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Letto per voi… “Il Pianeta delle Occasioni Perdute” di Patrizia Caffiero

La Rubrica online “Piazza Navona” ha letto per voi Il Pianeta delle Occasioni Perdute di Patrizia Caffiero (Musicaos Editore) classificatosi al secondo posto nella sezione “Racconti” alla quarta edizione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri”. E non perdete l’Incontro con l’Autrice!

La trama

Patrizia Caffiero, “Il Pianeta delle Occasioni Perdute” (Musicaos Editore, 2021)

Dieci racconti, dieci. Altrettanti e più protagonisti hanno necessità e bisogno di recarsi al Paese delle Occasioni Perdute. Qui, infatti, si giunge sempre per uno scopo ben preciso. Non è mai un caso. È una necessità, appunto. Di riscatto, di vita, di libertà, d’amore. Una possibilità di una nuova e possibile vita. Di togliere tutti quei se con cui la quotidianità – che giorno dopo giorno si trasforma in esistenza – ci nutre e spesso ci inganna. Iris, questo il nome del Pianeta delle Occasioni Perdute diviene teatro del possibile, dove umorismo e tristezza si mescolano senza mai perdere la speranza. Personaggi oltre ogni fantasia che si fanno umani. Luoghi distanti letteralmente anni luce diventano i nostri spazi. I cuori e le vite che animano queste dieci storie sono umani, reali e forti nel loro linguaggio unico e fantascientifico. Tutti dovremmo fare un “salto” nel Pianeta delle Occasioni Perdute per tentare di riprenderci ciò che è nostro e che, un tempo, forse, non si è stati così decisi, volenterosi e coraggiosi di prenderci. Fosse “solo” la consapevolezza della nostra fantaanima, un abbraccio o una promessa d’amore.

Sul libro

Musicaos Editore

Il settimo pianeta della Nuova Galassia, visto dallo spazio, era nero. Zebrato da strisce parallele di un viola polveroso. Mentre girava, agile come un danzatore, inviava bagliori di luce dorata.

Nel giugno 2021 Musicaos Editore pubblica la raccolta di racconti Il Pianeta delle Occasioni Perdute della scrittrice Patrizia Caffiero, leccese di nascita e di Anzola dell’Emilia di adozione, classificatasi al secondo posto nella sezione “Racconti” alla quarta edizione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri”.

Diciamolo subito: i dieci racconti che compongono questa antologia hanno davvero qualcosa di speciale, sono letteralmente di un altro pianeta!

Patrizia Caffiero, “Il Pianeta delle Occasioni Perdute” (Musicaos Editore, 2021)

Ebbene sì, perché l’Autrice non solo ha costruito con sapienza e maestria delle impostazioni e delle arcate narrative rotonde, costruite nel minimo dettaglio, spesso concatenate e solide ma anche perché hanno un linguaggio tutto loro. Ciò dimostra la profondità di studio, cura e attenzione che Patrizia Caffiero ha prestato alla sua opera. Certamente non deve essere stato facile staccarsi così dalla realtà per creare l’ambientazione di queste dieci storie pur mantenendo un forte e solido legame con la realtà. Sì, perché tutti i protagonisti de Il Pianeta delle Occasioni Perdute hanno una forza ancora legata al “nostro mondo”, ovvero la paura, il timore della perdita, della consapevolezza, del tempo ormai trascorso, delle scelte forse non propriamente corrette. E qui ritroviamo tutta l’umanità nella sua più vasta gamma di colori e infinitesime sfumature. Il Pianeta delle Occasioni Perdute, così, diviene una sorta di oasi, di paradiso, di mondo del riscatto e del possibile. Chiunque abbia deciso di percorrere questo lungo viaggio ha una profonda consapevolezza di sé, di ciò che è, che è stato o che avrebbe potuto essere. Il risultato di un’incredibile e spietata analisi di coscienza che porta lontano, sino all’Altrove. Al Paese delle Occasioni Perdute, infatti.

