La Rubrica online “Piazza Navona” vi presenta la mia intervista a Caterina Arciprete: l’artista napoletana in bilico tra Fotografia, Pittura e Illustrativo, tra Immagine e Colore.
Quando e dove nasce il suo “essere Artista” e la sua formazione?
Sono cresciuta in una famiglia di artisti: nella famiglia paterna vi è un trisavolo pittore della scuola di Posillipo, mio padre restauratore, mentre mio nonno materno architetto (oltre ad essere ingegnere), mia madre insegnante d’arte. Disegnare è sempre stato naturale, come parlare…
La mia formazione si è svolta tra l’Istituto d’arte F.Palizzi di Napoli e l’IED a Roma con specializzazione in Illustrazione editoriale (nella stessa sede ho poi insegnato Progettazione editoriale).
Quali artisti o corrente artistiche hanno maggiormente influenzato la sua formazione e il suo tratto?
Ho vissuto e, ancora oggi, ho la fortuna di ‘dialogare’ con i grandi maestri che mio padre ha restaurato. Caravaggio mi scatena ogni volta un’emozione indescrivibile, ecco perché lo ricerco nelle mie ultime opere.
Sicuramente nel mio percorso, prima illustrativo, un riferimento a Chagall è chiaro. Il suo ‘andare’ che nei personaggi si palesa in un volo surreale, è un elemento ricorrente nel mio lavoro. Il vento ed il mutare, il divenire energia sollevata in un ‘altro’ presente se pur invisibile.
…Si è spesso occupata di scrivere testi e di curarne anche la parte illustrativa. In quale “ruolo” si sente più a suo agio o sente di potersi esprimere più liberamente?
Ho sempre accompagnato il mio lavoro sia pittorico/fotografico che illustrativo con un testo. La penna mi è affine quanto la matita o la macchina fotografica. Credo che il mio lavoro sia il risultato di un’osmosi perfetta di più forme espressive. Spesso prevale quella visiva ma solo perché più veloce ed immediata.
Tra le sue opere qual è quella che meglio sa raccontare di lei. E perché?
Domanda difficile proprio perché mi esprimo attraverso più canali artistici. Credo sia sempre l’ultimo lavoro a rappresentare l’artista contemporaneo, perché raccoglie le esperienze precedenti e le carica di un qui ed ora fondamentale. Dunque di certo la mia ultima collezione Angeli- commistione di foto e pittorico.
…Nelle sue opere molto presente è la Fotografia che si mescola all’opera viva data dai suoi colori e dal suo tratto. Come nascono queste sue opere che riuniscono un poco il caldo e il freddo, l’immagine bloccata dalla fotografia e lo scorrere dei suoi colori che la trascinano quasi nella loro dimensioni…
Nascono da un’esigenza, quella di rappresentare le due dimensioni parallele. Visibile ed invisibile. E tecnicamente quella di unire i miei differenti linguaggi visivi in un unicum inscindibile. Foto e pittura narrano di uno stesso momento catturato dallo scatto e immaginato dalla pittura. C’è una dimensione parallela che convive con quella visibile all’occhio. È lo spazio invisibile mosso delle energie che svelo disegnando o dipingendo e che sono generate dagli elementi rappresentati in fotografia.
Nella sua carriera ha anche disegnato gioielli e prestato la sua Arte a marchi importanti quali Camomilla, Garofalo paste. In che modo la sua Arte riesce a compenetrarsi anche in queste atmosfere più… “commerciali”? Il suo messaggio quale vuole e deve essere?
Ho collaborato con l’artista orafo Vincenzo Oste per una collezione di gioielli per affacciarmi ad un’arte altrettanto nobile, quella scultorea perché i metalli lavorati a mano danno vita a piccole sculture da indossare.
Mentre per Camomilla ho realizzato una serie di opere esposte nei loro show-room e per Garofalo alcune opere per la loro collezione privata esposta in sede.
E due anni fa ho partecipato alla Fashion week di New York e Parigi con capsule collection di accessori moda donna che Valentina De Pietri ha realizzando stampando due mie opere su cachemire.
Il solo messaggio che ne traggo è che l’arte ha mille declinazioni e non va relegata in una galleria, deve essere fruibile in più forme e deve arrivare ovunque. Ecco perché da qualche anno ho aderito al progetto della piattaforma di creativi BIN che declina in arte design e moda le idee di più creativi italiani e non solo.
Come potrebbe descrivere la potenza del colore, del tratto, dell’immagine?
Il linguaggio dell’immagine è, per antonomasia, il linguaggio universale. La sua potenza si può decodificare nel colore e nel segno. Comunque espresse l’immagine ha un’immediatezza senza pari. L’occhio trasmette al cuore prima degli altri sensi.
So che è molto impegnata con l’allestimento della sua prossima mostra che si terrà nel mese di dicembre presso il Museo del Pio Monte della Misericordia di Napoli. Può raccontarci di questo importante evento e delle sue opere che il pubblico potrà ammirare?
Da più di un anno mi sono dedicata alla ricerca. Unire foto e pittura, icone antiche e vibrazioni contemporanee .
THE INVISIBLE BEAT_Angeli è la mostra che il prossimo 13 dicembre inauguro al Pio monte della Misericordia e si chiude il 14 gennaio. Una raccolta di circa 25 opere che interpretano angeli di antichi dipinti, sculture o energie evanescenti riprese in fotografie scattate a Napoli e in altre città del mondo.
L’angelo rappresenta il tramite tra ieri ed oggi, il passaggio da reale ad etereo, il traslarsi di un flusso che la forma genera per arrivare alla non forma latente. Tutto parte dai meravigliosi angeli de Le opere di Misericordia di Caravaggio che interpreto in un’opera che espongo proprio nella chiesa del Pio monte di fronte all’opera originale.
Il tutto sarà racchiuso in libro in edizione limitata con il commento del mio curatore Marco Izzolino e i miei appunti sul tema.
Dopo questa importante mostra napoletano quali altri progetti l’attendono?
Spero di portare la mostra in altre città italiane e dare il via a nuove collaborazioni editoriali per poi continuare la mia ricerca all’estero. La destinazione ancora top secret!
www.caterinaarcipreteartist.it
