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Al Museo di Roma in Trastevere apre la mostra Dreamers 1968: Siamo realisti, pretendiamo l’impossibile

"Dreamers 1968"
“Dreamers 1968”

Il 1968 compie cinquant’anni. Roma celebra tale anniversario attraverso una interessante mostra fotografica che ripercorre la politica, lo sport, la cultura, la musica, le rivolte, la Dolce Vita di un anno che ha fatto epoca. La Storia. Un viaggio per immagini e per ricordi che ci fa… sognare a occhi aperti.

La rubrica online “PIAZZA NAVONA” è particolarmente orgogliosa di aver preso parte all’anteprima stampa della mostra Dreamers 1968 allestita presso il Museo di Roma in Trastevere e che da domani 5 maggio sarà aperta al pubblico sino al prossimo 2 settembre.

Prima di ogni altra cosa è bene sottolineare che la mostra è promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e con il patrocinio del MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Museo di Roma in Trastevere (Ph. Chiara Ricci)
Museo di Roma in Trastevere (Ph. Chiara Ricci)

Si tratta di una mostra audiovisiva dedicata al 1968 e a tutti gli eventi, le trasformazioni, le lotte, le rivendicazioni che lo hanno segnato e caratterizzato. In Italia e non solo. Tutto questo è reso possibile dalle 178 fotografie esposte (delle quali 56 inedite) provenienti da tutto il mondo coinvolgendo numerose Agenzie fotografiche e Archivi come, ad esempio, AAMOD –Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, AFP Agence France-Presse, AGF Agenzia Giornalistica Fotografica, ANSA, Associated Press Archivio Riccardi. Inoltre, possiamo ammirare le prime pagine delle riviste e dei quotidiani dell’epoca esposte (L’Epresso, Corriere della Sera, Il Messaggero, La Stampa), i 50 dischi in vinile raccolti in un meraviglioso juke box, la Coppa (l’unica!) vinta dalla nostra Nazionale di calcio agli Europei e la torcia della leggendaria Olimpiade messicana. Ma la mostra è molto di più. Senza alcun sentimento nostalgico si vive serenamente una pagina del nostro passato come fosse presente, attuale poiché ancora vive sono le sue conseguenze e ancora forti le trasformazioni sociali e culturali che ha portato.

"Dreamers 1968" (Ph. Chiara Ricci)
“Dreamers 1968” (Ph. Chiara Ricci)

Come ha affermato Riccardo Luna, il Direttore dell’Agi Agenzia Italia e curatore della mostra, si tratta di una mostra destinata soprattutto ai ragazzi che provano a vedere il ’68 attraverso gli occhi dei ragazzi di allora.

È un’esposizione viva, ricca di spunti di riflessione ma, come già accennato, lontana da ogni nostalgia e realizzata attraverso uno sguardo puramente giornalistico e informativo.

A raccontarci nel dettaglio della creazione e della realizzazione della mostra Dreamers 1968 è proprio Riccardo Luna che in conferenza stampa, svoltasi all’interno di una ricostruita aula universitaria occupata, felicemente armato di un  contagioso e (pro)positivo entusiasmo afferma:

Riccardo Luna, curatore della mostra e Direttore dell'Agi Agenzia Italia (Ph. Chiara Ricci)
Riccardo Luna, curatore della mostra e Direttore dell’Agi – Agenzia Italia (Ph. Chiara Ricci)

L’idea iniziale – nata a gennaio – era quella di fare una mostra delle fotografie dell’Agi. Siamo andati a prendere le foto nel magazzino di Pomezia e ci è venuta la voglia di fare la mostra. Vedendo queste foto in tutta la loro diversità (c’erano foto delle occupazioni, della Dolce Vita, della politica…) e ci siamo resi conto che il ’68 non si poteva raccontare solo con le foto di Agi. Così, abbiamo fatto questa pazzia di chiedere a tutti quanti di partecipare alla mostra, di farla collettiva coinvolgendo tutte le grandi Agenzie del mondo. Ci siamo rivolti a tutti i fotografi dell’epoca e in tempi brevissimi ci hanno detto tutti sì. Abbiamo documenti originali – fotografici e video – che raccontano il ’68 così come è stato raccontato allora. In tal modo si può vedere come si parlava, ci si vestiva, gli slogan usati. Molta attenzione è dedicata al linguaggio del ’68.

"Dreamers 1968" (Ph. Chiara Ricci)
“Dreamers 1968” (Ph. Chiara Ricci)

L’allestimento è stato curato da Massimo Pastore che ha reso perfettamente quello che volevamo: una mostra che non raccontasse il passato ma una mostra che racconta il futuro. Vedere i ragazzi e i giovai di allora per ispirare il futuro che appartiene ai ragazzi di oggi. Ampio spazio è dedicato ai movimenti studenteschi e operai che attraversavano tutto il mondo. Ma la mostra non è solo questo.

