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Letto per voi… “Mussolini e il caso Sacco – Vanzetti” di Lorenzo Tibaldo e Philip V. Cannistraro

Philip V. Cannistraro e Lorenzo Tibaldo, "Mussolini e il caso Sacco - Vanzetti", (Claudiana Editrice, 2017)
Philip V. Cannistraro e Lorenzo Tibaldo, “Mussolini e il caso Sacco – Vanzetti”, (Claudiana Editrice, 2017)

La Rubrica online “Piazza Navona” vi parla del saggio storico “Mussolini e il caso Sacco – Vanzetti” di Philip V. Cannistraro e Lorenzo Tibaldo. Come e perché il Duce è intervenuto per aiutare il destino tragicamente segnato dei due italiani? E non perdete l’Incontro con l’Autore!

La trama

Il 23 agosto 1927 Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco, i due anarchici italiani (ambulante venditore di pesce l’uno e operaio in una fabbrica di scarpe l’altro), vengono uccisi alla sedia elettrica nella prigione di Charlestown (Massachusetts) perché accusati di omicidio di un impiegato e di una guardia del calzaturificio Slater and Morrill di South Braintree. Non ci sono appelli né ricorsi né confessioni che tengano. I due italiani vengono condannati a morte. Assassinati dalla giustizia (americana) per il loro credo politico e per il loro essere italiani. In Italia questi sono gli anni d’oro dell’ascesa di Benito Mussolini che, dal 1922, è a capo del Governo. È la dittatura.

Nonostante questo, però, il Duce fa molto per i nostri italiani in terra straniera cercando una mediazione, una commutazione di pena, una revisione del processo nonché la grazia. Ma perché Mussolini – il “grande” dittatore parafrasando Charlie Chaplin – ha agito in questo modo tentando di salvare la vita a chi, alla realtà dei fatti, avrebbe potuto essere una minaccia al regime? Forse per restare fedele alle idee anarchico – socialiste della sua gioventù?

Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco
Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco

Forse perché, in un certo senso, è stato obbligato a tendere le mani ai suoi connazionali? O è stata esclusivamente una mossa propagandistica e studiata a tavolino? Sono queste le domande e le tematiche che Lorenzo Tibaldo e Philip V. Cannistraro (si) pongono e affrontano nel loro saggio Mussolini e il caso Sacco – Vanzetti ricostruendo la vicenda e la tragica sorte dei nostri italiani.

Sul libro

Lorenzo Tibaldo, ricercatore storico e Professore di Lettere, Storia e Filosofia, dopo aver raccontato, nel 2008, della vicenda di Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco nel testo Sotto un cielo stellato. Vita e morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti (Claudiana Editrice, 2008) torna parlare di questa triste e ingiusta vicenda – qui assieme a Philip V. Cannistraro –  nel saggio Mussolini e il caso Sacco – Vanzetti edito nel 2017 e in  Sacco e Vanzetti. Innocenti! ancora una volta dalla Claudiana Editrice (2019) nella collana Studi Storici.

Mussolini e il caso Sacco – Vanzetti racconta con dovizia di particolari e con una ricostruzione storica precisa e dettagliata l’assassinio dei due uomini italiani da parte della giustizia americana da un punto di vista ben preciso. Lorenzo Tibaldo (che è stato consulente storico anche del film documentario La morte legale di Silvia Giulietti e Giotto Barbieri nel quale si racconta della lavorazione del film Sacco e Vanzetti che Giuliano Montaldo dirige nel 1971) e Philip V. Cannistraro, infatti, osservano la vicenda dall’Italia nel periodo 1920 – 1927 ovvero dal momento dell’arresto dei due italiani in America sino all’esecuzione della loro condanna a morte mediante sedia elettrica nel penitenziario di Charlestown.

"La morte legale" di Giuliano Montaldo (2018)
“La morte legale” di Giuliano Montaldo (2018)

L’Italia in questo periodo passa dalle mani del Re a quelle – ancor più autoritarie – di Benito Mussolini il quale si propone in più e diverse occasioni di aiutare e alleviare le tristi sorti dei nostri connazionali. Il punto della questione è: perché Mussolini decide di voler aiutare Sacco e Vanzetti? È propaganda, nostalgia del suo passato di anarchico, semplice dovere in qualità di Capo di Stato o altrettanto buon viso a cattivo gioco per non inimicarsi ne l’Italia né gli Stati Uniti dove – soprattutto in questo periodo storico – vive in un’alta percentuale di emigrati italiani?

