Hostiles: il selvaggio West di Scott Cooper che ha infiammato la scorsa edizione della Festa del Cinema di Roma dal 22 marzo arriva nelle nostre sale.
La trama
Stati Uniti, 1892. Il burbero e ruvido capitano di fanteria Joseph J. Blocker nonostante il suo fervente odio e disprezzo per i Pellerossa ha l’ordine di scortare l’anziano e malato Capo Cheyenne Falco Giallo e la sua famiglia sino alla sua terra natia nel Montana. Naturalmente inutili sono le proteste del capitano. Un ordine è un ordine. Soprattutto quando a pronunciarlo è il Presidente in persona. Ed è così che ha inizio questo lungo e avventuroso viaggio che non poco ricorda l’Odissea di omerica memoria. A questo si affianca un altro evento: ovvero la barbarica uccisione di un’intera famiglia per mano di folli comanche assetati di sangue.
Da questa carneficina riesce a salvarsi solo la bella Rosalie Quaid, madre e moglie dei suoi cari. Saranno proprio il capitano Joseph J. Blocker e suoi sottoposti a trovare la donna e a metterla in salvo. Non può restare lì sola tra i resti della sua casa data alle fiamme e circondata dai cadaveri del marito e delle figlie. Così, dopo aver dato una degna sepoltura ai defunti il viaggio riprende. Da questo momento il lungo tragitto assume dei connotati diversi. Avviene una sorta di “miracoli a catena” all’interno del gruppo ed è proprio la bella Rosalie a innescarli (più o meno volontariamente).
Certamente all’inizio la donna è devastata, porta in sé e con sé un fardello e un dolore troppo pesanti per qualsiasi essere umano. Vivere le è insopportabile. Eppure pian piano inizia a creare un dialogo con i suoi compagni di viaggio: con le sue compagno di viaggio indiane che la sostengono e le offrono coperte per riscaldarsi e con il taciturno e aspro capitano Joseph J. Blocker. Con quest’ultimo si crea un dialogo fatto di sguardi, di silenzi, di gesti e di poche, pochissime parole. E sarà proprio tutto questo a far sì che il capitano riesca ad aprire un poco il suo cuore lasciando libera di vivere quella parte del proprio animo più umana, vulnerabile e bisognosa di cure e di affetto.
Tutto questo naturalmente si riflette anche nel rapporto con la famiglia Cheyenne di Falco Giallo con la quale si instaura poco a poco un legame fatto di fiducia e di riscoperta delle proprie credenze, delle proprie convinzioni. Insomma: un confronto che lascia ben sperare in un futuro diverso.
Il trailer
Sul film
Hostiles di Scott Cooper, dopo essere stato presentato al Telluride Film Festival e al Toronto International Film Festival, è stato scelto per aprire la dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma.
Non c’è che dire il regista sin dallo scorrere delle prime immagini esprime chiaramente quale sarà la portata del film e la sua cifra stilistica. E lo fa servendosi della significativa frase dello scrittore D.H. Lawrence
Nella sua essenza, l’anima americana è dura, solitaria, stoica e assassina. Finora non si è mai ammorbidita.
e della (lunga) sequenza iniziale dello sterminio della famiglia di Rosalie.
Sarà propria tutta questa crudeltà iniziale a fare da contraltare a quello spiraglio di luce, di speranza, di tollernza e di umanità che pian piano invadono il testo filmico. È pur vero che tutto questo avviene soprattutto attraverso un linguaggio non verbale in quanto la sceneggiatura è quasi lo specchio dello stesso capitano Blocker: essenziale, scarna, aspra, ermetica. Molto si intuisce dai gesti, dal non detto, dal sottotesto fornito esclusivamente dalle immagini d’ambiente e dalla recitazione dei bravissimi interpreti. A proposito di questi ultimi non possiamo fare un plauso a Christian Bale e a Rosamund Pike nel ruolo dei protagonisti. I due attori sono bravissimi nella loro interpretazione e nella loro recitazione sottrattiva, potremmo dire: tutte le emozioni sono contenute, il dolore, l’altruismo, i sorrisi, la momentanea e passeggera serenità… tutto è molto trattenuto e frenato, se non bloccato. Mai si esagera. Mai si va sopra le righe nei quasi (troppi, forse) 130 minuti dello scorrere del film.
Allo stesso modo si devono rendere i giusti meriti anche al regista che, pur servendosi di una storia dall’immancabile e prevedibilissimo happy end e costruita sul più classico degli schemi di un testo narrativo e teatrale, ha realizzato un prodotto di alta qualità. Certo è che Scott Cooper ha strizzato più volte l’occhiolino al cinema western di John Ford, John Huston e persino del “nostro” Sergio Leone. Ma si può fargliene una colpa? Il cinema è racconto. E il cinema che in assenza di una storia molto forte e funzionale da sé sopperisce raccontando e ricordando se stesso merita ancora di più.
Un doppio viaggio: nella storia del Cinema e nella diegesi stessa. Inoltre, Hostiles può essere non a torto definito un film manifesto contro ogni razzismo e visto ciò che accade attorno a noi e, in particolar modo, la presidenza di Donald Trump non mi pare affatto sia un film da sottovalutare o da perdere. Insomma: la Storia si ripete. Ieri come oggi. Con la sola differenza che la “fabbrica di sogni” produce e crea inaspettati, speranzosi e (spesso) incredibili happy end. Beh, non è anche questo il potere e il prodigioso incantesimo di cui è capace la Settima Arte?
Hostiles, distribuito da Notorious Pictures, sarà nelle nostre sale da giovedì 22 marzo 2018.
Voto 3/5
Scheda tecnica
Titolo originale: Hostiles
Regia: Scott Cooper
Cast: Christian Bale, Rosamund Pike, Wes Studi, Adam Beach, Ben Foster, Jesse Plemons, Rory Cochrane e Q’orianka Kilcher
Sceneggiatura: Scott Cooper, Donald Stewart
Montaggio: Tom Cross
Produzione: Scott Cooper, Ken Kao, John Lesher
Distribuzione: Notorious Pictures
Paese: USA
Anno: 2017
Durata: 127