Letto per voi… “Il buio oltre la valle. Il mistero della scomparsa di Giuseppe Ruggiero, detto Zio Peppuccio”

La Rubrica online “Piazza Navona” vi racconta la storia di Giuseppe Ruggiero, per tutti “Zio Peppuccio”, della sua scomparsa avvenuta il 15 maggio 2011 e del dolore della sua famiglia manifestato con forza e dignità. E grazie a suo figlio Tonino per avermi concesso l’intervista.

Domenica, 15 maggio 2011. Coreno Ausonio, in provincia di Frosinone.

Sono trascorsi quasi dieci anni dalla scomparsa Giuseppe Ruggiero, da tutti i compaesani affettuosamente chiamato “Zio Peppuccio” o “nonno rock” come la giornalista Federica Sciarelli l’ha soprannominato nella trasmissione di Rai Tre Chi l’ha visto? da lei condotta.

Giuseppe Ruggiero, “Zio Peppuccio” (© “Chi l’ha visto?”)

Dieci anni e ancora la famiglia Ruggiero non sa dove e come sia scomparso “Zio Peppuccio”. Per questo, nel 2017, Tonino Ruggiero – figlio di Giuseppe – ha deciso di raccontare e di raccogliere tutto il materiale utile alla ricostruzione dei fatti e alla personalità di suo padre nel suo libro Il buio oltre la valle. Il mistero della scomparsa di Giuseppe Ruggiero, detto zio Peppuccio. Un ulteriore tentativo di portare avanti le ricerche, di richiedere la riapertura delle indagini, di far conoscere a quante più persone possibili la triste vicenda che ha travolto e segna ogni giorno la sua famiglia.

Sono trascorsi quasi dieci anni da quella domenica di maggio e l’unica cosa certa è che Zio Peppuccio non è tornato a casa a riabbracciare la sua famiglia. Perché? Cosa è successo? Cosa è accaduto a Zio Peppuccio? I suoi cari meritano di sapere e di avere risposte sia dalle Istituzioni che hanno deciso l’archiviazione del caso sia dalla gente, da chi sa e preferisce non parlare peccando di omertà.

La scomparsa

Giuseppe Ruggiero, “Zio Peppuccio” (© “Chi l’ha visto?”)

Ogni terza domenica del mese di maggio, come tradizione vuole, si svolge a Coreno Ausonio una manifestazione civile e religiosa per celebrare la liberazione del paese dall’occupazione nazista. La popolazione si riunisce in Piazza Umberto I dove viene deposta una corona di fiori al monumento ai caduti per poi incamminarsi nella Marcia per la Pace che da Coreno Ausonio arriva alla località Marinaranne (distante circa 4 chilometri) dove si trova il Monumento per la Pace inaugurato il 14 maggio 1994. Giuseppe Ruggiero, come ogni anno, non manca a questo appuntamento e si dirige a Marinaranne con la sua moto MV. Augusta 125 degli anni Sessanta preferendola alla navetta.

Nonostante i suoi 83 anni Giuseppe Ruggiero è un uomo dalle mille risorse: lavoratore infaticabile, crea splendidi oggetti in legno e in vimini, ripara qualsiasi guasto, è sempre in attività e con un sorriso e un consiglio per tutti. Certamente il fisico risente delle conseguenze di una vita dedicata al lavoro e alla fatica come, ad esempio, la quasi totale assenza di sensibilità alle mani a causa della sindrome del tunnel carpale provocandogli grandi dolore e il problema alla gamba destra di due centimetri più corta della sinistra rendendolo lievemente claudicante. Tutto questo, però, non ha mai fermato Zio Peppuccio che sino alla sua scomparsa si è preso cura della sua terra e della sua fattoria.

Tonino Ruggiero, “Il buio oltre la valle. Il mistero della scomparsa di Giuseppe Ruggiero, detto zio Peppuccio” (Caramanica Editore, 2014)

Il 15 maggio 2011 dopo aver riparato un guasto alla moto e un pranzo veloce Zio Peppuccio si mette in sella alla sua moto MV. Augusta 125 in direzione del Monumento per la Pace. Lungo il tragitto l’uomo è stato visto da tante persone (circa un centinaio) con alcune delle quali si è persino fermato a parlare e a salutare. Ed è da uno di questi incontri che è stata scattata la fotografia che Tonino Ruggiero ha usato per la copertina del suo libro Il buio oltre la valle. Il mistero della scomparsa di Giuseppe Ruggiero, detto zio Peppuccio utilissima anche per fornire una dettagliata descrizione dell’uomo e del suo vestiario. Arrivato a destinazione verso le 12.45/13.00 dice agli amici che lo invitano a unirsi alla compagnia di dover raggiungere gli altri che si erano diretti a Vallauria, due chilometri più avanti.

Le ultime segnalazioni di Zio Peppuccio risalgono alle 14.30 dove viene visto dirigersi verso Vallauria Piccola, 150 metri prima del luogo in cui è poi stata ritrovata la moto.

