Claudio Tortora e il Premio Charlot: trent’anni di Comicità

(Graphic Art Gino Aloisio)
(Graphic Art Gino Aloisio)

Il Premio Charlot compie trent’anni e la Rubrica online “Piazza Navona” festeggia assieme a Claudio Tortora, patron della manifestazione e Direttore Artistico del Teatro delle Arti di Salerno, un traguardo così importante. Buona lettura!

Charlie Chaplin o Charlot che dir si voglia, si sta parlando di un genio del Ventesimo secolo: attore, regista, musicista, sceneggiatore, produttore… tutto il mondo della Settima Arte (e non solo) è racchiuso in questo piccolo grande uomo accompagnato (sul grande schermo) da bombetta, bastone e uno sguardo malinconico ma proiettato al futuro. Non è un caso che Claudio Tortora abbia voluto dedicare a un simile Artista un Premio della Comicità divenuto nel tempo tanto prestigioso e ambito. Ridere è la migliore arma per superare ogni cosa e lo stesso Charlie Chaplin diceva: Un giorno senza un sorriso è un giorno perso.

Claudio Tortora intervistato nel suo studio del Teatro delle Arti di Salerno (Ph. Gino Aloisio)
Claudio Tortora intervistato nel suo studio del Teatro delle Arti di Salerno (Ph. Gino Aloisio)

Il Premio Charlot sta per dare inizio, il prossimo 30 giugno, alla sua trentesima edizione che si concluderà il 28 luglio. Tantissimi gli Artisti presenti tra i quali Serena Autieri, Carlo Verdone, Biagio Izzo, Piero Chiambretti (che presenterà la serata finale), Franco Nero, il Premio Oscar Vanessa Redgrave, Rita Dalla Chiesa, Catena Fiorello… ed è con vera gioia poter intervistare il suo ideatore e creatore Claudio Tortora permettendoci di conoscere anche il suo essere – da oltre cinquant’anni – un instancabile uomo di Teatro.

Claudio Tortora nel suo studio del Teatro delle Arti di Salerno (Ph. Gino Aloisio)
Claudio Tortora intervistato nel suo studio del Teatro delle Arti di Salerno (Ph. Gino Aloisio)

Signor Tortora ha da poco superato le sue “nozze d’oro” con il Teatro. Come è avvenuto il suo incontro con questo magico mondo?

Eh! Bella domanda! Io per la verità nasco come cantante quindi all’inizio ho seguito un progetto sulla musica: partecipai anche al Disco d’oro e lo vinsi. Poi incontrai il mio compianto suocero che mi chiese, ‘Ma perché non fai teatro?’ – parliamo del 1975 – e così entrai in Compagnia di Anna Melato, di Annabella Schiavone… E iniziai a fare teatro. Poi da lì fui chiamato a dirigere Telesalerno 1, un’emittente locale che stava nascendo e conobbi Gaetano Stella e Giorgio Sabatini e formammo un trio di cabaret. Poi andammo a Roma e iniziammo il nostro percorso nazionale. Il gruppo ebbe subito successo e arrivammo a Domenica In, facemmo diverse collaborazioni in Rai, in radio, in televisione… Venni scelto come Autore per il Festival di Sanremo e feci con Pippo Baudo l’edizione del 1992. Io, però, non volevo abbandonare del tutto il cabaret. Nel 1989 misi su un teatro di 80 posti che era Il Ridotto e nello stesso anno iniziai il Premio Charlot ovvero un Premio dedicato ai comici emergenti che piano piano durante il percorso si è aperto alle varie discipline perché dedicato a Chaplin che era un Artista a tutto tondo (attore, produttore, musicista…) abbiamo fatto in modo che il Premio fosse dedicato a tutte le discipline dello Spettacolo.

Adesso mi dedico molto al Teatro più come autore che non come attore, ho scritto il libro sulla vita di Charlie Chaplin, l’ho rappresentato… poi ho scritto Nati Ottanta con cui siamo stati al Teatro Totò per dieci repliche e poi a Cervia. Insomma: ci stiamo prendendo delle soddisfazioni.

