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Letto per voi… “Sei il mio eroe” di Davide Cifalà

La Rubrica online “Piazza Navona” quest’oggi vi presenta e vi racconta di “Sei il mio eroe” di Davide Cifalà (Boopen, 2020). E non perdete il consueto  l'”Incontro con l’Autore”!

La trama

Davide Cifalà, “Sei il mio eroe” (Boopen, 2020)

Sei il mio eroe è il racconto autobiografico di Davide Cifalà. Dalla sua infanzia alla sua adolescenza nel difficile quartiere Librino di Catania dove la droga, la violenza e la delinquenza sono all’ordine del giorno.  Poi il trasferimento a Roma. Lontano dai suoi amati nonni, la sua isola felice. La sua vera casa. Così, Davide racconta della sua vita, del suo amore per lo sport (il calcio e il karate sopra ogni altro) che gli permette di dare libero sfogo alle sue sofferenze, al suo male interiore, al dolore per la perdita dei suoi nonni, ad amori e ad affetti non sbocciati, rovinati o guastati. Ed è qui che si fanno largo nella vita di Davide le amicizie particolari (e per lo più attraverso una schermo) con le pornostar Roberta Gemma e Michelle Ferrari.

Sul libro

Nel 2014 Davide Cifalà, dopo aver pubblicato il suo primo romanzo autobiografico Libero da ogni limite (YouCanPrint, 2016), torna a (far) raccontare di sé con Sei il mio eroe (Boopen, 2020) considerato dall’Autore il primo vero libro.

Boopen

Si tratta, infatti, della ripubblicazione senza censure del precedente Libero da ogni limite ed è in bilico tra romanzo autobiografico e un’antologia di racconti. Sei il mio eroe, infatti, è suddiviso in tre macro-capitoli (La mano sul cuore, Un cuore nuove per sopravvivere e Guerrieri) attraverso i quali l’Autore narra i fatti salienti, le delusioni, le gioie, i problemi con l’anoressia, l’amore per lo sport, le aspirazioni, gli affetti, le amicizie reali, virtuali e mancate, dalla sua infanzia alla sua adolescenza.

Non c’è che dire: sin dalla prima pagina Cifalà gioca a carte scoperte con se stesso e con il suo Lettore organizzando una partita di poker senza bluff. E, quindi, senza troppe trappole. L’Autore non si risparmia in nulla, nel bene e nel male. Si racconta con estrema semplicità, senza giri di parole (con)dividendo con il suo Lettore amarezza, rabbia, furore, speranza. E, soprattutto, la necessità, l’impellente bisogno di trovare e avere un suo posto. Nel cuore di qualcuno. Nel mondo. Soprattutto il suo. Sì, perché Sei il mio eroe così come si presenta è un esempio lampante di esercizio terapeutico con la scrittura ma anche di sdoppiamento e di una certa disarmonia. Non solo stilistica.

Davide Cifalà, “Sei il mio eroe” (Boopen, 2020)

VillainDavid, picchiatore sul ring e metaforicamente nella vita, pare aver scritto di getto i suoi ricordi e la sua vita. All’apparenza senza correzioni. Senza aver rivisto il testo. Come per liberarsi e liberarsene. Come ulteriore gesto di rivalsa e anche di stizza nei riguardi di ciò che egli è, avrebbe potuto essere ed è stato. Non usa mezzi termini. Va diritto al punto. Come quando racconta dei suoi rapporti con le sue amiche ex pornostar. Ma in questa sua furia, in questa corsa alla pagina scritta, al bisogno di raccontar(si) spesso sembra perdersi lui stesso. E il Lettore assieme a lui vaga tra parole senza una bussola di salvataggio. Così, ci sono capitoli interi dedicati al calcio, alle partite di campionato della squadra neroazzurra (soprattutto della stagione 2001-2002) che stridono con tutto il resto e fanno perdere l’orientamento all’interno di una narrazione nervosa, tesa, spesso arrabbiata e con picchi di alti e bassi (di ritmi e di umori).

