È un giorno molto importante per la Rubrica online “Piazza Navona” Oggi parliamo di Sport. Di una giovane leggenda di soli trentatré anni: Vincenzo Nibali.
It is a great day for the column online “PIAZZA NAVONA”. Today we talk about Sport with Vicenzo Nibali: the modern day cycling legend.
Signore e signori ho l’onore di presentarvi il grande campione Vincenzo Nibali. Lo Squalo dello Stretto. Il ragazzo siciliano che ha conquistato il mondo in sella alla sua bicicletta. Assieme a Felice Gimondi è il solo Italiano ad aver vinto i tre Giri del Ciclismo più importanti al mondo. Un vero recordman!
Solo pochi giorni fa ha vinto (il primo Italiano dopo dodici anni) la Milano-Sanremo.
È un privilegio e un onore avere con noi Vincenzo Nibali. Un grande sportivo dall’animo semplice e umile…ma un vero “Squalo” sulla pista”!
Buona lettura!
Come è nata la sua passione per il ciclismo?
Vengo da una famiglia di appassionati a cominciare da mio padre, da mio fratello e anche dai miei cugini. Andare in bici, insomma, è stato una cosa davvero facile e naturale.
In che modo è passato al professionismo? Quali sono stati i suoi Maestri che guidato la sua carriera e l’amore per il suo sport?
Ho iniziato a gareggiare a Messina, dove sono nato. A 15-16 anni ho capito che per diventare un vero professionista dovevo lasciare la Sicilia per andare in una regione, la Toscana, dove il ciclismo era molto più sviluppato. Non ho un campione particolare a cui mi ispiro, ma da Italiano mi sono sempre piaciuti i grandi come Coppi e Bartali e campioni più recenti come per esempio Marco Pantani.
Tra le sue vittorie più importanti ci sono due Giri d’Italia, il Tour de France, la Vuelta a España. È stato il solo – assieme a Felice Gimondi – ad aver raggiunto simili traguardi. Cosa hanno significato per lei queste vittorie? E, se possibile, a quale di queste sente di essere più legato?
Ognuna è stata a suo modo importante. Il Tour de France ti da una notorietà mondiale, il Giro è la corsa che ogni giovane ciclista italiano sogna di vincere e la Vuelta è una delle gare più dure e selettive del panorama internazionale. Sono anche orgoglioso di essere riuscito a vincere delle grandi gare di un giorno; l’ultima delle quali il Lombardia nell’autunno scorso.
È stato soprannominato “lo Squalo dello Stretto”. Chi è stato il primo a definirlo così e perché?
Sono stati i miei primi tifosi. “Squalo” per via del mio modo di correre fatti di imprevedibilità e con attacchi improvvisi, “dello Stretto” per via delle mie origini messinesi.
Può raccontarci quella della sua prima gara?
Ero in Sicilia, andai bene e mi convinsi che quella era la mia strada.
In cosa consiste il suo allenamento, la sua preparazione?
Ho un preparatore-allenatore, Paolo Slongo, con cui in primis deciso il programma e gli obiettivi della stagione. Dopodiché, specie nella prima parte dell’anno, alterno ritiri a gare. Quest’anno partirò ancora dall’Argentina per poi, da marzo in avanti, gareggiare in Europa.
Quanto è importante l’allenamento mentale nel ciclismo? Dove si rifugia il pensiero durante la gara?
Per me andare in bici è una delle cose che amo di più della mia vita. La bici ti regala la libertà e anche tanto tempo per pensare. È una sensazione bellissima pedalare per ore senza quasi neanche accorgersene. Certo, alle gare è diverso. Lì prevale la concentrazione e la voglia di dare il meglio, senza questa non si va da nessuna parte.
Può raccontarci cosa è accaduto durante la sua corsa alle Olimpiadi di Rio subendo anche un grave infortunio?
Facile, sono scivolato sul più bello. Sono cose che capitano e lo sport – come la vita – presenta anche momenti non facili. Ma sono abituato a guardare avanti e così ho fatto e faccio.
Quali sono i suoi prossimi impegni sportivi?
Come ho detto dopo la Vuelta San Juan in Argentina, correrò in Oman e poi tra Francia e Italia. Il mio primo obiettivo sarà la Liegi in aprile e poi mi preparerò al Tour de France che inizia in luglio.
Il 17 marzo scorso ha vinto la Milano-Sanremo. È stata una gara intensa. Cosa può dirci di questa straordinario risultato?