Claudio Tortora e Chiara Ricci (Ph. Gino Aloisio)
Claudio Tortora e Chiara Ricci (Ph. Gino Aloisio)

Tra tutti i ruoli che ha ricoperto: cantante, regista, autore, patron di un festival… in quale si sente più a suo agio?

Non saprei dire… Amo il Teatro a dire la verità, come amo anche la musica, però ho anche la responsabilità di un Teatro come il Teatro delle Arti ormai da 14 anni. Mi divido tra una cosa e un’altra. Sono immerso in tutto ciò che fa Spettacolo.

Come è nata la sua avventura con il Teatro delle Arti?

Il Teatro delle Arti è nato come progetto perché io sentivo l’esigenza di fare qualche passo in più anche per quanto riguardava le location dello spettacolo. Il Teatro Ridotto era un teatro che funzionava benissimo, era sempre pieno e affollato. Poi trovammo questo luogo che era l’ex Seminario Regionale ormai abbandonato, completamente in disuso e divenuto luogo di ritrovo di drogati e c’era un po’ di tutto soprattutto la sera. Chiedemmo lo spazio al Comune di Salerno il quale rispose immediatamente sì purché avessimo coperto noi le spese per la sistemazione. E con un impegno non indifferente abbiamo messo su questo spazio che da 14 anni ha cartelloni importanti. Inoltre, è l’unico Teatro Multidisciplinare che c’è in Campania e – credo – anche al Sud: non conosco Teatri che abbiano location come questa dove si ospitano il cinema, il teatro, il cabaret, la danza, la formazione.

Claudio Tortora nel suo studio del Teatro delle Arti di Salerno (Ph. Gino Aloisio)
Claudio Tortora intervistato nel suo studio del Teatro delle Arti di Salerno (Ph. Gino Aloisio)

Lei ha abbondonato la sua terra, nei primi anni della sua carriera, per poi ritornarvi. Quanto è importante per lei il legame con le proprie origini?

Beh, c’è stato un momento nella mia artistica che avrei dovuto trasferirmi a Roma. Soprattutto nel periodo di Sanremo, nei primi anni Novanta, avevo richieste come autore ma anche per altre cose. Ma era necessario stare sul posto… col cabaret io vivevo già quasi a Roma e venivo una volta la settimana a Salerno a trovare la famiglia poi tornavo a Roma. Dovevo fare una scelta e scelsi seguendo il cuore, insomma. Scelsi di restare qui e arrivò tutto: il Teatro delle Arti, il Premio Charlot e… se Maometto non va alla montagna la montagna va da Maometto. Ecco: questa è la scelta che ho fatto.

L'intervista a Claudio Tortora nel suo studio del Teatro delle Arti di Salerno (Ph. Gino Aloisio)
L’intervista a Claudio Tortora nel suo studio del Teatro delle Arti di Salerno (Ph. Gino Aloisio)

Abbiamo accennato al Premio Charlot di cui quest’anno ricorre un anniversario importante, il trentennale. Dal prossimo 30 giugno al 28 luglio sarà un susseguirsi di Artisti, ospiti, premiazioni. Il Premio Charlot è stato anche un vero testimone del nostro Cinema e Teatro…

Sì, di qui sono passati tantissimi artisti. La soddisfazione maggiore è stata quella di lanciare sul panorama nazionale giovani emergenti che poi sono diventati Ficarra e Picone, Alessandro Siani, Dario Vergassola, anche Luciana Littizzetto… Insomma, nomi che si sono poi affermati a livello nazionale in modo importante. E poi, nel contempo, aver avuto personaggi grandi del mondo dello spettacolo: Alberto Sordi, Nino Manfredi, Ciccio Ingrassia, Fiorello, Gigi Proietti, Carlo Verdone, Claudia Cardinale, Giancarlo Giannini… un elenco che non finisce mai.

I primi trent'anni del Premio Charlot
I primi trent’anni del Premio Charlot

Quali sono i prossimi obiettivi e gli impegni per il futuro?

