La Rubrica online “Piazza Navona” vi presenta gli Autori e le opere finaliste del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019: “Il tallone di Achille”, l’antologia noir curata da Massimo Tallone (Golem Edizioni). E non perdete l'”Incontro con l’Autore”!
La trama
L’antologia noir Il tallone di Achille raccoglie quindici racconti di altrettanti Autori ognuno dei quali caratterizzati da una costante: la debolezza umana. Quest’ultima, infatti, viene dipinta, narrata e descritta in molte delle sue sfaccettature e sembianze: invidia, avidità, ira, vendetta, cupidigia, vanità, egocentrismo… Una raccolta di racconti dalle forti tinte noir che vede la partecipazione di Sonia Sacrato e Massimo Tallone nella duplice veste di scrittori e, rispettivamente, di coordinatrice e curatore dell’antologia. È proprio Tallone a ricordare nella sua interessante postfazione contenuta nel libro che l’umanità è nata da un furto e che, a quanto pare chi più chi meno, ognuno è attratto (emotivamente e letterariamente parlando) dalle trame di un crimine. Scriveva Albert Camus: Ogni uomo è un criminale senza saperlo. Ma fin dove potrebbe – e può – spingerci la debolezza umana? Che cosa è capace di architettare la mente umana pur di ottenere ciò che desidera e brama?
Sul libro
Giuliana Balzano. Valeria Bianchi Mian. Annamaria Blogna. Roberta Castelli. Andrea Del Castello. Stefano Galardini. Maria Antonietta Macciocu. Laura Maggesi. Donatella Moreschi. Monica Pedretti. Marzia Pistacchio. Sonia Sacrato. Ferdinando Salamino. Anna Serra. Massimo Tallone. Marco Tarricone.
Questi sono i nomi dei quindici Autori presenti con altrettanti racconti nell’antologia noir pubblicata dalla Golem Edizioni dal titolo Il tallone di Achille. La letteratura greca insegna che l’eroe Achille venne immerso da sua madre Teti nelle acque del fiume Stige per diventare invulnerabile e invincibile. La donna, però, tenendolo per il tallone ha fatto sì – del tutto involontariamente, ovvio – che a suo figlio restasse un unico punto debole: proprio il suo tallone non toccato dalle acque del fiume. È propria da questa “storia” che si deve partire per capire il senso e il significato dell’antologia di racconti noir curata da Massimo Tallone (nomen omen) alla cui base narrativa è posta la debolezza umana. Ma non solo: Massimo Tallone nella sua postfazione aggiunge molto di più. Lo scrittore, infatti, ci ricorda che l’intera umanità – in tempi non sospetti – è stata fondata sulla violazione delle regole e sul profondo desiderio dell’uomo (e della donna) di infrangere la legge. Per desiderio di onnipotenza? Per affermare la propria superiorità? Per disprezzo dell’ordine costituito? Per ottenere i propri vantaggi? Tutto è possibile… Fatto sta che Adamo ed Eva hanno avuto il coraggio e l’ardire di infrangere l’unica regola loro venendo scacciati dall’Eden e dando il via, come in un effetto domino, a una sequela di crimini e omicidi (pensiamo solo a Caino e Abele) degenerati nel Tempo. E questa catena è giunta sino a noi divenendo sempre più intricata e indissolubile.
Ed è anche da questa volontà di abbattere e superare ogni regola che nasce Il tallone di Achille. In questa antologia i protagonisti sonno mossi dalla sete di potere, di denaro, dalla lussuria, dalla cupidigia, dall’ira, dall’invidia, dall’(auto)affermazione di sé a discapito del prossimo… La propria debolezza diventa una forza diabolica così potente da decidere della vita e della morte di un altro individuo.
Agli Autori che hanno realizzato questa antologia va il merito di aver raccontato con estrema semplicità, lucidità, freddezza e, a tratti, pungente ironia dei racconti che lasceranno il Lettore interdetto, sorpreso, curioso di vedere e scoprire cosa accadrà “dopo”. Gli Autori attraverso una scrittura limpida, pulita, essenziale e priva di ogni inutile vezzoso ghirigoro costruiscono vicende e ritratti di persone assolutamente normali, quelle di cui spesso si sente dire ai tg “Era una così brava persona, tranquilla. Non avrei mai immaginato fosse capace di tanta cattiveria e di fare una cosa simile”. Questo, ancora una volta, a dimostrazione di quanto si possa essere in grado di nascondere la propria indole più profonda. E di come, su questa scia, la fantasia possa scatenarsi e accendersi.
