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Letto per voi… “Lì, dove il cielo è più vicino” di Michela Tuligi

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi Lì, dove il cielo è più vicino di Michela Tuligi (Catartica Edizioni). La storia di un ritorno a “casa”, alle proprie origini, al sogno di una vita. E non perdete l’Incontro con l’Autrice!

La trama

Michela Tuligi, “Lì, dove il cielo è più vicino” (Catartica Edizioni, 2023)

Una casa la fanno i ricordi, le persone che l’hanno vissuta e gli oggetti che tengono traccia del loro passaggio e del tempo che inesorabilmente scorre.

Agnese, Maria, Giovanni e Salvatore. Questi sono i protagonisti di Lì, dove il cielo è più vicino di Michela Tuligi. Un romanzo così breve da diventare il racconto di una famiglia, di un ritorno e di un sogno che – finalmente – si realizza. Agnese lascia il continente e torna a “casa”, a Caramare, un paesino incastonato nel Supramonte, con pochi abitanti e con il buon profumo di civiltà e autenticità. È qui che Agnese Cabras ripercorre e ritrova la sua vita, la sua infanzia, il dolore della perdita del padre ma anche la forza e la voglia di ricominciare. Tornare alle proprie origini, a volte, significa anche riprendere in mano la propria vita e mettere in discussione tutto ciò che sembrava vero e infallibile. Nella sua terra Agnese riscopre il buon sapore e il profumo del pane e, con essi, la forza di un sogno troppo presto accantonato. E Lì, dove il cielo è più vicino è il momento di vivere una nuova vita. Con entusiasmo.

Sul libro

Catartica Edizioni

Voi che leggerete non troverete nessun eroe tra queste pagine, nessun uomo senza macchia e senza paura, ma solamente esseri umani. Insopportabilmente imperfetti, feriti, perennemente alla ricerca di qualcosa. Perché è proprio nell’ombra della gente comune che si celano le storie più affascinanti.

Nell’aprile 2023 Catartica Edizioni pubblica nella Collana “Hic Nos” il breve romanzo di Michela Tuligi dal titolo Lì, dove il cielo è più vicino. Un Prologo e tredici brevi capitoli animano questo romanzo che conta poco più di novanta pagine, tanto da poter essere considerato un ampio racconto dalla ben calibrata unità narrativa.

Michela Tuligi, “Lì, dove il cielo è più vicino” (Catartica Edizioni, 2023)

La protagonista di Lì, dove il cielo è più vicino è Agnese Cabras, una giovane donna che torna nella sua terra, la Sardegna, nel suo paese di origine, Caramare sospeso tra montagna del Supramonte e lo splendore delle acque che circondano l’isola. Un equilibrio perfetto di semplicità che va a scontrarsi con la confusione di idee e di sentimenti provati dalla protagonista. Eppure sarà proprio Caramare, questo paese che sembra essere fuori dal mondo, con i suoi pochi abitanti, le sue poche botteghe, i profumi che dalle case escono per i vicoli mescolandosi con quelli della natura circostante, a calmare lo spirito irrequieto e inquieto della protagonista. Una giovane donna che, già dalla partenza verso “casa”, inizia a ricordare la sua infanzia, il rapporto con i genitori e con il fratello Giovanni. Poi, però, i ricordi continuano dolci e dolorosi: i giochi da bambina così come la tragica morte di suo padre, portato via dalla montagna durante una delle sue escursioni. Una montagna che da madre e protettrice diventa nemica e matrigna. Resta il mare, dello stesso colore del cielo che rende quasi nulla ogni distanza e ogni lontananza. Qui, vicino e lontano si mescolano. Tutto diviene un riflesso del possibile, di uno sguardo, di una presenza e di un abbraccio.

Michela Tuligi, “Lì, dove il cielo è più vicino” (Catartica Edizioni, 2023)

Vagando tra i suoi pensieri e tra le piccole strade di Caramare, Agnese riscopre il profumo del pane, quel profumo che tanto ha segnato la sua infanzia facendo nascere in lei un sogno ben preciso: fare il pane in un forno tutto suo. Regalare e rinnovare quel profumo, il più nobile e il più semplice al mondo. Una fragranza così semplice creata dal miscuglio di acqua, lievito e farina che ha attraversato i tempi restando sempre fedele e autentico a se stesso. Ed è questa stessa genuinità e semplicità ad animare Agnese facendo (ri)nascere in lei il sogno e la volontà di bambina. In fondo, non è mai troppo tardi.

Ecco, questa stessa semplicità, questa naturale attenzione e la cura per le piccole “cose”, si ritrova nelle pagine di Lì, dove il cielo è più vicino che, del buon pane appena sfornato, conserva l’essenzialità, la schiettezza, la fragranza, il sapore. L’autenticità. Questa è la parola d’ordine di questo racconto di vita, di questo ritratto di famiglia. Un racconto che sa di buono, caldo, croccante, accogliente come un forte e spontaneo abbraccio. Lo stesso abbraccio che l’Autrice scambia con il suo Lettore e con la bella terra di Sardegna: magica e forte, intensa e fragile.