È molto altro. Si racconta dello sport: Tommie Smith e John Carlos sul podio con il guanto nero in segno di protesta politica, le Olimpiadi del Messico con la prima donna tedofora, la nostra unica vittoria italiana agli Europei di calcio. Abbiamo raccontato anche della Dolce Vita, della Cultura e della Musica (nazionale e internazionale) che sono importanti identificatori dei cambiamenti di questo periodo: Jimi Hendrix che canta al Brancaccio in un concerto epico, completamente al buio per via della potenza dell’impianto; Mina che canta a Fregene, abbiamo esposto un juke box funzionante che raccoglie le 50 hit dell’anno… Foto che segnano anche la fine della Dolce Vita iniziata a Roma nel 1958. Si racconta l’Italia della protesta, della spensieratezza, del Piper e dell’arretratezza.

Alberto Sordi, Sylva Koscina, Nino Manfredi, Monica Vitti, Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman. Roma, riunione alla sede dell’Agis di attrici, attori, registi e produttori per la fondazione dell’Accademia cinematografica, 1 novembre. AGI
Alberto Sordi, Sylva Koscina, Nino Manfredi, Monica Vitti, Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman. Roma, riunione alla sede dell’Agis di attrici, attori, registi e produttori per la fondazione dell’Accademia cinematografica, 1 novembre. AGI

La mostra è stata creata e ideata per i giovani. Il progetto è in collaborazione con le scuole, con il MIUR, ci saranno diverse visite guidate con gli studenti.

Con questa mostra abbiamo voluto trasmettere, come suggerisce anche il titolo, è la capacità di sognare di quella generazione… che poi è anche l’eredità del ’68. In questo modo si sono portati cambiamenti radicali in tutti i settori della società: dallo sport alla cultura, alla musica, eccetera. Ci interessava raccontare il futuro che vedevano quei giovani e ispirare quello dei ragazzi di oggi.

E non c’è davvero nulla da dire: tutto quanto ha affermato Riccardo Luna è assolutamente palpabile passeggiando tra le sale del Museo di Roma in Trastevere. Non sembra di essere stati catapultati nel passati. Al contrario, pare sia il ’68 ad averci fatto una sorpresa venendoci a trovare nel nostro presente. E lo fa con tutti gli onori. È un’esposizione molto pulita e curata nei dettagli. Non c’è tutto il ’68 ma c’è tanto di questo anno che ha rivoluzionato così profondamente il modo di vivere e di intendere la Società, la Politica, la Cultura, il Cinema, la Letteratura, lo Sport, la Musica…

Marco Pratellesi (Co-Direttore dell’Agi Agenzia Italia) e Riccardo Luna (Direttore dell'Agi Agenzia Italia), curatori della mostra. (Ph. Chiara Ricci)
Marco Pratellesi (Co-Direttore dell’Agi Agenzia Italia) e Riccardo Luna (Direttore dell’Agi Agenzia Italia), curatori della mostra durante la conferenza stampa  (Ph. Chiara Ricci)

Marco Pratellesi, Co-Direttore dell’Agi Agenzia Italia e altro curatore della mostra aggiunge alle parole del suo collega e compagno di lavoro:

Quello che mi colpisce oggi, dopo i  nostri tre mesi -intensi e divertenti – di lavoro, è la realizzazione del nostro lavoro giornalistico. È il miracolo che tutti i giorni accade in un giornale. Abbiamo coinvolti tanti archivi per avere il materiale e  ci siamo divertiti a farla.

Si racconta di un periodo che ci ha lasciato la ribellione verso l’autoritarismo in famiglia, in Chiesa, nella politica, nella scuola, nell’università. Ecco: credo che questa sia una delle cose che restano del ’68, cioè la trasformazione profonda dei rapporti nella società. Nel ’68 pochissimi potevano parlare. Oggi tutti hanno diritto di parlare. Il ’68 fu la prima manifestazione dove chiunque in un’aula universitaria prendeva un megafono e poteva parlare. Tutti avevano diritto di parola. Oggi direi che una rivolta per il diritto di parola o contro l’autoritarismo sarebbe impensabile.

La sala conferenze e delle proiezioni della mostra "Dreamers 1968" (Ph. Chiara Ricci)
La sala conferenze e delle proiezioni della mostra “Dreamers 1968” (Ph. Chiara Ricci)

Certamente la mostra Dreamers 1968 (che forse non tanto a caso riprende il titolo dal film The Dreamers che Bernardo Bertolucci dirige nel 2003 e ambientato proprio nel ’68) non si può perdere. Per visitarla si ha tempo sino al prossimo 2 settembre. È una mostra che tutti dovrebbero vedere. Gli stranieri e i turisti ospiti della nostra città ma anche noi che la viviamo ogni giorno. Un pezzo di Storia ci viene servita come fosse un pasto luculliano: colma di mille sapori, aromi, profumi, ingredienti… e tutti di ottima qualità. È una mostra che soprattutto i giovani e coloro che non hanno potuto vivere quell’epoca rivoluzionaria devono poter visitare così da crearsi nuove idee, porsi nuove domande, darsi delle prime risposte, creare nuovi sogni… senza mai arrendersi. Senza mai darsi la possibilità di fermarsi. In fondo, era proprio questo lo slogan del ’68: Siamo realisti, pretendiamo l’impossibile.

 

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