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“Turner. Opere della Tate”: dopo cinquant’anni il pittore inglese torna nella “sua” Roma

"Turner. Opere della Tate" al Chiostro del Bramante
“Turner. Opere della Tate” al Chiostro del Bramante

Si è tenuta questa mattina presso il Chiostro del Bramante l’anteprima stampa della mostra “Turner. Opere della Tate” aperta al pubblico dal 22 marzo al 26 agosto 2018. E la rubrica online “Piazza Navona” vi racconta dell’evento in questo articolo.

Dopo oltre un anno  di dialogo e collaborazione tra il Chiostro del Bramante e la Tate di Londra dal 22 marzo prende il via la mostra Turner. Opere della Tate. Si tratta un’occasione più unica che rara: vedere esposte ben 92 opere del pittore inglese tra disegni, acquerelli, olii. Si tratta di un grande ritorno. Turner, infatti, era lontano dalla sua Roma da ben cinquant’anni (e dodici dal circuito museale italiano).

L’esposizione è curata da David Blayney Brown, Curator of British Art 1790-1850 e trae le sue opere proprio dalla collezione della Tate di Londra che custodisce l’interno patrimonio artistico di Turner (conta circa 36000 opere) noto come Turner Bequest.

©J.M. W.Turner, "Venezia, il molo e Palazzo Ducale". Olio su tela, 1844
©J.M. W.Turner, “Venezia, il molo e Palazzo Ducale”. Olio su tela, 1844 (Ph. Chiara Ricci – Gino Aloisio)

Le opere esposte sono suddivise in sei sezioni tematiche (ognuna di un colore diverso) servendosi di un percorso molto curato e di pannelli esplicativi (in italiano e in inglese) molto precisi che raccontano il Turner “privato”. Con questa espressione si vuole intendere la produzione artistica del Pittore creata per proprio diletto, per proprio studio e fervido interesse di sperimentazione (di colori, soggetti, tematiche ed espressività). È un viaggio nell’evoluzione del linguaggio espressivo di Turner soprattutto attraverso l’acquerello. Ma non solo. Si tratta di un duplice viaggio letteralmente in compagnia del Pittore inglese che, attraverso le sue opere, ci (ri)porta e ci guida nelle più belle città italiane ed europee: Venezia, Roma, Napoli, Parigi, Ginevra… Ad arricchire la prestigiosa esposizione è l’installazione ideata dal videoartista francese Fabien Iliou che, servendosi anche dei sensi, ci trasporta nel mondo e nei profumi dell’Inghilterra contemporanea di Turner.

©J.M. W.Turner, "Castel Sant'Angelo". Acquerello su carta, 1832
©J.M. W.Turner, “Castel Sant’Angelo”. Acquerello su carta, 1832 (Ph. Chiara Ricci – Gino Aloisio)

Alla conferenza stampa hanno preso parte Laura de Marco (Direzione Generale DART Chiostro del Bramante),  il curatore della mostra David Blayney Brown ed Elodie Collin (Exhibition Project Manager della Tate).

Laura de Marco, David Blayney Brown ed Elodie Collin
Laura de Marco, David Blayney Brown ed Elodie Collin (Ph. Chiara Ricci – Gino Aloisio)

Il primo a prendere la parola è stato l’inglese Brown il quale con semplicità e amore dell’Arte ha reso uno splendido ritratto di Turner e una esaustiva spiegazione della mostra:

Il lascito Turner che si trova alla Tate di Londra è stato acquisito nel 1856. Turner è morto nel 1851. Cinque anni dopo è stato deciso che tutto il contenuto del suo atelier sarebbe stato lasciato al Paese. In questo modo la Gran Bretagna ha acquisito 300-400 opere in olio e un totale di 36000 opere su carta. Questo alto numero di opere include migliaia di acquerelli, di centinaia di album di circa 250 pagine l’uno che originariamente contenevano anche gli stessi acquerelli. Si può dire che al momento non esiste un numero importante di Artisti per i quali sopravvive un numero così importante di opere.

David Blayney Brown, Curatore della mostra
David Blayney Brown, Curatore della mostra (Ph. Chiara Ricci – Gino Aloisio)

La collezione è così speciale proprio perché Turner era un Artista speciale. Era un grande paesaggista ma allo stesso tempo era un eccezionale Maestro dell’acquerello. Possiamo dire che con lui l’acquerello è stato portato avanti come con nessun altro Artista occidentale. Inoltre, Turner sperimentava costantemente e, allo stesso tempo, esplorava nuovi territori sia da un punto di vista dei soggetto sia della tecnica ovvero i colori, la luce. Queste opere che Turner ha eseguito in privato – quindi per se stesso e per la sua crescita artistica -naturalmente hanno una natura più sperimentale, più progressista rispetto al lavoro che gli veniva commissionato o che realizzava per la venduta. Turner non aveva alcun bisogno di conformarsi al gusto del mercato dell’epoca e questo fa delle sue opere private qualcosa di diverso.

