La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi E invece non sei cambiata come me di Simone Olla (Castelvecchi). Un uomo, un infortunio e una convalescenza non solo fisica da affrontare: vita, amori e consapevolezze. E non perdete l’Incontro con l’Autore!
La trama
Decimo Cirenaica dopo una brutta caduta da cavallo ha bisogno di un periodo di convalescenza e riposo reso ancor più necessari da una vita condotta senza freni, tra droghe e alcool. In questo percorso riabilitativo – fisico e psicologico – è affiancato dalla sua ex fidanzata Elica alla quale inizia a raccontare la sua vita, i suoi incontri, le donne del suo passato. L’uomo si lascia andare a somme e a sottrazioni senza rendersi conto che il risultato ottenuto, però, è sempre lo stesso: l’abbandono e l’assenza di una solidità affettiva. Saranno l’ascolto, le parole e il cinismo di Elica a mettere Decimo davanti al fatto compiuto e all’amara verità: quella di ritrovarsi davanti a sé stessi ormai cresciuti, adulti, risultato di una vita e di un passato che non tarda mai a presentare il suo conto. Spesso anche maggiorato degli interessi.
Sul libro
Nel 2023 Castelvecchi pubblica nella Collana “Carene” E invece non sei cambiata come me, l’ultima fatica letteraria di Simone Olla, lo scrittore cagliaritano che la nostra Rubrica ha avuto il piacere di ospitare assieme al suo precedente romanzo Luce bianca (Catartica Edizioni, 2022).
Si deve ammettere che le aspettative non vengono deluse. Ancora una volta Simone Olla offre al Lettore una storia verosimile, pensata e scritta con chiarezza e autenticità. In E invece non sei cambiata come me l’Autore narra con estrema semplicità e con un particolare approfondimento psicologico la storia di Decimo Cirenaica che, a causa di una caduta da cavallo, è costretto a un periodo di convalescenza che trascorre alla sua ex fidanzata Elica. La convivenza dei due è quello scatto, quel “clic” che porta il protagonista a compiere un viaggio nel suo passato (dal 1988) e, quindi, a raccontare dei suoi amici, della sua vita e, soprattutto, delle sue conquiste. Wanda, Adelaisia, Katerina, Florence, Fortune, Neera…
Tutti incontri e storie passionali, dove spesso fumo e alcool sono la miccia e il fattore scatenante. Rapporti che si sono esauriti in un tempo abbastanza limitato e che, seppur avuti in momenti più o meno ravvicinati, hanno sempre portato al medesimo risultato: l’abbandono. Decimo sembra non capire e non accorgersi di aver adottato un modus operandi sempre uguale e che porta (come lo si scopre pagina dopo pagina) quasi a un processo di autodistruzione. È anche vero che riconoscere i propri errori, le proprie debolezze e le proprie mancanze richiede una dose di coraggio non indifferente. Decimo Cirenaica sembra esserne privo preferendo il non vedere all’essere consapevole. A scuoterlo sono solo il cinismo della sua ex fidanzata e i dialoghi diretti che ha con lei… L’unica ad essergli accanto in un momento così delicato e di vera (ri)costruzione.
È grazie ad Elica e questa convivenza che, in qualche modo, obbliga alla riflessione che Decimo matura una domanda – molto probabilmente la più importante della sua vita – e una riflessione:
Cosa voglio della mia vita? Vorrei tentare di risolverla, o capire almeno dove questo non sia possibile. Vorrei fermare questi pensieri che se ne vanno appena inizia il codice linguistico codificato, il nostro, la lingua. Vorrei capire come sia possibile capirsi. Vorrei ogni attimo conoscere quello che tocco, la sua storia, come le persone che incontro, la loro storia. (…)
E forse è proprio vero quando si dice che le risposte (almeno a volte) non sono poi così lontane dalla nostra portata. Talvolta serve “solo” un suggerimento, una spinta o quel pizzico di coraggio cui abbiamo accennato. Qui è Elica, con estrema sincerità e giusta crudezza, a innescare questo meccanismo di rivelazione, a portare alla luce il tipo di rapporto che Decimo ha sempre avuto con le “sue” donne. Compresa lei. È proprio Elica a fargli comprendere che una donna non potrà mai soddisfare la sua incessabile richiesta di un amore incondizionato poiché tale sentimento è destinato solo a un figlio. E lui quel figlio non l’ha avuto poiché quella che (forse) ha più amato vi ha rinunciato.