Arrivano le 19 della domenica. Zio Peppuccio non è ancora rientrato a casa. Suo figlio Tonino decide di andargli incontro verso  Vallauria dove trova la moto di suo padre in un punto scosceso e poco pratico per lui, dopo un tratto in leggera salita con pietre e sassi sporgenti. Ma di Zio Peppuccio nessuna traccia. C’è bisogno di aiuto. Immediatamente la popolazione, a partire dal Primo Cittadino di Coreno Ausonio Domenico Corte, si mobilita. Si uniscono volontari, cacciatori, i Carabinieri della Stazione di Ausonia, compagnia di Pontecorvo, i Vigili del Fuoco di Cassino e Rocky, il cane di Zio Peppuccio.

Le ricerche e le indagini

“Chi l’ha visto?”

Dal giorno della scomparsa di Zio Peppuccio sino al 29 maggio 2011 circa trecento persone  – dai volontari alla Protezione Civile e al Soccorso Alpino – sono impegnate nella sua costante ricerca. Il territorio circostante viene battuto centimetro per centimetro, si guarda nei pozzi, nelle cisterne, nel bosco. Nessuna strada, nel vero senso della parole, viene lasciata intentata.

Il 4 giugno 2011 a Coreno Ausonio arriva anche la troupe della trasmissione di Rai Tre Chi l’ha visto? condotta da Federica Sciarelli per realizzare un servizio dedicato alla scomparsa di Zio Peppuccio e per far sì che tutti possano dare il proprio aiuto. Ancora oggi, infatti, nel sito della trasmissione di Rai Tre è ancora online la scheda di Giuseppe Ruggiero, cittadino dell’oscura terra degli scomparsi:

Chi l’ha Visto – Scomparsi – Giuseppe Ruggiero – La scheda (rai.it)

Zio Peppuccio sembra essere scomparso letteralmente nel nulla. Dopo l’intervento di Chi l’ha visto? la Prefettura di Frosinone dispone un Tavolo Tecnico Provinciale per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico previsto per l’8 luglio 2011.

Volantino per il ritrovamento di “Zio Peppuccio” – Per gentile concessione di Tonino Ruggiero

Il punto centrale della questione è chiaro e preciso: Zio Peppuccio con il problema legato alle sue gambe e alla sua andatura, pur conoscendo a menadito il territorio circostante e a come comportarsi per tracciare il proprio tragitto e non perdersi, non avrebbe mai potuto compiere tragitti troppo lunghi e in terreni particolarmente scoscesi o accidentati.

Il 31 luglio il Prefetto dà il via all’ultimo tentativo di ricerche ma ancora nessuna traccia.

Il tempo passa e con esso anche i dubbi, le domande e la paura. Il 29 febbraio 2012 viene depositata la denuncia contro ignoti presso la Stazione dei Carabinieri di Ausonia e pochi mesi dopo la famiglia viene illusa dalla stampa che ha annunciato l’inizio di indagini per omicidio o occultamento di cadavere contro ignoti. Anzi, si viene persino a scoprire che il fascicolo sulla scomparsa di Giuseppe Ruggiero è stato archiviato il 31 luglio di quello stesso anno con questa motivazione: il mancato ritrovamento del cadavere fa ritenere che l’anziano sia caduto in qualche crepaccio della zona.

“Zio Peppuccio dove sei?” – Per gentile concessione di Tonino Ruggiero

La famiglia è basita e, stremata, sempre più senza parole e senza forze. E più che lecite le domande che Tonino pone e si pone: come mai è stata messa una pietra tombale sulla vicenda? Come sia possibile mi chiedo, che a nessuno interessi sapere come un essere umano sia potuto scomparire nel nulla nel giro di qualche ora? Quale istituzione dello Stato doveva, e deve intervenire, dopo l’avvenuta archiviazione del fascicolo? Chi, come e quando, doveva e deve riconsiderare la vicenda studiando le opportune operazioni da compiere in questa fase post emergenza? Perché non si è messo in atto tutto quello che è umanamente possibile compiere (con operazioni utili e non di facciate) come prevedono i piani provinciali di ricerca per le persone scomparse (approvati da tutte le prefetture italiane entro la fine dell’anno 2013) con il fine ultimo di riportare a casa mio padre?

Articolo pubblicato su “Ciociaria Oggi”, giovedì 30 agosto 2012 – Per gentile concessione di Tonino Ruggiero

Tonino e la sua famiglia si sentono (sono) abbandonati dalle Istituzioni. Il 9 settembre 2013 Tonino scrive un ulteriore appello al Presidente della Repubblica (allora) Giorgio Napolitano, al Commissario del Governo per le persone scomparse, dottoressa Paola Basilone, al Prefetto di Frosinone Eugenio Soldà, al comandante della compagnia di Carabinieri di Pontecorvo il Maggiore Fabio Imbratta. E solo quest’ultimo si è reso disponibile a un incontro. Per il resto: il silenzio. Peggiore di qualsiasi altra reazione ma pur sempre una reazione.