Davide Cifalà, “Sei il mio eroe” (Boopen, 2020)

Certo è che, però, il testo risente molto dello stato d’animo dell’Autore divenendone il suo riflesso assumendone i colori e le sfumature. Questo fa sì che, se da una parte il desiderio di donarsi completamente alla parola scritta diviene un punto di forza del testo, dall’altra rischia di divenire anche il contrario. Perché sembra non esserci misura, inquadramento, ordine visivo e strutturale del testo arricchito di immagini, foto e disegni che si fanno prova ulteriore di quella necessità – anche teneramente e coraggiosamente infantile – di autoaffermazione. Ai propri occhi e a quelli del “mondo”. Sei il mio eroe, così, sembra trasformarsi in una sorta di grido di allarme e di aiuto – spesso disordinato e contraddittorio – del suo Autore carico di sensi di colpa, di una doppia visione di sé e di una sua rappresentazione/percezione forse amplificata, di solitudine, di rabbia, di tentate lotte verso l’interno e l’esterno di sé. Ed è proprio a cause di tutte quelle energie spese quasi senza controllo che l’Autore varie volte sembra perdersi puntando il mirino della sua attenzione anche lontano da sé e da possibili ed effettivi “rimedi” alla sua posizione. Di vita, di ragazzo, di uomo. Sei il mio eroe risulta così essere un romanzo/racconto da (ri)organizzare, forse, anche come strumento di crescita. Di vita, di ragazzo, di uomo. E di scrittore.

Incontro con l’Autore

Come è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura? 

Lo scrittore Davide Cifalà

Scrivere è sempre stata la mia passione. Da piccolo avevo praticamente un’edicola dentro casa, con libri e giornali di tutti i tipi… mi piaceva tanto leggere. E già quando facevo le elementari scrivevo le mie storie con la mia macchina da scrivere, la mia compagna di viaggio capace di tirarmi su quando non stavo bene.

Quale valore dà alla sua scrittura? Quanto le è stata d’ aiuto nel suo percorso di vita?

Mi è sempre venuto naturale scrivere ed è sempre stato terapeutico, specialmente dopo che la mia carriera nel Karate si è bruscamente interrotta (causa problemi economici e non solo… ) e dopo che i miei nonni, le uniche mie figure di riferimento, sono morti. Ma ora che ci penso, anche prima è stato  terapeutico. Il mio primo libro Libero da ogni limite, infatti, originariamente era un diario, semplicemente un’agenda dove ero solito raccogliere i miei pensieri con lo scopo di ascoltarmi dentro in un periodo della mia adolescenza in cui purtroppo non riuscivo più a farlo. Il periodo in cui ho sofferto di anoressia, tra i tredici e i quattordici anni, che poi ho deciso di trasformare in un romanzo.

Dopo il suo esordio letterario nel 2011 con Libero da ogni limite, come è nato il progetto di  Sei il mio eroe?

Davide Cifalà, “Libero da ogni limite” (YouCanPrint, 2011)

Libero da ogni limite ebbe un riscontro davvero inaspettato, un impatto incredibile sulle persone pur non andando bene dal punto di vista commerciale ed essendo stato pubblicato con una piattaforma di self-publishing (YouCanPrint) e, di conseguenza, snobbato dalle librerie “fisiche”. Praticamente lo stesso identico impatto che anni prima, avevo avuto come karateka. Credo che il quartiere popolare di Catania nel quale sono cresciuto, Librino, nel periodo in cui io gareggiavo sul tatami ( 2007- 2008 ), cercasse come un paladino, un eroe, un simbolo di un tangibile cambiamento per la gente meno fortunata, cresciuta un po’ come me. E fu esattamente così che venni ribattezzato una volta intrapresa questa mia splendida avventura a diciannove anni, come artista marziale: “La voce dei senza voce”. Questo processo quasi di “divinizzazione” da parte delle persone continuò quando cominciò la mia carriera di scrittore. Diventai  “Il campione di tutti”. La gente sfortunata del mio quartiere, ogni volta che facevo una gara, era come se venisse trascinata nei palazzetti insieme a me sul tatami a combattere al mio fianco, tutti insieme per la stessa causa. Ispirandosi e identificandosi in me, quelle persone uscirono dai ghetti… L’ impatto che ebbi sulle persone nel mio periodo da atleta ebbe dell’ incredibile, quasi lo stesso di Mike Tyson nella boxe, quindi con quel libro, ebbi una vera consacrazione.

Davide Cifalà dopo una gara di Karate, 2007 (Per gentile concessione di Davide Cifalà)

