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Gene Schiavone, l’Artista che cattura l’Essenza del Balletto

Gene Schiavone (Per gentile concessione di Gene Schiavone)
Gene Schiavone (Per gentile concessione di Gene Schiavone)

Questa settimana abbiamo l’onore di avere nella nostra virtuale “Piazza Navona” Gene Schiavone, il fotografo ufficiale dell’American Ballet Theatre che ha lavorato con ballerini come Roberto Bolle e Svetlana Zakharova.

Martha Graham ha affermato, Tutto ciò che conta è il movimento di questo solo momento. Rendete questo momento importante, vitale e che valga la pena di esser vissuto. Non lasciatelo scorrere inosservato e sprecato.

Attraverso questa affermazione sembra proprio che Martha Graham si riferisca al lavoro che – qualche tempo dopo – avrebbe realizzato Gene Schiavone. Forse non è un caso… ma lo stesso Schiavone ha affermato, riassumendo questo discorso dilatato nel Tempo:

Guardare una fotografia è diverso dal guardare uno spettacolo. L’obiettivo fissa un momento nel tempo che immediatamente si fa passato. Si blocca un istante di cui il pubblico solitamente non sembra accorgersene perché è il ballerino o la ballerina ad attrarre completamente la sua attenzione. Il mio obiettivo è quello di conservare alcuni di quei momenti. Una buona immagine è quella in cui puoi ascoltare la musica.

Gene Schiavone (Courtesy of Gene Schiavone)
Gene Schiavone (Per gentile concessione di Gene Schiavone)

E questo è solo l’inizio.

È meraviglioso essere qui in questa virtuale “Piazza Navona” per parlare con Gene Schiavone riguardo la sua vita, il suo lavoro, i suoi pensieri e la sua passione.

Siamo idealmente seduti in uno di quei meravigliosi caffè che vivacizzano la piazza, ormai testimone del Tempo e della Storia. Anche l’atmosfera è magica. E la fantasia crea un bellissimo balletto che si anima in questo grande spazio… colmo di ballerini, musicisti e con un’imponente scenografia…

Subito dopo esserci salutati amichevolmente non spreco del tempo prezioso e inizio subito a rivolgere le mie domande a Gene Schiavone. Ma credo che la cosa migliore sia cominciare dall’inizio. Così gli rivolgo la mia prima domanda:

Quando è nata la sua passione per la Fotografia?

Ho iniziato a interessarmi di fotografia quando ero ancora un bambino. Ero solito giocare con la vecchia macchina fotografica di mio padre e rimanevo affascinato di come la chiusura dell’otturatore potesse produrre un’immagine. Solo più tardi ho compreso l’importanza della fotografia intesa dalle persone come custode delle immagini nel tempo. Un modo di registrare la storia.

Gene Schiavone and Roberto Bolle (Ph. Gene Schiavone - Courtesy of Gene Schiavone)
Gene Schiavone e Roberto Bolle (Ph. Gene Schiavone – Per gentile concessione di Gene Schiavone)

 E così, del tutto naturalmente, faccio la mia domanda successiva:

Quando ha deciso di diventare un fotografo di danza?

Non ho mai deliberatamente scelto di diventare un fotografo di danza. Non mi sono nemmeno mai considerato un fotografo. Ero un ragazzo a cui piaceva scattare fotografie. Da ragazzo ormai maturo ho continuato ad esplorare il mondo della fotografia e non ho mai più smesso. Ho tentato di essere più creativo e artistico ma avevo bisogno di un soggetto su cui concentrarmi. Mia moglie Ellen ha lavorato molti anni nell’American Theatre Ballet, prima come volontaria poi come amministratrice. Nello stesso tempo io ho venduto la mia attività e sono andato in pensione abbastanza presto. Grazie a mia moglie, lentamente ho iniziato a interessarmi alla danza e alla fine mi venne dato il permesso di fotografare la seconda compagnia dell’ABT. L’ho seguita in tournée per due anni grazie ai quali ho potuto l’opportunità di apprendere l’abilità necessaria di fotografare rapidi movimenti sfidando continuamente le condizioni della luce. Poi venni invitato a fotografare la Compagnia principale e fu un onore. Il mio lavoro iniziò ad essere notato e venni contattato da altre compagnie. È così che è iniziato tutto.

