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Gli architetti di Zevi: a Roma una mostra dedicata a Bruno Zevi nel centenario della nascita

Bruno Zevi - ©Elisabetta Catalano
Bruno Zevi – ©Elisabetta Catalano

Il MAXXI – il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo – di Roma, dedica un’importante e imponente mostra all’Architetto Bruno Zevi. Un viaggio complesso e molto interessane nella poliedrica personalità intellettuale di Zevi e nella storia dell’Architettura.

Da oggi sino al prossimo 16 settembre 2018 è aperta al pubblico la mostra Gli architetti di Zevi. Storia e contro storia dell’architettura italiana 1944 – 2000. La rubrica online “PIAZZA NAVONA” ha partecipato con entusiasmo alla preview stampa tenutasi nella giornata del 24 aprile presso l’Auditorium del MAXXI alla presenza di Giovanna Melandri (Presidente Fondazione MAXXI), Margherita Guccione (Direttore MAXXI Architettura), Adachiara Zevi (Presidente Fondazione Zevi) e dei curatori della mostra Jean-Louis Cohen e Pippo Morra.

La conferenza stampa (Ph. Chiara Ricci)
La conferenza stampa (Ph. Chiara Ricci)

Nel corso della conferenza stampa è stata illustrata e raccontata la complessità, l’identità e l’impegno intellettuale di Bruno Zevi di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Come ha affermato Adachiara Zevi, La costruzione di questa mostra è stata una bellissima avventura culturale e umana. Cosa questa mostra non doveva e non voleva essere. Questo è stato il punto di partenza. Agiografica e celebrativa in primo luogo. La mostra è certamente il risultato di riuscite e funzionali operazioni culturali e intellettuali. Tanti sono stati gli sforzi e i coinvolgimenti per riunire questa gran mole di materiale dispiegata per raccontare la personalità multi sfaccettata dell’Architetto.

Adachiara Zevi, Presidente Fondazione Bruno Zevi (Ph. Chiara Ricci)
Adachiara Zevi, Presidente Fondazione Bruno Zevi (Ph. Chiara Ricci)

A tal proposito dichiara Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI:

È un progetto cui teniamo moltissimo. Un omaggio doveroso a un grande intellettuale. Noi raccontiamo Zevi architetto, Zevi umanista, Zevi docente, Zevi polemista, Zevi anchorman, Zevi grande Maestro. In un momento come questo, in un secolo diverso e in un tempo molto diverso questo è un omaggio che ci aiuta a ripensare anche l’oggi. C’è qualcosa di vintage in questa mostra. C’è qualche cosa che ci richiama a un tempo molto diverso da quello che stiamo vivendo e attraversando. E ci fa venire tanta nostalgia di questo spirito battagliero, di questo respiro internazionale. Se ci sono due chiavi che io proprio ho ritrovato in tutto il progetto, in tutto il racconto di questo grande intellettuale, di questo grande architetto e di questo grande Italiano è la sua libertà: la sua ostinata difesa dei valori liberaldemocratici di quell’Occidente che gli salvò la vita, le scelte coraggiose e difficili cui fu costretto e il suo impegno politico mai scontato…

Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI (Ph. Chiara Ricci)
Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI (Ph. Chiara Ricci)

L’esposizione vuole essere aperta al pubblico più ampio e comprensibile non solo agli addetti ai lavori. Continua la Presidente Melandri,

In occasione di questo centenario ci rivolgiamo a una platea ampia. Non solo di nozionisti, ricercatori e architetti: vogliamo recuperare la complessità di questa figura. È una mostra che getta una luce diversa e importante sulla storia dell’Architettura con la presenza di quei 38 architetti che raccontano la contro storia di Zevi e che non erano visti di buon occhio dalla critica ufficiale. Erano contro architetti, in un certo senso, anche loro.

La conferenza stampa (Ph. Chiara Ricci)
La conferenza stampa (Ph. Chiara Ricci)

La sintesi di questa mostra è out of the box, cioè uscire dalle categorie, spirito libero. Non solo dalla geometria della scatola ma dalla geometria di un pensiero convenzionale. Out of the box è il claim che vorrei usare per raccontare questo grande Italiano e grande cosmopolita le cui relazioni internazionali sono state di nutrimento per la storia dell’Architettura e la storia dell’Arte. Offriamo questa mostra alle giovani generazioni, a quei ragazzi e a quelle ragazze che oggi – speriamo – possano anche loro pensare fuori dalle geometrie, out of the box e possano essere indotti, attraverso questa mostra, a condividere quella passione, quel furore e quello spirito libero e battagliero che hanno caratterizzato Bruno Zevi in tutta la sua vita. 

