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Letto per voi… “Qualsiasi cosa accada, tu scrivi” di Federica Falzone

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi Qualsiasi cosa accada, tu scrivi di Federica Falzone (Oligo Editore). Il racconto autobiografico della giovane scrittrice palermitana dopo aver scoperto di essere affetta da sclerosi multipla. E non perdete l’Incontro con l’Autrice!

La trama

Federica Falzone, “Qualsiasi cosa accada, tu scrivi” (Oligo Editore, 2024)

Federica Falzone è una giovane psicologa geriatrica che scopre di essere affetta da sclerosi multipla. La  paura, lo spavento, il dolore, l’incertezza, l’incapacità di controllare il proprio corpo, il pensiero e la paura di non poter condurre una vita simile a tutti gli altri. Queste sono le preoccupazioni che improvvisamente assalgono il giovane medico. Poi, la forza di volontà, la resilienza e il desiderio di non soccombere neppure a se stessa prevalgono. Ed è così che Federica Falzone scrive Qualsiasi cosa accada, tu scrivi. Una sorta di diario, di taccuino dove l’Autrice forte della fragilità imposta dalla malattia e della profonda consapevolezza di sé scrive come un fiume in piena. Entusiasta, affamata di vita, di cose semplici, desiderosa di afferrare il suo presente per farne il suo domani.

Sul libro

Oligo Editore

A distanza di un anno dal suo ultimo libro (Il mare che ci abita dentro – Tracce PerLaMeta, 2023), Federica Falzone pubblica con Oligo Editore Qualsiasi cosa accada, tu scrivi. Una sorta di taccuino, di diario – impreziosito dalla lettera del Professor Marco Trabucchi, presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria – in cui l’Autrice racconta in prima persona una tra le pagine più difficili e intime della sua vita, ovvero la scoperta di essere affetta da sclerosi multipla.

Federica Falzone scrive come fosse un fiume in piena. Sensazioni, sentimenti, delusioni, rabbia, dolore, affanno, frustrazioni, incredulità… c’è tanto e tutto in questo piccolo ma intenso volume. E alla base si tutto vi è l’amore, l’affetto e la presenza della famiglia dell’Autrice (in particolar modo di sua sorella Ludovica e di sua madre che dalla natia Palermo la raggiungono a Piacenza, sua città di adozione). Molto probabilmente – e non ce ne vogliano la scienza e la medicina – è proprio dalla sua famiglia che Falzone riceve la cura e il balsamo più prodigiosi per i suoi dolori fisici ed emotivi.

Federica Falzone, “Qualsiasi cosa accada, tu scrivi” (Oligo Editore, 2024)

Certamente tra i passaggi più complessi vi è l’accettazione della trasformazione del proprio corpo e della percezione che si ha di sé. Chiedersi: “Cosa potrò o non potrò più fare? Mi sarà possibile tornare a condurre la mia vita? Coltivare i miei hobbies? Avere una famiglia?” Queste sono solo alcune delle milioni di domande che l’Autrice si pone sovrapponendone l’una all’altra per timore di sentirne e saperne la risposta. Eppure Federica Falzone è un treno ad alta velocità che non si arresta procedendo nel suo viaggio – con poche fermate obbligate – verso la sua autonomia e la ripresa. Si sottopone a cure ed esami dolorosi, si lascia andare allo sconforto con moderazione ben cosciente (anche per la sua professione) che questo poco gioverebbe all’attuale condizione. Così, decide di battere il nemico sul suo stesso fronte: non considerando la malattia come un corpo estraneo ma come una nuova parte di sé, per quanto non desiderata.

Le pagine di Qualsiasi cosa accada, tu scrivi, così, si trasformano in un piccolo compendio e in un importante gioiello non solo per chi ha vissuto o sta vivendo una simile esperienza ma anche per i famigliari di soggetti affetti da sclerosi multipla e per chi questa malattia non l’ha conosce ancora o ne sottovaluta causa e conseguenze.

Federica Falzone, “Qualsiasi cosa accada, tu scrivi” (Oligo Editore, 2024)

Un plauso va all’Autrice di aver raccontato senza remore e blocchi la sua esperienza, con forza, entusiasmo e vigore. Ma un plauso va anche alle strutture mediche e al personale sanitario che supportano e sostengono i malati e le loro famiglie. Federica Falzone in questo è stata fortunata, molto. E noi si spera che non si debba più pensarla in questo modo e che tanta dedizione ed empatia nelle strutture sanitarie siano sempre a livelli così alti e di pura eccellenza. Anche questo racconta la nostra Autrice, con la semplicità che le è propria. Ed è qui che risiede il punto di forza di questo volume: nella semplicità dello stile e nella genuinità di cuore dell’Autrice divenendo amica, sorella, figlia di tutti coloro che vorranno conoscerla e condividere con lei la sua storia, la rinascita della sua esistenza. Più forte ed entusiasta che mai!

