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Letto per voi… “Sundara” di Mauro De Candia

La Rubrica online “Piazza Navona” vi propone la lettura della silloge “Sundara” di Mauro De Candia (Edizioni Ensemble). Versi surrealisti e liberi che creano delle microstorie e delle immagini mitologiche che divengono spunti di riflessione e specchio di un sentire profondo. E non perdete l'”Incontro con l’Autore”!

La trama

“Sundara” di Mauro De Candia (Edizioni Ensemble, 2021)

Sundara è l’ultima silloge di Mauro De Candia composta da trentuno componimenti e da un poemetto suddiviso in sei parti dal titolo Nova Genezo. Versi liberi e surreali che, attraverso atmosfere vivide e colorate, raccontano micro-storie che divengono spunti di riflessione anche filosofica. La (sur)realtà che mescola l’umano all’animale facendone un essere mitologico si fa protagonista di questa interessante raccolta poetica creata e realizzata con un pennello mentale colorando la sospesa e confusa realtà circostante. E ideale.

Sul libro

Nel febbraio 2021 la romana Casa Editrice Ensemble pubblica nella Collana “Alter” l’ultima raccolta poetica del barese Mauro De Candia considerato dagli addetti al lavori uno dei più promettenti talenti e Autori contemporanei. Lo scrittore, infatti, si è già fatto ampiamente conoscere al grande pubblico con la prima silloge Le stanze dentro (Edizioni Ensemble, 2018) classificandosi al secondo posto al Premio Nabokov 2019 e finalista al Premio Carver 2020.

Edizioni Ensemble

Sundara è l’ultima fatica letteraria dell’Autore barese impreziosito dall’illustrazione della copertina realizzata da Domingo Montedoro e dalla Prefazione della poetessa Sabatina Napolitano. È proprio quest’ultima a scrivere:

De Candia ci aveva già abituato alle sue atmosfere come reazioni e respiri, urlanti o sottovoce, che lo rendono un poeta elegante e accorto ai problemi dedicati alle masse e agli ostacoli nelle trame dell’esperienza. In queste meravigliose iperboli si sviluppano comunicazioni che esorcizzano la bruttura del resto, di quello che è contaminato. La lingua di De Candia, autore della mia stessa generazione, osa il rimescolamento dei piani, quello letterario e quello storico-politico, per passare all’incontro con l’informazione contemporanea.

Ed è esattamente tutto questo che ritroviamo nei versi liberi del De Candia: parole che prendono e danno forma a immagini creando figure ibride e mitologiche, metà uomo e metà animale o vegetale (fiori, frutti…).

Destrerius,
Plactimas,
Liperon
erano le destinazioni sbocciate come apparizioni,
luoghi gonfi di colori,
come semafori interiori
che crescono sbattendo le ali:
applausi fulminei di luce.
Canforesta,
gattropico,
cavallofter
erano i media onirici,
tassidermia del sogno in pelle animalesca.

“Sundara” di Mauro De Candia (Edizioni Ensemble, 2021)

L’Autore stimolando la fantasia e l’intelletto del Lettore attraverso uno stile agile, ritmato, vivace, danzante stimola l’immaginazione ma anche la riflessione. La sua scrittura, infatti, così densa di richiami all’imprevedibile mondo della Natura si fa anch’essa imprevedibile compiendo degli improvvisi passi di una danza che trascina il Lettore nella possibilità della surrealismo e persino dell’onirismo. Le poesie del De Candia sono frammenti di un sogno a occhi ogni aperti, sguardo su una realtà altra che potrebbe e non potrebbe essere. Ma c’è. Esiste nella mente dell’Autore libera, completa e matura di tutte le sue eventuali contraddizioni e di tutte le sue sicurezze. Ogni immagine è il parto di uno sguardo e di un sentire della realtà. Ed è questo che il Poeta dona al suo Lettore. Una realtà altra da condividere, da apprezzare, da osservare e capire assieme.

“Sundara” di Mauro De Candia (Edizioni Ensemble, 2021)

Così facendo, per De Candia la Poesia diviene una via d’uscita dalla routine, dalla quotidianità di situazioni complesse e complicate, un modo di gridare alla propria resistenza. Proprio come afferma Sabatina Napolitano nella sua già citata Prefazione la poesia resta l’unico sussulto possibile alla sopravvivenza nel romanzo violento in cui rischiamo di vivere ossessionati, in preda alla mancanza di intraprendenza. In tal mondo Sundara diviene, forse involontariamente, manifesto di una non resa, di una lotta armata al grigiore e alla sospensione della vita attraverso proiettili di fantasia, di surrealismo, di immagini metà vive e metà possibili che rendono ogni Altrove un luogo reale e di ristoro.

E in questa attesa di una genesi nuova,
che infine sovrascriva
la trama non decisa di una vita,
ora che gli alberi,
nuotando nelle sfere celesti,
richiamano orchestre nere di figure sottili,
sto disimparando tutto,
galleggiando nel liquido latteo della luce,
spogliato di armature genetiche,
senza più sangue a segnare il copione.
Spogliato anche dei pensieri,
ora, nella profondità del Grande Nulla,
c’è pace.

Incontro con l’Autore

Lo scrittore Mauro De Candia (Per gentile concessione di Mauro De Candia)

Come è avvenuto il suo primo incontro con la Poesia?

Il primo incontro è stato certamente nell’infanzia, con la lettura di filastrocche per bambini. Il primo incontro consapevole è invece stato con l’acquisto, a diciotto anni, del libro I fiori del male, di Baudelaire.

Ricorda l’emozione provata dopo aver scritto il suo primo componimento poetico?