Si sente un’Isola, Decimo. È circondato da un mare di onde e silenzio. Eppure non può smettere di tendere verso l’Altro ben consapevole che per stargli accanto serve prudenza. Eppure continua a desiderare e a sognare una donna che un giorno mi inizierà all’amore incondizionato: lei mi dirà un figlio: insuperabile conseguenza dei nostri assalti all’amore.
Va detto: Simone Olla è stato assai bravo nel compiere un viaggio così profondo dell’animo maschile creando un personaggio da immaginare come un mosaico in cui ogni tessera che lo compone è la rappresentazione di un fatto, di un incontro, di una donna, di un vissuto. La parte per il tutto. Una parte che sa di vita perché è vita e fame di essa. Simone Olla ha raccontato l’evoluzione di un uomo, che non rinuncia ad essere figlio e amante. Un uomo che non rinuncia all’amore. Un uomo semplice nel suo essere dannatamente complesso e contorto. Ma è stato costretto a guardarsi dentro e fuori, a crescere. Con le sue somme e le sue sottrazioni.
Incontro con l’Autore
Quando e come è nata l’idea di E invece non sei cambiata come me?
La prima stesura risale all’ultimo periodo parigino (2018). All’epoca avevo in mente un altro tipo di romanzo. Va più o meno sempre così: sai da dove parti, non sai dove arrivi.
E invece non sei cambiata come me (Castelvecchi) è il suo secondo romanzo dopo Luce Bianca (Catartica Edizioni). Quale evoluzione ha avuto la sua scrittura e il suo rapporto con la creatività?
Luce bianca ho iniziato a scriverlo nel 2005. Da allora e fino alla pubblicazione sia dell’uno che dell’altro ho scritto altri romanzi e racconti, ho scritto per il cinema, mi sono persino messo a disegnare: tutto in funzione della creazione narrativa.
Come sono nati i protagonisti di E invece non sei cambiata come me? Ha tratto ispirazione da qualcuno o qualcosa in particolare?
Parto spesso da vicende personali, dalla mia vita, da ciò che conosco meglio, da quello che vedo. L’obiettivo rimane sempre quello di raccontare una storia.
Qual è stato il personaggio di E invece non sei cambiata come me più difficile da creare e riportare su carta? E perché?
Probabilmente Elica Pentedattilo, perché mi riportava indietro di dieci anni e rischiavo di (s)cadere nel consolatorio.
Dall’ideazione alla stesura finale: qual è stata la fase più complessa da affrontare? E perché?
La prima stesura è stata complessa emotivamente. Infatti dopo le prime trenta pagine l’ho lasciato lì per sei mesi a decantare…
C’è qualcosa che vorrebbe dire o far dire ancora ai protagonisti del suo romanzo? Se sì, cosa?
Hanno detto tutto, tutti, perfettamente…
E invece non sei cambiata come me è ricco di flashback, ricordi, momenti del passato e del presente che si alternano. In che modo è riuscito a trovare il giusto “equilibrio temporale” in fase di scrittura?
È un metodo che pratico da anni, ma a volte non basta il metodo, né la tecnica.
Come in Luce Bianca (seppur in modo diverso) anche in E invece non sei cambiata come me, centrali sono il ruolo del tempo, della memoria, degli attimi che scandiscono la vita. In che modo ha elaborato queste diverse percezioni del tempo? E che significato profondo ha, per lei, il fattore tempo?
Il tempo, nel suo scorrere, è di per sé “neutrale”. È la percezione che di esso ha ognuno di noi a liberarlo dalla neutralità.
Qual è la soddisfazione più grande che fino ad ora le ha regalato E invece non sei cambiata come me?
Far rivivere nella pagine di un romanzo una persona a me cara morta nel 2013.
Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali?
Sto lavorando a un nuovo romanzo da marzo 2023. E ne ho concluso un altro la scorsa estate: è la storia di una radio privata in una paese della Sardegna.