Patrizia Caffiero, “Il Pianeta delle Occasioni Perdute” (Musicaos Editore, 2021)

Il viaggio è lungo e un poco ricorda quello quasi ovattato e immerso nelle “uova- culle” del celeberrimo film Alien. Eppure nessun’altra assonanza vi è tra le due opere. Ma molto questo libro prende dal mondo fantascientifico, con un linguaggio creato appositamente e che pure (grande merito dell’Autrice) è perfettamente inserito nella narrazione senza creare difficoltà alcuna nella fase di lettura e di comprensione del testo. Un linguaggio che diviene ulteriore protagonista delle vicende, che ha vita propria e che accompagna queste esistenze nel loro viaggio più complesso: quello verso la propria occasione perduta che segue di poco quelle nel profondo del proprio cuore e della propria essenza. Due viaggi che possono essere lasciati a metà: una volta che si è partiti non si può tornare indietro.

Patrizia Caffiero, “Il Pianeta delle Occasioni Perdute” (Musicaos Editore, 2021)

È pur sempre una questione di onestà. Verso sé stessi e verso l’occasione che già si è lasciata andare senza avere avuto la forza, il tempo, l’occasione di cogliere. Anche al volo, se possibile. Così, Patrizia Caffiero scioglie le sue storie che pagina dopo pagina diventano sempre più vicine, reali e autentiche facendo del loro linguaggio e della loro descrizione così surreale e onirica la nostra realtà più semplice. Forse perché le “cose” più semplici sono quelle più difficile da trattenere o stringere a sé. A volte, uno sguardo, un abbraccio, una parola possono cambiare un’esistenza. Ed è una gioia poter immaginare di poter rimediare partendo per Il Paese delle Occasioni Perdute. E voi, chi o cosa andreste a recuperare dopo un lungo viaggio per lo spazio?

Incontro con l’Autrice

La scrittrice Patrizia Caffiero (Per gentile concessione di Patrizia Caffiero)

Come è avvenuto il suo primo incontro con la scrittura?

A tre anni chiedevo continuamente a mia madre che lettere fossero, quelle che formavano le parole delle insegne dei negozi, nelle riviste, nei giornali; dappertutto. Poi le collegavo insieme. Ho imparato a scrivere e a leggere prestissimo, da sola. Verso i sette anni, più o meno, ho cominciato a comporre delle poesiole in stile leopardesco, malinconiche, un po’ enfatiche. Ero dotata, e non è stato facile crescere in un ambiente scolastico che non era e non è neppure oggi particolarmente sensibile alla tematica dei bambini di questo tipo. Io avevo più che altro una temperatura artistica, e l’amore per la letteratura già vivi. Cominciai sempre a quell’età anche a scrivere un romanzo (credo che mi arrestai alle prime pagine però) di cui conservo ancora una pagina. Mi ricordo la trama: immaginavo che ragazzini scappassero di casa per viaggiare per il mondo. Negli anni successivi ho sempre scritto poesie e racconti, ma il lavoro più consapevole come autrice si è sviluppato più tardi, alla fine degli anni novanta, ed è ancora in forte evoluzione.

Come è nato il progetto editoriale di Il Pianeta delle Occasioni Perdute?

Patrizia Caffiero, “Il Pianeta delle Occasioni Perdute” (Musicaos Editore, 2021)

A differenza di altri libri che ho scritto e pubblicato, è nato in seno a un seminario di una settimana di una scuola di scrittura, nel 2019, quindi grazie a uno degli esercizi assegnato dai docenti. In particolare avevo ascoltato prima di cominciare il primo racconto di quello che poi è diventato il libro una canzone di Battiato, “La via Lattea” per due volte; in maniera imprevedibile e irrefrenabile (un fenomeno persino per me inspiegabile), tornata a casa, ho scritto i racconti successivi, non mi sono più fermata, quasi fossi perennemente in stato di leggera trance.

Qual è stata la difficoltà maggiore che ha riscontrato in fase di stesura del testo?