Le prime cose che ho scritto risalgono agli anni del liceo, e la mia scrittura era molto diversa da quella attuale. Ricordo che regalai un quadernetto con le mie poesie alla professoressa di Italiano, alla fine del quinto anno. Erano poesie ingenue per quanto già sopra le righe (ricordo titoli come Inno al glam o La triste fine dei barattieri d’amore), ma avevo diciotto anni. All’epoca dovevano piacermi molto.

“Le stanze dentro” di Mauro De Candia (Edizioni Ensemble, 2021)

Come è nato il progetto editoriale della silloge Sundara?

Sundara è nata con la volontà programmatica di produrre un libro di qualità: dal punto di vista della forma espressiva, rispetto al precedente libro (Le stanze dentro) ho ulteriormente rimarcato la volontà di avvicinarmi ai modelli est-europei (le letture di Milosz, Szymborska, Zabolotskij, Brodskij ed Herbert mi hanno certamente influenzato nel fervore delle immagini utilizzate). Dal punto di vista dei contenuti, la volontà alla base del testo è emersa solo col tempo, a dare unità attraverso questo desiderio (che è anche quello dei vari protagonisti della silloge) di raggiungere quel “qualcosa” che manca alla piena compiutezza di sé.

A cosa si deve la scelta del titolo dell’opera?

Si tratta di una parola in sanscrito e indica meraviglia, bellezza: ciò verso cui tende ogni microcosmo della silloge, ma questo desiderio resta sempre, in qualche modo, inappagato.

“Il Calamaio Elettrico”, blog di Mauro De Candia

Come è nato il suo blog Il Calamaio Elettrico?

Il blog (ora divenuto un sito) è nato quasi per gioco, anche se in fondo nutrivo il desiderio di dare forma a un’ispirazione che avevo tenuto da parte per molto tempo.

Qual è stata la difficoltà maggiore che ha riscontrato in fase di progettazione e di scrittura delle sua poesie?

La catena di suoni e di immagini che mette in moto un testo di poesia ha bisogno di funzionare in una certa maniera: nulla è affidato al caso, anche se a volte alcune assonanze nascono talmente spontanee da non dover essere cercate appositamente. La difficoltà maggiore è stata raggiungere la mia piena soddisfazione. Ricordo che quando componevo facevo una sorta di gioco, ovvero prendevo un libro di un autore importante e dicevo a me stesso: “Immagina che questa tua poesia sia parte di questo libro dell’autore X: ne sarebbe degna?”. Ho quindi scartato molto materiale non ritenuto compiuto e ho lavorato molto sul perfezionamento dell’opera.

Lo scrittore Mauro De Candia (Per gentile concessione di Mauro De Candia)

Nella sua silloge è contenuta la poesia Una pandemia. Pensando alla situazione odierna e all’emergenza sanitaria in corso: quale ruolo ha assunto la Poesia? E, ancora: quest’ultima quanto può essere importante e di aiuto in un momento simile?

La Poesia nel mio caso è stato un modo diverso di sentire e restituire tutto: non soffro né la solitudine e neanche la noia, anche grazie alla Poesia (letta e composta), e certamente il lockdown non l’ho vissuto negativamente, anche grazie all’impegno profuso nella scrittura.

Secondo lei, l’Editoria contemporanea cosa potrebbe fare per diffondere ancor di più la Poesia nel grande pubblico?

Il problema secondo me è capire quale tipo di Poesia interessa al grande pubblico: personalmente so già che tipo di Poesia interessa al grande pubblico (i social sono un indicatore di ciò che va per la maggiore), ma non è ciò che intendo io per Poesia. Il grande pubblico cerca un filo empatico col suo linguaggio, più che varcare certe soglie o impegnarsi a comprendere determinate modalità espressive. Forse è colpa anche dell’associazione mentale che si forma sin dagli anni scolastici, ovvero la Poesia vista come materia di studio, incomprensibile linguaggio che necessita di parafrasi e così via.

Nei suoi versi ci sono ampi riferimenti al mondo animale, all’Arte, alla Letteratura. Quanto la sua Poesia si ciba del mondo esterno e della sua storia presente e passata?

Mauro De Candia, “Le stanze dentro” (Edizioni Ensemble, 2021)to

Molto perché non è mia volontà “parlare di me”: in tal caso, personalmente, scriverei un diario. C’è ovviamente una parte di me e dei miei pensieri, ma esprimo tutto attraverso ciò che i sensi ci  offrono e anche ciò che non ci offrono (visioni surreali giunte grazie all’immaginazione).

Se potesse descrivere il suo stile e il suo modo di essere Poeta cosa direbbe?

Racconto storie metafisiche usando versi liberi come recinti.

Quali sono le opere e gli Autori che hanno formato il suo essere Lettore e Autore?

Lo scrittore Mauro De Candia (Per gentile concessione di Mauro De Candia)

Milosz, Szymborska, Zabolotskij, Brodskij, Herbert, Majakovskij nella mia ultima fase. I testi del cantautore Peter Hammill negli anni precedenti.

Quali sono i suoi prossimi impegni professionali ed editoriali?

Quest’anno sono coordinatore di classe oltre che docente di Lettere: ho deciso di fermarmi alcuni mesi con la scrittura, perché per me i ragazzi hanno la priorità, e voglio lasciare loro un bel ricordo. Devo dire che ci stiamo divertendo un po’ tutti, io con loro e loro con me. Ho però un romanzo in scrittura da diversi anni: vorrei pubblicare il romanzo e la terza silloge poetica da qui a qualche anno, e magari cimentarmi con qualcos’altro (mi intriga la composizione in terzine di endecasillabi e magari la possibilità di scrivere una sorta di poema moderno, prima o poi). Sicuramente continuerò a scrivere per il resto della mia vita, ne sono certo.

 

 

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