Adesso ci prepariamo al trentennale del Premio Charlot che non è una cosa facile. Inoltre, il Premio si sta aprendo sempre più a livello internazionale. Questo è un obiettivo che ci siamo prefissi e ci auguriamo già dalle prossime edizioni di poter soddisfare questo nostro desiderio: di aprire all’internazionalità questo nostro Premio dedicato a un personaggio di carattere mondiale.

Il programma del Premio Charlot 2018
Il programma del Premio Charlot 2018Biagio

Invece, come autore, Direttore di Teatro… cosa ha in programma?

Sto insistendo molto sulla produzione dei lavori teatrali. Abbiamo avuto delle soddisfazioni con Vita d’Artista con Un uomo medio e con Nati Ottanta siamo arrivati anche al Nord dove abbiamo avuto un risultato eccellente, con cinque minuti di applausi alla fine degli spettacoli. Devo dire che questo è un passo che mi sento ancora di voler sostenere e credo si possano fare ancora dei passi in più. È nata anche la Compagnia dell’Arte che fa delle fiabe musicali per bambini e che sta riscuotendo un enorme successo. Insomma, ora mi sto occupando più delle mie vesti di produttore che di altro.

Vivendo e toccando il Teatro ogni giorno: come sono cambiati il Teatro e il pubblico in questi ultimi anni?

C’è stato un momento in cui il pubblico veniva a teatro per divagarsi mal sopportando qualche3 proposto di carattere emozionale e un po’ più seriosa. Era un pubblico ridanciano che voleva solamente ridere e divertirsi. Poi tutto questo strada facendo si è un po’ perso anche perché la televisione, sul cabaret in particolar modo, non ha lavorato bene. I vari contenitori che sono stati proposti pian piano si sono persi perché non avevano un filo conduttore, un progetto ben definito e sono venuti fuori personaggi che avevano 3 o 5 minuti di spettacolo… uno spettacolo intero erano in pochi ad averlo. Questo alla lunga si paga e anche per questo hanno chiuso i battenti tanti contenitori… da Zelig a Colorado, Made in Sud

L'intervista a Claudio Tortora nel suo studio del Teatro delle Arti di Salerno (Ph. Gino Aloisio)
L’intervista a Claudio Tortora nel suo studio del Teatro delle Arti di Salerno (Ph. Gino Aloisio)

Strada facendo sono diventati delle cose che alla fine non venivano più seguite. Mi sono chiesto anch’io il perché di tutto questo: evidentemente la gente si è un po’ distaccata dal concetto di andare a teatro solo per ridere. Nel frattempo è venuta fuori una proposta dove il pubblico si è sentito un po’ più gratificato, ovvero dove c’è contenuto ritornando alle vecchie formule del teatro classico. Non voglio dire Shakespeare o Pirandello ma una proposta di spettacolo che racchiude in sé un contenuto più profondo lanciando qualche segnale soprattutto in un momento in cui una caduta dei valori incredibile. Forse anche per questo il pubblico si è cominciato a orientare verso qualcosa che lasciasse un messaggio. Credo si ritornerà al Teatro quello fatto bene, insomma.

L'intervista a Claudio Tortora nel suo studio del Teatro delle Arti di Salerno (Ph. Gino Aloisio)
L’intervista a Claudio Tortora nel suo studio del Teatro delle Arti di Salerno (Ph. Gino Aloisio)

Cos’è per lei il mondo del Teatro?

È una piacevole crociera perché c’è tutto per potersi divertire e lavorare su qualcosa che non sembra mai un lavoro ma un gioco. E per la quale si è anche pagati. È il massimo che uno può desiderare nella vita, no?

E con questa ultima battuta di Claudio Tortora la nostra intervista giunge al termine ma prima di salutarvi voglio ricordarvi di non perdere i prossimi interessanti appuntamenti previsti dal Premio Charlot: una kermesse tutta italiana dal prestigioso respiro internazionale.

 

 

 

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