi. Contemporaneamente ho letto vari saggi, ne cito alcuni che di certo mi hanno influenzato: il classico La scoperta dell’America di Todorov, Preistoria di Renfrew, Il sufismo di Chittick e Antropocene fantastico di Meschiari. Sono molto diversi tra di loro, ma tutti mi hanno aperto nuovi orizzonti e mi hanno indotto a pensare cosa potessi ancora scrivere dopo non pochi lavori.

“Fermate la produzione!”, di Giovanni Peli (Calibano Editore, 2021)

Per la creazione e la stesura di questo racconto quanto è stata di ispirazione la situazione (legata all’emergenza sanitaria, economica e non solo) che stiamo vivendo?

È innegabile che ci sia un riferimento, ma sono sicuro che questo racconto sia valido in ogni caso: l’atteggiamento è quello di chi vuole proiettarsi nel futuro e non guardare più indietro nel passato. Guardare nel futuro significa probabilmente soprattutto immaginare una distopia. L’eccesso di cura e l’ipocondria, l’ossessione per forme di produzione indegne per ambiente e esseri umani, per esempio, sono malattie del nostro tempo ormai da decenni. Ora sono ancora più condivise a causa della pandemia. Sono sotto gli occhi di tutti. Anche Sulla soglia, il mio precedente lavoro narrativo, sembrava calzare a pennello per l’emergenza pandemica, eppure è stato scritto ben prima.

Fermate la produzione! Diario di un arboricolo può considerarsi, in qualche modo, legato al suo precedente libro La vita immaginata? Perché?

Giovanni Peli, “La vita immaginata” (Lamantica Edizioni, 2020) – Ph. Mario Martinazzi

È vero, e aggiungo che tutti i miei libri sono collegati. La trama di Fermate la produzione! ha forti legami (non me ne sono avveduto subito!) con quella di Brèsa desquarciàda/Brescia disvelata, un libro del 2016 che è la versione narrativa di un testo teatrale che ho scritto addirittura nel 2008. Era un grido anticonsumistico, ma dall’ambientazione realistica e metropolitana. Ne La vita immaginata ho vividamente ideato, sia in prosa sia in versi, una realtà alternativa in cui l’ambiente vince, si prende i propri spazi.

Si veda ad esempio questa poesia:

Torneranno i lupi e gli orsi in città
falchi poiane marmotte camosci
i cervi fra le auto parcheggiate
e il riccio prenderà coraggio
camminerà a bordo strada da Brescia a Prato
gli occhi dei gatti non si infrangeranno
contro l’abbaglio dei fari
il tempo scorrerà senza misura
solo il buio della notte detterà legge
sui prati e gli alberi cresciuti
e quando i superstiti riapriranno la porta
per uscire a vedere il mondo cambiato
intoneranno il canto del merlo
senza cercare nessuna spiegazione

“Il candore” di Giovanni Peli (Oèdipus Edizioni, 2017)

Questo paesaggio è simile a quello di Fermate la produzione! E qui, tra le sezioni di questo libro complesso che è La vita immaginata (un po’ anche diario se vogliamo…), comincio a pensare anche a un’idea di tempo non lineare che nel nuovo libro diventa fondamentale, come se fosse un personaggio: nella poesia citata il tempo è sospeso, sappiamo che il passato non tornerà più, sappiamo che il presente è fuso con il futuro e tutto è dilatato e sospeso. Così in Fermate la produzione! i piani temporali e narrativi sono imprevedibili, la durata sembra aleatoria. Per questo i rami paiono muoversi come serpenti, le epoche si susseguono sotto gli occhi del protagonista a cui non resta che credere a pochi punti fermi della sua esistenza, come per esempio le sensazioni corporee: la fame, la sete, l’impulso sessuale. La sua umanità resta nel senso dell’onore, per esempio, nel coraggio e nella curiosità, che viene stimolata da altre percezioni sensoriali che non riesce a capire fino in fondo, al limite tra sogno realtà e, soprattutto, realtà virtuale. D’altro canto, una narrazione non lineare, non diacronica, l’ho utilizzata anche nel mio primo libro in prosa, il romanzo breve Il candore del 2017, in cui i capitoli fanno andare continuamente la storia avanti e indietro nel tempo… Forse perché non siamo davvero padroni del nostro destino?

“Fermate la produzione!”, di Giovanni Peli (Calibano Editore, 2021)

Perché ha scelto per il suo libro proprio la data del 2078 (tra l’altro non così lontana come si possa pensare)?

Solo perché nel 2078 avrò cento anni…

Qual è stata la difficoltà maggiore che ha incontrato in fase di ideazione e di stesura del testo?

