Era il 4 gennaio 1967 quando negli Stati Uniti la Elecktra Records pubblica The Doors, il primo album dell’omonima e leggendaria band. La Rubrica online “Piazza Navona” ricorda questa band il batterista John Densmore.
Ci ritroviamo virtualmente nella splendida piazza romana che il Bernini ha impreziosito con la sua imponente Fontana dei Fiumi, dove l’atmosfera è sempre magica per via dei tanti disegnatori, pittori e artisti di strada che la vivono e la arricchiscono.
Ed è in questa splendida cornice della nostra “Piazza Navona” che incontriamo John Densmore, il batterista dei The Doors, ovvero uno dei gruppi rock che hanno scritto e segnato la Storia della Musica.
Immensa è la gioia e grande è l’onore di poter incontrare questo straordinario musicista… Seppur nello spazio virtuale di una delle Piazze più belle della Città Eterna. Dopo i cordiali saluti di rito ed esserci accomodati in uno dei tani suggestivi caffè che arricchiscono e imbellettano la celebre piazza un tempo adibita a stadio non riesco a trattenermi e immediatamente assieme a John Densmore inizio a ripercorrere la storia della sua Musica.
Subito chiedo a John Densmore che ha studiato pianoforte, clarinetto e batteria:
Quando è avvenuto il tuo incontro con la Musica?
E John subito precisa:
Ho iniziato a suonare pianoforte quando avevo otto anni, ma non avrei mai pensato di farne la mia vita.
Eppure la sua passione per la batteria è inarrestabile tanto da affermare,
La batteria è stato il primo strumento esistente. Il motivo per cui la gente si muove e balla è perché cerca di raggiungere il battito del proprio cuore. E’ il battito che ascolti dal ventre materno che ha dato origine al tutto. Un’orchestra, una rock-band composta da quattro elementi, non importa cosa sia, si cerca sempre di tornare a quel battito del cuore”.
John ancora giovanissimo suona a tempo di marcia in un’orchestra di quaranta elementi fin quando non scopre il jazz di cui si innamora perdutamente capendo di dover dare una direzione alla sua musica. Inizia a frequentare dei locali di Los Angeles sognando un giorno di diventare un musicista di successo. Incontra il chitarrista Robby Krieger, il tastierista Ray Manzarek e Jim Morrison che frequentavano l’UCLA film school di Los Angeles.
Non riesco a trattenere la mia curiosità e chiedo a John:
– Come è stato questo incontro con coloro i quali, di lì a poco, avrebbe influenzato la Storia del Rock?
E il batterista candidamente, senza nostalgia ma con l’orgoglio di aver vissuto e dato vita a un’importante pagina del Rock risponde,
Ci siamo incontrati a un corso di meditazione e immediatamente abbiamo deciso di suonare insieme. Le parole di Jim erano magia. Eravamo quattro fratelli in lotta contro il mondo. Oggi è la nostra perla, ma dobbiamo difenderla dal mondo circostante.
I The Doors nascono nel 1965 per sciogliersi nel 1971, anno della scomparsa del leggendario Re Lucertola divenuto simbolo della gioventù e della ribellione americana (e non solo). La loro consacrazione arriva il 4 gennaio 1967 all’uscita dell’album The Doors dove sono racchiuse alcuni dei maggiori successi della band come come Break on Through (To the other side), Alabama Song, Ligth my fire (ancor oggi oggetto di numerose cover), The End… Non è un caso che la rivista musicale Rolling Stones, nel 2003, abbia posizionato tale album al 42° posto della lista dei 500 migliori album di tutti i tempi.
Ed è così che la leggenda ha inizio. Sono gli anni della guerra nel Vietnam, della morte di Che Guevara, delle lotte per i diritti civili e per l’uguaglianza dei neri e della libertà femminile sessuale. I The Doors divengono il simbolo e il volto oscuro di questa atmosfera così vibrante e fervente tanto sentita e vissuta dai giovani del periodo.
La band produce successi uno dopo l’altro grazie a un sound ben definito che racchiude in sé jazz, blues e suggestive atmosfere tribali, indiane, spagnole (ricordate Spanish Caravan?)
Ricordando la storia dei The Doors con John Densmore non posso non ricordare l’impatto che Jim Morrison ha avuto sulla gioventù americana (e non solo) di quel periodo ma anche i suoi comportamenti considerati poco ortodossi e osceni dovuti alla massiccia assunzione di droghe e alcool. Ma la Musica ha la meglio e assieme al batterista si elencano successi come Roadhouse Blues, Riders on the Storm, Strange Days, People are Strange, The End…
Ma ben presto tutto deve fermarsi. È il 3 luglio 1971 e Jim Morrison viene trovato morto nella sua casa di Parigi dove si è trasferito con la sua fidanzata Pamela Courson.
Per i The Doors è un duro colpo. Hanno perso il loro frontman, l’icona di un periodo e di quel modo di fare Musica che loro stessi hanno creato.
Chiedo a John, che sembra trovarsi molto a suo agio in questa piazza virtuale:
Cosa è accaduto subito dopo aver deciso di sciogliere la band?
Robby (Krieger) ed io avevamo una band, poi lui ha continuato a registrare album da solo come Ray (Manzarek)… Io mi sono impegnato nella recitazione e nella scrittura.
Non riesco a nascondere a John Densmore la mia sorpresa e la mia curiosità per il suo interesse nella scrittura… Ma prima di chiedere qualcosa al riguardo ricordo assieme a lui la pubblicazione di altri due album dei The Doors senza la presenza di Jim Morrison, ovvero Other Voices e Full Circle che non riscuotono il successo sperato per poi essere rivalutati dalla critica. E ricordiamo anche che, nel 1978, si realizza l’album An American Prayer dove si può ascoltare la voce di Jim Morrison recitare versi di poesie accompagnata da musiche composte appositamente dai suoi amici.
Ora, però, curiosa chiedo a John:
Quali sono i tuoi progetti? E cosa puoi dirci della tua scrittura?
E John con orgoglio misto a felicità risponde,
Sono molto eccitato per il nuovo libro che ho appena finito di scrivere, e per una sceneggiatura cui sto lavorando da dieci anni… Penso che finalmente è arrivato il momento giusto per incuriosire produttore e artisti.
Così, sono trascorsi oltre cinquant’anni e John Densmore ancor oggi fa (ri)vivere la sua musica, ricorda la sua band, ne suona i suoi più grandi successi in una band di cui suo figlio è la voce mantenendo lo sguardo sempre proiettato al futuro. Perché i The Doors, la Musica, il Rock non tramontano mai…come dei Riders on the Storm.
Lunga vita al Rock!