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I vincitori del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2019: “Belle ombre imperfette” di Marilena Fonti

La Rubrica online “Piazza Navona” vi presenta i finalisti del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019: Marilena Fonti e il suo libro di racconti “Belle ombre imperfette” (EEE – Edizioni Esordienti E-book). Non perdete l'”Incontro con l’Autrice”!

La trama

Marilena Fonti, “Belle ombre imperfette” (EEE – Edizioni Esordienti E-book, 2019)

Quattordici donne. Sedici racconti.
Tradite. Vendicative e vendicate. Ironiche. (Dis)innamorate. (Dis)illuse. Madri. Amiche. Nemiche. Coraggiose. Prigioniere. Timorose. In una sola parola: donne! E sono proprio queste ultime ad essere le protagoniste indiscusse dell’antologia di racconti dal titolo Belle ombre imperfette di Marilena Fonti. L’Autrice attraverso i racconti, infatti, narra il profondo dell’animo femminile, la sua “(im)perfezione” ovvero il suo lato più oscuro, più intimo e nascosto. Lì dove sedimentano quei segreti che, in un modo o nell’altro, modificano e reindirizzano la vita posando su di essa un velo di tristezza e solitudine che resta nascosto al primo sguardo. Una raccolta di racconti che mostra l’essere donna da un diverso punto di vista, forse più insolito certamente autentico mostrandoci – qualora ce ne fosse bisogno – cosa potrebbe mai fare e pensare (nel bene e nel male) una donna. Soprattutto quando è ferita. In fondo è stato proprio William Shakespeare a scrivere: L’inferno non è mai tanto scatenato quanto una donna offesa.

Sul libro

Casa Editrice EEE – Edizioni Esordienti E-book

La scrittrice e docente Marilena Fonti pubblica in formato Ebook, nel marzo 2019, Belle ombre imperfette la sua prima antologia di racconti per la Casa Editrice EEE – Edizioni Esordienti E-book inserita nella Collana “Raccontare”.

Si tratta di sedici racconti in cui la protagonista assoluta è la donna. In ogni sua sfaccettatura. Assassina. Carcerata. Madre. Abusata. Separata. Sola. Amante. Innamorata. Soprattutto offesa. Ed è di queste donne oltraggiate, ingiuriate e tradite nel profondo che Marilena Fonti racconta le disavventure prestando loro la voce. E lo fa con ironia, con del black humour, con cinismo, a volte anche con tenerezza ma senza mai perdere di vista il suo obiettivo: mostrare un modo di essere donna quasi animalesco, irrazionale, istintivo, sempre pronto a reagire ad ogni azione subita o sopportata. Si tratta certamente di un modo diverso dal consueto di mostrare e di raccontare la donna e le sue fragilità che non sempre sono sinonimo di debolezza.

Quarta di copertina di “Belle ombre imperfette” (EEE – Edizioni Esordienti E-book, 2019) di Marilena Fonti

Marilena Fonti riesce assai bene nel suo intento. Attraverso una scrittura semplice, ritmata, agile ed efficace l’Autrice riesce a creare empatia tra il Lettore e le sue protagoniste le quali donandosi senza riserve e senza filtri risultano autentiche, non falsate né tantomeno false. Il Lettore resta catturato da questi animi profondi e intricati che Marilena Fonti ha il merito di aver immaginato e creato queste donne guardandole dritto negli occhi senza mai giudicarle. E lo stesso il Lettore. Come abbiamo accennato si crea “solo” empatia con delle donne che non chiedono altro se non di essere ascoltate. Le loro vite e le loro storie lo chiedono. E il Lettore è con loro. Sorridendo, gioendo, condividendo le loro emozioni. Ammaliato dal coraggio e dalla loro (im)perfetta bellezza.

Incontro con l’Autrice

Come e quando è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura?

Verso i diciassette anni, come molti adolescenti, ho iniziato a scrivere poesie. Ho inviato alcuni miei componimenti a un paio di concorsi letterari, e ho anche vinto, in modo per me del tutto inaspettato, devo dire. Dopo quell’inizio entusiasmante ho continuato a scrivere in modo non sistematico, ma molto istintivo e casuale, anche perché nel frattempo ho iniziato a frequentare l’università e il mio tempo e il mio impegno erano assorbiti dallo studio, che però è servito ad avvicinarmi alla letteratura in modo più strutturato. Ho frequentato l’università negli Stati Uniti e studiato lingue e letterature straniere, concentrandomi soprattutto sulla lingua e letteratura tedesca, e preso una laurea specialistica in Letteratura Comparata in anni in cui in Italia non era neanche prevista come materia di studio.

La scrittrice Marilena Fonti (Per gentile concessione di Marilena Fonti)

Perché ha deciso di dedicarsi alla scrittura di racconti?