The Artistry of Grief (Ph. Gene Schiavone - Courtesy of Gene Schiavone)
The Artistry of Grief (Ph. Gene Schiavone – Per gentile concessione di Gene Schiavone)

Siamo in questa piazza virtuale e ovunque siamo circondati da Arte. Le nostre menti e la nostra fantasia creano dei disegni meravigliosi. E tutto sembra essere così perfetto, così armonioso. Penso che tutto qui intorno abbia un proprio significato, il suo senso. Così, chiedo a Gene Schiavone:

Cosa desidera rappresentare attraverso le sue foto?

Voglio che le immagini parlino da sé, che riflettano la bellezza e l’amozione oltre al movimento. Desidero che lo spettatore senta qualcosa, si stupisca del ballerino e della ballerina, entri in un altro mondo. Una foto di successo è quella che ti permette di ascoltare la musica.

Attraverso le parole di Gene Schiavone ho compreso che una fotografia può anche danzare. Per i ballerini è naturale. Vivono per questo. Ma sono curiosa e decisa a saperne di più. Chiedo al fotografo:

Quale aspetto vuoi sottolineare dei tuoi ballerini?

Ogni ballerino è un individuo che porta il suo essere artista sul palco. Sebbene molte ballerine possono danzare Giselle ognuna di loro si riflette in quel ritratto. I molti anni di studio, di allenamento, di dedizione e impegno si riversano in quella Giselle rendendola diversa da tutte le altre.

Oksana Skoryk, Mariinsky Theatre (Ph. Gene Schiavone - Courtesy of Gene Schiavone)
Oksana Skoryk, Mariinsky Theatre (Ph. Gene Schiavone – Courtesy of Gene Schiavone)

Questa intervista continua con naturalezza. Leggera. Sembra di parlare con un amico che ti fa dono dei segreti del suo lavoro e di importanti frammenti della sua vita. Istintivamente chiedo a Gene Schiavone:

Qual è il balletto che preferisci? E perché?

Il mio balletto preferito è Il lago dei Cigni. Mi sono innamorato della storia, della musica, della sfida con la luce e dell’emozione che questa suscita. Come per Giselle e La Bayadère gran parte dell’emozione e della magia proviene dal Corpo di Ballo. Secondo me, è il Corpo di Bello, l’armonia di venti o trenta ballerini ad essere fondamentale per comunicare questa esperienza artistica nella sua completezza. Faccio uno sforzo speciale e tento di fotografare ciascuno di essi.

Melissa Hamilton, Royal Ballet (Ph. Gene Schiavone - Courtesy of Gene Schiavone)
Melissa Hamilton, Royal Ballet (Ph. Gene Schiavone – Per gentile concessione di Gene Schiavone)

 Mentre le persone passeggiano per la piazza la nostra conversazione continua. So di non essere un’esperta di Fotografia ma la mia curiosità è tanta e chiedo:

Qual è la differenza tra la fotografia scattata in studio e quella scattata sul palco durante lo spettacolo?

Sul palco devi lavorare qualunque sia la luce che hai a disposizione. Non ci sono seconde possibilità né per i ballerini né per me. Ogni balletto ha 5 o 6 o 7 momenti che li caratterizzano e io devo per prima cosa riuscire a catturarli in un’immagine soddisfacente sia per la stampa sia per l’archivio della Compagnia. Di solito in un balletto classico scatto 1000 fotografie, che poi si riducono a meno di cento alla prima revisione. Poi solo 20 possono essere approvate per la distribuzione. Queste fotografie finali devono essere perfette sotto qualunque punto di vista. In studio, invece, hai la possibilità di controllare le luci, l’illuminazione, la forma perfetta e di ripetere lo scatto tutte le volte che desideri fin quando non raggiungi il risultato finale.

Natalia Osipova, Royal Ballet (Ph. Gene Schiavone - Courtesy of Gene Schiavone)
Natalia Osipova, Royal Ballet (Ph. Gene Schiavone – Courtesy of Gene Schiavone)

Le immagini del Maestro Schiavone sono splendide. Ritrae i suoi ballerini non solo in studio e in teatro ma anche in esterni. Ad esempio, celebre è la serie delle sue fotografie scattate alle sue ballerine in un antico cimitero. Voglio sapere di più di questo lavoro, così chiedo:

Potrebbe parlarci di questo progetto e di come è nata questa idea?

