Tommaso Andreini: il noto pittore senese si racconta tra surrealismo e tradizione
admin
Il giovane e talentuoso pittore purosangue senese ci racconta la sua passione per l’Arte, per la Pittura, per il celebre Palio di Siena di cui ha dipinto il drappo nel 2016. Una vita dedicata all’amore per l’Arte!
Nel nostro Bel Paese siamo ricchi di Arte e di musei a cielo aperto… E allo stesso tempo, sarà perché l’Arte la possiamo vedere e respirare ovunque, abbiamo la fortuna di avere talenti artistici di indiscusso valore e di grande passione che meritano di essere conosciuti e scoperti. E questo è proprio quanto è accaduto con Tommaso Andreini: un Artista che trasuda passione e amore per la sua Arte, per il suo impegno artistico senza dimenticare i sacrifici e lo studio che lo hanno condotto a livelli molto importanti. E’ stato un onore e una gioia incontrare e intervistare un simile Artista, una simile personalità umana che ha una forza tale da condurti con sé nei viaggi della sua fantasia, della sua Pittura e dei suoi desideri. Da tutto questo è nata questa intervista che sono davvero molto onorata di poter pubblicare. Ma lasciamo che sia Tommaso a raccontarci di sé…
Come è nata la sua passione per l’Arte e come si è svolta la sua formazione?
La mia esagerata passione per l’arte e la pittura in genere, nasce praticamente con me e con la mia innata esigenza di tirare fuori da dentro, tutto quello che viene filtrato dal mio cuore, dalla mia anima e dalla mia testa!
Fin da piccolissimo passavo intere giornate a disegnare….io non giocavo mai….io dipingeva solamente!
Poi, i miei genitori, non convinti del mio futuro e del mio avvenire in campo artistico, mi obbligano a frequentare una scuola tecnica anziché l’Istituto d’arte.
Naturalmente, dopo il diploma da geometra, ho cominciato ad arrampicarmi piano piano, nel mondo che amavo.
Quale corrente artistica (o quali Artisti) sente più affini al suo modo di “creare Arte”?
Il mio linguaggio è quello figurativo, con matrice onirica, surrealista e metafisica……quindi i miei “maestri” sono sempre stati Riccardo Tommasi Ferroni, Giorgio De Chirico, Fabrizio Clerici e Salvador Dalì.
Nella sua carriera artistica ha dedicato molto del suo tempo anche all’arte del restauro. Si riconosce di più nel ruolo di “creatore” o di “medico” delle opere d’Arte?
Assolutamente nel ruolo di “creatore“!!!
Il restauro è affascinante e richiede sensibilità, capacita e conoscenza, ma per me è molto più stimolante creare e tirare fuori le mie emozioni….amo la tela bianca, amo la sua sfida.
Quando e in che modo è nata la sua collaborazione con le Contrade del Palio di Siena? Ci racconti come ha avuto la possibilità di dipingere il Palio di Siena del 2 luglio 2016. A proposito: a quale contrada appartiene?
Sono senese e contradaiolo, quindi non è stato difficile affermarsi nel mondo delle Contrade e del Palio. Siena è ricca di arte e di possibilità per un pittore! Fin da ragazzino ho sempre lavorato su stemmi araldica, bandiere, vessilli e tamburi.
Il mio sogno più grande era ovviamente quello di realizzare il Drappellone! È una sorta di Oscar e di enorme riconoscimento per ogni artista, anche straniero o non senese. Quando il Comune e tutta l’amministrazione mi hanno conferito l’incarico. …credevo di morire!!!
Un Palio storico, molto apprezzato e vinto dalla Contrada della Lupa.
Pittore. Scultore. Restauratore. Tra queste figure artistiche qual è quella in cui si riconosce intimamente?
Mi sento un pittore purosangue!
Lei è un pittore surrealista. Cosa significa per lei il “Surrealismo”?
Significa prendere in giro la realtà…..prendersi gioco di lei. Credo che giocare con la fantasia e con l’immaginazione sia la cosa più stimolante che ci sia….in fondo lei, la realtà, è quasi sempre la direttrice di tutte le orchestre. Per me no, voglio essere io a colorarla e a dargli una identità! Voglio stupire con la fantasia che fin da piccolissimo ronzava dentro la mia testa….nei miei sogni.
I soggetti di molte sue opere sono guerrieri, cavalli in battaglia, armature, uomini fisicamente possenti ma sprovvisti di testa… ma sempre con il cuore. Quale vuole essere il suo messaggio in tal senso?
Se dessi un volto ai miei soggetti, toglierei l’immaginazione a coloro che guardano una mia opera! Io non voglio dargli un identità, perché quello che desidero è che ognuno ci si possa immedesimare …ci si deve riconoscere.
Gli squarci in quei corpi, sono la giustificazione del fatto che dentro siamo vuoti, sorretti da telai e da reti metalliche che ci sostengono.
Siamo vuoti perché siamo “contenitori” di una energia fantastica che si chiama ANIMA.
Quali sono i suoi prossimi impegni artistici?
Ho molte idee e progetti che non posso svelare adesso, ma mi sento una bomba ad orologeria di idee e di fantasie per realizzare infinite opere! Parteciperò ad alcune performance in Italia e in primavera ho in programma una mostra personale a Fermo e una a Dublino, in Irlanda.
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