Una volta capito che il mio modo di raccontare congeniale era quello di costruire la storia con brevi capitoli, ho limato la forma, perché fosse sintetica, quasi scarna, ma sempre sorretta da una voce passionale. Mi sono fatto aiutare da Federica Cremaschi (mia compagna ed editor, con cui porto avanti anche il progetto microeditoriale Lamantica) che con me ha effettuato molte riletture.

 

Secondo lei, la distopia, la fantascienza… sono da considerarsi così lontane e fisse nella nostra immaginazione o “rischiano” di venir catapultate nella nostra realtà?

Qualcosa si avvererà sicuramente…

“Fermate la produzione!”, di Giovanni Peli (Calibano Editore, 2021)

Come già accaduto con La vita immaginata e Sulla soglia (quest’ultimo scritto in tandem con Stefano Tevini) anche Fermate la produzione! sembra essere adatto per il mondo del fumetto. Ha già pensato di farne una versione graphic novel o di mettere la sua scrittura anche a servizio di di questo genere che sta diventando sempre più popolare tra i lettori?

Non sono un grande lettore di graphic novel, ma noto che le persone che vi si dedicano sono sempre di più e questo non può che affascinarmi. Sicuramente, ed è accaduto anche in Sulla Soglia, (meno ne La vita immaginata, perché quando penso a quel libro lo considero soprattutto una raccolta di “poesie” – seppure sempre di poesia non si tratti, perché non c’è una trama unitaria e, se diventasse un  film o una graphic novel, dovrebbe avere un andamento per così dire “sperimentale”, frammentario e antinarrrativo –) “vedo” chiaramente molte scene e penso che sia una storia che si possa adattare ad un film, quindi, presumo, anche a una graphic novel. Sarei certo entusiasta se un disegnatore volesse collaborare con me. Ho scritto molto per la musica e il teatro, quindi perché no?

“Fermate la produzione!”, di Giovanni Peli (Calibano Editore, 2021)

E lei, come si immagina nel 2078?

Con le braccia lunghe e i denti insanguinati…

Come definirebbe il suo stile di scrittura?

Uno stile spurio, sicuramente ibridato. Credo che la mia lunga frequentazione con la poesia e la canzone sia evidente, e credo anche che mi porti spesso a una scrittura “sintetica”.

Quali sono gli Autori e le opere che hanno influenzato il suo essere Autore, Lettore, Cantautore ed Editore?

Ne ho già citati vari (Amis, Roth, Atzeni) posso aggiungere un altro grande classico del Novecento come Jorge Amado. Per la poesia sto rileggendo Franco Fortini, Marck Strand, Alejandra Pitzarnik e il mistico islamico Rumi, di cui infatti ho usato un verso in epigrafe a Fermate la produzione! Tra i saggisti letti di recente mi vengono in mente lo storico David Abulafia e il musicologo/filosofo Marco Maurizi. E un altro libro notevole di filosofia della musica, L’accadere del suono di Marcello La Matina. Sono autori di grande ingegno che smuovono l’inaspettato in noi.

“Fermate la produzione!”, di Giovanni Peli (Calibano Editore, 2021)

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali e professionali?

Mi voglio fermare, la motivazione non è sempre scoppiettante, per così dire… soprattutto perché ho già scritto, detto e fatto molto e ho un atteggiamento diverso verso l’attività artistica, meno ansioso, per semplificare. Inoltre non ho molta simpatia per una serie di adempimenti indissolubilmente legati ad essa: il rapporto con gli editori, con gli organizzatori e con altre situazioni non sempre amene. Me ne voglio occupare semmai soprattutto per Lamantica Edizioni, in cui pur mettendo molta passione e competenze sono meno coinvolto personalmente a livello emotivo rispetto a quando devo portare avanti un’opera totalmente mia.

Di certo però voglio occuparmi della promozione di Fermate la produzione!, questo piccolo nuovo libro, questo strano miscuglio di fantascienza, horror, disopia e, (soprattutto?) storia d’amore…

“Fermate la produzione!”, di Giovanni Peli (Calibano Editore, 2021)

Poi, dicevo, come autore letterario non pubblicherò a mio nome niente altro per un po’, ma lavorerò a un disco cantautorale che mi impegnerà per qualche anno. Come editore, con Federica (Federica Cremaschi, traduttrice, n.d.a.) abbiamo parecchio lavoro, Lamantica cresce e ci sorprende!Il lavoro che ora mi tiene occupato la maggior parte del tempo, comunque, è quello di bibliotecario, ed anche questa è una dimensione che mi sta facendo crescere: dovrò ancora diventare grande?

 

 

 

 

 

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