La rubrica online “PIAZZA NAVONA” questa mattina ha partecipato a un altro importante evento della Capitale: la conferenza stampa della mostra fotografica Walls. Le mura di Roma – Fotografie di Andrea Jemolo al Museo dell’Ara Pacis.
Questa mattina presso il Museo dell’Ara Pacis si è tenuta l’anteprima stampa della mostra fotografica Walls. Le mura di Roma – Fotografie di Andrea Jemolo che sarà aperta al pubblico da domani 20 giugno sino al prossimo 9 settembre 2018. È un progetto promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita – Culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ideato da Claudio Parisi Presicce e curato da Federica Pirani e Orietta Rossini. L’organizzazione, invece, è di Zètema Progetto Cultura.
Si tratta senza dubbio di una mostra fotografica molto particolare dedicata ai cittadini romani – che in tal modo (ri)scoprono un tesoro a cielo aperto – ma non solo. Gli scatti di Andrea Jemolo inglobando Architettura e, appunto, Fotografia raccontano (come non avveniva da moltissimo tempo) gli oltre 12 chilometri delle Mura Aureliane che – dal III secolo d.C. – abbracciano e proteggono la città.
A tal proposito afferma in conferenza stampa Claudio Parisi Presicce,
È il circuito murario urbano più imponente che sia mai stato realizzato: sono conservati 12 dei 19 chilometri originali costruiti tra il 271 e il 275 dopo Cristo da un Imperatore che aveva intuito che era arrivato il momento di vuotare la città di un baluardo offensivo. È un circuito murario che ci racconta l’intera storia della città. Anche altri Imperatori che si sono succeduti nel tempo hanno fatto altri interventi, hanno rialzato le mura, hanno rinforzato la base.
Inoltre, tutti i Papi a partire dal Medioevo – quando ormai le Mura avevano assunto un valore simbolico delle diverse famiglie che governavano la città – hanno fatto i loro interventi. I paramenti murari conservano al loro interno stemmi, iscrizioni moderne, documenti che certificano il significato continuativo che hanno avute le mura in tutta la storia di Roma. Si tratta di un monumento simbolo della città che, però, sembra quasi invisibile. Non ci si rende conto di avere vicino questo imponente monumento, simbolo della storia della città. Anche attraverso questa mostra si vuole rendere visibile ai cittadini di Roma un simile patrimonio.
Andrea Jemolo, infatti, dal settembre al dicembre 2017 ha ritratto la cinta muraria servendosi di una Sinar a lastre 10×12 raccontando così una parte imponente della città – da Porta del Popolo al Ponte dell’Industria – dandole (nuova) vita e rendendola visibile ai più.
Le immagini del fotografo raccontano una Roma quasi inedita, vista attraverso il suo sguardo attento alla costruzione fotografica ma anche architettonica attivando un dialogo tra queste due espressioni artistiche ma anche tra città/Arte e cittadino/turista.
Ha dichiarato in conferenza stampa Andrea Jemolo,
Io sono cittadino romano e – al contrario di molti miei concittadini – io queste Mura le ho sempre sentite molto vicine e abbastanza sulla pelle. L’affidamento di questo lavoro che è la prima documentazione integrale delle Mura da quello di del 1864-1866 è stato per me un impegno molto sentito e molto responsabile dove ho cercato di dare il meglio di me stesso. Io ho cercato di lavorare su due linee: quella di fotografia del monumento e quella del dialogo che questo monumento ha con la città a seconda della parte della città stessa che attraversa.
Il mio modo di fotografare è un po’ il contrario dell’acchiappare l’attimo fuggente di Henri Cartier Bresson. È un tipo di fotografia molto progettata e molto pensata. Questo lavoro si è costruito prima nella mente che nel momento fotografico: attraverso i sopralluoghi, di esperienza di rapporto vivo di questo monumento di 12 chilometri ho progettato e stratificato nella mia mente ogni aspetto di questo lavoro. Quando sono andato a fotografare sapevo perfettamente come e cosa sarei andato a fotografare.
Nelle sale del Museo dell’Ara Pacis sono esposte 77 immagini firmate da Andrea Jemolo. Ma molto altro è il materiale esposto come racconta, curatrice della mostra Orietta Rossini,
Assieme alla Dottoressa Federica Pirani abbiamo pensato di mettere anche il Fondo fotografico Parker del Museo di Roma e di Maestri di fine Ottocento inizi Novecento che testimonia lo stato delle Mura Aureliane per dare un’opportunità anche temporale a questa documentazione. Queste cinquanta foto testimoniano – e fanno anche rimpiangere – lo stato delle mura e della campagna romana e come l’urbanizzazione abbia mangiato questa città. Queste immagini testimoniano anche come queste Mura sono state mantenute nel tempo.
Passeggiando e ammirando queste sale e queste immagini sembra di fare un viaggio nel tempo in una Roma quasi sconosciuta, innovativa… sembra quasi – per chi la abita – di ritrovare una cara amica immortalata nei suoi abiti più belli, più semplici… quasi gli stessi durante il passaggio del tempo che tanto ha cambiato, modificato, a volte rovinato ma senza mai scalfire quel fascino unico che possiede.
Alle parole di Ombretta Orsini aggiungono quelle di Federica Pirani,
Volevo ricordarvi che il catalogo della mostra è stato realizzato in collaborazione con la Casa Editrice Treccani che ha sponsorizzato questa operazione anche dal punto di vista progettuale. Il catalogo oltre a u saggio del Sovrintendente Parisi Presicce contiene un saggio di Andrea Giardina e un racconto inedito con due poesie di Marco Lodoli oltre a un’intervista che io e Orietta Rossini abbiamo realizzato ad Andrea Jemolo. È importante sottolineare che tutte queste fotografie sono state commissionate dalla Sovrintendenza e entreranno a far parte del Patrimonio della Sovrintendenza. È un lavorare anche sulla fotografia contemporanea.
A riassumere il senso di questa mostra importante per la città di Roma e per chiunque desidera conoscerla nei suoi angoli nascosti e ammirarne i cambiamenti subiti nel tempo sono le parole di Francesca Iacobone, Presidente Zètema Progetto Cultura,
Quello che a me è piaciuto molto di questa mostra oltre a rendere questo monumento fruibile a tutti è di aver dato un’immagine sociale e urbanistica di questa città. Sono immagini di una rappresentazione sociale molto importante.
Vi invito a non perdere questa mostra fotografica allestita presso il Museo dell’Ara Pacis, aperta al pubblico dal 20 giugno al 9 settembre 2018. Un viaggio nel tempo in una città senza tempo. Eterna. Eppure tanto cambiata senza aver mai diminuito il suo fascino e la sua bellezza che restano immortali. Proprio come la città eterna.