A fine anno, però, arriva una buona notizia: le Prefetture approvano i Piani provinciali di ricerca delle persone scomparse cui collabora anche l’Associazione Penelope Lazio di cui Tonino Ruggiero è stato Vicepresidente e rappresentante sul territorio del Lazio Meridionale.

Il 20 agosto del 2014 la Prefettura organizza nuove ricerche. È piena estate ed è quasi impossibile poter procedere senza accusare il caldo e la fatica nonché superare “l’ostacolo” della vegetazione a rendere ancora più difficoltoso il lavoro di volontari e professionisti. Questa iniziativa, infatti, nasce e muore lo stesso giorno.

Associazione Penelope Lazio – Presidente Laura Barbieri

Le ultime speranze della famiglia sono rivolte alla Camera di Consiglio convocata dal Giudice per le Indagini Preliminari per il 7 luglio 2016 presso il Tribunale di Cassino. Avrebbe potuto essere un’ottima occasione per tirare le fila e le somme di questa triste vicenda. E invece no. Il GIP non accoglie l’opposizione della famiglia all’archiviazione del fascicolo proposta dal Pubblico Ministero il 31 luglio 2012 ritenendo che non debba farsi luogo ad alcuna investigazione suppletiva, data l’oggettiva impossibilità di giungere con adeguata certezza all’individuazione dell’autore del reato. Così facendo alla famiglia Ruggiero viene vietato anche la possibilità di trovare il corpo di Zio Peppuccio abbandonandola nel più totale sconforto e senso di impotenza.

Ma la famiglia di Zio Peppuccio, con Tonino in testa, non demorde, sono troppi i punti ambigui e non chiari e continua nella sua ricerca senza mai abbandonare la memoria e il ricordo stringendosi unita nel proprio dolore e nella propria dignità.

“Zio Peppuccio dove sei?” – Per gentile concessione di Tonino Ruggiero

Quando la persona amata è sparita, potrebbe anche darsi che la vita non lo abbia lasciato: questo non lo sancisce nessun certificato medico, non ancora; occorrono che trascorrano dieci anni per richiedere quello di morte presunta, ma sono cose lunghe, che si ottengono con le carte bollate, sentenze di giudici e intervento di avvocati. E allora mi chiedo: perché l’inchiesta non si tiene aperta per un analogo periodo di dieci anni? Ecco, se vuoi veramente del male a qualcuno, auguragli che scompaia un suo caro, e sarà come se per lui, il sole sparisse dietro le nuvole. Allora, zio Peppuccio dove sei?

Il libro

Tonino Ruggiero, “Il buio oltre la valle. Il mistero della scomparsa di Giuseppe Ruggiero, detto zio Peppuccio” (Caramanica Editore, 2014)

Nel 2014 Tonino Ruggiero pubblica con Caramanica Editore il libro Il buio oltre la valle, il mistero della scomparsa di Giuseppe Ruggiero, detto zio Peppuccio con il Patrocinio del Comune di Coreno Ausonio e il sostegno dell’Associazione Penelope.

Il volume introdotto dal Sindaco di allora di Coreno Ausonio Domenico Corte, dalla poesia dell’Avvocato Enrico Mastantuono e dalla Prefazione della giornalista Federica Sciarelli raccoglie gli attimi – poi diventati anni – della ricerca di Giuseppe Ruggiero, per tutti Zio Peppuccio. Il testo è organizzato in dieci capitoli: i primi nove sono dedicati alla ricostruzione della scomparsa di Zio Peppuccio, di tutte le operazioni svolte durante le ricerche colme di minuziosi dettagli e particolari e di telefonate e lettere anonime non tracciate; nell’ultimo, invece, Tonino Ruggiero, in quanto stretto familiare di una persona scomparsa nonché (allora) Vicepresidente dell’Associazione Penelope Lazio Onlus, ricostruisce la storia e la nascita di quest’ultima riportando la storia di altre famiglie e di altri scomparsi e sottolineando l’importanza di un supporto psicologico a chi ogni giorno deve affrontare questo vuoto e vivere, per lo più in solitudine, l’immenso dolore di un’assenza senza fine, senza spiegazioni.

A chiudere questo libro, inoltre, vi è un Album fotografico in cui sono riportate a colori tutte le immagini riguardanti i luoghi e i percorsi che sono stati battuti alla ricerca di Zio Peppuccio.