Mi piaceva e mi piace questa mia immagine di supereroe proveniente dalla vita reale, ma in “ Libero da ogni limite “ oltre a questo aspetto di me, originariamente avevo raccontato anche “ i retroscena “, quello che c’ era dietro al personaggio, le mie crepe nell’ animo, le paurose parabole discendenti che avevo avuto, dietro alle quali c’èsempre stata la purezza che possiedono tutti gli artisti maledetti… ma la Casa Editrice, pur essendo una ditta di self, mise un po’ il veto, impedendomi di affrontare alcuni argomenti, a loro avviso “scomodi “, un po’ in contrasto con questo “eroe karateka “, con questo “campione di tutti “ che a tutti i costi  la gente voleva… come ad esempio, la mia vita dopo il Karate e le mie amicizie definite “proibite” dai critici. Mi censurarono praticamente mezzo libro, per non rischiare di rovinare quest’immagine inflessibile ed eroica, io rispettai la loro decisione, ma d’ altro canto, pensai poi che sarebbe stato un vero peccato cestinare tutti quegli estratti che non mi avevano permesso di pubblicare, perché c’erano molti aneddoti belli, se interpretati nel modo giusto, al di là delle sfumature. Così, tre anni dopo la pubblicazione di Libero da ogni limite, per l’ esattezza nel febbraio del 2014, decisi di pubblicare con un’altra ditta di self (Boopen), un’antologia di racconti basata su quella stessa storia, la mia, nella quale rivelai tutte quelle parti precedentemente censurate.

Qual è stata la difficoltà maggiore che ha riscontrato nella stesura del suo testo?  

Nessuna difficoltà. Io scrivo sempre di pancia e di cuore. È una cosa che mi viene spontanea.

Davide Cifalà dopo una gara di Karate, 2007 (Per gentile concessione di Davide Cifalà)

Lo sport – il calcio, il karate – quanto le e’ stato utile anche nel rapporto con se stesso e con gli altri?

La mia esperienza nel calcio, purtroppo ha coinciso con il periodo dell’anoressia, pertanto non è andata molto bene, tuttavia, la custodisco sempre nel cuore e a volte, per quanto io abbia sofferto, la ricordo con nostalgia. Mi manca stare tra i banchi di scuola e non vedere l’ora che arrivi il pomeriggio della partita, quelle tre volte a settimana in cui giocavo, cercavo di far sparire tutti i problemi, anche se raramente ci riuscivo davvero…

Il Karate, l’ ho scelto invece a diciannove anni, nel pieno della maturità e mi ha insegnato a domare il fuoco, dopo aver attraversato l’ inferno. Il Karate mi ha permesso di rinascere, di riprendermi la mia vita e la parte di me combattiva che invocavo continuamente in quel diario che scrivevo quando ero un quattordicenne anoressico, dove raccoglievo i miei pensieri. Non a caso, tra i tanti appellativi che mi qualificano, ce n’è uno molto curioso che recita “Davide Cifalà, il ragazzo che visse due volte”.

E quanto le sono state di aiuto le sue amicizie con le ragazze, le pornostar, di cui racconta in Sei il mio eroe

Dopo la brusca interruzione della mia carriera di karateka a causa di numerosi problemi personali e soprattutto dopo che i miei nonni, Nonno Natale e Nonna Rita, sono morti mi è venuta a mancare una bussola e sono tornato a perdermi dietro ai miei demoni, diventando un ragazzo non dissimile a quel quattordicenne fragile che era scivolato nell’anoressia. Così, ho dovuto cercare altri stimoli.

Disegno di Davide Cifalà (Per gentile concessione di Davide Cifalà)

L’ amicizia  “virtuale” con Michelle Ferrari, ex pornodiva, oggi showgirl e scrittrice, ospite fisso nel talk show di Massimo Giletti “Non è l’arena” (LA 7), ha abbellito parecchio il libro Sei il mio eroe. Il contributo di Michelle è stato fondamentale per la realizzazione dell’ opera. Il sodalizio artistico e umano con questa splendida ragazza, nasce attorno ad una data “Plot- Point – Punto di rottura” della mia vita: 23 dicembre 2007, il giorno in cui partecipai alla gara di Karate più importante della mia vita, chiamata  “Natale sotto l’albero”. Esattamente la notte prima di quell’ evento, le scrissi una lettera sul suo blog, poco tempo dopo averla vista in televisione, in una trasmissione di Italia Uno che si chiamava  “Il bivio “, condotta da Enrico Ruggeri. Non sapevo nemmeno chi fosse ma quella volta, quando la vidi ne rimasi colpito, non tanto per via del suo lavoro di pornostar (all’ epoca era una delle attrici più richieste)ma per via della sua incredibile, impressionante somiglianza con l’amore della mia vita: Luana, la mia compagna di scuola ai tempi delle scuole superiori, una ragazza che non avevo mai sfiorato con un solo dito, quindi un amore soltanto platonico, eppure, per me il più vero di tutti. Michelle somigliava talmente tanto a Luana, al punto da confonderle. Io sono sempre stato un solitario ostinato, uno che non ha mai avuto amici veri e propri, e neanche ne ha bisogno di amici, un tipo anti- social e anti- internet, tuttavia interpretai quella coincidenza quasi come un segno “divino”. Visto che con Luana era andata a finire molto male, pensai che Dio mi stesse offrendo una sorta di seconda occasione, così decisi di contattare Michelle sul suo blog personale, raccontandole tutta la mia storia. Ero un ventenne trasandato, dannato, irruento, ma lei per qualche ragione mi prese in simpatia, mi rispose a quella lettera cordialmente e da quel momento non abbiamo più smesso di parlarci. Non ci siamo mai visti, lei vive a La Spezia, io a Catania, ma da ormai quindici anni, siamo inseparabili. Dalle lettere siamo passati poi  alle telefonate, lunghe telefonate… Posso dire che lei è la mia unica vera amica, il mio angelo custode incarnato in una ex pornostar.