Per scrivere i racconti de Il Pianeta delle Occasioni Perdute non ho incontrato particolari difficoltà per i motivi evidenziati nella risposta alla precedente domanda. La stesura è stata molto fluida, impetuosa e costante, ed è durata circa nove mesi. Una vita intera passata a leggere fantascienza, libri fantasy, romanzi d’avventura; i film, le serie tv sul tema, la letteratura fantastica introiettata (Borges, Calvino, Buzzati, ecc.) probabilmente avevano preparato l’humus per la realizzazione dell’opera. Non ho disegnato prima o durante la scrittura dei racconti una mappa dei luoghi, o un glossario. Sono andata a ruota libera, senza strategie. I racconti del libro, in ogni caso, risultano omogenei e collegati coerentemente fra di loro: alcuni personaggi sono presenti in più di una storia, gli elementi del paesaggio nelle diverse narrazioni sono congruenti, eccetera.

Patrizia Caffiero, “Il Pianeta delle Occasioni Perdute” (Musicaos Editore, 2021)

Il Pianeta delle Occasioni Perdute ha in sé una vera e propria lingua mostrando un’attenta ricerca nella parola e nel suo senso. In che modo ha compiuto questo “lavoro nel lavoro” sul testo?

L’invenzione della lingua riguarda soprattutto il lessico. Non ho stravolto la sintassi e la morfologia dei passaggi, ma credo di aver creato un’atmosfera “nuova” e “fantastica” accostando parole – aggettivi, verbi – già esistenti nella lingua italiana, mutando radici o desinenze, risemantizzando parole conosciute. L’uso della parola inventata stimola l’immaginazione, alterando leggermente la percezione di chi legge. Il vocabolo “uovocasa”, che indica una delle abitazioni maggiormente utilizzate nel futuro aggiunge alla parola “casa” la parola “uovo”. Evoca semplicemente la sua forma? O richiama il concetto di uovo cosmico? Il neologismo si è formato sempre e soltanto poeticamente. Se non si trattava di un momento particolarmente “ispirato”, nel momento in cui mi accingevo a modificarlo e a sostituirlo “a freddo”, ciò risultava impossibile.  Credo che, scrivendo questo libro, la mia esperienza di scrittura poetica si sia intrecciata a quella di narratrice.

Patrizia Caffiero, “Il Pianeta delle Occasioni Perdute” (Musicaos Editore, 2021)

Secondo lei, esiste davvero Il Pianeta delle Occasioni Perdute? Lei sarebbe disposta a compiere questo viaggio?

Compirei immediatamente il viaggio, sì. Il mio libro mi ha, in modo spiazzante, modificato. Scrivendolo è come se mi fossi autoeducata. Sono più attenta nel comprendere quali occasioni della vita o meno devo cogliere, quando si presentano. Cerco di accumulare meno rimpianti. Comunque, in senso metaforico, esiste. Non c’è essere umano che non rifletta, prima o poi, su come sia possibile recuperare una delle sue occasioni perdute dell’esistenza.

Patrizia Caffiero, “Il Pianeta delle Occasioni Perdute” (Musicaos Editore, 2021)

Durante le presentazioni del libro si è sempre creato un forte dibattito a questo proposito. Alcune donne, alcuni uomini hanno raccontato delle storie affascinanti, spesso intrise di tristezza, di rimorso, di forte rimpianto. Mi viene da pensare che, in un futuro non identificato, esisterà la possibilità di reintegrare in qualche modo, in qualche luogo magico come quello che ho descritto qualcosa di importante che è stato smarrito della propria esperienza terrena. Il mio libro è legato molto al tema spirituale. Non è un caso, alla fine, che solo sul Pianeta delle Occasioni Perdute gli umani possano ritrovare la propria integrità interiore. Sarà perché credo nella sconfitta dei tentativi di evolversi di chi resta legato e relegato alla pura dimensione bidimensionale. Non a caso questa raccolta ha preso il via dall’ascolto della canzone di Battiato. Alla fine credo anch’io che il fantastico in letteratura sia stato e sarà una via iniziatica che si spinge a indagare le radici biologiche e spirituali della condizione umana. Non vuole evitare la riflessione della realtà, ma rappresenta tramite immagini metaforiche e poetiche la nostra esistenza nel mondo (o nei mondi). Penso anche a Paul Auster, soprattutto quando racconta il significato delle sincronicità e del destino. Il Pianeta delle Occasioni Perdute si situa in un possibile futuro della nostra civiltà incredibilmente avanzata in contatto con gli alieni, ma è una metafora della vita di oggi. Aprendo la percezione e mettendosi fortemente in discussione si può tentare di compiere “il salto quantico”, ascoltando gli insight, seguendo la strada tracciata da Jung, che è stato anche un grande mistico, e non solo dal suo maestro Freud. C’è tanto anche di loro nel sottotesto.

