Dal 28 giugno al 12 novembre 2023 il Museo di Roma a Palazzo Braschi ospita la mostra Vis-à-vis. Tenerani Spina. Dialogo in immagini. Venticinque ritratti in gesso di Pietro Tenerani vengono riletti e reinterpretati attraverso le immagini del fotografo Luigi Spina.
La mostra VIS-À-VIS. Tenerani Spina. Dialogo in immagini presenta venticinque ritratti in gesso di Pietro Tenerani, uno dei più significativi scultori dell’Ottocento italiano, riletti da Luigi Spina, grande interprete della fotografia d’arte contemporanea.
Due artisti distanti nel tempo, ma accomunati dalla ricerca sulla figura umana, in un dialogo che consente di ammirare in maniera inedita le sculture di Tenerani, in molti casi mai esposte in precedenza, delle quali le suggestive fotografie di Spina – un dittico per ciascun ritratto – realizzate su pellicola in bianco e nero e stampate personalmente, mettono in luce dettagli che a volte sfuggono anche agli osservatori più attenti.
La mostra ospitata dal 28 giugno al 12 novembre 2023 al Museo di Roma a Palazzo Braschi è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è curata da Fabio Benedettucci. Organizzazione Zètema Progetto Cultura.
Un percorso tra scultura e fotografia che, oltre a contribuire alla valorizzazione di uno dei più rilevanti nuclei del Museo di Roma, ovvero la gipsoteca di Tenerani, offre anche la possibilità di ammirare da vicino l’indagine fotografica di Luigi Spina, eseguita su ritratti di nobili, intellettuali, artisti e religiosi, tutti al centro della società romana di metà Ottocento, di cui Tenerani era esponente di primissimo piano.
Uno spaccato che prenderà di nuovo vita, grazie all’indagine fotografica di Spina, autore di numerosi studi che hanno sempre lo stesso filo conduttore, ovvero la ricerca della bellezza e della perfezione, in tutti gli ambiti ma soprattutto nella scultura, come testimoniano anche i suoi recenti lavori che saranno esposti dal 29 giugno al Museo di Archeologia della Catalogna nella mostra Els Bronzes de Riace. La mirada artística de Luigi Spina.
La mostra
Uno dei nuclei più significativi del Museo di Roma è certamente la gipsoteca di Tenerani, in origine collocata nella galleria progettata da Carlo, unico figlio maschio dello scultore, in via Nazionale.
La collezione comprende modelli, bozzetti e studi, testimonianza dell’intera produzione artistica dello scultore, e va annoverata tra i maggiori esempi di raccolte di gessi dell’Ottocento insieme a quelle di Canova a Possagno e di Thorvaldsen a Copenaghen.
Per valorizzare in maniera sempre maggiore la gipsoteca, una selezione della quale è già presente nel percorso del Museo, è nata la mostra Vis-à-vis, che espone venticinque ritratti in gesso di Tenerani a confronto con le immagini – un dittico per ciascun ritratto – che Luigi Spina, grande interprete della fotografia d’arte contemporanea, ha realizzato da essi.
Uno scultore scomparso nel 1869 e un fotografo nato praticamente un secolo dopo, nel 1966 sono i due artisti protagonisti di questa mostra, dai differenti mezzi espressivi e tra loro distanti nel tempo, accomunati dalla ricerca sulla figura umana: un dialogo tra uno scultore capace di rendere nel gesso i minimi dettagli di un volto e un fotografo in grado, attraverso la luce, di far emergere quei dettagli.
Per una precisa scelta, tra i circa centocinquanta ritratti di Tenerani nelle collezioni del Museo di Roma, in mostra non si espongono quelli delle personalità più illustri come re, imperatori o pontefici ma si è invece preferito presentare una serie di ritratti che raccontano l’articolata società romana di metà Ottocento.
Sono esponenti di famiglie nobili della città, committenti stranieri, uomini e donne, in abiti classici, moderni o a torso nudo, in busti o in forma di erma. Con molti di essi Tenerani fu in rapporto di amicizia; per altri, semplicemente, essere raffigurati da lui in un ritratto rappresentò il raggiungimento di un’elevata condizione sociale. Di molti degli effigiati, in mostra si narrano vicende personali, spesso attraverso testimonianze d’epoca.
Con i personaggi di Tenerani, Luigi Spina è riuscito a stabilire un rapporto diretto, in un dialogo attraverso le immagini nel quale la luce diviene fonte espressiva e al tempo stesso strumento per la conoscenza delle opere, dal momento che nelle fotografie si colgono dettagli delle sculture altrimenti difficilmente visibili.
Realizzate su pellicola in bianco e nero e stampate artigianalmente, giocate su una raffinata gamma di grigi, le foto di Spina sono caratterizzate da un forte impatto tridimensionale, che accentua la componente emotiva di ogni personaggio.
Nelle sale del primo piano di Palazzo Braschi, i ritratti di Tenerani sono posti di fronte alle immagini di Luigi Spina, in un percorso nel quali vengono suddivisi per tematiche.
In apertura della mostra, dopo un autoritratto del maestro carrarese, tre busti realizzati nel 1850, specchio della società intellettuale e artistica di quel preciso momento storico; ad essi segue una serie di ritratti di esponenti della nobiltà romana e internazionale, quindi tre busti destinati a monumenti funebri danno vita a un’ideale Spoon River figurata da Tenerani.
Dopo i busti degli statisti Charles Wentworth, australiano, e José Gutierrez de Estrada, messicano, esempi delle committenze giunte allo scultore anche da ambiti culturali distanti da quello europeo, viene presentato un gruppo di protagonisti dei salotti culturali italiani e internazionali di metà Ottocento, da Zenaide Wolkonsky a Carlotta Lenzoni a Leonilla Bariatinsky, unica tra i personaggi in mostra ad aver conosciuto il XX secolo.
A conclusione del percorso, un nucleo di ritratti realizzati in quasi mezzo secolo di attività, per far cogliere al visitatore le differenti anime del maestro toscano, che Luigi Spina, con la sensibilità che da oltre un ventennio ne caratterizza la produzione artistica, è riuscito a riportare alla luce.