Eppure il Tallone di Achille sa essere ancora di più. Infatti, nella sua prefazione Massimo Tallone ci regala un breve saggio dedicato al racconto noir: le sue caratteristiche, i suoi principi base, la sua costruzione riportando anche alcuni esempi. Primo fra tutti: Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas padre. In tal modo, l’Autore ci permette di vedere più da vicino e di addentrarci nel misterioso e affascinante mondo del noir letterario anche da un punto di vista criminologico.
Ad ogni modo leggendo questo libro vien da pensare che, forse, Fernando Pessoa non aveva torto quando scriveva:
Tutti possiamo essere spregevoli. Ognuno di noi porta con sé un crimine commesso o un crimine che l’anima gli chiede di commettere.
Il tallone di Achille, però, è anche la manifestazione concreta di come dal male (puramente letterario) può nascere il bene. Infatti, è doveroso sottolineare che l’8% del ricavato dalle vendite verrà devoluto all’AIRC – Fondazione per la Ricerca sul Cancro.
Incontro con l’Autore
Come è avvenuto il suo incontro con la scrittura?
Il mio incontro con la scrittura ha avuto per così dire due esordi paralleli. Da un lato, ragazzino, ho scoperto che mi divertivo molto a inventare storie comiche e a scriverle; la prima, ero quindicenne, si intitolava “La mano del monco” ed era la storia di una mano perduta che cercava il resto del corpo. Il secondo stimolo è venuto dalla infatuazione per Dostoevskij, sempre a quindici anni, e dal desiderio di usare la penna per scandagliare e dare forma scritta alle porzioni di esistenza che per me, allora, non avevano ancora un nome: i vari tipi di attesa non avevano nome, la capacità di non reagire a un’offesa non aveva un nome, ciò che si fa quando si aspetta (battere il piede, tamburellare…) era senza nome.
Perché ha deciso di dedicarsi, in particolar modo, al genere giallo/noir?
In realtà i miei primi scritti non erano gialli o noir, ma romanzi “esplorativi” con i quali mi esercitavo a scrivere opere di tipo diverso: romanzo comico, romanzo psicologico, giallo, romanzo epistolare, raccolta di racconti, romanzo a chiave, favole, saggi umoristici… In pratica, mi esercitavo su discipline diverse per capire quale mi era più congeniale. Il giallo/noir mi interessava poco, a dire il vero. Ma uno di quegli esperimenti, che in realtà era un giallo comico, mi sembrò particolarmente riuscito, così lo proposi a un editore e fu pubblicato. Poi, è un attimo attirarsi un’etichetta. Ma ho sempre cercato di non esserne schiavo, scrivendo anche opere di altro taglio.
Come è nato il progetto editoriale della raccolta di racconti Il tallone di Achille?
Il Tallone di Achille è nato da un’idea di Giancarlo Caselli, l’editore di Golem edizioni. Titolo e tema sono idee sue. Mi ha chiamato, mi ha proposto di scrivere un racconto sul tema del male come debolezza dell’essere e due mini saggi, uno sulla natura del crimine e uno sulla tecnica del racconto noir. Mi ha poi chiesto di curare, insieme con Sonia Sacrato e lui stesso, la selezione dei racconti. Ho accettato e il libro è nato.
È prevista una seconda antologia noir a più “voci”?
Non so, dovrei chiedere all’editore. Ma se dovesse nascere, accetto senza esitare.
Qual è stata la difficoltà nel coordinare ben tredici Autori?
La difficoltà è stata più che altro quella della selezione. È stato doloroso, per me, lasciare fuori autori che hanno scritto un testo interessante. Ma ovviamente si doveva fare, lavorando soprattutto sulla piena aderenza al tema proposto. Poi, a selezione avvenuta, tutto è andato per così dire in scioltezza.
Qual è la differenza sostanziale tra la scrittura di un racconto e di un romanzo noir?
Questa risposta ci può portare lontano. Ma possiamo tentare una sintesi di certo sbrigativa e non esaustiva. Il romanzo, per cominciare, ha una campata panoramica, è polifonico, policromatico, ha linee di convergenza e di separazione, intreccia temi e vite. Il racconto ha una sola lunghezza d’onda, è un laser, un frammento di realtà ingrandito al microscopio, un lampo di luce, un bagliore. Il romanzo è il temporale, il racconto è il fulmine.
Quali sono i principi e gli elementi basilari per la costruzione di un buon racconto noir?
