
C’è ancora tempo – sino al prossimo 9 settembre – per visitare presso il Teatro dei Dioscuri di Roma la bella mostra La Dolce Vitti dedicata alla grande Maria Luisa Ceciarelli alias Monica Vitti. Un appuntamento assolutamente da non perdere!
La mostra
Monica Vitti è stata ed è una delle più talentuose e grandi attrici del secondo Novecento. È stata forse una delle uniche – se non l’unica – interpreti a racchiudere in sé ironia, talento, semplicità, intellettualismo e comicità passando dal Teatro al Cinema, dal cinema impegnato e d’Autore firmato da Michelangelo Antonioni al cinema comico e d’intrattenimento firmato dai nostri Maestri della cosiddetta Commedia all’italiana (da Mario Monicelli a Dino Risi passando per Alberto Sordi, Steno e molti altri).

Leggendaria è la sua entrata nel mondo del Teatro affrontando il volere contrario della madre Adele Vittiglia (da qui il cognome d’arte Vitti) convinta che “polvere del palcoscenico corrodesse anima e corpo” preferendo per sua figlia un matrimonio e una vita “normali”.
Io ho iniziato a teatro facendo una cosa serissima, poi facendo ridere molto. Alternavo queste mie due possibilità che il Signore è stato così buono da darmi: l’ironia e l’umorismo e, specialmente, la possibilità di far ridere gli altri.[1]

Sono esattamente questi i punti di forza di Monica Vitti attrice e donna, la stessa che ha preferito non curare i suoi fantasmi interiori perché erano proprio quelli che le permettevano di creare i suoi personaggi, e sue maschere, i suoi tic, la sua essenza.
È sicuro che io con la mia vita, quello che penso e quello che sono lo porto nei miei personaggi, non potrei farne a meno. Cioè, devo assolutamente portare quello che c’è di buono, di non risolto, di curiosità, di interesse, di desideri in tutto il mio lavoro.[2]

Tutto questo è ben visibile nella deliziosa mostra La Dolce Vitti allestita presso il Teatro dei Dioscuri (a due passi da Via Nazionale e dal Quirinale) realizzata grazie all’Istituto Luce Cinecittà e curata da Nevio De Pascalis, Marco Dionisi e Stefano Stefanutto Rosa. E il successo di pubblico è stato tale che il pubblico potrà partecipare a questa manifestazione la cui apertura è stata prorogata sino al prossimo 9 settembre.

Subito dopo aver attraversato quel metaforico sipario che permette l’ingresso in mostra è un piacere ritrovarsi immersi nel “pianeta Monica Vitti” su più livelli: emotivo, acustico, visivo. Si può ben dire che Monica Vitti sia assolutamente presente in questa mostra che non ha nulla di nostalgico. Al contrario, si respira un’aura complessa composta da un mix di affetto, passione, ammirazione, ringraziamento di tutto quanto ci è stato regalato in termini di sorrisi e di emozioni.

Personalmente ho rivissuto questa stessa sensazione già provata durante la stesura del mio libro Monica Vitti. Recitare è un gioco e attraverso la mia partecipazione al documentario della serie Couples mythiques du cinéma dedicato all’attrice e a Michelangelo Antonioni che la rete francese OCS manderà in onda la prossima stagione.

È un vero piacere immergersi in questa ampia e curata mostra multimediale in cui la voce roca e inconfondibile di Monica Vitti non ci lascia mai soli e che – senza dubbio – l’attrice romana e la sua Arte meritavano da tempo.

L’ampio percorso espositivo si snoda nelle sale seguendo un ritmo cronologico. In tal modo è possibile ammirare (partendo dal Teatro e arrivando al Cinema e alla Televisione passando per il Doppiaggio) oltre settanta immagini dell’attrice provenienti dall’Archivio storico dell’Istituto Luce, dall’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, dal Centro Sperimentale di Cinematografia. A questi vanno aggiunti gli archivi della Reporters Associati, Archivio Enrico Appetito e quelli personali di Elisabetta Catalano e Umberto Pizzi.

Si tratta di un appuntamento romano assolutamente da non perdere per gli amanti del Cinema e non solo. È un vero e sentito omaggio a una delle nostre attrici più significative del secondo Novecento il cui talento è stato riconosciuto in tutto il mondo. È un tributo non alla memoria che alla stessa attrice ha dato un duro colpo alla sua carriera ma a una donna e un’Artista speciale che tanto ha regalato e continua a regalarci. Non a caso Monica Vitti è considerata uno dei quattro moschettieri della Commedia all’italiana assieme ad Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Nino Manfredi. Una donna e un’attrice che ha saputo costruirsi, imporsi e ritagliarsi il proprio spazio. Monica Vitti che per la sua naturalità abilità di far ridere si è sempre considerata come “la figlia del re”.

Ero, in fondo, una delle poche donne che facevano ridere e questo ha stupito un po’ tutti. Anche me.[3]
La Dolce Vitti: una mostra, un racconto per immagini e per video di una donna forte e orgogliosa di ogni sua fragilità; un’attrice completa, ironica e, per questo, dotata di una forza incontrastata e ancor oggi ineguagliata.
Un modo di conoscere la donna e l’attrice ridendo passeggiando assieme nella Storia del nostro Spettacolo.

Se io sapessi chi fosse veramente Monica Vitti, non avrei più nessun dubbio. Forse. Forse. Il dubbio è necessario. Monica Vitti è una persona, bionda, 1,72-1,74, occhi verdi, capelli biondi, purtroppo 39 e mezzo di piedi, mani grandi, grandi mani. Poi, si vede poco, sono estremamente fragile, però io ho capito che dovevo sfruttare tutto della mia fragilità. Spero di non buttare via la mia vita, utilizzarla, utilizzarla sempre perché devo capire ancora tante cose, devo scoprire ancora tante cose, devo sapere tante cose, devo imparare tante cose.[4]
Note:
[1] Chiara Ricci, Monica Vitti. Recitare è un gioco, Ag Book Publishing, Roma, p.17
[2] Ivi, p.76
[3] Ivi, p.89
[4] Ivi, p.12