Questo progetto è cresciuto e si è modificato nel corso di diversi anni. Tutto è iniziato quando ho visitato un cimitero di Praga. Rimasi colpito dalle bellissime sculture e dall’architettura classica che avrebbero potuto essere un bellissimo sfondo per una ballerina. Allo stesso tempo mi resi conto di quante fossero le storie d’amore e di morte e così iniziai a focalizzare la mia attenzione sul rapporto tra il dolore e il lutto. Oggi cerco di raccontare quella storia attraverso un’immagine. Voglio che lo spettatore sia catapultato all’interno della scena e che si chieda: chi sono quelle persone? Quale legame le univa? Ed io – spettatore – mi confronterò con una situazione simile un giorno? In tal modo ci si rende conto della propria mortalità.

The Artistry of Grief (Ph. Gene Schiavone - Courtesy of Gene Schiavone)
The Artistry of Grief (Ph. Gene Schiavone – Per gentile concessione di Gene Schiavone)

Ma, chiedo ancora,

Non ha mai pensato di ritrarre soggetti che non fossero ballerini?

Ad eccezione delle foto scattate nel cimitero, The Artisry of Grief, ho soltanto fotografato balletti. Anche se non ho mai ballato in vita mia, sento di aver imparato a comprenderli negli anni e mi sento molto a mio agio nel mio lavoro.

Siamo qui comodamente seduti in questa meravigliosa, magica e fantastica piazza, sebbene sia virtuale. Ma il tempo scorre velocemente. E questa non è una fantasia. È realtà. La nostra intervista sta per arrivare al termine. Ma ho ancora altre domande da rivolgere a Gene Schiavone. Ad esempio:

Qual è il legame tra Fotografia e Danza?

La fotografia è lo strumento attraverso il quale io fisso un momento che immediatamente diventa passato. In tal modo lo spettatore può conservare un istante della performance che altrimenti sarebbe persa per sempre.

Ulyana Lopatkina, Mariinsky Theatre (Ph. Gene Schiavole - Courtesy of Gene Schiavone)
Ulyana Lopatkina, Mariinsky Theatre (Ph. Gene Schiavone – Per gentile concessione di Gene Schiavone)

Gene Schiavone ci ha raccontato la sua vita, la sua passione e la sua dedizione al lavoro. Ha ritratto i più celebri ballerini contemporanei… ricordiamo Roberto Bolle, Alessandra Ferri, Svetlana Zakharova, Polina Semionova, Ivan Vasiliev, Ekaterina Shilpulina… Ma a proposito di sogni chiedo al fotografo:

Nel mondo della Danza chi vorrebbe fotografare?

Sono fortunato ad aver avuto la possibilità di fotografare alcuni tra i più famosi ballerini dei nostri giorni. Tuttavia, c’è una ballerina che mi viene in mente, Sylvie Guillem. Le ballerine alte creano delle linee affascinanti e lei è un’artista eccezionale. Ormai si è ritirata dalla Danza ma non si può mai sapere cosa ci può riservare il futuro.

Svetlana Zakharova, Bolshoi Ballet (Ph. Gene Schiavone - Courtesy of Gene Schiavone)
Svetlana Zakharova, Bolshoi Ballet (Ph. Gene Schiavone – Per gentile concessione di Gene Schiavone)

In questa magica e sognante atmosfera devo ringraziare Gene Schiavone e salutarlo. Ma prima di far questo voglio dirgli quanto sia stato meraviglioso il nostro incontro… Sono così orgogliosa di aver condiviso assieme a lui la mia magica, virtuale e ideale Roma, questa artistica piazza colma di profumi, caffè, gente… E prometto che mai dimenticherò la Bellezza della sua Arte. È impossibile. Sono felice e onorata di avere la possibilità di donare a questo grande Fotografo la Bellezza della mia Roma, anche se virtualmente. L’Arte chiama Arte.

Caro Gene Schiavone, spero di rivederla molto presto.

È stato un piacere averti qui. Custodirò gelosamente tutte le immagini e la tua idea di movimento che mi hai donato. E la loro meravigliosa musica.

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