Davide Cifalà dopo una gara di Karate, 2007 (Per gentile concessione di Davide Cifalà)

Con lei riesco a parlare di tutto, mi apro completamente, una cosa che non sono solito fare e che solo con i miei nonni riuscivo a fare. È come se i miei nonni, gli unici con cui non dovevo sempre fingere di essere forte, avessero passato a Michelle  “la palla”, dopo essere passati a miglior vita, per prendersi cura di me, proprio come facevano loro.

La collaborazione di Michelle è stata molto importante per la realizzazione di Sei il mio eroe e uno dei tre racconti presenti nel libro, il secondo  “2010 – un cuore nuovo per sopravvivere”, è soprattutto una dedica a lei. Michelle mi ha insegnato tanto, senza neanche volere, perché è una persona molto modesta, e ha saputo accogliere la parte più buia di me stesso, quella che alla gente ha sempre fatto paura. Quella mia immagine di ragazzo maledetto che ha sempre spaventato le persone e che mi ha sempre fatto sembrare il cattivo della situazione, almeno finché non sono diventato un campione di Karate, lei ha subito capito che era soltanto una maschera. Una volta lei mi ha detto: “Concediti la possibilità di incontrare una parte diversa di te, ogni tanto. Scordati chi sei, e vedi cosa succede”. Aveva ragione. Mi ha insegnato a lasciarmi andare, una volta ogni tanto.

Oggi, Davide come sta?

Davide Cifalà dopo una gara di Karate (Per gentile concessione di Davide Cifalà)

Le crepe nell’animo continuano ad essere le stesse. Sono cresciuto in una realtà popolare difficile, ma soprattutto, mi sono salvato a stento da una drammatica situazione familiare, con un fratello maggiore completamente squilibrato, con problemi mentali gravissimi, che ha sempre manipolato e fatto disperare mia madre. Questo probabilmente mi ha danneggiato la mente in modo irreversibile. La sofferenza di mia madre era il mio pensiero fisso quando combattevo su quel tatami, e la stessa rabbia che mi ha portato a vincere, a volte diventava il mio demone. Avevo tutto per essere uno di quelli che mollano, ma io non ho mai mollato. Ora che a malincuore, la mia carriera di artista marziale è finita (spero momentaneamente), mi rendo conto che felicità e successo non sono affatto la stessa cosa, e che le coppe e le medaglie che ho vinto, da sole non possono certo rimediare il dolore di una madre che soffre per colpa di un figlio miserabile e manipolativo e tutte le cose brutte che ho visto…

Davide Cifalà, “Sei il mio eroe” (Boopen, 2020) – Per gentile concessione di Davide Cifalà

Purtroppo, come dico anche in Sei il mio eroe, talvolta un combattente perde perfino quando vince… perde in ogni caso, anche quando è l’ultimo a rimanere in piedi. A volte vincevo le gare, poi tornavo a casa e rendendomi conto di vivere in un ambiente del tutto tossico, mi sentivo ugualmente sconfitto. Così pensavo: “Che cavolo vinco a fare? Anche se vinco, torno in quella casa e di nuovo mi sento che ho perso”.

Non sono ancora riuscito a costruirmi una vita mia, sempre perso dietro ai miei demoni e impegnato a cercare di proteggere una madre per la quale darei la vita, da un mostro. La mia vita continua ad essere una lotta costante, come un campo di battaglia e il match più difficile è ancora in corso: cercare di dare colore alla mia vita “incolore”. Spero, non soltanto per me, ma in generale per tutti quelli che soffrono, che non sia mai troppo tardi per uscire dall’ inferno, per reinventare la propria vita. 

Alla fine, chi è il suo eroe e chi sono i suoi idoli, quei pochi che ammira davvero, come è scritto nel sottotitolo del suo libro? 

