“Viaggio con fantasma nel Monferrato”: la scrittrice Liliana Angeleri ci conduce in un viaggio nel tempo e nella storia sino al X secolo raccontandoci con passione la vita e la leggenda di Aleramo I de Treys, il primo Marchese del Monferrato. E non perdete l’Incontro con l’Autrice!
La trama
Nel Libro IV della “Collana di Liliana” sono compresi le due storie dal titolo Viaggio con fantasma nel Monferrato e Il romanzo di Aleramo (Il primo Marchese del Monferrato).
Nel primo caso la vicenda si svolge on the road ed è ambientata ai giorni nostri. In Piemonte. Nella zona del Monferrato, naturalmente. Le protagoniste sono Ilaria e Chiara, madre e figlia, che, soprattutto per volere materno, partecipano alla rievocazione della cavalcata aleramica ovvero una gara non competitiva che dura tre giorni e tre notti per ammirare e riscoprire le belle colline piemontesi e per trascorrere del tempo assieme. Tale manifestazione nasce con l’intento di rievocare la leggenda secondo la quale Aleramo avrebbe compiuto quello stesso tragitto nel medesimo tempo ma in sella a un prode destriero e di scoprire delle meraviglie della terra piemontese. Ed è proprio lo stesso cavaliere che le due donne incontrano più volte durante il loro percorso in auto? Sarà il fantasma di Aleramo che rinnova il suo cammino?
Nel secondo caso – ovvero ne Il romanzo di Aleramo – invece, viene raccontata più nel dettaglio la storia e la biografia di Aleramo I de Tryes nato nel 904 e defunto nel 991 circa, ovvero a ridosso degli più bui del Medioevo. È figlio di Guglielmo I del Monferrato di cui segue le orme divenendo un abile e coraggioso cavaliere. Si narra della leggenda secondo la quale Aleramo si innamora, ricambiato, della bella Alasia ma temendo il rifiuto del padre di lei, Ottone I, decide di fuggire portando la sua amata nei luoghi dove è cresciuto. Ovviamente il re viene a sapere di quanto accaduto ed è ben disposto a perdonare il cavaliere donandogli tutto il territorio che sarebbe stato capace di ripercorrere in tre giorni e tre notti di cavalcata. Pare che abbia percorso il Monferrato il cui nome deriva da mun (mattone) e da frà (ferrare) riferendosi ai mattoni che sono stati utilizzati per ferrare i cavalli di Aleramo durante questo suo tragitto. Ma quali avventure e disavventure saranno riservate al nostro cavaliere?
Sul libro
Liliana Angeleri, scrittrice e sceneggiatrice, pubblica nel maggio 2019 nella “Collana di Liliana Angeleri” della Passerino Editore in formato E-book il suo libro dal titolo Viaggio con fantasma nel Monferrato contenente l’opera omonima e Il romanzo di Aleramo (Il primo Marchese del Monferrato). Si tratta di due opere in una che hanno tra loro caratteri e linguaggi diversi ma con un denominatore comune, ovvero la figura di Aleramo I de Treys, primo Marchese del Monferrato.
Per quanto riguarda Viaggio con fantasma nel Monferrato si tratta di una storia nella storia, quella di madre e figlia che partecipano a una gita in auto ripercorrendo quello stesso e storico tragitto già compiuto nel X secolo da Aleramo ma a cavallo. Così facendo, la storia e il testo divengono una guida turistica – precisa e dettagliata – con l’inevitabile messa in secondo piano della costruzione dei personaggi delle due donne che divengono lo strumento per raccontare del personaggio storico e dei luoghi ad esso legati. Questo, inoltre, fa sì che in alcuni tratti la vicenda sembri slegata tra descrizione del luogo storico, del suo paesaggio, delle vicende di Aleramo legate a quei luoghi e del percorso di Ilaria e Chiara, le protagoniste di oggi. Ed è un peccato che a volte l’omogeneità del racconto, a mio avviso, venga un poco a mancare creando un certo squilibrio. Infatti, tra i due piani narrativi ovvero il racconto della vicenda in sé e la descrizione storica e geografica dei luoghi visitati l’Autrice sembra favorire quest’ultimo realizzando l’impianto di una riuscita guida turistica.
Il romanzo di Aleramo, invece, sembra essere più fedele a se stesso in quanto dall’inizio alla fine è concentrato esclusivamente sulla figura, sulle lotte, sulle conquiste, sulle disavventure descrivendone vittorie perdite con scrittura appassionata e dettagliata seppur a tratti ridondante. L’intero libro IV è dedicato alla figura di Aleramo, come si è detto dal principio, e spesso le gesta sono raccontate e riviste senza aggiungere quel tratto in più. Ciò non toglie che il lavoro della Angeleri sia fatto con coscienza e passione e, forse, è proprio questa stessa passione che la muove a creare questo stile di scrittura. Si tratta di un romanzo storico che certamente insegna tanto sui luoghi e i protagonisti della nostra Storia probabilmente nei libri scolastici è difficile – se non impossibile – trovare. E di questo è giusto e doveroso dare all’Autrice il giusto merito.
Una piccola nota, però, va indirizzata alla struttura “semplicemente” visiva e di editing del testo corredato di immagini alcune delle quali avrebbero potuto certamente rendere e dare di più (ma i costi editoriali, in tal senso, influenzano non poco questo aspetto). Purtroppo, in particolar modo nella prima parte, dove il tessuto narrativo è più debole rispetto a quello descrittivo e informativo, il testo appare con diversi grassetti e grandezze di font e non correttamente allineato all’interno della pagina dove vanno anche ad inserirsi dei dialoghi non aiutando il Lettore nel suo ordine mentale e della narrazione stessa.