Caramanica Editore

Tonino Ruggiero, da figlio e in qualità di rappresentante dell’Associazione Penelope, racconta della triste vicenda che ha toccato – e tocca – la sua famiglia con passione, semplicità e con infinita dignità il suo dolore che condivide con tutti noi. Questo libro è un’ulteriore richiesta di aiuto di una famiglia che non dimentica il dolore di tante altre famiglie che hanno vissuto e che vivono questo stesso indicibile e immenso dolore. Tonino Ruggiero racconta la storia di suo padre mostrando foto, articoli, documenti, immagini per ringraziare coloro che si sono spesi per le ricerche e anche per sottolineare le mancanze, le gravi assenze di chi avrebbe dovuto esserci con un gesto, una parola. In tutta questa vicenda le Istituzioni sono le grandi assenti! E lo dimostrano i fatti, i documenti, il “solo” aver pensato o osato pensare che un uomo di 83 anni non  “valga” tante ricerche. Ed è vergognoso. E Tonino Ruggiero con grande dignità e lucidità sottolinea e mostra tutto questo. Così come mostra, all’inizio del volume, la lettera ricevuta dalla Segreteria di Stato Pontificio. Un gesto, la comprensione, la vicinanza, la presenza almeno spirituale… questo ha sempre chiesto con onore e dignità la famiglia Ruggiero assieme alle forze necessarie per il ritrovamento di Zio Peppuccio.

Articolo pubblicato su “Oggi”, 14 maggio 2014 – Per gentile concessione di Tonino Ruggiero

Il prossimo 15 maggio saranno dieci anni dalla scomparsa di Zio Peppuccio. E la sua famiglia merita risposte, merita la verità, di ritrovare e di dare degna sepoltura al proprio parente. Come ogni essere umano.

Tonino Ruggiero continua nella sua lotta e nella sua ricerca assieme alla sua bella famiglia e la sottoscritta, nel suo piccolo, è con loro. Per questo chiedo a tutti voi lettori di fare rete e di aiutare in qualsiasi modo possibile di diffondere la storia di Zio Peppuccio che non deve e non può essere dimenticato nella terra degli scomparsi. Non è giusto. Non è umano.

Per questo mi unisco personalmente all’appello di Tonino Ruggiero e chiedo a chiunque sappia, ricordi o ha visto qualcosa in quella bella domenica di maggio di quasi dieci anni di contattare la Rubrica online “Piazza Navona”piazzanavona2018@libero.itanche in modo anonimo, di mettersi in contatto in qualunque momento con Tonino Ruggiero o con la redazione della trasmissione Chi l’ha visto? perché non si può essere omertosi né far finta di dimenticare.

Questi sono i contatti:

Tonino Ruggiero:  3772268970 – toninoruggi@libero.it 

http://www.chilhavisto.rai.it/dl/clv/index.html

https://www.facebook.com/tonino.ruggiero.100

https://www.facebook.com/ziopeppucciodovesei

www.riccichiara.compiazzanavona2018@libero.it

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Incontro con Tonino Ruggiero

Tonino Ruggiero – Per gentile concessione di Tonino Ruggiero

Questa prima domanda è doverosa: chi era suo padre Giuseppe Ruggiero, da tutti conosciuto e chiamato affettuosamente Zio Peppuccio e definito dalla trasmissione di Rai Tre Chi l’ha visto? “nonno rock”?

Mio padre era un rispettabile cittadino Italiano che ha sempre dato lustro alla Patria che tanto amava, era un uomo onesto e genitore esemplare: quindi per questo Stato aveva tutti i “requisiti” per essere nessuno.  Lui ha trascorso la sua vita a lavorare nelle cave di marmo di Coreno, e con il sudore della sua fronte ha tirato su una famiglia di tre figli, educandoli all’onestà, alle buone maniere e al rispetto per  per il prossimo. Ma forse anche per questo è stato gioco facile abbandonarlo al suo destino.                             

Quando e come è nata la sua idea di realizzare il suo libro Il buio oltre la valle e raccontare, raccogliere in esso tutti i procedimenti legati alle indagini, alle ricerche, alle inchieste e alle profonde emozioni legate alla scomparsa di suo padre?

Tonino Ruggiero, “Il buio oltre la valle, il mistero della scomparsa di Giuseppe Ruggiero, detto zio Peppuccio” (Caramanica Editore, 2014)

Dopo aver visto archiviare in fretta e furia il suo procedimento giudiziario, mi è stato subito chiaro che la questione non interessava più di tanto le istituzioni preposte (che hanno demandato al tempo che passa la risoluzione di questo problema) e allora mi dissi che questa storia non poteva finire così.  E per continuare ancora a parlare di mio padre quando tutti gli argomenti a mia disposizione erano finiti, e preservare la memoria dell’accaduto (non avendo trovato nessuno che scrivesse il libro al mio posto) mi sono “inventato” scrittore. Per me che non sono un letterato si è rivelata una fatica titanica e dolorosa. È proprio il caso di dire che mi è costato le cosiddette lacrime di sangue. E siccome ero convinto che un libro fosse utile per riconsiderare nuovamente i fatti, affinché chi volesse entrare nel merito dei dettagli storici della vicenda per riaprire nuovamente il fascicolo potesse farlo, ho cercato di descrivere minuziosamente ogni particolare dell’accaduto documentando tutto con mappe e cartine geografiche che ho approntato in modo scientifico per l’occasione con l’aiuto di un cartografo.