Nell’affrontare questo particolare aspetto legato alla vicenda di Sacco e Vanzetti i due Autori non mancano di ricostruire in modo attento, preciso, analitico e particolareggiato quanto – tristemente – accaduto. In tal senso, ad agevolare e ad aiutare tale (ri)costruzione storica vi sono i numerosi inserti documentari: i telegrammi inviati da Mussolini all’ambasciata italiana a Washington, lettere autografe del dittatore indirizzate all’ambasciatore americano Fletcher, la lettera di Luisa Vanzetti (sorella di Bartolomeo) inviata a Benito Mussolini affinché intervenga e ponga fine a tanto dolore e a tanta ingiustizia.

Claudiana Editrice
Claudiana Editrice

Inoltre, è presente la copia integrale dell’opuscolo Le ragioni d’una congiura che ricostruisce con una precisione eccellente tutto quanto accaduto ai due italiani: le testimonianze, le accuse, le piantine del luogo della presunta rapina e del presunto assassinio per mano di Sacco e Vanzetti, il processo, gli alibi e le deposizioni dei protagonisti…

Insomma, nel prezioso saggio Mussolini e il caso Sacco – Vanzetti vi è custodito e conservato tutto il materiale utile – per chi ancora non conoscesse questa triste e ingiusta storia – per capire e farsi un’idea di quanto la giustizia sia stata applicata iniquamente.

Lorenzo Tibaldo e Philip V. Cannistraro hanno il merito di aver illustrato e raccontato chirurgicamente una delle pagine più cupe della nostra Storia forti di uno stile di scrittura pulito, determinante ed essenziale.

Certo è che in primo piano vi è l’ingiusta morte di due innocenti condannati alla sedia elettrica per la sola colpa di essere anarchici e ancor più italiani e a nulla sono servite le mobilitazioni di uomini e donne da ogni parte del mondo.

Ed questo ciò che non deve essere dimenticato. Con l’assassinio di Sacco e Vanzetti è stata condannata a morte anche la Giustizia fallendo miseramente. Ed è triste che solo il 23 agosto 1977, ovvero cinquant’anni dopo la scomparsa dei due italiani, il governatore dello Stato del Massachusetts, Michael Dukakis abbia ammesso tale errore giudiziario riabilitando la loro memoria agli occhi del mondo.

Incontro con l’Autore Lorenzo Tibaldo

Lo scrittore Lorenzo Tibaldo
Lo scrittore Lorenzo Tibaldo

Lei è Professore di Lettere, Storia e Filosofia. Quando ha deciso di orientare queste tre “materie” nella sua scrittura?

Sono tre materie complementari e interdipendenti e rientrano, con altre, nel filone umanistico, quindi non possono che mettere al centro la vita delle persone e la loro socialità. In particolare, la storia è stata sempre il mio ambito di interesse particolare.

Sacco e Vanzetti - Enciclopedia da luta contra o Crime - n. 8 Sao Paulo (Per gentile concessione di Lorenzo Tibaldo)
Sacco e Vanzetti – Enciclopedia da luta contra o Crime – n. 8 Sao Paulo (Per gentile concessione di Lorenzo Tibaldo)

Come e quando si “appassionato” – soprattutto in qualità di storico – alla triste vicenda di Sacco e Vanzetti?

Nelle mie ricerche sono state sempre al centro persone che si sono battute a difesa della dignità umana. Il film di Montaldo, inoltre, ha fatto conoscere quella drammatica storia. Inoltre, nel 1987, ho partecipato a Villafalletto (paese natio di Vanzetti) a un convegno sulla loro vicenda. Nell’ultimo anno delle scuole superiori inserivo sempre nel programma di storia le figure di Sacco e Vanzetti, partendo proprio dal film di Giuliano Montaldo. Gli studenti si sono sempre dimostrati molto interessati.