Questo è certamente solo un aspetto, che può essere più o meno importante a seconda del Lettore, ma che non può essere sottolineato. Sia solo per una questione di “ordine” visivo che si riscontra negli standard di pubblicazione.
Tengo, però, a sottolineare ancora una volta lo studio, la passione la ricerca della scrittrice e sceneggiatrice Liliana Angeleri che è comunque riuscita (soprattutto nella seconda parte della sua opera) nel suo intento, e di quello di ogni romanzo storico che si rispetti, di raccontare le gesta di un grande cavaliere figlio del suo Tempo incastonandolo a perfezione nella sua Epoca.
Incontro con L’Autrice
Quando e come è avvenuto il suo incontro con la scrittura?
All’inizio degli anni Novanta, sono andata a una conferenza e ho sentito una voce esterna che mi ha ordinato: TU DEVI SCRIVERE LA SCENEGGIATURA DI… (Era un romanzo storico ambientato tra la zona di Novi, Torino e Genova). Io ho scritto la sceneggiatura, ho trovato una casa di produzione con i finanziamenti per Rai fiction, dopo un anno di estenuanti trattative gli eredi del romanzo non hanno voluto cedere i diritti d’autore. Poi ho scritto altre sceneggiature e autopubblicato tre romanzi e un ebook.
Come è nato il suo libro Viaggio con fantasma nel Monferrato?
Un agente letterario di una casa editrice mi ha chiesto un manoscritto. Visto che IL ROMANZO DI ALERAMO è formato da due parti e la seconda è piaciuta moltissimo, cioè il viaggio di alcune persone sulle orme della cavalcata aleramica. Io ho preparato questo manoscritto, con molte immagini, e l’ho inviato intorno al 15 dicembre dell’anno scorso. In seguito ho saputo che la regione Piemonte è stata dichiarata la migliore da visitare, ma nei primi giorni di maggio il romanzo non era stato ancora pubblicato, l’ho ritirato dalla casa editrice e l’ho pubblicato in ebook, altrimenti non avrebbe avuto nessun scopo.
Perché ha scelto di dedicare questo suo romanzo proprio alla figura di Aleramo, marchese di Monferrato?
Solo Aleramo, il primo marchese del Monferrato, ha percorso la leggendario cavalcata aleramica.
Come si è documentata per la realizzazione di questo romanzo storico ?
Conosco quasi tutte le località che formano questo percorso.
Perché ha scelto di dedicarsi principalmente alla scrittura di romanzi storici?
Dopo Aleramo di cui ho letto articoli sul giornale locale di Alessandria e di cui mi sono documentata, ho conosciuto il famoso scenografo di quasi tutti i film di Sergio Leone, Carlo Leva che mi ha consigliato di scrivere Gagliaudo (Bolle di sapone) e Il Brigante Giuseppe Mayno. Le Umiliate mi sono state suggerite da una visita nel cortile che si trova accanto alla chiesa di San Rocco e la vicenda degli Umiliati mi ha entusiasmato, in cui le donne godevano dello stesso trattamento economico degli uomini dal XIII al XVI secolo.
Dal suo romanzo è palpabile il suo amore e la sua passione per la sua terra di origine. Quest’ultima quanto ha influito nella sua formazione di scrittrice?
Non in maniera determinante, ho narrato personaggi straordinari e vicende fantastiche. Per quale motivo riproporre ossessivamente le vicende di Re Artù? Aleramo è vissuto veramente e la sua vicenda è molto più interessante e straordinaria.
Lei scrive sia romanzi storici sia sceneggiature di carattere storico. Quali sono le differenze e le analogie, nonché le difficoltà, che riscontra in questi generi e stili di scrittura?
La sceneggiatura è una forma letteraria che serve come struttura per un film: scene, ambientazione e dialoghi. Il romanzo, sappiamo tutti com’è fatto. Non incontro difficoltà.
Quali sono gli Autori che hanno formato il suo essere lettrice e scrittrice?
Tutti in generale e nessuno in particolare. Ho letto moltissimi libri e autori. Quando scrivo lascio fluire i pensieri e li metto sulla carta.
Quali sono i suoi prossimi impegni e progetti letterari?
In questo momento sto reimpostando tecnicamente tutte le mie sceneggiature, sia in italiano che in inglese, attendo il business plan che mi hanno promesso e spero che presto, almeno uno dei miei script sia prodotto. Al termine di questo lavoro lunghissimo dovrò scrivere il mio primo romanzo completamente contemporaneo: Chi era? (La voce del silenzio) ispirato dalla sceneggiatura omonima.
Cos’è per lei scrivere?
Quando inizio o un nuovo romanzo o uno script, sono un po’ preoccupata e mi affatica entrare nell’atmosfera, nei personaggi e dar corpo alla vicenda. Poi, piano piano, subentra la magia della creazione delle emozioni, sembra che non sia io a scrivere, ma la mia anima. Ci si narra sempre un po’, anche se il personaggio è storico e quando il racconto è terminato, io sento un po’ di solitudine nel lasciare i personaggi e il loro ambiente. Poi inizia il vero trauma, la revisione e la pubblicazione.