La Presidente della Fondazione MAXXI Giovanna Melandri intervistata durante l'inaugurazione stampa della mostra
La Presidente della Fondazione MAXXI Giovanna Melandri intervistata durante l’inaugurazione stampa della mostra

La mostra sviluppata nella galleria 2 del Museo è articolata e sviluppata su tre livelli di narrazione: un racconto illustrato della biografia di Bruno Zevi, una selezione di progetti (tutti realizzati), plastici, disegni di 38 architetti sostenuti e appoggiati da Zevi (da Renzo Piano a Carlo Scarpa, da Franco Albini a Maurizio Sacripanti) e l’impegno comunicativo di Zevi testimoniato da video, riviste, articoli, libri, proclami politici… Non dobbiamo dimenticare che Zevi è stato fondatore della rete privata Teleroma56 e ha affiancato Marco Pannella nelle sue battaglie politiche e ideologiche.

L'impegno politico di Bruno Zevi
L’impegno politico di Bruno Zevi

Tale mostra è davvero un orgoglio per il MAXXI come afferma Margherita Guccione, Direttore Maxxi Architettura:

Voglio manifestare apertamente tutta la mia soddisfazione per essere giunti all’opening della grande mostra dedicata a Bruno Zevi. Un’operazione complessa e complicata portata avanti con la Fondazione Bruno Zevi, con il Comitato Nazionale che è stato appositamente istituito dal Ministero dei Beni Culturali e tenuta insieme dalla maestria dei due curatori eccellenti: lo Storico dell’Architettura Pippo Ciorra e l’Architetto Jean-Louis Cohen che attraverso la loro natura così diversa hanno dato vita a quella critica operativa che è uno dei lasciti più interessanti è più attuali del pensiero zeviano. I motivi di soddisfazione sono tantissimi: in primis c’è l’omaggio a una figura importantissima dell’Architettura e della Cultura italiana contemporanea. Zevi ha vissuto intensamente il Novecento, ne ha condiviso i drammi, le speranze, le battaglie civili intrecciando l’Architettura con la Società e la vita. Inoltre, questa mostra mette in scena e dà una dimensione visiva al suo pensiero critico, alle sue idee anche attraverso una selezione di architetti che Zevi ha sostenuto e promosso. Questa mostra, alla fine, è diventata una riflessione sull’Architettura italiana attraverso la mente zeviana. Non a caso le didascalie delle opere di ciascun architetto sono le parole di Bruno Zevi. In qualche modo è anche lui curatore della mostra. Si traccia anche un profilo biografico inserito nel suo ritratto architettonico ed editoriale, didattica, politica e civile. È stato un grande comunicatore con la sua capacità di intercettare e di anticipare le potenzialità dei mezzi di comunicazione. Penso alle trasmissioni clandestine e le prime sperimentazioni attraverso le televisioni private.

Margherita Guccione, Direttore Maxxi Architettura (P. Chiara Ricci)
Margherita Guccione, Direttore Maxxi Architettura (Ph. Chiara Ricci)

Nella mostra non manca “Zevi contro”, una sezione dedicata alle polemiche, alle prese di posizione e alle battaglie che Zevi ha condotto con molta energia contro l’architettura fascista, contro il postmodernismo. Questa mostra sposta in avanti la nostra maturazione sul linguaggio espositivo complesso, efficace perché riesce a tenere, attraverso l’allestimento, i diversi registri dell’esposizione dati dall’eterogeneità dei materiali. È il risultato di un grande lavoro di ricerca.

L'impegno editoriale di Bruno Zevi (Ph. Chiara Ricci)
L’impegno editoriale di Bruno Zevi (Ph. Chiara Ricci)

Gli architetti di Zevi è senza dubbio una mostra che non si limita a raccontare la vita artistica e intellettuale di uno degli Architetti italiani più famosi al mondo e che, nonostante la sua confessione ebraica negli anni del Fascismo e del Nazismo, è riuscito a trasferirsi all’estero perseguire il suo pensiero e la sua ideologia. In tal senso, sempre molto aspra è stata la sua critica rivolta a quell’Architettura severa e mastodontica propria del Fascismo che ben poco comunicava con l’ambiente circostante (e non solo.)

