La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi Fantasmi di Paolo Panzacchi (Clown Bianco Edizioni). La storia di una giovane vita che finisce e di un’altra che ha bisogno di (ri)nascere, di cogliere una seconda possibilità. E non perdete l’Incontro con l’Autore!
La trama
2004. Mario e Giulio. Hanno vent’anni. Sono la classica coppia di amici/fratelli inseparabili, indivisibili. Sono in auto ad alta velocità. Troppa velocità. Così tanta da perdere il controllo del mezzo. Poi, l’incidente. Gravissimo: Mario non ce la fa mentre Guido riesce a salvarsi.
2019. Sono trascorsi quindici anni da quel tragico incidente e dalla morte di Mario. Nel frattempo, Giulio ha visto la sua vita andare a rotoli: abuso di alcol, medicinali e sigarette, il naufragio del rapporto con Carlotta, la sua ragazza di sempre e ora sua moglie, il lavoro, la vita, la sua intera esistenza si stanno sgretolando. Giulio è il fantasma di se stesso che si sta lasciando vivere (o morire?) tra i fantasmi del passato, tra tutti i rimorsi e i rimpianti per le decisioni (non) prese, tra tutto ciò che non è potuto essere. Lui, sopravvissuto alla morte e incapace di donarsi alla vita. Eppure un incontro, quello con Greta, avvenuto il giorno dell’anniversario della scomparsa di Mario durante un concerto in sua memoria sembra portare un po’ di luce nella lugubre e solitaria vita di Giulio. Greta ha tutti i tratti di una seconda possibilità. Il ragazzo, però, sarà disposto a prendere per le mani la sua vita e a (ri)cominciare a vivere? Sarà pronto a liberarsi dei suoi fantasmi e a fare finalmente tutti i conti con il suo passato? Quanto coraggio ci vuole a vivere? E quanto ancora a sopravvivere alla morte degli affetti più cari e preziosi?
Sul libro
Nel settembre 2022 Clown Bianco Edizioni pubblica nella collana “Margini” pubblica Fantasmi, il nuovo romanzo di Paolo Panzacchi.
Senza alcun dubbio si tratta di un romanzo carico ovvero pieno di emotività, di riflessioni, di eventi, di forza, di fragilità, di quel magma rovente che scorre sia all’interno sia all’esterno di un’anima in pena, offesa dalla vita, priva di punti di riferimento e carica di dolore e rimpianto. L’Autore con una lucida, introspettiva e profondamente umana attenzione al protagonista (e al coro di personaggi che lo circondano) e uno stile narrativo assai fluido, pulito e ben misurato in ogni dettaglio racconta di una vicenda che, in un modo o nell’altro, riguarda tutti mettendo al centro della vicenda delle domande ben precise, forse, persino “crudeli” o egoistiche sotto certi aspetti: Come si sopravvive alla morte? Chi resta cosa fa? Come fa?
Ed è qui che poggia la base dell’intero romanzo di Paolo Panzacchi. In Fantasmi vi è una coppia di amici di vent’anni che si scontra con la morte. Durante un tragico incidente un amico, purtroppo, non sopravvive mentre l’altro resta in vita. O meglio, si salva, respira e il cuore batte ma Giulio, questo è il nome del ragazzo che fortunatamente si salva, è un “non vivo”. È il fantasma di se stesso, quasi trasparente ai suoi stessi occhi, vaga nei suoi giorni come se non gli appartenessero, subisce scelte e decisioni di altri come se non lo riguardassero, fugge come se la sua assenza e il suo non fare non avessero conseguenze su altri. Da qui, il principio della fine. Una giovane vita che va a rotoli e si arena molto prima del tempo (semmai questo tempo debba esserci!). Un’esistenza spezzata e tutta accartocciata su un evento indelebile della vita, su fantasmi di un presente e di un passato che non lasciano spazio alla vita, al respiro, alla (ri)presa di una esistenza pur con tutti i suoi interrogativi e gli strani, spesso crudeli, scherzi del destino.