Tonino Ruggiero, “Il buio oltre la valle. Il mistero della scomparsa di Giuseppe Ruggiero, detto zio Peppuccio” (Caramanica Editore, 2014)

Inoltre, il libro è anche composto di una seconda parte dal titolo: CENT’ANNI D’ATTESA NON BASTANO, dedicato al dramma sottaciuto e nascosto di tanti familiari di scomparsi del Lazio, in quanto in quel periodo ricoprivo la carica di vice presidente dell’Associazione Penelope Lazio Onlus. Purtroppo, almeno il libro non ha ottenuto nessun risultato tangibile su quello che mi ero prefisso, ma se dopo nove anni sto qui a parlare con Lei di mio padre, ciò significa che comunque ne è valsa la pena scriverlo.

Il 15 maggio 2011 suo padre, dopo aver partecipato come sua abitudine ogni anno, alla Marcia per la Pace (in memoria della liberazione di Coreno nella Seconda Guerra Mondiale) che ogni anno si tiene presso Marinaranne, lì dove vi è il Monumento ai caduti, scompare. Da quel giorno si è persa ogni sua traccia. Cosa è successo quel giorno di primavera?

Quel giorno purtroppo è stato commesso un reato ed è stato occultato il corpo. Sarà stato certamente un incidente occasionale, di questo ne sono certo, perché mio padre non aveva nemici. La cosa che però non riesco a comprendere è la mancanza di pietà in questa storia, mai nessuna notizia in questi nove anni trascorsi, e nessuno ha cercato la verità. Anche se nessuno ci crede, per la buona pace di tutti è “convenuto” credere che mio padre sia caduto in un “crepaccio” della zona. Nel quale – fosse vero questo – mio padre fortemente zoppicante non sarebbe mai potuto arrivarci con le sue gambe.

Giuseppe Ruggiero con sua moglie Maria Civita Di Vito – Per gentile concessione di Tonino Ruggiero

Nonostante la grande partecipazione della comunità e delle Associazioni di volontariato (soprattutto del posto e delle vicinanze) sembra non essere stato fatto tutto il necessario per ritrovare Zio Peppuccio? Quale supporto è mancato durante la fase delle ricerche?

Dal punto di vista delle ricerche non è mancato nulla, e siamo certi che è stato fatto di tutto e di più. I soccorsi furono tempestivi ed ebbero inizio la sera stessa alle ore 19:00, tanto che circa due ore dopo nella valle eravamo già una quarantina di persone, tra amici conoscenti e cacciatori, con i Carabinieri seguiti anche dall’arrivo dei Vigili del Fuoco. Le ricerche proseguirono fino alle ore 02:00 del mattino successivo, quando a causa di un violento temporale fummo costretti a sospenderle. Furono riprese dopo qualche ora, all’alba del lunedì, e le proseguimmo per due settimane con 150/200 persone ogni giorno. Vennero utilizzati i cani molecolari per le ricerche di superficie, e gli elicotteri per l’esplorazione dall’alto. Fu controllato ogni anfratto e ogni canalone, dragammo tutti i pozzi e terminata l’emergenza con scandagliammo i fondali di quelli più sospetti con un sommozzatore. Purtroppo di mio padre non fu trovato neanche un oggetto di sua appartenenza, anche se quel giorno era vestito in maniera appariscente; indossava infatti un maglione color rosso vivo, sulla testa aveva un berretto con visiera color giallo, e con se portava un bastone da camminata per appoggiarsi nel camminare.

Volantino per il ritrovamento di “Zio Peppuccio”

Il 31 luglio 2012 la Procura di Cassino archivia il caso relativo alla scomparsa di Zio Peppuccio perché il mancato ritrovamento del cadavere fa ritenere che l’anziano sia caduto in qualche crepaccio della zona. Come ha reagito a questa ingiusta sentenza?

Purtroppo per noi la Procura di Cassino non ha trovato elementi validi per le indagini. In buona sostanza la sua scomparsa fu classificata come allontanamento volontario. Che mio padre, però, zoppicante e con una protesi nel femore e la gamba destra due centimetri più corta rispetto all’altra, che potesse raggiungere a piedi posti inaccessibili tipo un crepaccio l’hanno escluso tutti: dai medici ai volontari della Protezione Civile e del Soccorso Alpino. Perché se così fosse, mi sento di dichiarare che in questo famigerato crepaccio c’è stato portato.

Ancora, il 21 luglio 2016, il Tribunale di Cassino ha respinto la richiesta avanzata dalla sua famiglia di effettuare ulteriori indagini perché, come riportato agli atti, si ritiene che non debba farsi luogo ad alcuna investigazione suppletiva, data l’oggettiva impossibilità di giungere con adeguata certezza all’individuazione dell’autore del reato. Come si reagisce davanti a tutto questo?