Patrizia Caffiero, “Il Pianeta delle Occasioni Perdute” (Musicaos Editore, 2021)

Il Pianeta delle Occasioni Perdute si è classificato al secondo posto della sezione “Racconti” alla quarta edizione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” con la seguente motivazione:

Un mondo distopico in cui immaginare una vita diversa, un linguaggio su misura calato perfettamente nell’universo della narrazione. Eppure le emozioni umane descritte sono sempre le stesse, siamo sempre noi, quindi il Lettore riesce a comprendere ogni momento della storia e può immedesimarsi facilmente. Ottima abilità narrativa per una raccolta di racconti davvero molto originale… ma tutto sommato l’originalità di fondo vince su tutto.

Cosa ha significato per lei e la sua scrittura ricevere tale riconoscimento?

La scrittrice Patrizia Caffiero durante la cerimonia di premiazione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri” quarta edizione

Arrivare al secondo posto della sezione racconti del Premio mi ha riempito di orgoglio e soddisfazione. Sono lieta che il mio libro sia stato compreso e valorizzato, anche perché non è un testo che rispetta del tutto gli standard letterari. Ciò significa che  la giuria apprezza anche libri che non rientrano nei soliti canoni: allora, è una giuria davvero virtuosa. L’organizzazione del Premio “EquiLibri” è stata impeccabile, sia durante lo svolgimento che durante la premiazione, che si è svolta in un luogo da sogno – davanti al lago, nel centro storico di Anguillara Sabazia, paesino di cui mi sono innamorata.

Quali sono le opere e gli autori che hanno formato il suo essere scrittrice e lettrice?

Ho letto da decenni moltissimi libri, di tutti i generi. Tutti i classici che ho potuto trovare. Saggi, ma soprattutto romanzi. Quando ero più giovane ho divorato la letteratura sudamericana (ah, Márquez, Amado, Rulfo, Mutis); più tardi, per un decennio mi sono appassionata alla letteratura nordamericana di fine ottocento e del novecento. Ho passato un folle periodo “Paul Auster”, uno “Truman Capote”. Ma come non amare Willa Cather? Adoro Stephen King, di cui ho divorato tutta l’opera (ma non le ultime pubblicazioni che trovo deboli). Anni fa ho letto tutto ciò che di noir e weird ho trovato, da Poe ai maestri recenti. Ultimamente sono stata a caccia di libri di short stories superlativi. Ho scovato perle preziose: i racconti gotici e “d’inverno” misconosciuti rispetto al più piatto “La mia Africa” della maestra Karen Blixen, le narrazioni raffinate di Mavis Gallant, e sono letteralmente impazzita per i racconti di Maeve Brennan (in primis per “Il principio dell’amore”) ma anche per “Il castello interiore” di Jean Stafford. Il discorso sarebbe ancora lungo, da fare.

Pier Paolo Pasolini (1922 – 1975)

Lei nutre un profondo amore per Pier Paolo Pasolini cui ha dedicato la sua tesi di Laurea. Come nasce questo legame con il grande poeta, scrittore e regista?

Ho iniziato a leggere le poesie di Pasolini prima dei vent’anni, ho visto poi i suoi film e ho cominciato uno studio innamorato e approfondito della sua vita e della sua intera opera, che è alla fine diventato specialistico. Non studio o leggo Pasolini: sono “pasoliniana”, intrisa del suo dettato pedagogico e culturale, in contatto costante con altri che vivono l’autore nel mio stesso modo. È il mio più grande mentore, anche se non l’ho mai incontrato di persona. Emana più vita di lui nel presente di tanti che credono di essere mentori e modelli oggi. Rimane insuperato. Non è compreso facilmente da studiosi e ricercatori, che cercano alcune volte di ridimensionarlo, perché non riescono a leggerne, a inquadrarne l’effettiva potenza creativa e di pensiero.