Ancora mi chiedo come ho fatto! È stata una vittoria fantastica, arrivato in maniera direi aspettata. Quando sono scattato sul Poggio pensavo che mi sarebbero venuti dietro. Il momento più difficile direi che sono stati gli ultimi 2 km. Dalla macchina mi dicevano “10/11 secondi” intendendo il vantaggio che avevo e io non mi sono più girato se non negli ultimi 50 metri. Me la sono proprio goduta.
La mia intervista sta per finire… e non posso credere di avere qui, in questa piazza virtuale Vincenzo Nibali. Grazie Vincenzo! Voglio dirle: “Buona fortuna” per i suoi i progetti futuri e le sue gare!
È un orgoglio tutto Italiano… E spero si sia sentito a suo agio nella mia piazza digitale. E spero presto di incontrarla ancora!
La ringrazio del suo essere così gentile e umile. Non cambi mai!
Ma prima di lasciarla…un’ultima importante domanda…
Cosa significa per lei il ciclismo?
È quasi tutto, mi ha insegnato e dato molto. Non riuscirei a immaginarmi una vita senza bicicletta.
Ladies and gentlemen I have the honour to introduce you the great champion Vincenzo Nibali. The Shark of the Strait. The Sicialian young boy who conquered the world riding his bike. He is the only Italian- with Felice Gimondi – to win so many races all over the world. He is a recordman!
Just a few days ago he won (the first Italian after twelve years) at Milano–Sanremo.
It is a privilege to have with us Vincenzo Nibali. He is a very good athlete. He is an humble soul but a “shark” on the racetrack.
So enjoy the reading to find out more and to know better this great Italian champion!
- How did you come to like cycling?
I come from a family of enthusiasts starting with my father, my brother and my cousins, too. In short, to ride a bicycle was pretty easy and obvious.
- How did you turn pro? Who were your instructors? Who did you inspire your career and your love for cycling?
I started competing in Messina, where I was born. At 15-16 I understood that I had to leave Sicily and to get to Tuscany to turn pro. There the cycling was much more developed then. I have not a particular champion who inspires me. I always like great champions like Coppi and Bartali and Marco Pantani.
- You won so many competitions. Among them there are: two Tours of Italy, the Tour de France, the Vuelta a España… You are the only one – with Felice Gimondi – to ever achieved these goals. What these victories have meant for you? And, if it is possible… which of those victories make you particularly proud?
Each of them was very important. The Tour de France makes you famous all over the world. The Giro d’Italia is the race every young cyclist wants to win. The Vuelta is one of the harder and selective competitions. But I am proud to have been able to some important oneday races, too. For example the Lombardia last autumn.
- Your nickname is “The Shark of the Strait”. Who was the first to call you in this way? And why?
My first fans did so. “The Shark” because of my way of running made of unpredictability and sudden attacks; “of the Strait” because of my roots.
- Could you tell me something about your first race?
I was in Sicily. I was good and I became convinced it was my path.
- Could you describe us your training?
I have a trainer – coach, his name is Paolo Slongo. First of all I decide with him the program and the season’s goals. Then, above all in the early part of the year, I alternate trainings and races. This year I will start from Argentine again. Then, from March onwards I will race in Europe.
- How is important the mental training? Where do your thoughts go during your race?
Biking is one of the things I like the most to do in my life. The bike give you the freedom and a lot of time to think, too. It is a wonderful feeling to pedal for hours without even realizing it. Of course, it is different at the competitions . During the races prevails the concentration and the will to be my best: without this there’s nowhere to go.
- Could you tell us what happened during your race in the Rio Oympic Games?
Well, it is easy. I slipped when it was getting good. These things happen. The sport shows hard moments just like the life does. But I am used to look forward. So I did. So I do.
- What are your next plans and goals to achieve?
As I said, after the Vuelta San Juan in Argentina I will race in Oman and then France and Italy. My first goal will be the Liegi on next April then I am going to prepare for the Tour de France (it will be on July).
- On 17th March you won at Milano–Sanremo. It was an intense race. What could you tell us about your victory?
I am still wondering how I manage that! It was an amazing victory. Totally unexpected. When I attacked over the Poggio I thought that other sprinters were following me. The hardest moment was at last 2 km. From the car they told me “10/11 seconds” meaning my advantage. Then I look back no more. I did at 50 metres to the finish. I really enjoyed it!
My interview is coming to the end…and I can’t believe to have in this virtual square Vincenzo Nibali. Thank you Vincenzo! I want to tell you: “Good Luck” for your future plans and races. All the best!
You are an Italian pride… And I hope that you’re getting so comfortable in this virtual square. So I hope to meet you very soon!
But before to let you go my last question:
- What does cycling mean for you?
It is almost all. It taught me a lot. It gave me a lot, too. I couldn’t imagine my life without my bike.