Anche qui non bastano poche righe. Ma a mio avviso un racconto noir dovrebbe garantire, in dosi equivalenti: la dilatazione di un dettaglio che certifichi l’umana dedizione al male; il senso dell’attesa; la sorpresa.
Un Autore noir da dove e da cosa trae la sua ispirazione? In che modo organizza il suo lavoro e il suo intreccio narrativo?
Io ho due linee operative, nella genesi di un noir. La prima è quella di una costante attenzione ai fatti umani, alle vicende cupe o crude, alle deviazioni morali o psicologiche, alla cronaca stessa. La seconda modalità di azione è quella di osservare la realtà circostante (un litigio, un caso di gelosia, un’eredità…) e provare, con l’immaginazione, a capire che cosa succederebbe se…
Quale consiglio sente di poter dare a un giovane scrittore che desidera confrontarsi con il genere noir e quali Autori gli consiglierebbe di leggere?
Dare consigli è difficile, sempre. Ma per prima cosa consiglierei di leggere prima di tutto i classici, antichi e moderni (da Omero a Tolstoj, da Cervantes a Steinbeck), perché solo i classici ci aiutano a fornire sostanza al testo e ci abituano a governare la sintassi e l’architettura narrativa.
In secondo luogo, per quanto riguarda il lavoro di scrittura, il primo consiglio è quello di non gettarsi a rotta di collo nella scrittura, ma di preparare un canovaccio, una traccia, un piano di lavoro, individuando in anticipo location, personaggi, scene. L’ispirazione, dico spesso, non esiste, esiste solo il lavoro.
A proposito di letture: quali Autori hanno formato il suo “essere scrittore” e il suo “essere Lettore”?
Come ho detto prima, come lettore sono stato folgorato dai russi, in adolescenza, che ho letto con voracità al limite del parossismo, a partire da Dostoevskij, passando per Gogol, Turgenev, Tolstoj e arrivando fino all’adorato Nabokov. E dai francesi, da Maupassant a Flaubert, fino al geniale Emmanuel Bove. E gli americani, Faulkner, Steinbeck, Carver. E tornando in Europa, Stevenson e Sterne, e Dickens, e Ibsen. A vent’anni fui rapito da Borges, e poi da Bioy Casares… Come autore, ho sempre cercato di non essere influenzato dai miei modelli, accogliendo però certi modi di governare gli incisi, di tratteggiare i dialoghi, di favorire i dettagli alla descrizione minuziosa, di ‘far lavorare il lettore’.
I libri gialli e noir da sempre hanno conquistato una moltitudine di lettori. Secondo lei, cosa c’è nel crimine ad affascinare e a intrigare così tanto il vasto pubblico?
Non credo che sia il crimine in sé ad attirare i lettori, ma il ‘non sapere’, l’attesa, il desiderio di capire, la sospensione del tempo. Credo che il meccanismo sia quello che da bambini si prova nei giorni che precedono il Natale, quando si vede il pacco chiuso e si cerca di immaginare il contenuto. Forse, ciò che affascina, in gialli e noir, non è il crimine, ma il ‘senso del Natale’.
L’antologia noir Il tallone di Achille ha ottenuto il primo posto nella sezione “Racconti” al Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2019. Con la seguente motivazione:
I racconti di Massimo Tallone si accarezzano come perle che sfumano dal bianco e diventano via via più scure come gemme esotiche di mari caldi e misteriosi. Una serie di racconti gialli, scritti con semplice e raffinata maestria, che avvincono il lettore dalla prima all’ultima riga in un vortice di emozioni. Sussulti di anime inquiete, misteriose, desideri insoddisfatti, rivalse, attese, che culminano infine nella soluzione del caso che si configura propria della natura umana, irrazionale, impulsiva, calcolata e singolare per ogni delitto…
Cosa ha significato per lei e i suoi “colleghi Autori” ricevere tale riconoscimento?
La soddisfazione più grande per me, è stata quella di aver visto felici le autrici e gli autori dell’antologia. Sono loro ad aver dato voce al libro, e la loro felicità, i loro sorrisi, il loro stupore sono stati un vero regalo, per me.
Quali sono i suoi prossimi progetti professionali ed editoriali?
Sono al lavoro con due romanzi. Uno uscirà nei primi mesi del 2021 e un secondo più avanti, ma è presto per parlarne.
Qui di seguito troverete il video della Cerimonia di Premiazione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019 tenutasi lo scorso 25 gennaio nel Salone di Rappresentanza presso il Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Sa) – Riprese e montaggio di Alberto Accarino.