La Rubrica online “Piazza Navona” continua a farvi conoscere gli Autori e le opere finaliste del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019: Anna Santarelli e la sua silloge “Passi d’inverno” (Carta e Penna Editore). E non perdete l'”Incontro con l’Autrice”!
La trama
Passi d’inverno è una silloge di Anna Santarelli il cui tema centrale è l’inverno. Tale raccolta di poesie è suddivisa in due parti: Frammenti di storie ed Echi d’anima. Nella prima parte la poetessa traduce in versi ciò che realmente accade attorno a noi nella quotidianità: dalla morte di Francesca per mano del suo ex compagno alla scomparsa di un senzatetto; dal viaggio di tutti i giorni dei pendolari che si recano al proprio lavoro a quello in mare dei migranti; la profonda solitudine dell’essere umano nonostante la sua continua e perenne connessione a internet e, quindi, con il mondo. Nella seconda parte, invece, è l’inverno ad essere l’unico protagonista declinato in tutte le sue sfumature. La stagione invernale, così, diviene un tempo sospeso utile per riflettere e per lasciar libere le proprie emozioni che possono orientarsi in qualsiasi direzione (emotiva, letteraria, spirituale).
Sul libro
Nell’aprile 2019 Anna Santarelli pubblica con Carta e Penna Editore la sua silloge Passi d’inverno inserita nella Collana “Lo Scrigno dei Versi”.
Attraverso le due parti che compongono la raccolta di poesie – Frammenti di storie ed Echi d’anima – Anna Santarelli impianta il suo “intenso discorso” parlando e raccontando di donne maltrattate e uccise, di senzatetto, i migranti che cercano pace nella nostra terra e che spesso restano vittime dei nostri mari ma anche della stagione invernale intesa come periodo di crescita e di superamento di quel senso di inquietudine e solitudine che è entrato a far parte delle vite di ciascuno di noi.
Eppure i versi di Anna Santarelli ci spingono a guardare oltre, lontano: al di là di ogni tempo, di ogni emozione, remora, paura, timore… persino al di là di noi stessi. Ciò è possibile grazie ai suoi versi semplici, essenziali, dotati di un ritmo che quasi ci culla e ci tranquilla mentre tutto il resto intorno a noi si muove a velocità sostenuta in ogni direzione. Anna Santarelli, riprendendo il titolo di una sua poesia, attraverso la sua raccolta crea un’isola sicura dove rifugiarsi e trovar pace, dove staccare dal mondo esterno e riconnettersi con le proprie emozioni.
Scrive Fulvio Castellani nella sua prefazione che impreziosisce il volume: Amare questo è l’invito di Anna Santarelli. (…) Incontri, ricordi, stagioni vissute, routine, omaggi, momenti di luce arabescata… diventano, così, un insieme di note che proteggono i piccoli-grandi sogni di ognuno di noi e abbozzano trame ed orme che, dalle ferite magari anche aperte, lasciano intendere che il disgelo è sempre possibile e che dalla terra brulla e da un cuore arido potrà sempre fiorire una rosa.
Così, i versi della poetessa proiettano nel Lettore immagini vive e limpide di sentimenti caldi, avvolgenti, armoniosi che ci conducono al di là del tempo… lì dove, come accennato, potrà fiorire una rosa.
Incontro con l’Autrice
Quando è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura?
Amo da sempre la scrittura, come percorso che fonde sensazioni e pensieri, forma e contenuto, ascolto e creazione. L’incontro con la poesia è avvenuto decisamente più tardi, a 40 anni. La circostanza è stata casuale, ma alla base vi sono state salde motivazioni: recuperare il lato creativo della vita, gettare uno sguardo nuovo su me stessa e il mondo circostante, andare oltre l’apparenza e scoprire squarci inediti nel quotidiano. Recuperare la profondità della parola, la sua musicalità, i suoi colori e le sue ombre. Oggi non posso fare a meno della poesia.
Come ricorda l’emozione e la sensazione della sua prima poesia?
La prima poesia si intitola “Dolore” e affonda le radici nel terreno dell’autobiografia. Ricordo una sensazione che mescola smarrimento e presenza, una percezione di passi lungo il sentiero del divenire. Con il trascorrere degli anni, mi sono lentamente distaccata dalla vicenda personale, per fare spazio a un occhio più “oggettivo”, capace di cogliere il presente che si srotola nei tanti eventi quotidiani e genera emozioni diverse e contrastanti.
Come è nato il progetto editoriale della silloge Passi d’inverno?
Passi d’inverno è un progetto nato in poco tempo, tra il 2018 e il 2019, trova la sua ragion d’essere nel mio amore per la stagione invernale. È un tempo prezioso, di introspezione e di cura, sorgente di emozioni, parole, sogni. Un ripiegamento in sé, che non ha nulla di statico, ma custodisce il seme della rinascita e della vita.
Quali sono gli scrittori, i poeti che hanno formato il suo “essere scrittrice” e il suo “essere lettrice”?