Il progetto di Renzo Piano per il Porto Antico di Genova, 2002 (Ph. Chiara Ricci)
Il progetto di Renzo Piano per il Porto Antico di Genova, 2002 (Ph. Chiara Ricci)

Ad apprezzare tale celebrazione del centenario della nascita dell’Architetto è Adachiara Zevi, Prseidente della  Fondazione Zevi che, con voce ferma e orgogliosa ha dichiarato:

È con profonda emozione e soddisfazione che la Fondazione Bruno Zevi apre le celebrazioni del centenario della nascita dello storico e critico dell’Architettura con questa importante iniziativa.. Gli architetti di Zevi non è una mostra su Zevi anche se la sua storia e la sua immane produzione si srotolano e fasciano l‘intero spazio a disposizione. Il cuore della mostra sono, infatti, le sue scelte – allo stesso tempo –critiche e progettuali secondo quell’idea di critica operativa che ne ha alimentato  l’intero percorso. I progetti esposti, i gesti concitati che bucano i video, i testi infuocati che ora incoraggiano ora ironizzano, sono finalizzati a formare architetti moderni, anticlassici, a progettare oggi nella consapevolezza di 5000 anni di Storia che ci stanno alle spalle. Vedo questa mostra come una grande lezione di Storia dell’Architettura dislocata nello spazio e nel tempo volta a iniettare negli studenti, nei giovani ma anche nei professionisti demotivati energia ed entusiasmo per scuotere dal torpore e assumere un’attitudine critica.

Adachiara Zevi, Presidente Fondazione Bruno Zevi (Ph. Chiara Ricci)
Adachiara Zevi, Presidente Fondazione Bruno Zevi (Ph. Chiara Ricci)

Secondo un ordine alfabetico progetti molto noti si alternano ad latri meno conosciuti e a fotografie, documenti d’archivio si dispiegano in modo differenziato nello spazio grazie a un sapiente allestimento. Tutti i progetti esposti hanno trovato il consenso e l’appoggio di Zevi come mostrano i suoi testi che li commentano.

Progetto di Luigi Cosenza per lo Stabilimento Olivetti di Pozzuoli, Napoli 1954 (Ph. Chiara Ricci)
Progetto di Luigi Cosenza per lo Stabilimento Olivetti di Pozzuoli, Napoli 1954 (Ph. Chiara Ricci)

Gli ultimi a prendere la parola sono stati i curatori della mostra che hanno dimostrato e spiegato di avere ni riguardi di Zevi una sorta di “conto in sospeso” in quanto ex studenti, allievi, storici e critici. Ma non solo. Entrambi hanno sottolineato la propria gioia nell’essere riusciti a varare un progetto così ambizioso e singolare quale può essere un’esposizione dedicata all’Architettura. E a un contro architetto come Zevi, per giunta.

Ha raccontato Jean-Louis Cohen,

Jean-Louis Cohen, curatore della mostra
Jean-Louis Cohen, curatore della mostra

Il progetto è nato camminando per le strade di Gubbio il 1° novembre 2015. E oggi eccoci qui a inaugurare questa mostra. E lo stesso Zevi è curatore di questa mostra. Zevi, ebreo italiano, era una figura mondiale. Lo è stato molto presto già negli anni Quaranta quando ha tradotto il primo libro di Architettura pubblicato in Italia. Si tratta di una figura imponente difficile da raccontare. Dalla combinazione i materiali plastici, grafici, nella presenza molto forte di Zevi come oratore e conferenziere si offre una visione totale della Storia dell’Architettura. Per me è anche un’occasione di una specie di riconciliazione con Zevi dopo i momenti tafuriani della mia generazione, di critica assai acida di Alfredo Tafuri nella mia formazione contro la cosiddetta Storia operativa. Sono cresciuto leggendo Zevi e poi contro Zevi. Però, Tafuri alla fine della sua ammette quanto Zevi si stia fondamentale per la sua stessa formazione. Lo spazio espositivo un poco ricrea lo studio, l’ambiente di lavoro romano dell’Architetto che ha rovesciato le gerarchie architettonico. Zevi portava l’Architettura verso il pubblico ed era contento di essere il primo tra i critici.