Anche questo è stato abbastanza casuale e conseguenza del risultato di un altro concorso. Assorbita da vicende lavorative e personali piuttosto pesanti, non scrivevo da moltissimo tempo. Un giorno di febbraio in cui ero relegata in casa poiché le scuole erano chiuse e le strade impraticabili a causa della neve, navigando un po’ oziosamente nella rete, mi sono imbattuta nel bando di un concorso di una giovane casa editrice di Roma, la Perrone Editore. Vi si chiedeva di inviare un racconto entro una certa data. Se si fosse superata la selezione, il racconto sarebbe stato pubblicato in un’antologia. Ne ho scritto uno lo stesso giorno e inviato la sera. Ho superato la selezione e il mio primo racconto è stato pubblicato. Sulla scia di quel piccolo successo iniziale, ho continuato a scrivere storie e a inviarle a concorsi in cui puntualmente superavo la prova. Fino ad arrivare a Jona editore, ai cui contest, che si svolgevano una volta al mese, ho partecipato per quasi un anno, arrivando spesso al traguardo. L’esperienza con Jona è stata importante perché oltre a designare i vincitori dei contest, si discuteva anche dei punti deboli, se ce n’erano, delle storie Questa bella esperienza è culminata nella pubblicazione dell’antologia in e-book Prospettive, in cui sono contenuti cinque miei racconti. Poi devo dire che ho sempre apprezzato il genere, una delle mie opere letterarie europee preferite è Tonio Kröger, di Thomas Mann, un racconto lungo che ritengo un piccolo gioiello di intensità e analisi socio-psicologica. E poi Carver, Hemingway, Munro, Atwood, la stessa Woolf: molti scrittori hanno dato espressione a storie brevi e in cui sono condensati momenti di essere, per citare proprio Virginia Woolf.

AA.VV., “Prospettive. Racconti e visioni” (Jona Editore, 2017)

Come è nato il progetto editoriale di Belle ombre imperfette?

Come dicevo, a un certo punto mi sono ritrovata con un congruo numero di racconti, e mi sono resa conto che in molti di essi il personaggio principale era una donna. Ho provato a metterli insieme, ed è venuta fuori una serie di protagoniste che, in un modo o nell’altro, riflettevano i tanti modi di essere “prima persona singolare femminile”. Ho organizzato i racconti, limato dove c’era da aggiustare, scelto un titolo, attingendo alle mie conoscenze della letteratura inglese – il titolo è parte di un verso di un sonetto di Shakespeare – e ho inviato tutto a una piccola casa editrice in provincia di Torino incrociando le dita. La professoressa Piera Rossotti Pogliano, per noi autori “l’editora”, che la dirige, mi ha risposto quasi subito, accogliendo la mia proposta e, dopo aver deciso cosa togliere e cosa lasciare, scritto la postfazione, i ringraziamenti, l’esergo, la foto per la quarta di copertina, il testo è stato pubblicato per i tipi di EEE- Edizioni esordienti e-book, che nel frattempo ha modificato il nome e ora si chiama Edizioni Tripla E.

Edizioni Tripla E

I racconti che compongono la sua antologia hanno tutti per protagonista “la donna” con le sue debolezze e i suoi lati più oscuri. Perché ha deciso di raccontare e osservare l’universo femminile proprio da questa prospettiva?

L’ho osservato – e questa è proprio la parola giusta, perché è quello che faccio sempre e da sempre, con tutti, ma soprattutto con le persone del mio genere, ovviamente – da molte prospettive perché non si può restare intrappolati nella rete degli stereotipi che vogliono, e spesso ci si aspetta anche che siano, le donne tutte sante, o tutte diavole tentatrici, o tutte “casa, chiesa, cucina”, o femministe in una società che ancora adesso non è pronta ad accogliere certe istanze. Tra l’altro, devo dire che ho sentito questo termine, “femminista”, usato come un insulto da uomini, e purtroppo anche da donne, a distanza di cinquanta anni dall’inizio del movimento che ha portato qualche rivoluzione nella vita delle donne e, malgrado loro, anche in quella degli uomini. Come dicevo, nell’universo femminile c’è di tutto: generosità, opportunismo, debolezza, voglia di riscatto, desiderio di vendetta, spirito di sacrificio, voglia d’indipendenza. Con i miei personaggi ho cercato di creare un paradigma dei tanti modi e “momenti” di essere nella vita di una donna. 

Marilena Fonti presenta “Belle ombre imperfette” (EEE – Edizioni Esordienti E-book, 2019) – Per gentile concessione di Marilena Fonti

Cosa o chi ha ispirato la creazione dei suoi personaggi?

Le mie letture, prima di tutto. Negli anni ’70 leggevo Marilyn French e Margaret Atwood, che hanno certamente lasciato il segno. Poi, come dicevo, l’osservazione delle persone che ho incontrato e che incontro strada facendo, la riflessione su quelle che sembrano incongruenze, ma che se ci si pensa bene sono il risultato di un percorso di vita e di esperienze che porta ad avere determinate reazioni, o non reazioni. È ovvio che le mie osservazioni non possono prescindere dalle mie esperienze, predisposizioni e formazione personali, anche se quando il personaggio prende vita diventa anche la mia guida nel portare avanti la storia, io mi limito ad assecondarlo.