In seguito, ho consultato, presso l’Archivio dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo, il Fondo Bartolomeo Vanzetti. Quando ho stretto tra le mie dita quelle lettere che, attraversando l’Oceano, raccontavano quella drammatica tragedia, la percezione di quell’inchiostro che ha vergato quelle parole, su una carta ormai un po’ sbiadita e consumata, è sorto dentro di me un forza emotiva immensa. Era il 2005. Quattro anni dopo è uscito il mio primo libro Sotto il cielo stellato. Vita e morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti (ora in questa seconda edizione ampliata e aggiornata). Da quel momento il mio interesse per Nick e Bart non più scemato.

"Sacco e Vanzetti - Affaires Criminelles", - Paris 1988 - Marshall Cavendish (Per gentile concessione di Lorenzo Tibaldo)
“Sacco e Vanzetti – Affaires Criminelles”, – Paris 1988 – Marshall Cavendish (Per gentile concessione di Lorenzo Tibaldo)

Come è nato il progetto editoriale del suo saggio Mussolini e il caso Sacco – Vanzetti?

Sull’atteggiamento avuto da Mussolini e il fascismo riguardo la vicenda dei due anarchici italiani si è scritto, sovente, con superficialità. Mussolini è stato indifferente o si è speso per Sacco e Vanzetti? In caso affermativo, in quale modo? Partendo dal saggio dello storico americano Philip V. Cannistraro e dopo aver consultato la documentazione giacente presso l’Archivio storico diplomatico della Farnesina Roma, ho potuto proporre la ricostruzione della questione. Ovviamente la mia era una conlcusione, come tutto in storia,  provvisoria, ma fondata su un’ampia documentazione

Quali sono state le difficoltà maggiori – come scrittore e come storico – riscontrate durante la stesura del suo saggio?

Le difficoltà sono come tutte quelle presenti nella ricerca storica. Fare delle ipotesi di ricerca, il reperimento delle fonti, la loro comparazione e interpretazione. Il lavoro dello storico intreccia sempre con la propria sensibilità e il proprio retaggio culturale con le fonti con le quali lavora. Bisogna non dimenticare la complessità della storia, le sue articolazioni, i suoi fiumi sotterranei. Una complessità che non può essere rinchiusa in schemi precostituiti o in prigioni ideologiche.

Lapide affissa sulla casa natale di Nicola Sacco (Per gentile concessione di Lorenzo Tibaldo)
Lapide affissa sulla casa natale di Nicola Sacco (Per gentile concessione di Lorenzo Tibaldo)

Lei ha scritto anche Sotto un cielo stellato. Vita e morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti e Sacco e Vanzetti. Innocenti! (entrambi per la Casa Editrice Claudiana). Quanto è importante oggi ricordare e spiegare – soprattutto alle nuove generazioni – di questa condanna a morte della Verità? Oggi, a distanza di oltre novant’anni dall’uccisione di Sacco e Vanzetti, cosa ci hanno lasciato storicamente e umanamente queste morti così ingiuste?

La vicenda di Sacco e Vanzetti aiuta a comprendere sotto molti aspetti scampoli di storia del Novecento. Ci ricorda che una grande democrazia come quella americana, l’isteria e la fobia davanti a paure inesistenti (del comunismo, della sovversione radicale, del pericolo degli immigrati) possono prendere il sopravvento quando una classe politica le usa e le strumentalizza, inconsapevolmente o consapevolmente, per consolidare il proprio potere. Ci ricorda che quelli erano anni in cui i lavoratori reclamavano solo il giusto riconoscimento per il proprio lavoro, rivendicazioni rappresentate dai sindacati, con lotte e scioperi, da associazioni politiche, dall’area progressista della politica e della cultura americana. Tutti prontamente bollati come sovversivi quando non terroristi.

Lapide affissa sulla casa natale di Bartolomeo Vanzetti (Per gentile concessione di Lorenzo Tibaldo)
Lapide affissa sulla casa natale di Bartolomeo Vanzetti (Per gentile concessione di Lorenzo Tibaldo)

Secondo lei, le morte innocenti di Sacco e Vanzetti cosa hanno portato via con sé del nostro Paese?