Giulio è un giovane uomo che si rifugia nel passato, nell’alcol e nei medicinali. Non guarda il presente colmo di difficoltà, incomprensioni, liti, tradimenti e discussioni con Carlotta. È così che Giulio perde d’occhio tutto ciò che gli appartiene, persino l’amore per sua moglie con cui è cresciuto e ha formato una famiglia. Giulio è un fantasma tra i suoi fantasmi. E Paolo Panzacchi è stato molto bravo a raccontare tra passato e presente il quadro emotivo e di vita del suo Giulio e a rendere questo personaggio autonomo pur nel suo essere quasi (in)dolente, continuamente presente/assente. Un non vivo, appunto, ma nemmeno un non morto. Questo personaggio pur subendo tutti e tutto quanto gli è attorno resiste a suo modo, indebolendosi certamente, arrancando ma mai il Lettore verrà messo nella condizione o nella posizione di giudicarlo. Tutti abbiamo i nostri fantasmi e solo ognuno di noi sa come vivere o sopravvivere con essi. Fuori e dentro di noi.
A volte, poi, il destino come per risarcirci del nostro dolore mette sulla nostra strade nuove stelle luminose se non da seguire almeno da guardare così da farci sollevare lo sguardo da terra. Ma questa è una nuova prova cui veniamo sottoposti… guardare e avvicinarci trovando un punto d’incontro con i nostri fantasmi tacitandoli, o restare lì, fantasmi tra i fantasmi perché ormai spaventati di guardare la vita?
Incontro con l’Autore
Come è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura?
Il mio primo incontro con la scrittura è avvenuto molti anni fa, ero ancora bambino e, dopo aver trascorso un’estate a leggere i Gialli Junior della Mondadori, ho pensato di poter scrivere a mia volta una storia dalla trama gialla. Da quel momento ho sempre prestato molta attenzione ai libri leggendone in grande quantità e spaziando tra i vari generi. La prima volta che ho voluto mettermi davvero alla prova, però, è stata in occasione di un concorso per racconti gialli inediti, ormai più di dieci anni fa, poi non ho più smesso, arrivando all’esordio del 2015 con il mio primo romanzo.
Come è nato il progetto editoriale di Fantasmi?
Fantasmi l’ho scritto nel 2019, è una storia che è venuta a trovarmi tramite una suggestione, ovvero quella di un uomo che si guarda allo specchio e non riesce a riconoscere il proprio volto sulla superficie riflettente. Questa idea è stata importante anche nell’individuare la giusta copertina, trovando la rappresentazione perfetta di questo mio pensiero nell’illustrazione di Giulia Neri. Scrivere Fantasmi è stata una bellissima avventura, anche se resa complessa dal profondo esercizio di introspezione che ho dovuto fare per cercare di capire come io avrei affrontato la vicenda se mi fossi trovato nei panni dei protagonisti. Con Fantasmi avevo voglia di raccontare quelle coppie delle quali non sentiamo mai parlare, ovvero quelle che non sono agli ultimi battiti o quelle ritenute perfette, ho avuto voglia di dare una dimensione e una dignità alle coppie che sono in difficoltà e non hanno il giusto coraggio per affrontare ciò che sta accadendo.
Qual è stato il passo o l’aspetto della sua storia più complesso da riportare su carta? E perché?
L’aspetto più complicato è stato quello della verbalizzazione dello scontro fra Giulio e Carlotta. Il loro rapporto è ruvido e quasi violento, per lo meno a livello di dialogo, per quel poco che ne resta. Rendere verosimili i loro dialoghi, la loro rabbia è stato difficile e mi ha richiesto uno sforzo notevole.
Il suo Fantasmi lo racconta bene ma per lei quanto sono importanti le seconde occasioni? E quale “prezzo” hanno?