Immagino sia difficile dirlo ma a quale delle sue donne sente di essere più vicina e affezionata. E perché?

No, non è difficile. Ci sono due personaggi a cui sono particolarmente affezionata: una è Federica, la ragazza rinchiusa in riformatorio per una brutta storia di droga culminata in un’aggressione. L’altra è Lidia, la protagonista dell’ultimo racconto. Federica è il risultato di mie esperienze come insegnante volontaria in un centro di recupero per tossicodipendenti e nel carcere della città in cui vivo, e anche come insegnante tout court. Ho potuto osservare da vicino la fragilità degli adolescenti, per cui fare un passo falso che può rovinarli per sempre è facilissimo. Federica a un certo punto si rifugia nella lettura, che le permette di fare viaggi fuori dalle mura in cui è rinchiusa, salvandola dall’autodistruzione e forse dalla pazzia.

Marilena Fonti presenta “Belle ombre imperfette” (EEE – Edizioni Esordienti E-book, 2019) – Per gentile concessione di Marilena Fonti

Lidia è una donna colta e intelligente che ha rinunciato a tutto per stare al fianco di un marito che si rivela quasi da subito un individuo debole e incapace di affrontare le difficoltà, e al servizio dell’egoismo di figli assorbiti dalle loro vite e dalle loro occupazioni. Alla morte del marito decide di tornare dove la sua vita è iniziata, abbandonando la casa e quello che resta della sua famiglia, per una ripartenza che la aiuterà ad andare avanti, mettendo se stessa e le sue esigenze al centro…

Quali sono gli Autori e le opere che hanno contribuito alla sua formazione di “scrittrice” e di “lettrice”?

Premesso che leggo di tutto, e che amo anche il genere giallo-noir, Marilyn French, con Donne, e i primi testi di Margaret Atwood, come Tornare a galla e La donna da mangiare, sono state fondamentali. Ma anche la Lessing de Il diario di Jane Somers e Il sogno più bello, per esempio. Almudena Grandes con Atlante di geografia umana. Ma anche scrittori come Thomas C. Wolfe, il cui romanzo You can’t go home again (Non puoi tornare a casa) ho letto su consiglio di un insegnante nel mio primo anno di permanenza negli Stati Uniti e alle cui opere mi sono successivamente appassionata; Silone, che rafforza le mie radici nella mia terra.

Guido Mastroianni (Presentatore della Cerimonia di premiazione), Chiara Ricci (Presidente dell’Associazione Culturale “Piazza Navona”) e la scrittrice Marilena Fonti (Ph. Francesco Corrado)

Belle ombre imperfette ottiene il secondo posto nella sezione “Racconti” al Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019 con la seguente motivazione:

Già dal titolo ossimorico e metaforicamente allusivo, tante storie “imperfette” sono quelle di donne vere e i colori dei sentimenti umani espressi senza retorica, con coraggiosa lucidità e freddezza. La scrittura rappresenta bene la complessità delle emozioni, a volte si fa chiara, alta, altre contorta e confusa come le storie che esprime. Storie estreme, malinconiche, disperate, in altri casi ciniche e coraggiose. La struggente bellezza dell’imperfezione, raramente con lieto fine così come è la vita nel suo darsi. Una scrittura che attraverso la pienezza delle storie ed una narrazione davvero coinvolgente sa tenerti avvinta sino alla fine.

Cosa ha significato per lei e la sua scrittura ottenere questo riconoscimento?

La pergamena con la motivazione e la targa consegnate alla scrittrice Marilena Fonti – Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” 2019

È stato molto importante. Raramente vado alle cerimonie dei concorsi in cui raggiungo i primi posti. A quella di “EquiLibri” ho voluto partecipare, anche se era piuttosto lontano dal luogo in cui vivo, perché ho avuto da subito l’impressione che si trattasse di un evento letterario rilevante, in cui sarei stata partecipe di un momento di condivisione di interessi ed entusiasmo comuni. Ed è stato così: ho avuto modo di conoscere persone che si muovono nel mondo della letteratura con passione e competenza, è stato bello essere lì con chi è già affermato nel suo settore specifico, per me un riconoscimento ulteriore…

Quali sono i suoi prossimi impegni e progetti editoriali?

Dopo una lunga pausa a causa degli impegni pressanti con le lezioni a distanza a causa del Covid, ho ripreso a lavorare a una raccolta di gialli ambientati su un lago e a un romanzo in cui ci sarà ancora una volta una donna protagonista, alle prese con un problema familiare pesante e all’apparenza irrisolvibile.

Qui di seguito troverete il video della Cerimonia di Premiazione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” Edizione 2019 tenutasi lo scorso 25 gennaio nel Salone di Rappresentanza presso il Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni (Sa) – Riprese e montaggio di Alberto Accarino.

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