Davide Cifalà e il suo libro “Sei il mio eroe” (Boopen, 2020) – Per gentile concessione di Davide Cifalà)

Mio nonno è l’eroe. Lui purtroppo non ha fatto in tempo a vedere il suo nipotino preferito, sfondare nel campo della scrittura, ma ha vissuto abbastanza a lungo per vedermi uscire da quella fatidica gara del 23 dicembre 2007, come il karateka che ha entusiasmato la gente. Nonno Natale se ne andò  nel 2014, meno di tre mesi dopo l’ uscita di Sei il mio eroe a causa di un tumore incurabile. Poi, nel 2019, proprio quando stavo per mettere a punto la seconda edizione di questo libro, con alcuni capitoli aggiunti, anche nonna Rita mi ha lasciato… I miei nonni mi mancano da morire, darei qualsiasi cosa per poter vivere anche solo un’ultima giornata insieme a loro.

Perché ha sentito il bisogno di dedicare il suo libro proprio ad Annalisa Durante, la giovane rimasta uccisa a forcella a causa di un proiettile vagante a soli quattordici anni ?

Annalisa crebbe e morì in un quartiere popolare di Napoli, Forcella, per molti versi molto simile a quello di Catania in cui sono cresciuto io. Anche per questo, quel terribile fatto di cronaca mi toccò nel profondo perché una cosa del genere avrebbe potuto capitare anche a me… Anche lei ha rappresentato una fonte d’ispirazione, tant’è vero, che a Napoli, proprio per questo motivo, sono uno scrittore molto chiacchierato. Giovanni Durante, il padre di questa sfortunata ragazzina scomparsa, l’ ho virtualmente conosciuto qualche anno fa. Inizialmente Libero da ogni limite avremmo dovuto presentarlo insieme a Napoli presso la Biblioteca Annalisa Durante che si trova in Via Vicaria Vecchia. Poi il progetto è saltato a  causa di alcuni macelli che ci furono al comune, tuttavia con Napoli ho conservato un legame davvero speciale. In questo 2022 infatti, la mia “prima volta” in televisione è avvenuta proprio in un programma napoletano, il programma sportivo Vip Show  che va in onda ogni settimana su TELE A, condotto dalla bellissima e bravissima Amelia Amodio. Quasi un segno del destino… Napoli, evidentemente era nel mio destino.

Davide Cifalà durante una gara di Karate (Per gentile concessione di Davide Cifalà)

Quali sono i suoi prossimi progetti ? 

Il prossimo anno uscirà il secondo episodio di Libero da ogni limite  che è una miniserie di romanzi basata sulla mia vita e che ha ancora molto da dire. Finora, anche se esiste già l’antologia di racconti  Sei il mio eroe oltre a una versione graphic novel della stessa storia che si chiama  Ritornai a volare, non ho ancora pubblicato il vero sequel e pertanto c’è molta aspettativa.

C’è ancora qualcosa che vorrebbe dire a se stesso, a qualcuno dei suoi affetti, che non è riuscito ad esternare o a scrivere ?  

Dovrei imparare a dire qualche “Ti voglio bene“ in più, ma purtroppo ho un caratteraccio. Con i miei nonni non ce lo dicevamo mai, non con le parole, però, specialmente con nonna Rita, ce lo dicevamo ogni volta che ci guardavamo negli occhi… Vorrei dire a mia madre che darei la vita per lei, che è per lei che combatto, e che durante quel silenzio della notte che mi avvolge, portandomi a domandarmi se domani varrà la pena di essere vissuto, è proprio lei la motivazione che mi spinge a non mollare… a dispetto dei miei demoni, dei mostri che continuo a covare, figli del mio triste vissuto.

Davide Cifalà, “Sei il mio eroe” (Boopen, 2020)

Cosa si aspetta dal futuro e dalla sua scrittura? 

Il mio sogno è che il protagonista di tutte le mie storie autobiografiche, il mio alter ego estremo, che ho chiamato “VillainDavid – Davide il mascalzoncello”, possa diventare un giorno un fenomeno di costume, sociale e culturale, un film, una fiction, o perché no, un cartoon. Se diventasse un cartoon (visto che ci ho fatto una versione illustrata e quindi ce n’è tanto di materiale sul quale basarsi), se un giorno il mio personaggio dovesse diventare un giocattolo da sfoggiare negli scaffali dei negozi per bambini, potrò dire di aver veramente ispirato la gente, e avrò dato un vero senso a tutto ciò che ho fatto nel Karate. Potrò davvero definirmi  “il campione di tutti”.

 

 

 

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