Patrizia Caffiero, “Il Pianeta delle Occasioni Perdute” (Musicaos Editore, 2021)

Lei scrive racconti, romanzi, testi teatrali… in quale genere sente di essere più a suo agio? E perché?

Ho l’esigenza da sempre di mutare di sovente genere, stile di scrittura. Mi piace sperimentare, dare forma diversa a un contenuto che ho necessità di dire. La mia scrittura non è mai, neppure in una singola parola legata puramente alla volontà di costruire un “bel testo”. Il contenuto è la mia priorità. Mi piace pensare di poter consegnare nelle mani del lettore un piccolo seme, che se vorrà, forse, potrà tornargli utile. Per questo cambiare tipo di scrittura per me rappresenta un modo di aprire il ventaglio di possibilità di comunicare. Non c’è un genere che preferisco, mi sono cimentata nella scrittura autobiografica, in quella della poesia, in quella teatrale, come si diceva, in quella fantasy/fantastica, quella saggistica delle recensioni letterarie, in quella dei racconti del soprannaturale, e il mio viaggio non è ancora terminato. Ho in mente di sperimentare altro, sono aperta ad ogni possibilità.

Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali?

Patrizia Caffiero, “Nora. Un’estate a Villa Genziana” (Musicaos Editore, 2023)

È appena uscito il mio primo romanzo, con Musicaos editore, con cui collaboro da diversi anni. L’ho scritto da marzo 2020 a maggio 2021, il lavoro è stato molto impegnativo. Anche perché si situa sulla linea della tradizione delle storie del soprannaturale, altro filone che amo. Si ispira all’opera di Stephen King, in parte, e quindi tutti gli elementi che compaiono nella trama, ritornano e vengono svelati via via che si procede verso il finale. A differenza del libro Il Pianeta delle Occasioni Perdute, ho ragionato e riflettuto a lungo sulla struttura, l’ho modificata anche in corso d’opera. La protagonista è una bambina che, lasciata spesso da sola a giocare, a fantasticare dai genitori in una villa della vacanza, comincia a contattare delle presenze… In questo periodo ho iniziato a scrivere un saggio su Pier Paolo Pasolini e l’idea di città, che richiederà parecchio tempo; mi sta impegnando molto. A tal scopo sto seguendo un corso di perfezionamento post universitario all’Università degli Studi Milano – la Bicocca, “Antropologia urbana”. Ho anche un paio di progetti di romanzi in mente, ma sono ancora in nuce. Ho scritto anche alcuni racconti, seguito de Il Pianeta delle Occasioni Perdute, attualmente inediti.

La cerimonia di premiazione della quarta edizione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri”


Cenni biobibliografici di Patrizia Caffiero:

Patrizia Caffiero dal 2006 ad Anzola dell’Emilia lavora al Servizio cultura del Comune. È laureata in Lettere e Filosofia (Università del Salento) con una laurea dal titolo “Pasolini e il Potere. Linee per un’interpretazione storico-politica.” S’interessa di cinema, teatro, letteratura; fra i suoi scrittori preferiti Maeve Brennan, Truman Capote, Henry James, Marguerite Yourcenar, Paul Auster, Ray Bradbury, Juan Rulfo, Stephen King. Il suo film preferito è “Prima della pioggia” di Milčo Mančevski. È telefilm addicted, in particolare delle serie tv “I Soprano” e “Dottor Who”. Ha pubblicato per Miraviglia editore, nel 2007  “Guarda che prima o poi Dio si stancherà di te”; per Fernandel, un racconto per l’antologia “Quote rosa” (2007) e un racconto per l’antologia “Fobieril – soluzione MANIAzina” (Jar Edizioni) nel 2009. Nel 2017 è uscita la raccolta di racconti “Incredibili vite nascoste nei libri” e nel 2021 “Il Pianeta delle Occasioni Perdute”, entrambi per Musicaos. Sta per pubblicare il suo primo romanzo. Scrive poesie.

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