Quello che noi stiamo cercando di esplorare e, se vogliamo, di celebrare con questa mostra è proprio questa qualità del progresso della sua crescita artistica, questo suo riuscito tentativo di sperimentazione, con nuovi soggetti, nuove tecniche. Ed è proprio questo che dà un carattere speciale a questa mostra.

In realtà, nel vedere le opere esposte solo di poche si potrebbe dire di appartenere all’Ottocento. Una parte di esse potrebbero essere state fatte ieri o addirittura potrebbero essere fatte domani perché dominate da questa qualità senza tempo.

La conferenza stampa della mostra "Turner. Opere della Tate"
Il pubblico della conferenza stampa della mostra “Turner. Opere della Tate” (Ph. Chiara Ricci – Gino Aloisio)

La mostra è a Roma e speriamo sia un grande successo e che parlerà al pubblico di oggi, al pubblico contemporaneo. Vogliamo, però, ricordare che quando Turner è stato a Roma la prima volta nel 1819 (e successivamente nel 1828) la città era un punto di attrazione per tutti gli Artisti e d’ispirazione per la sua pittura. Ma anche lo stesso Turner era oggetto di curiosità di questi Artisti e il pittore per rispondere a questa curiosità, durante il suo secondo viaggio nella Capitale, quando prendendo in affitto un atelier in Piazza Mignanelli, organizza una mostra.

Tra le opere esposte vi era uno degli olii che è anche qui in esposizione, una vista del Foro di Roma che mostra il suo carattere innovativo e diverso dai suoi contemporanei (soprattutto tedeschi). Ma la mostra risultò un insuccesso: si presentarono circa 1000 visitatori che ne rimasero disgustati. Joseph Anton Koch fece circolare tra gli Artisti una caricatura con la figura della Fama che suonava una  tromba da cui usciva una sorta di fumetto molto poco educato. Sono certo (e me lo auguro) che la reazione che si avrà qui a Roma nei confronti della mostra sarà senz’altro migliore. Turner è un Artista senza tempo che ha vissuto nel suo tempo, anche in modo abbastanza conservatore, pur raggiungendo uno stile estremamente nuovo con dei colori nuovi e grandi libertà.

Ed aggiunge Elodie Collins, Exhibition Project Manager della Tate: La Collezione della Tate ha 70000 opere, a partire dal 1500 sino a oggi. Si va dalla Pittura, ai disegni, alla scultura, alla stampe alla fotografia, video, film, installazioni e performance. Nel Giugno 2016 abbiamo aperto la Tate Modern con un nuovo allestimento della collezione con più di 300 artisti in rappresentanza di ben 50 Paesi. Nell’ultimo anno la Tate ha attirato un numero record di 8,3 milioni di visitatori considerando le quattro Gallerie (Tate Britain, Tate Modern, Tate Liverpool e Tate St Ives in Cornovaglia). La Tate ospita le Collezioni più importanti dell’Arte britannica incluso il lascito Turner che comprende le oltre 30000 opere: una collezione senza pari.

©J.M. W.Turner, "L'Arco di Costantino". Olio su tela, 1835©J.M. W.Turner, “L’Arco di Costantino”. Olio su tela, 1835 (Ph. Chiara Ricci)

Al centro della nostra mission c’è la volontà di sostenere l’Arte attraverso ricerche, mostre, programmi didattici per bambini e famiglie e con partnership internazionali. Raccogliamo opere e presentiamo le nostre collezioni anche attraverso una fitta rete di prestiti alle mostre o a programmi diffusi in tutti i continenti. A livello internazionale l’obiettivo è quello di promuovere la nostra collezione naturalmente ma anche quello di condividere e costruire conoscenza e un interesse nell’Arte e negli Artisti. Vogliamo ampliare la nostra rete di partner internazionali e di mostre.

Turner ha messo in discussione le tecniche degli antichi maestri sperimentando con i colori e i soggetti, per John Ruskin è il padre dell’Arte moderna scioccando spesso i suoi contemporanei con quelle pennellate morbide e con la sua tavolozza di colori vivaci. È il più celebre pittore inglese e alla Tate ancor oggi celebriamo gli Artisti contemporanei dotati di uno spirito innovativo analogo al nostro Pittore attraverso un premio intitolato a Turner, il Turner Prize.

©J.M. W.Turner, "Shields Lighthouse". Acquerello su carta, 1823-6 (Ph.Chiara Ricci - Gino Aloisio)
©J.M. W.Turner, “Shields Lighthouse”. Acquerello su carta, 1823-6 (Ph.Chiara Ricci)

Insomma: si tratta di una mostra assolutamente da non perdere e sarà aperta al pubblico dal 22 marzo sino al prossimo 26 agosto dopodiché partirà per l’America Latina (dove sarà allestita presso il Museo Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires) e, nel prossimo autunno, per la Francia. La redazione della rubrica online “PIAZZA NAVONA”, che ha avuto l’onore di visitare l’esposizione in anteprima,  vi invita a non perdere questo meraviglioso e unico “incontro d’Arte”! 

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