Michela Tuligi, “Lì, dove il cielo è più vicino” (Catartica Edizioni, 2023)

E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
Ora il tempo è un signore distratto, è un bambino che dorme
Ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano
Cosa importa se sono caduto, se sono lontano

Fabrizio De André, Hotel Supramonte

Incontro con l’Autrice

La scrittrice Michela Tuligi (Per gentile concessione di Michela Tuligi)

Come ha scoperto la sua passione per la scrittura? 

Se dovessi trovare un inizio per la mia passione per la scrittura, l’inizio di tutto non potrebbe che essere lei: Filomena. Filomena era mia nonna, venuta a mancare un po’ di anni fa. Mia nonna era una gran chiacchierona, trascorreva ore a raccontarci aneddoti della sua vita passata, ricordava a memoria ogni dettaglio, ogni filastrocca, ogni tradizione e canzone sentita nel corso della sua vita. Soprattutto negli ultimi anni, sempre più spesso le capitava di ripercorrere le strade della sua memoria. E allora raccontava, ogni dettaglio ricordato, incurante del fatto di avercelo già raccontato, almeno un infinità di volte. Ad un certo punto mi sono semplicemente resa conto che  tutto questo sarebbe scomparso insieme a lei, fette intere di vita e di storia avrebbero smesso di esistere come se non fossero mai esistite e allora ho cominciato a scrivere, per non dimenticare nulla. L’idea iniziale era semplicemente quella di raccogliere queste testimonianze, poi i fatti si sono uniti ai voli pindarici della fantasia e si è fatta strada l’idea e la voglia di continuare a scrivere. 

Michela Tuligi, “Lì, dove il cielo è più vicino” (Catartica Edizioni, 2023)

Come è nato il progetto editoriale di Lì, dove il cielo è più vicino

Il progetto è nato dall’idea di raccontare i piccoli paesi sardi, quelli dimenticati da Dio e lontani anni luce dalle copertine patinate delle vacanze alla moda. Un omaggio ai luoghi come Caramare, capaci di custodire l’anima profonda del nostro paese, perché sono esattamente i paesi come questo a mantenere vive le tradizioni più antiche. È esattamente tra queste strade che si tramandano le storie, i dialetti e si gettano i semi di un patrimonio culturale che continua a fiorire. Solo in questo modo i paesi come questo sarebbero tornati a vivere, nel rispetto del proprio passato la memoria avrebbe resistito allo scorrere inesorabile del tempo, pronta a rifiorire ogni volta che qualcuno avrebbe creduto nel futuro della propria terra. 

Quanto c’è – se c’è – di autobiografico ne Lì, dove il cielo è più vicino

Michela Tuligi, “Lì, dove il cielo è più vicino” (Catartica Edizioni, 2023)

Sarebbe inutile negarlo, ma dentro ogni storia c’è tanto di me, delle persone incontrate lungo la strada, dei luoghi visitati. È noto a tutti che esiste un filo invisibile che lega ogni autore alla propria storia. Desideravo che quella di Agnese fosse una storia di vita e di speranza, che potesse nascere qualcosa di bello malgrado il dolore di una perdita, per ricordare quanto di bello c’era stato prima e provare a concentrarsi su quello. Per chi ha letto il libro, la dedica infondo testimonia quanto di autobiografico c’è tra queste pagine, a riprova che l’amore vissuto non si perde o disperde, ma trova la forza per rinascere in nuove forme, come la scrittura che inaspettatamente arriva a salvarci

Qual è stato il momento in fase di scrittura più complesso? E perché? 

Per me il momento più complesso in fase di scrittura è sempre stato l’inizio. Il foglio bianco davanti allo schermo e la testa piena di pensieri e nuove idee da riordinare. Quell’esatto momento in cui si cerca la molla, quella necessaria a trasformare un idea in qualcosa di concreto. Ci sei tu, che nella tua mente hai ben chiara la storia che vuoi raccontare, e ci sono le parole, quelle che all’inizio sembra fatichino sempre a trovare la strada. Superato lo scoglio dell’inizio ecco che finalmente tutto scorre e senza più soste sarà la storia a scriversi da sola. 

Michela Tuligi, “Lì, dove il cielo è più vicino” (Catartica Edizioni, 2023)

Lì, dove il cielo è più vicino è un canto d’amore alla sua bella Sardegna, alla semplicità, ai ricordi, alla forza di una famiglia. Da cosa ha tratto ispirazione per rendere così unico il suo racconto? 

