
“La ballata della storia”: un libro che racconta – dall’Ottocento alla fine degli anni Sessanta del Novecento – il ritmo dei cambiamenti (socio)politici di circa un secolo che hanno caratterizzato il nostro Paese. Una vera danza con il Tempo che ci mostra la (nostra) Storia da un punto di vista tutto nuovo.
La trama
La ballata della storia. Musica e politica nell’Italia contemporanea.
È sufficiente questo titolo a spiegarci il tema del libro scritto da Alessandro Volpi ed edito dalla Casa Editrice La Vela. La ballata della storia, infatti, partendo dalle romanze dell’Ottocento sino alla musica beat e rock degli anni Sessanta e Settanta del Novecento ricostruisce e illustra il (tacito) rapporto che da sempre esiste tra Musica e Politica (e, quindi, Storia). Si tratta di uno sguardo rivolto prevalentemente all’Italia passando da Puccini a Verdi, dal Tango alle canzoni melodiche, dagli “urlatori” ai cantautori e alla canzone di protesta.

Il testo è suddiviso in due parti e articolato in diciotto capitoli ognuno dei quali riporta testimonianze, interventi, spiegazioni e delucidazioni utili a comprendere quanto la Politica abbia influenzato la Musica e quanto quest’ultima si sia lasciata condizionare e ispirare dall’altra. In ogni caso si tratta di forme di comunicazione e d’Arte. Infatti, se nessun dubbio abbiamo sull’autenticità dell’Arte di Euterpe non dovremmo averne neanche riguardo la Politica. Secondo l’etimologia, infatti, “Politica” deriva dal greco e significa “arte che attiene alla città-stato”. Quindi, il legame sembra davvero indissolubile. Questa unione e reciprocità di intenti e di interessi si snoda – nel lavoro di Alessandro Volpi – in circa un secolo.

E tante sono le sorprese, le notizie, le informazioni che si possono apprendere. Si scoprono le parole, i versi, i cantanti, i titoli delle canzoni e i loro tessuti musicali che hanno dovuto adattarsi alla censura (soprattutto fascista). Tanti sono stati i veti e i divieti nel nostro campo musicale e solo in un secondo momento – intorno alla Prima guerra mondiale – si è veramente inteso quale avrebbe potuto essere l’apporto della Musica in ambito politico. Diciamo che se Mussolini ha definito il Cinema come l’arma più forte anche la Musica non è stata da meno. Perché semplice, popolare, orecchiabile, ritmata e capace di nascondere messaggi politici e propagandistici più o meno criptati e latenti.

Allo stesso modo il popolo ha poi imparato a utilizzare la musica per protestare attraverso canti, inni, versi affidandosi alla tradizione orale e, così, accessibili a tutti indifferentemente dal grado d’istruzione.
Tutto questo e tanto altro ci racconta Alessandro Volpi guidandoci in un viaggio nel tempo tra Storia, Musica e Politica seguendo un ritmo sostenuto ma mai ripetitivo.

Il libro
La Casa Editrice viareggina La Vela lo scorso giugno ha pubblicato La ballata del tempo di Alessandro Volpi inserendolo nella collana Autoreverse. Si tratta di un saggio storico-musicale davvero interessante e molto importante. Attraverso l’Autore, infatti, abbiamo la possibilità di “ascoltare” e osservare la Storia da un punto di vista unico e privilegiato. I concetti portanti del testo sono la “Musica” e la “Politica” ed è attorno ad essi che si sviluppa questo studio e questa analisi che va dalla seconda metà dall’Ottocento agli inoltrati anni Sessanta del Novecento. Da Mameli a Domenico Modugno, per intenderci.

Numerosi sono gli interventi, gli studi e i contributi riportati nel volume i quali arricchiscono, impreziosiscono e spiegano al meglio le situazioni politico-musicali del periodo di riferimento. Molta attenzione viene prestata ai versi di alcune canzoni, all’uso che ne è stato fatto, alle manipolazioni richieste “dai piani alti”. Allo stesso modo si racconta del divieto di ascoltare un certo tipo di musica e persino di ballarla: il jazz, il tango…

Interessante è il fatto che ad accompagnare tutto questo ci sia il continuo riferimento alle riviste cartacee che riportavano le notizie e le novità musicali del momento. Insomma, Alessandro Volpi attraverso La ballata della storia è riuscito a conferire al Novecento un ritmo tutto suo, unico e di cui ancora oggi battiamo il tempo. Il suo libro è una vera danza nel tempo. E a rendere questa danza ancor più piacevole, ritmata, calma e scatenata allo stesso tempo è lo stile di scrittura di Volpi. Quest’ultima nella sua semplicità, nel suo essere colma di particolari e anche di “curiosità” per gli appassionati, nel suo saper rendere la Storia assolutamente musicale rende questo saggio unico nel suo genere.
E soprattutto in tutti questi anni, negli eventi che si sono succeduti (e si succederanno) la domanda enigmatica resta la stessa: chi influenza chi? E chi è influenzato da cosa? Forse, la risposta è tra le note e i versi della Musica. In fondo, non è proprio lei ad essere considerata il linguaggio universale per eccellenza? Anche di tutte queste domande il merito è legato all’opera di Alessandro Volpi che mai appesantisce accendendo, pagina dopo pagina, la curiosità del Lettore.

Non c’è che dire: la Musica non sarà più la stessa. E nemmeno la Storia.