Incontro con l’Autrice

La scrittrice Federica Falzone (Per gentile concessione di Federica Falzone)

Questa prima domanda è doverosa: come sta, Dott.ssa Falzone?

La ringrazio per questa prima domanda, segno di premurosa attenzione. Sto bene, sto imparando sempre più ad accettare l’imprevedibilità: oggi posso andare veloce senza dolori, domani potrei procedere lentamente e con fatica. Prendendo in prestito le parole di due illustri personalità di immenso valore, ovvero il Professor Trabucchi e la Dott.ssa Garavaglia che ho avuto l’onore di avere accanto durante la presentazione del libro, vivo con l’andamento lento-forte della musica, vivo ritmi diversi della stessa melodia.

Come è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura?

Ho sempre affermato di aver imparato prima a scrivere che a parlare perché la scrittura ha sempre fatto parte di me. Appassionarmi alle storie, cogliere sentimenti, farmi catturare da alcuni paesaggi e imprimere tutto sulla carta mi ha sempre affascinato. Sin da bambina scrivevo racconti su piccoli quaderni e li regalavo ai miei cari; intervistavo persone al ristorante, al parco e traevo spunto per romanzi trascritti su fogli e rilegati con nastri di raso e adesivi; componevo poesie durante le vacanze al mare con mia zia e sognavo di diventare una scrittrice. 

Federica Falzone, “Qualsiasi cosa accada, tu scrivi” (Oligo Editore, 2024)

Come è nato il progetto editoriale di Qualsiasi cosa accada, tu scrivi?

Accade… accade che qualcosa si muove dentro in modo spontaneo, naturale e così una scena vista, un dialogo ascoltato, un’emozione vissuta diventa racconto, poesia, romanzo. Con Qualsiasi cosa accada, tu scrivi è accaduto con un’esperienza sperimentata totalmente sulla mia pelle. Durante il mio ricovero in ospedale, quando mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla, annotavo sensazioni, timori, riflessioni. Ho scritto così “cronache dall’ospedale”, un piccolo racconto dell’esperienza, che è stato letto da molti e dal Professor Marco Trabucchi, il quale ne ha colto l’impatto umano e la valenza formativa per professionisti di cura. Mi ha spronato a continuare per realizzare un piccolo volume che ha poi preso vita grazie al lavoro di Oligo Editore – Il Rio. Grandi scrittori affermano che bisogna sempre scrivere mossi da un’urgenza e a portare avanti la stesura di questo libro è stata proprio l’urgenza di condividere riflessioni sulla gentilezza, la cura personalizzata, il valore del tempo e delle relazioni che si amplifica quando entriamo in contatto con la malattia.

La scrittrice Federica Falzone (Per gentile concessione di Federica Falzone)

Lei è una psicologa e si occupa di sostegno psicologico: il suo libro lo racconta assai bene ma la scrittura può avere davvero un effetto terapeutico per affrontare un trauma?

Ho sempre dato rilievo all’importanza dell’elaborazione della propria narrazione attraverso lettura e scrittura nei contesti clinici, nei gruppi di supporto psicologico, nei laboratori, in formazione. La letteratura scientifica lo conferma. Sono sempre stata una sostenitrice di qualsiasi forma artistica e creativa per modellare, trasformare vissuti ed emozioni. L’effetto terapeutico della scrittura, della pittura, della danza, della cura di un giardino è innegabile ma per esserlo davvero deve essere guidata da un professionista che orienti una rinarrazione funzionale e non renda la scrittura mera esternalizzazione, uno sfogo senza direzione, ancoraggio, ricerca di uno sguardo nuovo.

Nel raccontarsi con tanta sincerità, qual è stato il passaggio o lo stato d’animo più complesso da riportare su carta?

Federica Falzone, “Qualsiasi cosa accada, tu scrivi” (Oligo Editore, 2024)

In generale per me è stato molto complesso rendere la mia esperienza protagonista delle pagine. Non è facile “esporsi”, “mettersi in vetrina”. Ogni scrittore, o aspirante tale nel mio caso, sa che dietro ogni personaggio, vicenda c’è inevitabilmente qualcosa di sé. In questo libro la parte più complessa è stata proprio dire a me stessa che stavo superando un confine in cui non c’era più l’intreccio di fantasia e realtà ma la mia esperienza raccontata in prima persona. Lo stato d’animo più complesso l’ho vissuto dopo l’incontro con la casa editrice a Verona, mi sono ritrovata con il mio manoscritto davanti a un portone che non era solo legno ma aveva la consistenza del sogno. Nei miei sogni, però, consegnavo un romanzo d’amore. Una psicoterapeuta mi ha poi detto con fermezza “e non è questo forse un libro che parla d’amore? Amore per il lavoro, i suoi pazienti, la sua famiglia, la scrittura, la vita”.