Giovanna Melandri e Jean-Louis Cohen (Ph. Chiara Ricci)
Giovanna Melandri e Jean-Louis Cohen (Ph. Chiara Ricci)

A questo ha aggiunto il sorridente e altrettanto orgoglioso Pippo Morra,

È stata una mostra lunga, complessa e importante che siamo felici di fare. Sono esposti oltre 400 items e la collaborazione di oltre 30 archivi tra pubblici e privati. L’allestimento è una parte essenziale di questa mostra: è una scena in cui questa storia, questa critica zeviana si invera e si manifesta. Apprezzatene l’autonomia forte. Zevi per molti di noi è anche una revisione personale. Io sono stato un eretico fin dall’inizio perché scrivevo di critica e la critica non era consentita ai tafuriani. Così, avevo questa passione segreta per Zevi che finalmente abbiamo potuto mettere in mostra.  Zevi è importante per alcuni semplici elementi che vedrete nella mostra: l’importanza dell’Architettura con la comunicazione. Ciò che Zevi fa più di tutto è trasmettere dalla parola scritta a quella parlata, a quella detta per radio e per televisione. Io credo che questa cosa lui la impari negli anni della guerra per trasmettere messaggi potenti, veloci e chiari nelle radio clandestine, poi nelle radio dall’estero per gli italiani e questo lo travasa completamente nell’Architettura. Un altro elemento è la politica: oggi molti dei nostri giovani, i curatori, gli accademici e i giovani arrabbiati parlano moltissimo di politica nell’Architettura, nell’Arte, nell’impegno culturale. Questa generazione qui dopo aver parlato di Architettura, politica, ecc. nelle aule universitarie e nei musei poi scendeva in strada e la faceva. Questo è un insegnamento che da Zevi ci viene molto forte. Quindi capire come lo spazio, che oggi è un tema terribilmente complesso, sia un incrocio di valori culturali, politici e sociali è molto chiaro.

Peppe Ciorra, curatore della mostra (Ph. Chiara Ricci)
Peppe Ciorra, curatore della mostra (Ph. Chiara Ricci)

Un’altra cosa importante di Zevi è il riconoscimento del genio. L’Architetto ci racconta come non c’è progresso senza la messa in chiaro e il sostegno dell’intuizione, della capacità individuale dell’innovazione, della ricerca della forma. E poi a Zevi piaceva le architetture costruite. Nella mostra non vedrete progetti che sono rimasti sulla carta ma vedrete tutti edifici. È una mostra edificante da questo punto di vista. Zevi è uno degli uomini mondo del Novecento, quelli che vanno dall’inizio alla fine e lo descrivono tutto. Zevi è un modo veloce per entrare nella storia del secolo con incroci e incontri incredibili.

"Cronache di architettura" di Bruno Zevi, Editori Laterza (Ph. Chiara Ricci)
“Cronache di architettura” di Bruno Zevi, Editori Laterza (Ph. Chiara Ricci)

Non c’è che dire. Gli architetti di Zevi è una mostra che arricchisce il carnet espositivo e museale romano di questa stagione. È una mostra interessante che – è proprio il caso di dirlo – apre nuove strade, nuovi pensieri e crea dei veri e propri ponti tra la cultura, la formazione, gli edifici e l’ambiente che ci circonda. Come ha affermato la Presidente Melandri è una mostra che può essere definita out of the box, fuori dagli schemi, dallo spazio che viene decostruito e ricostruito. Una mostra che racconta, in un certo senso, la Storia del nostro Paese criticandolo e valorizzandolo con ironia e severità al contempo. È un viaggio alla scoperta di una delle personalità più complete del Secolo breve e che oggi, a cento anni della sua nascita, ancora costruisce ed edifica idee, progetti, sguardi verso il futuro.

Perciò non perdete Gli architetti di Zevi. Storia e contro storia dell’Architettura italiana 1944 – 2000 dal 25 aprile al 16 settembre 2018 presso il MAXXI di Roma. Perché le idee non si smette mai di costruirle… e realizzarle!

 

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