Ho letto con interesse i poeti maledetti: Verlaine per la musicalità dei versi, Baudelaire per il rigore dello stile, Mallarmé per il senso del mistero. Ho approfondito la poesia del Novecento italiano; porto con me la parola essenziale di Giuseppe Ungaretti, lo stile dolce e discorsivo di Camillo Sbarbaro, la lealtà e la passione di Alda Merini, la profondità poetica di Mario Luzi. Ho amato i versi di Giuseppe Conte: ha scritto testi indimenticabili sul mare. Ho seguito con sofferto interesse le vicende della poesia sperimentale e mi sono affacciata sulle mille strade apertesi negli ultimi decenni, anche oltre la lirica. Esistono tanti percorsi letterari, tanti sguardi, inedite modalità di fare e comunicare poesia. Ho apprezzato gli spunti di Roberto Carifi, la sua impronta esistenziale e storica; la poetica delle cose di Antonella Anedda. Leggo testi di poeti sconosciuti, di poeti emergenti e già noti. Mi è capitato di sentire vicini, per sensibilità e tematiche, i seguenti autori: Nicola Romano, Alessandro Quattrone, Angelo Andreotti, Rosa Salvia, Donato Loscalzo.
Passi d‘inverno ha ottenuto il terzo posto nella sezione “Poesia” del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2019 con la seguente motivazione:
La Poesia socialmente consapevole di Anna Santarelli prende vita attraverso le lucide metafore e le immagini vive e brillanti create e disegnate dalle sue parole che infondono elettricità al cuore e all’anima. Squarci di vita, di ricordi (più o meno lontani), sguardi al futuro carichi di speranza, di forza e di un amore oltre ogni confine sono l’essenza della poetica della Santarelli creando così con il Lettore un reale dialogo e scambio di emozioni e di intimità.
Cosa ha significato per lei ricevere tale riconoscimento?
È stato un riconoscimento importante. “EquiLibri” è un premio che non conoscevo e che ho scoperto per caso: è condotto con serietà e competenza. Consente di instaurare un dialogo con gli autori e porta con sé un lavoro di approfondimento dei testi. È molto, considerando la realtà (e i limiti) di tanti concorsi letterari in Italia.
Qual è la poesia che avrebbe voluto scrivere e quella che deve ancora scrivere?
Avrei voluto scrivere una poesia, in forma di lettera, alla vita: finora è rimasta nel piano delle intenzioni, poiché si carica di troppi significati, di mille aspetti diversi, implica l’aspirazione alla gioia, al dispiegamento dell’essere, ma anche il peso del dolore, la constatazione del limite. È una vera sfida! Devo scrivere, a breve, una poesia che sia Elogio del giorno. In questo tempo segnato dall’esperienza del Covid, sono a rischio i riti e le piccole abitudini, tutto sembra stravolto. Mi manca quel tempo che scandisce una quotidianità ordinaria e quieta, ma feconda.
Lei è stata anche insegnante nella scuola primaria: qual è il rapporto che si può creare tra i più piccoli e la poesia?
Tra i più piccoli e la poesia si può creare un rapporto profondo: i bambini, istintivi e non troppo condizionati dalla razionalità, sono spesso ottimi poeti. La scuola può fare molto in questo campo e riscoprire una dimensione didattica che lasci spazio alla creatività e al libero moto delle parole.
Secondo lei, da lettrice e da scrittrice, nel vasto mondo dell’editoria quanto spazio viene dedicato alla Poesia? Si potrebbe fare qualcosa di più in tal senso?
Nel mondo dell’editoria, dominato dalla narrativa, lo spazio per la poesia è inevitabilmente ridotto. Si tratta di una nicchia, che incontra pochi lettori e suscita per lo più disinteresse. Si dovrebbero valorizzare voci nuove, che comunque esistono anche se non sufficientemente conosciute. È più facile incontrare la poesia presso la piccola e media editoria (qui si sconfina nelle pubblicazioni a pagamento).
Una domanda, temo, difficile per chi scrive: come nasce una poesia?
Rispondo con i miei versi: Si concepisce nell’assenza la parola, / là dove si spogliano i pensieri / e ogni istante attinge all’innocenza / dell’universo, nasce da quel ventre vuoto / che dispiega le ali dell’anima / Impasta silenzi, sosta nel non detto / … in cerca di un varco, s’adagia / nella pagina bianca.
Quali sono i suoi prossimi progetti professionali ed editoriali?
Dal punto di vista editoriale, dopo diverse pubblicazioni, sono in una fase di stasi, ma coltivo sempre l’interesse per la parola. Vorrei scoprire nuovi autori del nostro tempo, accostarmi ad altri linguaggi, ad altre forme espressive.
Qui di seguito troverete il video della Cerimonia di Premiazione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019 tenutasi lo scorso 25 gennaio nel Salone di Rappresentanza presso il Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Sa) – Riprese e montaggio di Alberto Accarino.