Cosa ricorda del primo giorno in cui ha iniziato a scrivere Qualsiasi cosa accada, tu scrivi?

Questa domanda mi riporta a due momenti. Inizialmente avevo pubblicato sul mio blog il racconto dal titolo “Cronache dall’ospedale” e continuavo a chiedermi se quell’atto poteva essere definito di coraggio o di totale follia. Ricordo l’emozione dei miei familiari mentre lo leggevano e ricordo i messaggi delle persone che mi hanno scritto perché si erano rispecchiate. Ricordo poi l’incoraggiamento del Professore e la sensazione che quelle righe non erano più mie ma degli altri, degli operatori, dei familiari, di tutti gli individui che affrontano una fragilità e la rendono crepa da cui filtra la luce, materiale estraneo che l’ostrica trasforma in perla.

La scrittrice Federica Falzone (Per gentile concessione di Federica Falzone)

Cosa vorrebbe dire ai suoi lettori?

Ci tengo molto a dire a ogni lettore che terrà fra le mani Qualsiasi cosa accada, tu scrivi che questo testo non è un diario di malattia ma una raccolta di riflessioni sul tempo, sulle relazioni, sulla cura, sull’unicità di ciascuno di noi, sulla bellezza delle fragilità ed è un invito a soffermarsi sull’essenziale delle proprie esistenze, a scoprire il proprio daimon, quell’elemento che dona serenità, quel motivo per cui vale continuare a vivere. Ognuno potrebbe, dunque, completare il titolo con un elemento di sé: Qualsiasi cosa accada, tu…. Non dobbiamo per forza ritrovarci davanti a una crisi profonda, a una malattia, a un dolore intenso per riconoscere la propria essenza.

Quali sono gli Autori e le opere che hanno ispirato e formato il suo essere scrittrice e lettrice?

Potrei fare una lunga lista ma cercherò di non dilungarmi per non approfittare dello spazio che mi state concedendo e per non annoiare chi leggerà questa intervista. Ho scoperto l’incanto delle storie leggendo Piccole Donne, Va dove ti porta il cuore, Il piccolo Principe, libri regalati da mio nonno e mio padre. Ho amato Calvino, Pirandello, Virginia Woolf, Sacks, Camilleri, Stefania Auci, Elena Ferrante, Eugenio Borgna, Mencarelli e molti altri. Sono stata rapita dalla grande e unica capacità di Chiara Gamberale di saper osservare il mondo con lenti sempre nuove, di trasportare fra le righe i moti dell’anima più complessi, intimi. È come se lei si sedesse accanto a te ogni volta che tieni un suo libro fra le mani. È straordinaria. La stimo molto.

Federica Falzone, “Qualsiasi cosa accada, tu scrivi” (Oligo Editore, 2024)

In Qualsiasi cosa accada, tu scrivi si ripromette di scrivere senza vergogna e senza paura: sente di esserci riuscita?

Riprendendo quanto detto prima, ho sempre apprezzato la scrittura di Chiara Gamberale e un articolo in cui lei afferma “per scrivere bisogna perdere la paura di fare figuracce” fa da promemoria sulla mia scrivania. Psicologia e scrittura indagano l’animo umano in modi simili ma diametralmente opposti, persino Freud riconosceva nel romanziere la vera capacità di indagare la complessità dei vissuti umani. La psicologia li incastra in teorie e modelli. Spesso la riservatezza insita nella mia professione l’ho trasportata nelle pagine ed è stato come avere un filtro inserito ma il mio essere psicologa, di converso, mi ha permesso di porre l’attenzione su alcuni aspetti clinici attraverso il “potere magico” della narrazione, che è trasformatrice. Ad ogni passo che compio nel mio percorso con la scrittura sento di riuscire ad abbandonare un po’ di vergogna. Questo libro sicuramente mi ha fatto fare un balzo avanti in questo aspetto e me lo hanno confermato “fatine” e guide nel mio percorso di scrittura, editor della casa editrice dei precedenti romanzi (“Il mare che ci abita dentro” – TracceperlaMeta), che hanno evidenziato in questo testo un radicale cambiamento stilistico, una crescita. Il maggior rimando arriva sempre dai lettori. Se le mie parole riusciranno ad arrivare a loro e ad essere “utili”, allora ci sono riuscita davvero.

Federica Falzone, “Qualsiasi cosa accada, tu scrivi” (Oligo Editore, 2024)

Qual è l’aspetto più complicato da ammettere e, quindi, di raccontare quando si deve combattere un qualcosa che ha preso letteralmente possesso di noi?