Si resta annichiliti, e posso soltanto aggiungere che da quel giorno per i familiari mio padre è scomparso una seconda volta.

Tonino Ruggiero – Per gentile concessione di Tonino Ruggiero

Da allora sono trascorsi nove anni cos’altro si può fare affinché il caso della scomparsa di Zio Peppuccio non venga abbandonato né dimenticato?

La mia famiglia è stata “presa” per sfinimento: non abbiamo più neanche la forza di continuare a sperare, perché anche sperare costa tantissima fatica, sia psicofisica che spirituale. Oramai il 15 maggio 2021 saranno trascorsi 10 anni dall’ultimo avvistamento di mio padre e con l’Avvocato stiamo presentando la richiesta di morte presunta. Adesso come adesso dopo tutti questi anni trascorsi invano nell’attesa di una qualche notizia bella o brutta che sia, non ci resta che affidarci al buon Dio, e anche in forma anonima qualcuno ci indichi dove possiamo trovare il corpo. A tale proposito la famiglia ha disposto una somma di euro 10.000 a chiunque ci dia indicazioni fondamentali per il suo ritrovamento. La mia speranza è che prima che io stesso muoia possa trovare anche un solo osso di mio padre per donargli una degna e cristiana sepoltura, affinché lui possa riposare in pace, e noi una tomba su cui portare un fiore.

Articolo pubblicato su “L’inchiesta”, 15 maggio 2014

Il 9 settembre 2013 ha scritto personalmente al Presidente della Repubblica (allora Giorgio Napolitano), al Commissario del Governo per le persone scomparse (la Dottoressa Paola Basilone), al Prefetto di Frosinone Eugenio Soldà, al neo comandante della Compagnia dei Carabinieri di Pontecorvo il Maggiore Fabio Imbrotta. Quale riscontro, e ancora, quale supporto ha ricevuto dalle nostre Istituzioni? E dall’opinione pubblica, invece?

Nel concreto non ho avuto nessun riscontro, se non essere stato chiamato dal Colonnello dei Carabinieri di Frosinone che mi ha porto la sua solidarietà. Per quando riguarda l’altra domanda, posso soltanto dire che l’opinione pubblica mi ha fatto sentire sempre la sua solidarietà, ma purtroppo alla fine ho compreso che i drammi della vita vanno bene solo se durano poco, altrimenti stancano e s’incomincia anche a dare fastidio.

Dal 2013 l’Ufficio del Commissario del Governo per le persone scomparse ha stabilito che le Prefetture siano munite di un piano provinciale di ricerca. inoltre, il 14 novembre 2012 è stata approvata la legge 203 secondo la quale le indagini per il ritrovamento di una persona scomparsa devono partire al momento della denuncia e che quest’ultima può essere presentata da chiunque e senza dover aspettare le “richieste” ventiquattro ore. Tutto questo quanto è importante e utile all’estenuante ricerca dei propri cari?

Se questa legge fosse stata in vigore quando è sparito mio padre forse, e dico forse, le cose sarebbero potute anche andare diversamente. Credo proprio che non “saremmo morti di ricerca” come ho intitolato un capitolo del libro. Perché è successo proprio questo: non sono state fatte indagini determinanti nell’immediato. Ho scoperto che quando si parla di allontanamento volontario non si fanno intercettazioni telefoniche e altro, limitandosi solo ad acquisire informazioni sullo scomparso.

L’Associazione Penelope Onlus sostiene e aiuta la famiglie e gli amici delle persone scomparse – Per gentile concessione di Tonino Ruggiero

Nel suo libro Il buio oltre la valle più volte afferma di voler fare appello al Tribunale dei Diritti Umani per rivendicare giustizia e dare al suo caso la giusta considerazione e importanza. Cosa è accaduto in tal senso?

Purtroppo su questo versante sono stato sconsigliato dai legali a intraprendere questa iniziativa. Soprattutto per i costi che esso comporta non mi sono potuto intestare questa battaglia.

Come è avvenuto il suo incontro con l’Associazione Penelope?

Il mio incontro con Penelope Lazio è avvenuto solo qualche mese dopo la sparizione di mio padre, mentre il mio attivismo vero e proprio ha avuto inizio nel mese di gennaio 2012. Penelope si stava già consolidando, ma non era certo quello che è oggi. Infatti non è facile parlare di scomparsi e non essere in grado di affrontare concretamente il problema, perché gli scomparsi non hanno voce, e non sempre i parenti prossimi hanno la forza di affrontare questo dramma.

Lei è stato responsabile provinciale di Latina e Frosinone dell’Associazione Penelope Lazio. In che modo l’Associazione opera sul territorio e supporta i familiari degli scomparsi?