Dall’Italia Nick e Bart hanno portati con sé le speranze di una nuova vita, in un Paese, l’America, definita terra dell’abbondanza e della libertà, dove ogni uomo e donna avrebbe potuto realizzarsi. Un po’ come quella grande nave, colmi di albanesi, che nell’agosto del 1991 approdò a Bari. Anche loro ingannati dal paese del Bengodi che la televisione italiana rappresentava nelle sue trasmissioni. La speranza di Sacco e Vanzetti si è infranta il 23 agosto 1927 a Boston sulla sedia elettrica dopo sette anni di detenzione. E, seppur non conclusasi in quel drammatico modo, la loro vita rappresenta anche la sofferenza e le fatiche dei milioni di italiani emigrati all’estero.

Lei ha collaborato in qualità di consulente storico al film documentario La morte legale diretto da Silvia Giulietti, Giotto Barbieri (2018) in cui Giuliano Montaldo racconta della lavorazione del suo film Sacco e Vanzetti del 1971. Cosa ci può raccontare di questa esperienza professionale?

Esperienza molto interessate perché si è raccontato come la storia dei due anarchici è stata portata sulla scena con maestria e intelligenza artistica da un grande maestro del cinema quale è Giuliano Montaldo.

Sacco e Vanzetti manifestazione a Parigi (Editions Atlas, Paris 1980) - Per gentile concessione di Lorenzo Tibaldo
Sacco e Vanzetti manifestazione a Parigi (Editions Atlas, Paris 1980) – Per gentile concessione di Lorenzo Tibaldo

Come uomo e come storico: crede sia stato veramente fatto tutto il possibile per salvare la vita ai nostri connazionali?

Quando due innocenti, colpevoli solo dele loro convinzione politiche e della loro provenienza geografica, cadono sotto il tallone del potere e gli viene privata la vita, si ha sempre il rammarico di dire che si poteva fare di più. Sicuramente Mussolini poteva intervenire con più decisione e determinazione, ma le sue priorità erano altre e non la vita o la morte di due anarchici. Mentre il mondo libero ha saputo schierarsi con generosità e forza al fianco di Nick e Bart, ma non è bastato.

Come racconterebbe e presenterebbe Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco ai più giovani?

È difficile lottare per i valori della giustizia e della libertà, che sovente si pagano con il prezzo della propria vita. Tuttavia, una vita è degna di essere vissuta se questa mette al centro non il proprio piccolo egoismo, ma un impegno di solidarietà verso il prossimo e a difesa, sempre, della dignità umana ogniqualvolta venga offesa e ovunque venga offesa.

Bartolomeo Vanzetti - "Affaires Criminelles", - Paris 1988 - Marshall Cavendish (Per gentile concessione di Lorenzo Tibaldo)
Bartolomeo Vanzetti – “Affaires Criminelles”, – Paris 1988 – Marshall Cavendish (Per gentile concessione di Lorenzo Tibaldo)

Si tratta semplicemente di restare fedele alla nostra Costituzione, frutto della sofferenza di uomini e donne che si sono battuti e sono periti per la nostra libertà nella lotta contro il nazifascismo. Se Sacco e Vanzetti fossero ancora stati in vita e in Italia sarebbero saliti sulle montagne con i partigiani.

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali?

È in libreria in questi giorni il mio ultimo libro: IL PENSIERO RESISTENTE. L’obbedienza non è (sempre) una virtù, edito da San Paolo Edizioni, nel quale attraverso la vita di otto giusti (Socrate, Giordano Bruno, Giovanni Minzoni, Giacomo Matteotti, Sophie Scholl, Dietrich Bonhoeffer, Pavel Florenskij e Oscar Ronero), si sottolinea l’importanza del pensiero critico, di non lasciarsi assorbire dal potere totalizzante che annulla le diversità, massifica le personalità in nome del potere assoluto di un uomo, di una regime.

Dittatura che oggi si chiama anche il consumismo e il dio denaro, al cui altare tutto si sacrifica, e tutta la vita umana diventa una merce. In questi otto giusti continuano anche a vivere le idee di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.

 

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