Sicuramente i timori che una fragilità comporta. Le fragilità elaborate diventano punti di forza. D’altronde la mia professione mi orienta quotidianamente in questo lavorio “con e per il paziente” per rintracciare nelle proprie risorse i bagliori da far emergere. Il mio lavoro cerca di dare senso a quelle fragilità, unicità che ci hanno permesso di cogliere una sfumatura in più di questa vita che a volte sa essere difficile. Nonostante ciò, l’aspetto più complicato è stato condividere timori, lacrime, momenti di stallo, dubbi che si insinuano nei momenti di forza, di gratitudine, di sicurezza. È stato complicato rendere questo co-abitare di vissuti differenti. Alcune insicurezze albergano in noi ma non ci rendono meno capaci, meno presenti, meno solidi.

C’è qualcosa che, se potesse, vorrebbe poter aggiungere al suo libro?

Federica Falzone, “Qualsiasi cosa accada, tu scrivi” (Oligo Editore, 2024)

Sono sempre molto autocritica con la mia scrittura. Al termine della stesura di ogni testo, penso a qualcosa che avrei aggiunto, tolto, scritto diversamente. Stavolta no, voglio vedere queste pagine come la fotografia di un’emozione da condividere e che probabilmente appartiene a molti, in modo diverso.

Questa sua esperienza, se possibile, l’ha avvicinata ancor di più ai suoi pazienti e ai loro familiari? Se sì, in che modo?

Tantissimo, non può immaginare quanto. Ho sempre cercato di stare accanto al vissuto di ogni paziente e della sua famiglia, sulla scia dei principi di cura sartoriale del Professor Trabucchi. Ho visto ogni volto con le nozioni apprese e interiorizzate da una parte e l’umanità dall’altra. In ogni volto e per ogni volto ho ritrovato il senso della cura, ogni volto si affida a me, ai vari professionisti per essere accompagnato nel percorso con la propria fragilità. Riconoscere la storia di ciascuno, l’elemento principale da coltivare, mettere in risalto è diventato ancor di più centro del mio agire quotidiano. La psicologia è delicata cura con le parole, la psicologia è l’arte di prendere in carico la narrazione che ogni persona porta e rinarrarla insieme.

Federica Falzone, “Qualsiasi cosa accada, tu scrivi” (Oligo Editore, 2024)

Sono sempre stata consapevole della responsabilità e dell’onore di avere a che fare con la biografia di chi mi sta di fronte ma quando mi sono ritrovata “dall’altra parte” ho capito ancora di più quanto le patologie hanno lo stesso nome per molti ma sono diverse per ognuno che le vive, limitano un aspetto singolare di ogni esistenza e bisogna attutirne l’impatto per ritrovare un personale equilibrio, inserirle in una narrazione più ampia. Ho capito ancor di più quanto sia necessario dare dignità alla persona oltre la malattia, rimandargli quel che è e non quel che ha. Inoltre, durante il ricovero o quando i sintomi si accentuano, sento sempre più che è per Mario, Anna, Raffaele, Franca, e potrei andare avanti con l’elenco, che devo continuare a svolgere con impegno il ruolo che ho scelto. La dedizione e la fatica tornano indietro tramite l’amore dei loro piccoli gesti, riflesso di grande gratitudine, nei loro sguardi sereni nonostante tutto.

Cosa vorrebbe dire a chi, in questo momento, sta lottando con una malattia e, in particolare, con la sclerosi multipla?

Federica Falzone, “Qualsiasi cosa accada, tu scrivi” (Oligo Editore, 2024)

Sono solo una piccola goccia, non credo di essere nella posizione di dire qualcosa, di dare consigli significativi. Sicuramente sono tra loro, con loro e da loro ho molto da imparare. Gloria Leppini, influencer con una diagnosi di sclerosi multipla che ho avuto il piacere di avere con me durante la presentazione, ha affermato che ogni persona che convive con questa malattia la vive a suo modo, ognuno la descrive con la sua metafora ma tutti abbiamo vissuto l’esperienza di entrare in ospedale sapendo chi eravamo, cosa sognavamo e siamo usciti non avendo più quelle certezze. Anche lei, come me, come tutti, ha riscoperto un nuovo equilibrio. Ecco, quello che auguro però a chi convive con questa malattia è di trovare un proprio equilibrio, di non sentirsi schiacciati dal tempo, di continuare a essere persone con la malattia e non di essere la malattia. Auguro a ciascuno di non farsi scoraggiare dalle “giornate ko”. Auguro a ciascuno di poter completare con fermezza il proprio titolo: Qualsiasi cosa accada, tu…

Federica Falzone, “Qualsiasi cosa accada, tu scrivi” (Oligo Editore, 2024)

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali?

Non lo so ancora, ho tante idee ma non mi sono cimentata in un nuovo testo. Sicuramente vorrei continuare a scrivere sul mio blog federicafalzone.it. Spero, intanto, che questo libro continui a vivere attraverso i lettori. Spero di continuare a scrivere per me e per gli altri.

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