Associazione Penelope Lazio – Presidente Laura Barbieri

Dopo essere stato responsabile provinciale di Latina e Frosinone dell’Associazione Penelope Lazio Onlus sono stato eletto Vice Presidente, carica che ho tenuto fino al 2019, e da due anni per motivi familiari non ricopro più nessuna carica, anche se sono sempre parte dell’Associazione.

Quindi, per questo motivo mi è sembrato più giusto far rispondere l’attuale presidente Laura Barbieri. Laura è la mamma di Davide, un ragazzo scomparso nel nulla il 27 luglio 2008, e per la cronaca, c’è da dire che i poveri resti del giovane sono stati ritrovati soltanto un anno fa, nel 2019. 

Laura Barbieri, Presidente di Penelope Lazio Onlus: L’Associazione Penelope è stata costituita nel 2002 per volontà di Gildo Claps, fratello di Elisa, scomparsa da Potenza e di cui sono stati ritrovati i resti a distanza di 17 anni nella Chiesa della SS. Trinità. Penelope inizia ad impegnarsi e a lottare, con tutte le proprie forze, per dare voce a chi non ne ha. La prima battaglia è quella di fondare un organismo istituzionale dedicato esclusivamente ai casi di scomparsa.

L’Associazione Penelope Onlus sostiene e aiuta la famiglie e gli amici delle persone scomparse – Per gentile concessione di Tonino Ruggiero

Ed ecco che, finalmente, nel 2007, nasce la figura del Commissario Straordinario per le persone scomparse facente parte del Ministero dell’Interno che, coadiuvato da un team di addetti ai lavori, segue ogni denuncia di scomparsa e cerca di mettere in moto la macchina per attivarne le ricerche. A seguire, il forte impegno, per formare tutte le forze dell’ordine, guidandole a comprendere che cosa significa una denuncia di scomparsa. Perché veniva assolutamente sottovalutata, non si metteva in atto alcuna ricerca per cercare di arrivare al ritrovamento del soggetto. Altra cosa inaudita è che si imponeva di aspettare  un lasso di tempo di 72 ore dal momento della sparizione all’accoglimento della denuncia. Anni di convincimento, per arrivare a rendere chiaro che sono le prime ore dalla scomparsa quelle fondamentali per cercare e poter ritrovare la persona. E poi finalmente la conquista di una Legge ad hoc. La 203 del 14 novembre 2012. Inoltre, la richiesta, a gran voce, per ottenere che la denuncia venisse affiancata da una scheda RISC che consiste nella raccolta di quanti più dati possibili riguardanti tutte le caratteristiche dettagliate, sia fisiche che di abitudini dello scomparso/a. La grande battaglia che tuttora perseguiamo, affinché possa venire eliminato lo scempio del migliaio, (numero di pochissimo oscillante, da un anno all’altro, da questa proporzione) di cadaveri non identificati che giacciono ignoti e dimenticati negli obitori degli Istituti di  Medicina legale del nostro Paese.

L’Associazione Penelope Onlus sostiene e aiuta la famiglie e gli amici delle persone scomparse – Per gentile concessione di Tonino Ruggiero

Il nostro impegno consiste, nel far istituire una banca dati dove vengano messe a disposizione delle autorità giudiziarie, i profili DNA del congiunto più prossimo allo scomparso/a, per far si che,  al ritrovamento di un cadavere ignoto, si possa eseguire immediato “match”, tra il corpo ed il congiunto che ne ha denunciato la scomparsa. Perché i brividi, ci percorrono e ci scuotono, al pensiero che chi tanto hai amato ed è stato nucleo centrale della tua famiglia, della tua vita, giaccia ignorato per anni, a volte decenni, in una cella frigo, deprivato, di una sepoltura, civile, umana, cristiana. Che venga negata la pietas umana sia al corpo che ai famigliari che, disperatamente, invece, nel frattempo, si dannano e si angosciano ancora e ancora nella ricerca di quel proprio caro, mentre ignari non sanno che, lui/lei si sono tramutati in una targhetta numerica apposta su un frigo e segnata su di un anonimo registro.

“Zio Peppuccio dove sei?” – Per gentile concessione di Tonino Ruggiero

Non possiamo definirci un Paese civile, quale in effetti siamo e quindi  dovremmo esserlo o diventarlo  in ogni ambito. Ed ancora la scalata del Commissario Straordinario per arrivare a firmare dei protocolli d’intesa con tutte le Prefetture di ogni provincia del territorio Nazionale. Così che, ad immediato seguito di una denuncia di scomparsa viene istituita, nella Prefettura di competenza territoriale, una cabina di regia che vede la convocazione di: forze dell’ordine, protezione civile, vigili del fuoco, Commissario Straordinario, Associazione Penelope… E poi ancora la richiesta per ottenere l’ausilio di droni, cani molecolari, esperti di ogni settore, da mettere in atto e in campo nella e per la ricerca dello scomparso/a. E intanto Penelope cresce, via, via, si estende in tutta la Nazione. Oggi Penelope insiste su 16 Regioni. I familiari, nel corso di questi anni, sono stati affiancati da Professionisti che, volontariamente hanno messo e mettono a servizio delle famiglie, le loro competenze: giuridiche se legali, forensi se medici, o psicologi per il sostegno di situazioni che sono umanamente insostenibili, per un lutto che non si elabora mai. Ed infine, perché no? La celebrazione del e nel ricordo di ogni scomparso/a. Così  ogni anno viene dedicata loro la giornata del 12 dicembre.