La Sardegna è un terra meravigliosa, l’amore e l’odio che si riescono a provare per lei è qualcosa di immenso. Quello che sono, quello che scrivo, lo stesso approccio alla vita credo che inevitabilmente sia influenzato dal posto nel quale sono nata e ho vissuto. Il mio è un piccolo paese, esistono mille storie da raccontare, migliaia di tradizioni e bagagli interi di storia e antichi saperi che solo chi è nato e cresciuto qui può capire. Quindi si, credo che in tutto quello che scrivo ci sia un pezzo di Sardegna. Non è solo questione di radici ma credo di aver avuto davvero una gran fortuna ad essere nata qui e a poterci vivere ancora. Il mio è stato un omaggio a loro, alla mia terra, la mia famiglia, le mie radici. 

Michela Tuligi, “Lì, dove il cielo è più vicino” (Catartica Edizioni, 2023)

Nel suo libro ritorna sempre il profumo del pane associato alla vita, all’infanzia, alla genuinità, ai sogni. Una sorta di “Madeleine de Proust”. E per lei, cosa simboleggiano il profumo e sapore di pane che invadono le pagine del suo libro? 

Quel pane, con il suo profumo così familiare e accogliente non è per me altro che un simbolo di casa, di famiglia, di radici. Credo che nulla valga senza un legame, senza quel filo sottile che ci tiene ancorati al passato, alle nostre radici, alla nostra famiglia, fatta di persone e risate di pancia e quei fili colorati e invisibili che ci tengono ancorati al suolo. La pasta madre sono loro: mamme e nonne della mia famiglia, eroine inconsapevoli di ogni giorno e colonne portanti, con la loro innata abilità di saper reggere il peso di tutto, una casa intera, dimenticanze e imprevisti, felicità e umori ballerini, chili di farina da impastare e infinite ore da incastrare insieme ogni giorno, con i loro pranzi e cene sempre pronti all’ora giusta. Perché io, anche se mamma lo sono, come loro non lo sarò mai. 

Michela Tuligi, “Lì, dove il cielo è più vicino” (Catartica Edizioni, 2023)

Per lei, che valore hanno la semplicità e l’autenticità sia nella scrittura sia al di fuori di una pagina bianca? 

Credo semplicemente nel valore delle piccole cose, negli esseri umani imperfetti, feriti, perennemente alla ricerca di qualcosa. Perché è proprio nell’ombra della gente comune che si celano le storie più affascinanti.  Storie perdute di esistenze che ci sono passate accanto senza che ne sapessimo afferrare l’essenza.  Aneddoti minuscoli che finiscono per diventare trame di un romanzo intero. Perché è esattamente lontano dai riflettori, nel vivere quotidiano di esseri umani qualsiasi  che i sentimenti più intimi e veri crescono e si fortificano,  e allora la scrittura diventa solo un mezzo qualsiasi, lo strumento in grado di fermare un ricordo dall’oblio che lo attende.  La stessa cosa vale al di fuori di una pagina bianca. 

Michela Tuligi, “Lì, dove il cielo è più vicino” (Catartica Edizioni, 2023)

La sua Agnese trascorre anni lontana da casa per poi tornare alle sue origini e riprendere in mano i suoi sogni. Ecco, quale vuole essere il messaggio del suo libro e di questo suo intenso personaggio? 

Quello di Agnese è un messaggio per tutti i giovani sardi, per tutti coloro che decidono di rientrare, con i loro occhi fieri e orgogliosi. È un omaggio al loro coraggio, alla loro testardaggine, alla felicità che si intravede stampata nei loro volti, nell’amore e nell’attenzione per il proprio lavoro, per quei mestieri antichi che grazie a loro  prendono nuovamente vita, per il legame con questa terra, per un nuovo sogno che prende forma. La stessa cura che si riservava alle cose belle e buone e che fa sperare a tutti che a salvare questi paesi dimenticati da dio saranno proprio loro, i giovani di questa terra, occhi nuovi e forse un po’ avventati, ma capaci ancora di guardare lontano. 

Michela Tuligi, “Lì, dove il cielo è più vicino” (Catartica Edizioni, 2023)

Quali sono gli autori e le opere che hanno formato e influenzato il suo essere scrittrice e lettrice?

Così come le proprie radici, hanno sicuramente influenzato la mia scrittura nella scelta dei temi affrontati, gli autori e le opere lette, Grazia Deledda, Cristina Caboni, Vanessa Ruggiani, Sergio Atzeni, e in generale tutti gli esponenti del verismo italiano da Verga a Capuana. 

Quali sono i suoi prossimi impegni e progetti editoriali? 

Per ora nessun nuovo progetto editoriale all’orizzonte, sicuramente c’è il desiderio di concentrarsi sulla promozione di questo libro, anche se non nego che custodita dentro gli appunti sparsi del mio computer c’è ancora qualche storia desiderosa di trovare braccia e gambe per correre fuori.  

 

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