Le seconde occasioni sono fondamentali, spesso sono concesse a chi sbaglia da chi subisce, ma non sono, a mio modo di vedere, l’ultima istanza della vita. Qualora una persona vanificasse questa occasione e avesse la forza di affrontarne il naufragio, avrebbe ancora la possibilità di affacciarsi alla vita concedendosi un’ultima opportunità, questa volta contando solo sulle sue forze. Il prezzo delle seconde occasioni è quello che si paga nel dover dire grazie a qualcuno, molti di noi non sanno quale sia il vero costo di questo scambio e sono incapaci di portarne il peso.
Da chi o cosa ha tratto ispirazione per creare i personaggi di Giulio e Carlotta e la morsa che li unisce?
Per Giulio e Carlotta ho tratto spunto dalla vita di tutti i giorni, dalle persone che incontro, che mi stanno accanto e da chi ha avuto voglia, e che ringrazio, di condividere la difficile quotidianità di un rapporto in difficoltà o che si sta avviando alla fine.
In Fantasmi molto importante è la colonna sonora. A cosa è dovuta questa scelta e la decisione di inserire brani del gruppo bolognese Massimo Volume?
La musica in questo romanzo è centrale e fondamentale. Principalmente è lo strumento di Giulio per non pensare, per tenere impegnata la mente e non tornare ai giorni che lo hanno visto essere fragile, sbagliare e far crollare le poche certezze che si era costruito negli anni. Sarà proprio la musica dei Massimo Volume, band che amo particolarmente e che Giulio e Mario amano all’interno del romanzo, a fare da colonna sonora a tutta la narrazione. La scelta della band di Clementi è dovuta alla particolarità della loro musica e alla grande forza espressiva dei testi delle loro canzoni.
Fantasmi mostra la bellezza e la difficoltà di essere fragili. Per lei, come uomo e come scrittore, qual è il valore della profonda fragilità umana?
La fragilità umana è qualcosa da custodire con grande cura perché è tutto ciò che resta, oggi, da opporre a modelli precostituiti che la società e i media vorrebbero imporci. È l’ultima vera forma di resistenza al costante processo di omologazione che ci sta riducendo a banali copie di modelli considerati di successo.
Quale vuole essere il messaggio della sua opera?
Principalmente quello di dire a chiunque di non vergognarsi della propria fragilità, di cercare una persona con la quale parlarne e di non smettere mai di cercare cosa l’abbia generata e di condividere ciò che questo percorso farà emergere senza paura di essere sottoposti a giudizio.
Fantasmi ha un finale aperto, ogni lettore può immaginare il proprio. È previsto una sorta di sequel che riprenda il filo delle vite dei suoi protagonisti?
Fantasmi ha un finale molto particolare, ho lasciato volutamente una sorta di libera interpretazione alle lettrici e ai lettori. Il finale di Fantasmi a me è molto chiaro e può lasciare aperto uno spiraglio, anche se solo a una parte dei protagonisti di questa storia. Ho pensato più che altro a un prequel che ci racconti la forza dell’amicizia fra Giulio e Mario.
Quali sono gli Autori e le opere che hanno contribuito a formare il suo essere scrittore e lettore?
Principalmente Céline, Izzo, Tondelli.
Lei scrive romanzi ma anche racconti: in quale scrittura si sente più a suo agio? E in che modo si approccia alla stesura di un romanzo e a quella di un racconto?
Principalmente amo la dimensione del racconto, è quella che sento a me maggiormente vicino e dalla quale parto spesso per la costruzione di una trama maggiorente strutturata. L’approccio alla stesura di un romanzo per certi versi è più semplice: una volta individuata la storia ragiono sul punto di inizio e sul finale, poi sviluppo una scaletta e inizio la fase di scrittura. Il racconto, invece, è qualcosa legato maggiormente all’istinto, di solito per scriverne uno parto da un’immagine o da una suggestione, inizio ad ascoltare musica che mi porti dentro a ciò che vedo e, quando arriva l’idea giusta, lo scrivo tutto d’un fiato.
Quali sono i suoi prossimi impegni professionali ed editoriali?
Sto lavorando a un paio di nuovi progetti, uno legato al noir ambientato a Ferrara e un romanzo per alcuni aspetti simile a Fantasmi, che è quello che conto possa arrivare per primo nelle librerie.