Giuseppe Ruggiero con sua moglie Maria Civita Di Vito – Per gentile concessione di Tonino Ruggiero

Gli scomparsi vanno ricordati perché Il motto di Penelope è:

Chi dimentica, cancella e noi non dimentichiamo (Don Marcello Cozzi di Libera)

Il  cammino è ancora molto lungo, ma noi non molliamo. Vogliamo arrivare a che non ci sia più il non ritrovare per decenni ed oltre persone che sono state, In teoria, cercate, ma i cui resti, vengono ritrovati poi… Dodici anni come per Davide, figlio della Presidente di Penelope Lazio, Laura Barbieri. O dopo 19 ani, come per Federica, figlia di Francesco Farinella, Presidente di Penelope Piemonte. O come per Zio Peppuccio, papà del nostro amato socio Tonino Ruggiero che a circa 10 anni dalla scomparsa non si è riuscito a ritrovare mai, né lui né il suo corpo. Queste situazioni determinano la devastazione di chi resta. Chiunque si trovi nella condizione di vivere la scomparsa di un proprio caro, sappia che noi siamo qui per loro. Il nostro sito Penelope Lazio (www.penelopelazio.com) è a loro totale disposizione, possono trovare tutte le informazioni utili del caso ed un numero di telefono, denominato “pronto Penelope” a cui possono chiamare in qualsiasi giorno ed ora di necessità. Perché esserci, per chi resta nella lacerazione di un dolore senza risposte, è per noi la gratificazione più pregnante per i nostri cuori. E per chi, come noi ha vissuto questa terribile esperienza, condividere il proprio dolore con altri, lo rende più sopportabile.

“Zio Peppuccio dove sei?”

Cosa vorrebbe dire alle famiglie che hanno vissuto e vivono il suo stesso dramma e alle Istituzioni?

Alle famiglie che vivono questa tragedia posso solo dire che dobbiamo essere noi a rompere questo muro di “gomma” e di silenzio che circonda il fenomeno delle persone scomparse. E questo si può fare sulla scia di quello che attua Penelope, mettendo le Istituzioni di fronte alle proprie responsabilità. Gli scomparsi non hanno voce, non votano, e dopo qualche mese non interessano più a nessuno, e allora solo i familiari possono dargli voce, perché più saremo, più conteremo e più possiamo essere ascoltati per cambiare l’atteggiamento di indifferenza della società. Di fatto, si è portati a pensare che queste cose capitano sempre agli altri, e che non ci competano più di tanto.

Giuseppe Ruggiero, “Zio Peppuccio” (dal web)

E cosa vorrebbe ancora dire a chi sa qualcosa della scomparsa di suo padre, a chi ha inviato quella lettera anonima, a chi ha visto?

Vorrei soltanto dirgli che se è stato uno scherzo si è trattato di una iniziativa atroce. Se invece voleva indicarci una pista da seguire doveva essere più chiaro. Può farci sapere in maniera anonima e come gli è più facile tutto quello che sa. Credo che sarebbe un gesto anche di rispetto verso mia madre Maia Civita Di Vito, morta di crepacuore nella settimana dell’anniversario dei sette anni della scomparsa di suo marito nel mese di maggio 2018.

Personalmente mi sento di dire a chiunque voglia lasciare un messaggio e inviarci notizie, informazioni anche in forma anonima di contattarci via email al nostro indirizzo e-mail piazzanavona2018@libero.it  attraverso i commenti a questo articolo, o i recapiti pubblicati nell’articolo. La nostra piazza virtuale è aperta. Anch’io mi unisco alla sua lotta e alla ricerca di suo padre e della verità. Ma se qualcuno volesse mettersi direttamente in contatto con lei come può fare?

Il mio numero di telefono è 3772268970, sempre acceso giorno e notte. Il mio indirizzo di posta elettronica è toninoruggi@libero.it

In conclusione di questa intervista desidero ringraziare veramente di cuore il Signor Tonino Ruggiero e la sua famiglia della fiducia dimostratami e di aver raccontato e condiviso la sua storia, il suo dolore. Inoltre, il mio doveroso ringraziamento va anche alla Signora Laura Barbieri, Presidente di Penelope Lazio.

Come ha scritto Oriana Fallaci: Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.
 

 

 

 

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